Di Richard
Morrison
18 gennaio 2002
traduzione:
http://nwo-truthresearch.blogspot.it
Lo storico
David Kertzer dice che l'appoggio dell'antisemitismo da parte della
Chiesa Cattolica Romana nel corso del XIX secolo ha aperto la strada
all'Olocausto. Se vera, è una storia sordida e scioccante. La Chiesa
Cattolica Romana è accusata di aver fomentato l'ascesa
dell'antisemitismo tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX. I
suoi ghetti e le sue leggi antiebraiche divennero modelli per i
nazisti. Il Vaticano permetteva che i bambini ebrei venissero
sequestrati, separati dai loro genitori e costretti alla fede
cattolica. I suoi giornali lanciavano campagne razziste che erano
vili anche per i velenosi standard dell'epoca. E i suoi sacerdoti
approvarono e incoraggiarono entusiasticamente un revival delle
atroci accuse medievali che gli ebrei uccidevano ritualmente
sacerdoti e bambini cristiani.
Su tutto ciò
una successione di papi, da Pio VII, in epoca Napoleonica, a Pio XII,
che negoziò un concordato reciprocamente vantaggioso con Hitler,
chiusero un occhio. Questa fu la strada verso l'Olocausto lastricata
di divine intenzioni.
Il concordato tra la Chiesa e Hitler |
Questa è la
sostanza di Unholy War, un nuovo libro crudele dello storico
americano David Kertzer, professore alla Brown University.
L'accusa
che il Vaticano ha protestato troppo poco e troppo tardi sul
trattamento degli ebrei da parte di Hitler non è certo nuova,
naturalmente. Due anni fa l'autore britannico John Cornwell sortì
una sorta di furore quando se ne uscì con l'atto di accusa al Papa
di Hitler, una velenosa biografia di Pio XII.
Ma Kertzer
pensa che le complicità del Vaticano nell'ascesa dell'antisemitismo
moderno siano cominciate molto prima e vanno molto più in
profondità.
"Questa
effusione di libri su Pio XII e l'Olocausto non coglie il punto
principale", egli afferma. "L'Olocausto sarebbe successo
comunque dall'epoca in cui egli divenne Papa. Il punto importante è
che l'antisemitismo è stato alimentato dalla Chiesa per tanti secoli
precedenti, rendendo così tante persone sensibili all'ideologia
nazista."
Si tratta di
un punto su cui Kertzer batte ripetutamente nelle 300 pagine di casi
studio schiaccianti e molto dettagliati. E sarà una magra
consolazione per i fedeli cattolici apprendere che questa denuncia
implacabile è stata ispirata (se così si può dire) proprio dal
tentativo del Vaticano di mettere le cose in chiaro. Nel 1998, dopo
11 anni di indagine coraggiosa, esso pubblicò We
Remember: A Reflection on the Shoah.
Per molti, incluso Kertzer, esso viene letto come una mano di bianco.
Vero che il
documento riconosceva che gli ebrei erano stati perseguitati dalla
Chiesa cattolica in certi momenti nei secoli passati. Ma esso
tentava di operare una distinzione tra questo "antigiudaismo"
di vecchia data che, sostiene il rapporto, la Chiesa aveva in gran
parte scacciato dal 1800, e il moderno antisemitismo che si sollevò
nella seconda parte del XIX secolo e preparò la strada per i
nazisti. Quest'ultimo, sosteneva il Vaticano, non aveva nulla a che
fare con la religione.
Esso fu un
veleno politico e razziale "basato su teorie contrarie al
costante insegnamento della Chiesa."
Kertzer dice
di essere stato subito colpito da questo "travisamento" dei
fatti. "Sapevo che c'era qualcosa di terribilmente sbagliato con
la storia che il Vaticano stava raccontando."
Sorprendentemente
la sua ricerca è stata aiutata da un improbabile alleato: il
Vaticano stesso. Nello stesso anno in cui pubblicò il suo rapporto
sull'Olocausto, la Chiesa annunciò che per la prima volta gli
studiosi avrebbero potuto esaminare gli archivi segreti
dell'Inquisizione, le forze dell'ordine dottrinali del Vaticano. "Ho
avuto l'accreditamento del Vaticano per fare questo”, ammette
Kertzer. “Ci sono un sacco di Chiese protestanti che preferiscono
non venga esaminato il loro comportamento durante l'Olocausto e non
abbiamo accesso ai loro archivi.”
David Kertzer |
Allora
perché le autorità vaticane hanno aperto gli archivi? Avrebbero
dovuto sapere delle oscure verità in attesa di essere scoperte in
quelle volte polverose. “Questa è una bella domanda” afferma
Kertzer. “Una teoria che mi è stata confidata da un prete
cattolico americano è che ora c'è una fazione all'interno del
Vaticano che vuole che tutta questa roba venga fuori. Sapevano che la
Chiesa stessa non sarebbe mai stata in grado di rivelarlo, ma
volevano piuttosto che un outsider come me trovasse il materiale.”
[Immaginiamo che questa fazione non sia certo quella che ha eletto il
nuovo papa
Francesco I, il papa gesuita colluso con la dittatura argentina,
ndr].
E il
materiale è dinamite. Kertzer esamina in primo luogo il periodo,
dalla sconfitta di Napoleone all'unificazione d'Italia nel 1870,
quando gli ebrei si trovarono governati direttamente dalla Chiesa
nello Stato Pontificio. Egli ritiene che gli ebrei furono sottoposti
allo stesso tipo oltraggi ufficiali che i nazisti in seguito imposero
con le loro leggi razziali di Norimberga.
Essi
venivano confinati in ghetti grottescamente affollati e crivellati di
colera, e venivano costretti ad indossare distintivi gialli; venne
loro vietato di fare affari o di prendere accordi con i cristiani;
venivano pubblicamente umiliati durante i carnevali, costretti ad
ascoltare sermoni che denunciavano la loro fede e frequentemente
venivano rapiti da squadre di terroristi dell'Inquisizione e inviati
all'infame “Casa dei Catecumeni” per 40 giorni di indottrinamento
progettato per “persuaderli” al battesimo cristiano.
Ciò rende
la lettura abbastanza raccapricciante. Ma impallidisce accanto a
quello che è successo in seguito nel XIX secolo, quando la Chiesa fu
evirata politicamente dal nuovo stato italiano e si sentiva assediata
dalle forze della “modernità”. Forse per rafforzare la sua
popolarità con le inquiete classi lavorative, essa iniziò a
dipingere gli ebrei appena emancipati non solo come ricchi e avidi
capitalisti, ma anche (con una meravigliosa mancanza di logica) come
socialisti pericolosi, intenti a destabilizzare la società
cristiana.
Questo è
stato il periodo in cui i preti cattolici distribuivano con
entusiasmo dei noti falsi come i Protocolli dei Savi di Sion, come
prova di un complotto ebraico per dominare il mondo. Ed è stato
anche il momento in cui la stampa cattolica – giornali influenti
come La Civiltà Cattolica [la rivista dei gesuiti, ndr] e
L'Osservatore Romano, che si riteneva riflettessero ampiamente i
punti di vista propri del Papa – scatenavano un diluvio al vetriolo
di articoli contro gli ebrei.
Nel 1880 La Civiltà Cattolica
descrisse gli ebrei come “ladri ostinati, sporchi, ignoranti,
bugiardi, parassiti, ...una invasione barbarica da una razza nemica.”
Dal 1920 i suoi articoli avrebbero potuto essere stati dettati dallo
stesso Hitler. “Vienna non sarà altro che una città giudaica; le
proprietà e le case saranno tutte loro, gli ebrei saranno i padroni,
i cristiani i loro servi”, essa metteva in guardia nel 1922.
Così
ripugnante era questa propaganda che, mentre i nazisti cominciarono
ad acquisire potere, alcuni vescovi cattolici provvidero a prendere
le distanze da essa. Il vescovo di Linz, per esempio, pubblicò una
lettera pastorale nella quale dichiarava che “odiare il popolo
ebraico...è disumano e non cristiano.”
Purtroppo
egli non si fermò lì. “E' fuor di dubbio”, egli continuava,
“che molti ebrei esercitano una influenza estremamente perniciosa
in quasi tutti i settori della civiltà moderna.” E conclude, in
modo agghiacciante:”Si può solo sperare che ariani e cristiani
arrivino sempre più a riconoscere i pericoli creati dallo spirito
ebraico e li combattano più tenacemente.”
Con
“denunce” come quelle della Chiesa, i nazisti non avevano bisogno
di approvazioni.
Ma la
peggiore propaganda antisemita scoperta da Kertzer riguarda gli
orribili processi di “offesa di sangue”, in cui gli ebrei furono
inquadrati come gli assassini dei cristiani, con l'accusa di drenare
il sangue delle loro vittime per i riti della Pasqua. “Sono rimasto
sbalordito nello scoprire che, fino ad una buona parte del XX secolo,
gli ebrei venivano ancora accusati di omicidio rituale e la Chiesa
non stava condannando tale accusa” dice Kertzer.
Il caso più
noto avvenne a Kiev nel 1913, quando un operaio ebreo, Mendel Beilis,
fu incriminato per l'omicidio rituale di un ragazzo. “Aveva tutte
le caratteristiche di un tentativo di incastrarlo da parte delle
autorità russe interessate a mantenere i sentimenti anti-ebraici ad
un ritmo febbrile”, scrive Kertzer. La stampa cattolica in Italia e
in Francia aveva un certo peso con le luride accuse di omicidio
rituale degli ebrei nel corso della storia, e un sacerdote cattolico
fu misteriosamente convocato come “testimone esperto”, anche se
il Cristianesimo ortodosso era la religione dominante a Kiev.
Ma in questo
caso la campagna fece cilecca.
Il dramma di
Beilis divenne presto oggetto di una crociata in tutta l'Europa
liberale e crebbe la pressione sul governo russo. Alla fine Beilis fu
assolto da una giuria che (secondo alcuni) stava agendo su dirette
istruzioni dello zar imbarazzato. Kertzer riconosce che non tutti i
cattolici furono antisemiti, e che alcuni resero noti coraggiosamente
i loro sentimenti in Vaticano. Negli archivi trovò una lettera al
Papa scritta dal principe von Metternich, lo statista austriaco, che
si lamentava che il trattamento del Vaticano nei confronti degli
ebrei “non era più in sintonia con i tempi in cui viviamo.” Era
il 1843. Purtroppo il Papa rifiutò di muoversi.
Sessant'anni
dopo, tre distinti cattolici inglesi – il cardinale Vaughan, Lord
Russel (allora capo della giustizia) e il Duca di Norfolk -
protestarono analogamente in Vaticano riguardo al suo continuo tacito
incoraggiamento alle accuse di omicidio rituale contro gli ebrei. Fu
un gesto coraggioso e onorevole, ma ancora una volta non ebbe
effetto. Infatti Kertzer ha scoperto una serie di note di disprezzo
negli archivi del Vaticano che descrivono i cattolici inglesi come
“poveri creduloni” che sono arrivati sotto l'influenza dei
“potenti ebrei di Londra” (vale a dire, la dinastia bancaria
Rothschild) [in realtà i Rothschild erano agenti gesuiti che agivano
sotto un fronte ebreo, proprio per alimentare quell'antisemitismo
portato avanti dal Vaticano: a proposito si legga THE
ENEMY UNMASKED:Il Fronte Ebrei-Illuminati e Gesuiti:
Come Acc-Usare l'Ebreo per il Controllo del Mondo, ndr]
Kertzer racconta di un
altro notevole tentativo tra i cattolici bene intenzionati di
cambiare l'atteggiamento della Chiesa verso gli ebrei mentre l'ondata
di antisemitismo stava aumentando in tutta Europa. Nel 1926 fu
costituita a Roma una nuova associazione cattolica denominata Amici
di Israele. I suoi fondatori sostenevano che gli ebrei dovevano
essere trattati con rispetto e non stigmatizzati come "gli
uccisori di Cristo". Nel giro di due anni i suoi membri
includevano 3000 preti cattolici, 278 vescovi e 19 cardinali.
Ma anche
questa mite rivolta fu troppo per il Vaticano, dice Kertzer. Nel 1928
l'Inquisizione stabilì che gli Amici di Israele si erano resi
colpevoli di eresia e chiuse l'organizzazione.
Nelle mani
di Kertzer nessun pontefice emerge degno di stima – nemmeno chi,
come Pio XI – viene di solito raffigurato come “riformatore”.
Infatti, Pio XI è il soggetto di alcuni dei paragrafi più sferzanti
di Kertzer. Prima di diventare Papa fu inviato come legato papale in
Polonia.
Pio XI |
I violenti
sentimenti antisemiti erano lì alimentati da personaggi importanti
del clero cattolico, come il famigerato Jozef Kruszynski, che nel
1920 scrisse le seguenti parole minacciose:”Se il mondo deve
liberarsi del flagello ebraico, sarà necessario sterminarli, fino
all'ultimo.”
Eppure,
lungi dal condannare questi sobillatori, il futuro Papa sembrava
simpatizzare con loro. Il suo rapporto mandato a Roma comprende le
parole:”Una delle influenze più forti e malvagie sentita qui è
quella degli ebrei.” Questa è la visione di colui che sarebbe
stato il Papa nel corso degli anni in cui i nazisti salirono al
potere.
[l'articolo
non parla di uno dei maggiori antisemiti responsabili della seconda
guerra mondiale: il Superiore Generale dei Gesuiti Wladimir
Ledochowski, come
trattato in questo articolo: Gesuiti:
L'Attendibilità di Alberto Rivera - Parte 2, ndr]
Non a caso
il libro di Kertzer ha provocato un certa ostilità in America, dove
è già pubblicato. “Ho ricevuto lettere di odio,” dice, “ma
anche una certa quantità di critiche da parte degli ebrei. E' la
vecchia idea: cerchiamo di non agitare le acque, non cerchiamo di
attirare l'attenzione su noi stessi.”
Ma come si è
sentito lui, figlio di un rabbino, nello scoprire un'indiscussa
profondità di un sentimento antiebraico proprio nel cuore della
Chiesa? “Certo che una parte di me è stata sconvolta. Dopo tutto
ho dedicato il mio libro a mia sorella adottiva – una dei singoli
sopravvissuti ad Auschwitz. Ma come studioso non si può fare a meno
di essere entusiasta quando si scopre, per esempio, corrispondenza di
vitale importanza tra Metternich e il Papa che non ha mai visto la
luce del giorno.”
Che dire
però del parere spesso espresso che “l'Industria dell'Olocausto”
di libri, documentari televisivi e film sta solo riaprendo vecchie
ferite che, quasi 60 anni dopo, dovrebbero essere lasciate guarire?
Kertzer ripudia un tale sentimento. Il tema del suo libro, secondo
lui, è ancora rilevante e comprende molto più che il tragico
rapporto tra la Chiesa cattolica e gli ebrei. E' circa l'importanza
del pluralismo religioso: di rispetto delle credenze altrui.
“Penso che
il libro dimostri che le religioni diventano sempre pericolose quando
la gente inizia a pensare di avere un accesso esclusivo al messaggio
di Dio, ed esse hanno il potere di fare ciò”, egli dice. “Oggi,
ovviamente, uno pensa ai fondamentalisti islamici. Ma ci sono anche
molti gruppi di ebrei ultra-ortodossi che mi dispiacerebbe ugualmente
vedere al potere.”
Link
articolo: http://rense.com/general19/vatican.htm
[l'articolo
originale apparse su www.thetimes.co.uk,
ma per motivi non chiari è stato rimosso e adesso ne ritroviamo solo
le copie diffuse da altri siti web, ndr]
Nota
finale:
In
Italia il libro è stato pubblicato nel 2002 da Rizzoli con il titolo
I Papi contro gli Ebrei: Il ruolo del Vaticano
nell'ascesa dell'antisemitismo moderno.
Dal
sito
di David I. Kertzer leggiamo:
"Basato
su documenti finora rinchiusi negli archivi segreti Vaticani, I
Papi contro gli Ebrei
e' uno studio storico rivoluzionario che mostra chiaramente come la
campagna di demonizzazione intrapresa dalla Chiesa Cattolica contro
gli Ebrei contribui' a rendere possibile l'Olocausto.
Nel suo tentativo di
migliorare le relazioni tra Cattolici ed Ebrei, Papa Giovanni Paolo
II richiese in prima persona un'investigazione storica che chiarisse
l'esistenza o meno di possibili collegamenti tra la Chiesa e
l'Olocausto. Segno importante del suo impegno in questa direzione fu
la recente decisione di permettere all'affermato storico David I.
Kertzer, uno specialista di storia italiana, di essere tra i primi
accademici ad avere accesso agli archivi segreti Vaticani, a lungo
resi inaccessibili al pubblico.
Il risultato di questa
ricerca e' un libro pieno di rivelazioni sorprendenti. Il testo
traccia il ruolo del Vaticano nello sviluppo dell'anti-semitismo
moderno dal diciannovesimo secolo allo scoppio della Seconda Guerra
Mondiale. Kertzer mostra come le recenti discussioni sulla mancata
protesta pubblica di Papa Pio XII contro lo sterminio degli Ebrei
europei distolga in realta' l'attenzione da un punto ben piu'
significativo. Cio' che rese possibile l'Olocausto fu un'opera
meticolosa sviluppatasi da molte parti nel corso di numerosi decenni.
In questa campagna di demonizzazione degli Ebrei—identificati come
traditori della patria, nemici di tutto cio' che fosse buono, e
perseguitori instancabili del dominio mondiale—il Vaticano ricopri'
un ruolo fondamentale, come si dimostra qui per la prima volta.
Nonostante l'argomento,
questo non e' un testo anti-Cattolico. Il libro persegue un giudizio
bilanciato ed una comprensione degli eventi storici che portarono la
Chiesa sul cammino da essa intrapreso.
Inevitabilmente
controverso, nonche' scritto con una chiarezza disarmante e
un'autorita' imparziale, I papi contro gli Ebrei e' un testo
di grande importanza."