venerdì 29 ottobre 2010

La necessità di una pratica di liberazione studentesca

 
Nelle nostre società occidentali è in atto un assalto alla pubblica istruzione di ogni livello. E' giusto lottare per mantenere adeguati finanziamenti pubblici a questo settore, ma sarebbe ancora più giusto interrogarsi sulla natura della pubblica istruzione, cosa che nessuno fa; e non solo non sia fa questo: in Italia ci sono addirittura facoltà universitarie dove le lotte più "rivoluzionarie" non vanno oltre il chiedere un bidone per la raccolta differenziata nelle aule; una vera pagliacciata. Rauncort ci offre uno spunto al riguardo; egli afferma che l'istruzione ha lo scopo di formare degli schiavi obbedienti che servono l'impero mondiale; non possiamo certo dargli torto, visto la lobotomia, il lavaggio del cervello e le false informazioni che riceviamo nelle aule. Sarebbe necessario quindi contestare l'oppressione che vige all'interno delle scuole e dell'università al fine di arrivare ad una vera liberazione studentesca. Insomma, sarebbe necessario pensare anche a quale tipo di scuola vogliamo, se volgiamo un futuro più libero.

di
Denis G. Rancourt
fonte: http://activistteacher.blogspot.com
3 giugno 2010
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.com

Le scuole moderne della classe media del Primo Mondo e il sistema universitario sono violentemente repressivi. [1]

Queste istituzioni sono progettare per la replicazione e la formazione dell'obbedienza e derubano gli studenti della loro spinta naturale verso l'inchiesta indipendente, la libera espressione, l'influenza della natura e l'entusiasmo per la vita. [2]
Utilizzando il pretesto che la formazione tecnica richiede "disciplina" (leggi stupida ripetizione) e "standardizzazione" (leggi dimostrazione di fedeltà alla dottrina imposta) le istituzioni di "istruzione superiore" impongono un regime di addestramento all'obbedienza seguito dall'indottrinamento di specialità e dottorato. [3]
La formazione dell'obbedienza e la neutralizzazione della persona a tutto tondo sono compiute attraverso delle divisioni disciplinari severe e artificiali, una struttura autoritaria di aula, una divisione del tempo imposta e innaturale, ripetuti e irragionevoli ordini di termini di produzione (per compiti, test, relazioni, esami, ecc.) che non lasciano il tempo per pensare, la messa in riga degli studenti per produrre competizione, la continua somministrazione di ricompense e punizioni attraverso il voto e i gradi di accreditamento, l'isolamento dello studente, dove la collaborazione è interpretata come "inganno", la normalizzazione del comportamento e delle opinioni tramite un giudizio di valore imposto al pensiero di gruppo, la generosa applicazione del bi pensiero e una miriade di altri metodi, tutti costantemente adeguati all'evoluzione culturale e alle condizioni locali. Dopo che lo studente è collassato con l'addestramento all'obbedienza, esso è pronto per l'indottrinamento elevato del dottorato e delle scuole di specializzazione. Ciò si ottiene attraverso il sofisticato processo descritto da Jeff Schmidt [3]. Il professionista deve accettarlo, facendolo suo e programmando l'istruzione della sua professione "scelta", al fine di partecipare alla gestione del Primo Impero Mondiale.
La repressione dello studente è reale ed è violenta. La scuola e le istituzioni universitarie sono le più grandi forze nella vita dello studente. Il risultato determina lo stato economico e sociale del laureato e questo a sua volta è l'indicatore più rilevante (statisticamente) della speranza di vita e della salute personale. La violenza si vede nei suicidi di studenti e nelle aggressioni, nell'ampio uso della prescrizione di psicofarmaci e del loro commercio, nella diffusa apatia e cinismo, nell'isolazionismo e nell'evasione dalla realtà, nella matrice moderna di comportamenti autodistruttivi e nell'evidente incapacità relativa di creare legami e formare una comunità. La radice della violenza può essere meglio spiegata da Paulo Freire [2]:
"E' un'oppressione qualunque situazione in cui "A" oggettivamente sfrutta "B" od ostacola esso e la sua ricerca di autoaffermazione come persona responsabile. Tale situazione costituisce di per se violenza anche quando è addolcita dalla falsa generosità, poiché interferisce con la vocazione ontologica e storica della persona ad essere più pienamente umana. Con l'istituzione di un rapporto di oppressione, la violenza è già iniziata."
"Se le persone come esseri storici si impegnano necessariamente in un movimento di ricerca non avendo il controllo di tale movimento, questo sarebbe (ed è) una violazione della loro umanità. Qualsiasi situazione in cui alcuni individui impediscono ad altri di impegnarsi nel processo di indagine è una violenza. I mezzi utilizzati non sono importanti; al fine di alienare gli esseri umani dal loro processo auto-decisionale li si trasforma in oggetti."
Paulo Freire
Vi è quindi una necessità di liberazione degli studenti. Ma la prima barriera, come spiegato da Freire [2] è che lo schiavo non riconosce di essere uno schiavo."Abbiamo bisogno del maestro perché lui organizza il lavoro, ci nutre, ci protegge..."(si veda anche [1]). Gli studenti attivisti preferiscono lottare per la riduzione delle tasse al fine di garantire l'accesso all'oppressione e alla sua ricompensa. Lo schiavo non deve pagare con la sua vita futura (debito studentesco) per avere il privilegio di servire il padrone - abbastanza equo. Gli schiavi vogliono essere oppressi in modo equo. Ho conosciuto molti studenti attivisti abbandonare dimostrazioni, azioni e dibattiti per via delle scadenze dei compiti e per ritornare docilmente in un'aula opprimente il Lunedì mattina dopo un fine settimana di "azione solidale". Cosa può fare lo studente per liberare se stesso? Seguendo Freire sono venuto a credere che la risposta è la prassi, la "prassi" di Freire [2]. Solo tali azioni liberano una persona dalla propria oppressione, conducendola sia ad una profonda comprensione dell'oppressione e sia ad una tonificante liberazione. La vera solidarietà in battaglia nasce quindi dalla fusione di queste rivolte individuali a dalla costruzione della cultura della resistenza indispensabile per qualsiasi liberazione sociale. Al centro di questa prassi vi è la "ribellione autentica". In quella che è forse l'affermazione più profonda mai fatta circa l'educazione e l'apprendimento in una società gerarchica, Freire si esprime così [2]:
"Se i bambini sono allevati in un clima di insensibilità e oppressione, bambini la cui potenza è stata frustrata, non riusciranno, durante la loro gioventù, a intraprendere il cammino di ribellione autentica; essi saranno o alla deriva nell'indifferenza più totale, oppure alienati dalla realtà da parte delle autorità e dai miti che queste ultime utilizzano per "modellarli"; oppure potranno impegnarsi in forme di azione distruttive." 
Come funziona questo aspetto nella pratica? Com'è che la prassi sia avvia e si sviluppa? Gli studenti resistono già molto. La resistenza è diffusa e assume molte forme. Lo "sciopero bianco" è comune, per la costernazione degli insegnanti frustrati. La maggior parte degli studenti si rifiutano di adottare un interesse artificiale verso la merda di cavallo che viene scaricata su di loro sotto l'apparenza del discorso intellettuale e che esso dovrà essere "per l'esame". Gli studenti sanno quando si parla piuttosto che impegnarsi. E cosa significa impegnarsi quando l'altro lato ha una pistola puntata nella tua testa? Gli studenti si spengono e rigurgitano a comando per placare l'oppressore. Gli insegnanti vedono il risultato ma devono valutare in modo soddisfacente piuttosto che confrontarsi con il fallimento generalizzato del sistema e la loro parte in esso. In realtà, dobbiamo concludere che questo risultato universale è una caratteristica desiderata e voluta dalla fabbrica scolastica [4]. Esso garantisce l'apatia e l'obbedienza e garantisce la soppressione della partecipazione. D'altronde, gli studenti di nascosto (tra loro) ridicolizzano e criticano il professore, in una sana espressione di sanità mentale che mantiene la resistenza. Solo ai più alti livelli di indottrinamento, quando lo studente emula l'insegnante come modello di ruolo, questo comportamento si placa e viene sostituito con il baciare il culo e l'adulazione. Gli studenti fanno anche eroici tentativi di sabotaggio della costruzione dell'obbedienza contestando le scadenze, i carichi di lavoro, i sistemi di votazione, le condizioni di funzionamento e l'atomizzazione. Essi individualmente e collettivamente negoziano la proroga dei termini, la riduzione della produzione, la mitigazione delle punizioni, ecc. Essi contestano l'isolamento e la competizione imposta, con la formazione di gruppi di lavoro e attraverso la distribuzione dei compiti; essi trovano il modo di cooperare con il rischio di essere cacciati tramite l'assalto finale del sistema della "frode accademica". Nelle parole di David F. Noble:"Quand'è che la cooperazione diventa barare?" Più spaventosi sono gli studenti che sono in grado di fingere interesse e auto-indottrinarsi e quelli che difendono in modo aggressivo il sistema punendo la dissidenza nei propri colleghi. Questi studenti vogliono che i loro sforzi particolari vengano riconosciuti, premiati e non messi in discussione da comportamenti alternativi. Vogliono "eccellere" e aspirano ad entrare nel club. Tutte le forme di resistenza sono sane e protettive se chi si oppone vede se stesso come oppositore e agisce in spregio degli oppressori, piuttosto che soccombere al parlare male di se e ad avere un'immagine negativa di se in linea con l'ideologia imposta dall'oppressore. La ribellione autentica sta li. Forme più dirette e soddisfacenti di ribellione, che hanno un maggiore potenziale di conferire potere all'oppositore, potrebbero includere le seguenti: parlare in classe per mettere in discussione gli aspetti della disciplina imposta, come per esempio i termini, lo schema di votazione, la pertinenza del materiale, i metodi imposti, le prospettive disciplinari, ecc.
Tali interventi diretti hanno il vantaggio che l'insegnante reagirà e ciò avverte la classe sugli aspetti reali del sistema che sarebbe impossibile imparare altrimenti. I professori mostrano i loro veri volti. Gli studenti li vedranno deviare, fraintendere, reprimere, imporre, negoziare, ecc. un'esperienza molto istruttiva. Partite bassi e vedete se potete spingervi un po più lontano. Chiedete al professore di chiarificare la risposta. Magari chiedere "Perché no?" Magari affermare che non capite la motivazione. Guardate quali colleghi stanno affianco a voi dopo le lezioni o esprimono domande e opinioni simili durante le lezioni. Costruite su tali supporti, sviluppando rapporti con potenziali sostenitori e co-resistenti. Mai accettare intimidazioni o abusi da parte del professore. Rimanete in piedi in tali tentativi violenti di reprimere il vostro intervento in classe. Spiegate la natura del comportamento inaccettabile e chiedete delle scuse. Fatelo privatamente con un testimone o pubblicamente in aula. Se esiste il potenziale di escalation della repressione, per la vostra protezione considerate l'utilizzo di moderne tecnologie per registrare la voce dell'incontro. Tali registrazioni delle conversazioni che avete deciso possono essere fatte di nascosto e non sono illegali. Nessuno deve sapere e voi avete il vantaggio di sapere che avete la prova fisica, nel caso abbiate bisogno di protezione. Solo voi potete decidere fin dove potete spingervi e a quale rischio. Il punto principale è che la lezione NON deve essere che voi siete impotenti e dovete essere sottomessi. Trovate il modo che la lezione sia quella che voi avete il potere e potete difendervi. Trovate il modo di vincere. La vittoria non è necessariamente un cambiamento di politica, ma è piuttosto la vostra liberazione. Nella ricerca di un modo per vincere considerate che smascherare e rendere pubblico il comportamento in classe delle istituzioni è un potente strumento di influenza e vi protegge da ulteriori rappresaglie. Considerate un blog e parlate ai media studenteschi o distribuite volantini, ecc.
Può essere anche utile una formale denuncia alle autorità gerarchiche, in quanto vi permetterà di premere ulteriormente, per smascherare i meccanismi istituzionali di copertura, e mostrerà che non avete mandato tutto a monte. Tenete la testa alta sapendo di avere ragione, che la violenza contro di voi è illegittima, e che non dovete temere i teppisti che fanno rispettare la schiavitù da cui si cerca la liberazione. Si può sempre tornare all'ovile e il potere sarà sollevato di accogliere il vostro ritorno. Questo può essere un buon modo per riposare, riflettere e raggrupparsi, mentre pianificate la vostra continua liberazione. Infine, è possibile trovare alleati che vi permetteranno di praticare "occupazioni accademiche" di un'intera classe [5]. Ho trovato questa pratica altamente gratificante, cambia addirittura la vita [5].
Se il professore non è un alleato, gruppi di studenti possono considerare il "dirottamento accademico" dei corsi di credito in cui a un professore è detto quello che si farà e che può sia rimanere e partecipare che lasciare. Gli studenti con esperienza di occupazioni e dirottamenti hanno quello che serve per imporre riforme del programma scolastico. E gli studenti liberati saranno pensatori indipendenti che non praticano l'immorale sfruttamento degli altri. Essi continueranno la loro liberazione nel mondo del lavoro. Tale programma di attivismo di liberazione è coerente con il mantra molto ripetuto di Paulo Freire che si può SOLO combattere la propria oppressione. Gli individui che accettano la loro oppressione non sono in grado di aiutare gli altri a liberarsi. Si limitano a replicare, difendere e arrangiare la gerarchia di oppressione che essi abitano. Vi auguro una gioiosa e intensa liberazione piena di scoperta di se e apprendimento. Calciate il culo, non baciatelo.

Referenze
:

[1]
“The student as nigger - essay” by Jerry Farber.
[2] “Pedagogy of the oppressed - book” by Paulo Freire.
[3] “Disciplined Minds - book” by Jeff Schmidt.
[4] “Canadian education as an impetus towards fascism – essay” by Denis G. Rancourt.
[5] “Academic squatting – essay” by Denis G. Rancourt.


link articolo originale
: http://activistteacher.blogspot.com/2010/06/need-for-and-practice-of-student.html

mercoledì 27 ottobre 2010

7 Mega Cartelli che uccidono il libero mercato e la nostra sovranità

Activist Post
22 Ottobre 2010
traduzione:
http://nwo-truthresearch.blogspot.com

Credete che noi siamo in un libero mercato? Pensateci ancora. Pensate che sia stato il capitalismo del libero mercato che ha fatto crollare il sistema finanziario? Pensateci bene. Quello che ha l'America, e quello che abbiamo avuto per lungo tempo, è il Cartellismo. E' sempre più evidente che ogni settore è stato infettato dal consolidamento del "Too-Big-to-fail" (Troppo grande per fallire), che ha condotto ad uno stato di oligarchia quasi perfetto - una forma di struttura di potere in cui il dominio resta efficacemente all'interno di un piccolo segmento di società caratterizzato da regalità, ricchezza, legami familiari o controllo militare ( Wiki ). Era naturale che un sistema gerarchico si sarebbe tradotto in un richiamo esponenziale di potere verso i pochi al vertice. La struttura piramidale che troviamo in tutte le istituzioni premia la sete di potere a tutti i livelli. Nel nostro sistema era semplicemente una questione di tempo prima che queste piramidi, che condividono un interesse comune, unissero le forze per spingere la direzione delle loro attività al solo beneficio del mega cartello piramidale di recente formazione. Così, questi cartelli possono quindi eliminare sistematicamente la loro concorrenza sul libero mercato attraverso la regolamentazione governativa e altre manovre economiche ben calcolate. Ogni grande industria in America e nel mondo, è prevalentemente gestita da una manciata di compagnie che sono aiutate dalla porta girevole governo-azienda. Esse lavorano all'unisono per controllare efficacemente la direzione delle rispettive industrie, l'economia nel suo complesso, la geopolitica, la società e l'umanità. Di conseguenza, non vi è più un libero mercato per le necessità di base dell'umanità o persino per il pensiero dell'uomo.
Qui ci sono le descrizioni di 7 mega cartelli, che hanno ucciso il libero mercato e mettono effettivamente l'oligarchia Americana al vertice della piramide che scende a cascata verso il basso.
Banche : La Federal Reserve e il suo consorzio di mega banche "Too-Big-to-Fail" fanno di Wall Street il cartello di vertice di tutte le altre piramidi. L'intera economia mondiale è in balia di creatori, amministratori e manipolatori di moneta: usando il debito, essi controllano ogni industria, nazione e persona. Questo cartello, che comprende principalmente Goldman Sachs, BoA-Merrill, JP Morgan-Chase, Wachovia, Wells Fargo, e CitiBank, è stato completamente esposto al pubblico dopo il crollo finanziario del 2008, dove, con il pretesto della crisi, si è verificato il suo definitivo consolidamento. Le prime 4 banche, che nel 2009 controllavano il 40% di tutti i depositi assicurati FDIC (Federal Deposit Insurance Corporation), hanno fatto profitti record e continuano a pagare bonus record dopo i salvataggi del 2008-2009. Al pubblico è stato detto che c'era bisogno del salvataggio TARP perchè esse erano troppo grandi per poter fallire e così esse possono ricominciare nuovamente a far prestiti. L'unica cosa notevole del denaro TARP è stato un consolidamento ulteriore. E' chiaro che questo potente cartello ha adesso la piena proprietà del governo -- SEC e Congresso.
Tutte queste istituzioni furono originariamente fondate dai banchieri europei e le loro connessioni si espandono ancora in quasi tutte le banche centrali, nel Fondo Monetario Internazionale e nella Banca Mondiale. Insieme formano un cartello globale "much-too-big-to-fail" (molto-troppo grande per fallire) che ha il controllo completo delle finanze e dell'economia mondiale e tutti gli attori industriali sono asserviti al suo comando.
Intelligence : il cartello dell'Intelligence, cervello è coordinatore del complesso militare-industriale, ha sempre lavorato per espandere gli interessi corporativi americani sia in patria che all'estero. Pertanto, possiamo essere più appropriati nell'etichettare questo come il cartello di rafforzamento. In patria la CIA, l'NSA, l'FBI e l'DHS con i loro partner aziendali stanno ora monitorando gruppi come gli attivisti per la pace al fine di proteggere la grossa industria militare, i manifestanti anti-carburante al fine di proteggere "big energy", gli attivisti che vogliono la fine della Fed e i produttori di alimenti biologici al fine di proteggere il grande agribusiness - e chiunque altro che rappresenti una minaccia ad ogni rispettivo cartello.  Pare che, se i vostri principi o le vostre azioni minaccino i profitti della griglia di controllo, l'intera forza del cartello dell'intelligence verrà utilizzata contro di voi. Questo vale pure per le nazioni straniere. La CIA diventò tristemente famosa per i colpi di stato nei governi che non aderivano alle volontà dei cartelli delle multinazionali con sede in America; ogni tentativo di golpe ha ora le loro impronte digitali. E' stato provato che la CIA è coinvolta nel traffico di droga illegale, nella tortura e in altre attività commerciali in stile mafia. Questo cartello di Intelligence è il collante che tiene insieme la matrice, o quello che alcuni chiamano l'irresponsabile e non eletto Governo Ombra. Dopo tutto, non si può permettere che le nazioni o il popolo sovrano sviluppino solidarietà contro il sistema senza esserne schiacciati.
Militari : il business della guerra è in pieno boom. Avrebbe senso che questo sia gestito da un gruppo strettamente affiatato diretto dal Pentagono a causa della delicatezza dei loro prodotti. Ciò nonostante, il complesso militare industriale è gestito da un cartello che ricava quattro volte la quantità di soldi che spendiamo per le questioni interne. In altre parole, per la nostra società sembra vada bene una spesa molto maggiore per uccidere la gente piuttosto che per aiutare i propri cittadini. Anche se questa industria comprende una vasta gamma di diversi settori oltre ai proiettili e i missili, come la chimica, il nucleare, gli aerei, ecc. le migliori aziende che sostanzialmente controllano questo racket sono i soliti nomi: Boeing, Lockheed Martin, Northrop Grumman, General Dynamics, Raytheon, e BAE Systems nel Regno Unito. Anche se alcuni di essi possono apparire in diretta concorrenza , tutti loro fanno eccezionali e simili guadagni. Inoltre, l'enorme quantità di ricerca governativa all'interno del complesso militare-industriale (anche a spese dei contribuenti) è andata avanti per secoli e ha condotto questo cartello di controllo ad avere in pugno molti altri settori, in particolare, Big Energy, Big Pharma, Big Chemicals e anche Big Agribusiness. Gli obiettivi dichiarati dell'utilizzo del complesso militare-industriale si riferiscono al Domino a Tutto Campo (full spectum dominance) sulla civiltà umana e sull'ecosistema.
Energia : petrolio, gas e carbone sono state le più preziose risorse della società negli ultimi 100 anni e non è mai esistito un libero mercato dell'energia in America o nel mondo. Il Big Oil e il Big Gas sono stati gestiti a lungo da un cartello, mentre l'OPEC è apertamente dichiarata un cartello. Ancora una volta, vi sono state sempre poche grandi aziende petrolifere che hanno effettivamente controllato l'intero settore. Queste compagnie petrolifere sono state originariamente finanziate dal cartello bancario europeo, affidando alcuni dei nomi più importanti all'America e facendo restare la  Royal Dutch Shell e la British Petroleum. Fin dai tempi del primo quasi-monopolio americano Standard Oil, l'industria moderna dei combustibili è ancora ultra-unificata con Exxon-Mobil, Chevron, Conoco Phillips e la Koch Industries, la seconda più grande compagnia statunitense posseduta da privati, che controllano in modo schiacciante il mercato statunitense. Fu Rockefeller stesso che coniò il termine "la concorrenza è un peccato". Anche se queste società sembrano minori rispetto alle maggiori aziende produttrici di petrolio mondiale, lo stesso potere bancario/petrolifero europeo comanda la maggiore compagnia dell'Arabia Saudita Oil Co., "posseduta dallo stato", che fu originariamente fondata dalla British Petroleum. Le sole grandi compagnie che sono presentate come delinquenti, malgrado il loro coinvolgimento nell'OPEC Anglosassone, sono la National Iranian Oil Co. e la Petroleos de Venezuela, le cui istituzioni sono state fatte diventare opportunamente dei nemici dell'Occidente. E' importante notare che questi monopoli, insieme ai loro banchieri beneficiari, sono state pure la forza trainante dietro la rete elettrica. Inoltre, poiché il petrolio è una risorsa naturale per molti altri settori, come la plastica e i prodotti chimici per l'agricoltura, esso ha dato effettivamente man forte a questi settori. Inoltre, le potenti compagnie metalmeccaniche, come Halliburton, Bechtel, e General Electric, sono pure tutte diramazioni piramidali del cartello petrolio/energia. Infatti, tutta l'attività industriale ha bisogno della sua energia e dei suoi sottoprodotti, quindi tutta la produzione industriale è a carico (se non asservita) a Big Oil e Big Gas.
Cibo : I leader degli alimenti sono giunti a capire che ci sono tre elementi di base da cui provengono tutti i prodotti alimentari: mais, frumento e soia. Chi ottiene il controllo di queste risorse naturali siederà in cima alla piramide alimentare. L'emblema del cartello alimentare, il gigante chimico-OGM Monsanto, ha il controllo del 90% del raccolto di soia negli Stati Uniti e dell'80% del raccolto di mais, mentre la maggior parte del cotone è coltivato anche con i semi che contengono la tecnologia Monsanto. Essa ha tre volte la quota di vendite di semi rispetto al suo concorrente più vicino, la Dupont. E' stato anche riportato che ha sistematicamente acquisito la maggioranza delle aziende di sementi cimelio (sono semi di piante coltivate da 50 o più anni e sono conservati dai coltivatori dedicati, n.d.t.); e c'è voce che essa sta sistematicamente eliminando i cimeli in favore dei loro OGM e ibridi. Inoltre, quasi tutte le altre colture industriali dipendono dai prodotti chimici per l'agricoltura venduti da Monsanto o Dupont, così come diverse aziende lattiero-casearie. Ci sono anche grandi monopoli di bestiame e pollami che dipendono dai mangimi di soia e mais. Cargill, la più grande azienda privata in America, è anch'essa un attore principale del cartello. La società che rappresenta la porta di ingresso per la trasformazione alimentare è Archer Daniels Midland ( ADM ), in cui i semi oleosi e i cereali in chicchi sono trasformati in prodotti che vengono utilizzati in alimenti, bevande, nutraceutica e nei mercati dei mangimi animali e industriali in tutto il mondo. Questo cartello adesso controlla completamente la FDA e l'USDA e gestisce un impero alimentare mondiale.
Medicina : il cartello di Big Pharma è un conglomerato Euro-Americano che include grandi nomi come Johnson & Johnson, Pfizer, Roche, GlaxoSmithKline, Merck e altri. Mentre gli americani continuano a mangiare OGM e altri cibi che causano malattie, le compagnie farmaceutiche sviluppano convenientemente dei rimedi per i disturbi più lievi. Big Pharma collabora con l'establishment della psichiatria i quali paiono creare una falsa domanda attraverso l'invenzione di nuovi disturbi mentali ogni settimana - nel momento in cui più del 25% dei bambini negli Stati Uniti, circa il 30% di adolescenti e oltre il 50% degli adulti ora assume farmaci su prescrizione. In aggiunta a questi numeri, circa il 50% delle persone prende il vaccino contro l'influenza stagionale, mentre il 76% dei bambini continuano a ottenere tutte le vaccinazioni raccomandate dalle istituzioni. Esse sono effettivamente co-proprietarie della FDA (insieme alla chimica-agribusiness) e cercano sempre più di regolamentare i rimedi naturali fuori dal mercato. Spinti dal profitto, essi guidano dichiaratamente l'Organizzazione Mondiale della Sanità e il CDC nella paura delle epidemie e delle pandemie per spingere i loro vaccini e gli altri rimedi. Dato che quasi ogni annuncio pubblicitario in televisione è una pubblicità di farmaci, esse hanno grande influenza su quelle che sono le "notizie sulla salute" nei media mainstream.
Media : Il cartello del Ministero della Verità Americano è principalmente costituito solamente da 5 mega-compagnie mediatiche: General Electric, CBS/Viacom, Time Warner, News Corp, e Walt Disney, che controllano quasi ogni singolo canale su radio e tv, oltre alla maggior parte dei principali quotidiani, riviste e film. Essi hanno il compito di vendere e tutelare l'agenda dei cartelli attraverso la creazione e il controllo della realtà della matrice pubblica, che rende difficile il trovare sbocchi per interrompere la programmazione regolarmente schedulata. I loro reparti notizie sono guidati da agenzie di notizie di propaganda aziendale-governativa come Reuters e Associated Press, dove si premono gli appropriati pulsanti di paura per ottenere le risposte desiderate. L'ex direttore della CIA, William Colby, ha rivelato che "la Central Intelligenge Agency possiede tutti i supporti di rilievo nei media più grandi."
Sentendosi minacciati dal libero flusso di informazioni su internet, questo cartello, insieme ai suoi scagnozzi di governo, sta cercando sempre più di legare le condizioni di parità di internet all'interno della loro piramide desiderata. La bolla di notizie mainstream riguardo una possibile Cyber 'Peral Harbour' fornisce una copertura sufficiente per proporre una legislazione di controllo per internet, mentre il Pentagono inizia la collaborazione con il cartello dell'Intelligence al fine di monitorare tutte le attività su internet. Quando la concorrenza è un peccato e la realtà non può essere completamente controllata da questo cartello, ci si deve aspettare un evento di massa per spaventare il pubblico e portarlo alla sottomissione - andando alla ricerca di un attacco false flag a internet. Questi cartelli stanno interamente consumando il governo federale attraverso la porta girevole di funzionare come un'oligarchia di ricchi. Fintanto che questi cartelli sono autorizzati a persistere, non avremmo mai un libero mercato e scelte libere dei consumatori, per non parlare di una democrazia sovrana. 


link articolo originale
: http://www.activistpost.com/2010/10/7-mega-cartels-that-kill-free-market.html

venerdì 22 ottobre 2010

Il Collasso della Sicurezza Sociale: I Lavoratori Francesi affrontano il Programma Politico Neoliberista

Le Burocrazie della Globalizzazione con le loro leggi impediranno ad ogni paese membro dell'UE di autodeterminare il proprio sistema sociale; è questo ciò che dice Diana Johnstone nell'articolo "Collapse of Social Security: French Workers Confront the Neoliberal Policy Agenda", parlando del caso specifico francese. Anche se la Francia avesse la capacità di autodeterminarsi sappiamo però quanto Nicolas Sarkozy sia intimamente legato a tali burocrazie globaliste e per nulla motivato al cambiamento. Nonostante non affronti direttamente il problema della sovranità-autonomia monetaria, l'unica soluzione, vietata dal'UE e dalla BCE, che sgancerebbe la Francia, così come tutti gli altri paesi europei, dalla Burocrazia della Globalizzazione, questo articolo da un quadro di insieme della posta in gioco in questo paese e in tutta Europa e le analisi che fornisce sono molto interessanti.

di
Diana Johnstone
22 Ottobre 2010
Global Research
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.com

"Lavorare di più per guadagnare di meno": Furia francese nella gabbia dell'Unione Europea

I francesi sono di nuovo in sciopero, stanno bloccando i trasporti, scatenano l'inferno nelle strade e tutto ciò solo perché il governo vuole innalzare l'età pensionabile da 60 a 62 anni. Essi devono essere pazzi.
Questo, suppongo io, è il modo in cui è visto il movimento di massa in corso in Francia, o almeno è mostrato, in gran parte del mondo, e soprattutto nel mondo Anglosassone. Forse la prima cosa che deve essere detta a proposito degli scioperi di massa è che questi non sono realmente intorno "all'aumento dell'età pensionabile da 60 a 62 anni". Questo è un po come descrivere il libero mercato capitalista come una sorta di stand di limonate. Una semplificazione propagandistica su questioni molto complesse. Permette ai commentatori di sfondare una porta aperta. Dopo tutto, essi osservano saggiamente, le persone in altri paesi lavorano fino a 65 o più anni, quindi, perché i francesi si scoraggiano a 62? La popolazione sta invecchiando, e se l'età di pensionamento non viene fatta salire, il sistema pensionistico andrà in rovina nel pagamento delle pensioni a così tanti anziani. Tuttavia, il movimento di protesta in corso non è circa "l'aumento dell'età pensionabile da 60 a 62 anni." Si tratta di molto di più. Per prima cosa, questo movimento è l'espressione dell'esasperazione nei confronti del governo di Nicolas Sarkozy, che favorisce palesemente i super-ricchi rispetto alla maggior parte delle persone che vivono in questo paese. E' stato eletto con lo slogan "Lavorare di più per guadagnare di più", e la realtà si è tramutata in lavorare di più per guadagnare di meno. Il ministro del lavoro che ha introdotto la riforma, Eric Woerth, ha ottenuto un lavoro per la moglie nell'ufficio del personale della donna più ricca di Francia, Liliane Bettencourt, l'erede del gigante dei cosmetici Oreal, nel momento in cui, come ministro del bilancio, stava sorvolando sulla sua massiccia evasione fiscale. Mentre i benefici fiscali per l'aiuto dei ricchi vuotano le casse pubbliche, questo governo sta facendo tutto il possibile per abbattere l'intero sistema previdenziale che è emerso dopo la Seconda Guerra Mondiale, con il pretesto che "non possiamo permettercelo." Il problema del pensionamento è molto più complesso "dell'età di pensionamento". L'età legale di pensionamento significa l'età alla quale si può andare in pensione. Ma la pensione dipende dal numero di anni di lavoro, o per essere più precisi, dal numero di contributi (versamenti) nell'articolazione del regime pensionistico. Per i motivi di "salvataggio del sistema dalla bancarotta", il governo sta aumentando gradualmente il numero di anni di contributi da 40 a 43 anni, con indicazioni che questi aumenteranno ulteriormente in futuro. Così, mentre l'educazione si prolunga e l'occupazione inizia più tardi, per avere una pensione completa la maggior parte delle persone dovranno lavorare fino a 65 o 67 anni. Una "pensione completa" arriva a circa il 40% dei salari al momento del pensionamento. Ma anche così, questo potrebbe non essere possibile. I posti di lavoro a tempo pieno sono più duri e più difficili da ottenere e i datori di lavoro non necessariamente vogliono trattenere i dipendenti più anziani. Oppure l'impresa cessa l'attività e un impiegato di 58 anni si ritrova permanentemente senza lavoro. Sta diventando sempre più difficile lavorare a tempo pieno con un lavoro salariato di oltre 40 anni, per quanto si possa decidere di volerlo. Così, in pratica, la riforma Sarkozy-Woerth significa semplicemente la riduzione delle pensioni. Che, di fatto, è ciò che l'Unione Europea ha raccomandato a tutti i suoi stati membri, come misura economica destinata, come la maggior parte delle riforme in corso, a ridurre i costi sociali in nome della "competitività", che significa competizione per attrarre i capitali di investimento. I lavoratori meno qualificati, che, invece di proseguire gli studi, sono entrati nel mondo del lavoro da giovani, diciamo a diciott'anni di età, aderiranno a un regime per 42 anni fino all'età di 60, se essi riusciranno davvero ad essere impiegati per tutto questo tempo. Le statistiche mostrano che la loro aspettativa di vita è relativamente breve, quindi necessiterebbero di abbandonare prima per godere di un qualsiasi pensionamento. Il sistema francese si basa sulla solidarietà tra generazioni, in quanto i contributi dei lavoratori di oggi vanno a pagare le pensioni di oggi. Il governo ha sottilmente provato a mettere una generazione contro l'altra, sostenendo che è necessario tutelare il futuro dei giovani di oggi, che stanno pagando per i pensionamenti "baby boom". E' quindi estremamente significativo che questa settimana gli studenti liceali e universitari abbiano iniziato ad entrare massicciamente nel movimento scioperativo di protesta. Questa solidarietà generazionale è un duro colpo per il governo.
I giovani sono anche più radicali di quanto lo siano i sindacalisti più anziani. Sono molto consapevoli della crescente difficoltà a costruirsi una carriera. La tendenza per il personale qualificato è quella di entrare nel mondo del lavoro sempre più tardi, dopo anni passati a ricevere un'istruzione. Con la difficoltà a trovare un lavoro stabile full-time, molti dipendono dai loro genitori fino all'età di 30 anni. E' la semplice aritmetica che mostra, in questo caso, che non ci sarà alcuna pensione completa fino ad oltre i 70 anni.

Produttività e deindustrializzazione

Siccome è diventata una pratica standard, gli autori delle riforme neo liberali le presentano non come una scelta, ma come una necessità. Non c'è alternativa. Dobbiamo competere sul mercato globale. Dobbiamo farlo o andremo in rovina. E questa riforma era essenzialmente dettata dall'Unione Europea, in un rapporto del 2003, che concludeva che, siccome le persone lavoravano più a lungo, era necessario tagliare i costi pensionistici. Questi dettami impediscono ogni discussione di due fattori fondamentali alla base del problema delle pensioni: la produttività e la deindustrializzazione. Jean-Luc Mélenchon, l'ex Partito Socialista che che guida il relativamente nuovo Partito di Sinistra, è praticamente l'unico leader a sottolineare che, anche se ci sono meno lavoratori che contribuiscono ai regimi pensionistici, la differenza può essere costituita dalla crescita di produttività. Infatti, la produttività del lavoratore francese è tra le più alte nel mondo (superiore a quella della Germania, per esempio). Inoltre, anche se la Francia ha la seconda maggiore aspettativa di vita in Europa, ha anche il tasso di natalità più alto. E anche se gli impiegati sono di meno, a causa della disoccupazione, le ricchezze che producono dovrebbero essere sufficienti a mantenere i loro livelli di pensione. Ah, ma qui sta l'inghippo: per decenni, mentre la produttività era in aumento, i salari stagnavano. L'aumento dei profitti di produttività è stato dirottato nel settore finanziario. La bolla del settore finanziario e la stagnazione del potere di acquisto hanno portato alla crisi finanziaria, e il governo ha preservato lo squilibrio attraverso il salvataggio dei dissoluti finanzieri.
Quindi, logicamente, il mantenimento del sistema pensionistico richiede fondamentalmente l'aumento dei salari per tenero conto della maggiore produttività, un cambiamento politico molto importante. Ma c'è un altro problema cruciale collegato alla questione delle pensioni: la deindustrializzazione. Al fine di mantenere alti i profitti drenati dal settore finanziario, e evitare di pagare salari più alti, un settore dopo l'altro ha trasferito la propria produzione in paesi a basso costo del lavoro. Aziende redditizie chiudevano, mentre i capitali andavano in cerca di profitto ancora più elevato. E'  meramente questo l'inevitabile risultato della nascita delle nuove tendenze industriali in Asia? E' questo un inevitabile abbassamento degli standard di vita in Occidente dovuto alla sua origine in Oriente? Forse. Tuttavia, se si sposta la produzione in Cina, si finisce per abbassare il potere di acquisto in Occidente, e quindi le esportazioni cinesi ne soffriranno. La Cina sta facendo i primi passi verso il rafforzamento del porprio mercato interno. La "Crescita guidata da esportazioni" non può essere una strategia per tutti. La prosperità mondiale dipende in realtà dal rafforzamento sia della produzione nazionale che dei mercati nazionali. Ma questo richiede una sorta di deliberata politica industriale che è vietata dalle burocrazie della globalizzazione: l'Organizzazione Mondiale del Commercio e l'Unione Europea. Esse operano con i dogmi del "vantaggio comparativo" e della "libera concorrenza". Per i motivi di libero mercato, la Cina è in realtà di fronte a sanzioni per la promozione della sua industria dell'energia solare, vitalmente necessaria per porre fine all'inquinamento atmosferico che affligge questo paese. L'economia mondiale è trattata come un grande gioco, dove seguire le "regole del libero mercato" è più importante dell'ambiente o delle necessità di base degli esseri umani. Solo i finanzieri possono vincere questa partita. E se perdono, beh, essi ottengono dai governi servili ancora più sodi per un altro gioco.

Impasse?

Dove andremo a finire?
Si dovrebbe finire in qualcosa di simile ad una rivoluzione democratica: una completa revisione della politica economica. Ma ci sono molte solide ragioni per cui ciò non accadrà. Per prima cosa, non c'è una leadership politica in Francia che sia pronta e in grado di portare veramente un movimento radicale. Mélenchon è ciò che si avvicina di più, ma il suo partito è nuovo e la sua base è ancora stretta. La sinistra radicale è paralizzata dal suo cronico settarismo. E c'è una grande confusione tra la gente in rivolta senza programmi chiari e leaders. I leader dei lavoratori sono perfettamente consapevoli che i dipendenti perdono una giornata di salario per ogni giorno che vanno in sciopero e, in realtà, sono sempre ansiosi di trovare il modo di porre fine allo sciopero. Solo gli studenti non soffrono di tale situazione. I sindacalisti e i dirigenti del Partito Socialista non chiedono nulla di più drastico di quello di aprire i negoziati sui dettagli della riforma. Se Sarkozy non fosse così testardo, questa è una concessione che il governo potrebbe fare e che potrebbe riportare la calma senza cambiare molto. Ci vorrebbe la nascita miracolosa di nuovi leader per portare il movimento in avanti. Ma anche se questo dovesse accadere, vi è un formidabile ostacolo ad un cambiamento fondamentale: l'Unione Europea. L'UE, edificata sul sogno popolare di una pacifica e prospera Europa unita, si è trasformata in un meccanismo di controllo economico e sociale per conto del capitale e, in particolare, del capitale finanziario. Inoltre, è legata ad una potente alleanza militare, la NATO. Se lasciata a se stessa, la Francia potrebbe sperimentare in sistema economico più giusto socialmente. Ma l'UE è li proprio per prevenire tali esperimenti.

Attitudini Anglosassoni

Il 19 Ottobre, il canale televisivo internazionale France 24 mandò una discussione degli scioperi tra 4 osservatori non francesi. La donna portoghese e l'uomo indiano sembrava stessero cercando, con discreto successo, di capire cosa stava succedendo. Al contrario, i due angloamericani (il corrispondente da Parigi della rivista Time e Stephen Clarke, autore di 1000 Years of Annoying the French) si divertivano nel dimostrare l' auto-compiaciuta incapacità di capire il paese di cui scrivono per vivere. La loro semplice e rapida spiegazione:"I francesi sono sempre in sciopero perché gli piace."
Un po più avanti nel programma il moderatore ha mostrato un breve colloquio con uno studente del liceo che ha fornito dei commenti seri sulla questione delle pensioni. Forse ciò avrebbe fatto riflettere gli anglosassoni? La risposta è stata istantanea:"Che tristezza vedere un 18enne pensare alle pensioni quando dovrebbe pensare alle ragazze!" Quindi, sia che lo facciano per divertimento, o sia che lo facciano invece di divertirsi, per gli angloamericani, abituati a raccontare al mondo intero quello che dovrebbero fare, i francesi sono ridicoli.


Diana Johnstone
è l'autrice di Fools Crusade: Yugoslavia, NATO and Western Delusions.



link articolo originale: http://globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=21561

giovedì 21 ottobre 2010

Dalla Depressione Globale alla Governance Globale

Introduzione
Prima di lasciarvi alla lettura dell'importante articolo di Andrew Gavin Marshall dal titolo Dalla Depressione Globale alla Governance Globale, che trovate sotto tradotto, c'è da fare una premessa. Mentre le élite planetarie si riuniscono all'interno di organizzazioni per lo più sconosciute alla maggioranza della popolazione (come il Fondo Monetario Internazionale, La Banca Mondiale, Il Gruppo Bilderberg, il Council on Foreign Relations, la Commissione Trilaterale) al fine di coordinare come schiavizzare nel modo migliore la maggior parte del pianeta, personaggi come Grillo e Travaglio continuano la loro opera di distrazione dell'opinione pubblica con le solite bordate contro la Casta nazionale, i giornali sovvenzionati, le tangenti di partito e il Bau Bau di Arcore. Le masse non devono sapere infatti che la politica è serva di poteri superiori, che questi poteri superiori selezionano attentamente i candidati di entrambi gli schieramenti; che questi candidati, di destra e di sinistra, portano tutti avanti l'agenda di questi poteri globali. Non si deve fare menzione alcuna di tali poteri superiori. Inoltre, mentre le masse vengono distratte attraverso lo spettacolo macabro circense dell'omicidio di Sarah Scazzi, ben pochi parlano delle 1050 morti sul lavoro avvenute nel 2009 in Italia; questo perché l'omicidio di Sarah Scazzi è opera di un mostro solitario, mentre l'omicidio di 1050 persone è operato da un sistema economico che sostiene anche le reti televisive e tutti i principali mass media. Questo sistema economico schiavizza la maggior parte della persone in tutto il pianeta, ma tale stato di sudditanza si deve occultare con attacchi demagogici e sterili alla Casta politica nostrana e con spettacoli circensi di mostri solitari. A proposito di Grillo-pensiero c'è da sottolineare quanto afferma Claudio Mastrogiulio del Partito di Alternativa Comunista nel suo articolo intitolato La Demagogia Reazionaria di Grillo:
"Il Vaticano, Confindustria, la Banca d’Italia, l’Ue, la Bce, il Fmi, sono totalmente dimenticati da Grillo; quasi che la sua unica preoccupazione fosse quella di accreditarsi agli occhi di queste stesse istituzioni come il portatore di idee nuove che possano permettere loro di dormire sonni ancor più tranquilli.
...
È la vecchia pantomima del qualunquismo: attaccare solo il mondo della politica, omettendo di cogliere il rapporto servo-padrone che sussiste, in ogni economia capitalistica, tra politica e capitalismo. La manifestazione plastica di questa concezione si è avuta in occasione delle dimissioni di Profumo da amministratore delegato di Unicredit, rispetto alle quali Grillo ha difeso il banchiere sostenendone la levatura europea e la presunta lontananza dalla politica. Anzitutto, bisognerebbe ricordare a Grillo che lo stesso Profumo partecipò (in qualità di elettore) alle primarie del Pd nel 2007; ma soprattutto bisognerebbe rammentargli che Profumo rappresenta quella stretta minoranza di accaparratori (le banche private) che tiene sotto scacco milioni di famiglie in tutto il mondo. Unicredit infatti è una delle banche più ricche e forti su tutto il panorama perlomeno europeo. Inutile dire che questo per Grillo risulta essere un aspetto secondario. Lo sdegno del suo intervento successivo alle dimissioni del banchiere è stato rivolto non già alla natura di classe dell’operato di un nemico delle masse come solo l’amministratore delegato di un colosso bancario (Unicredit, nella fattispecie) può essere; ma, al contrario, alle ingerenze della politica, segnatamente della Lega, nell’amministrazione delle banche."
La sua analisi è in gran parte condivisibile e coincide in gran parte con il mio pensiero. infatti, in uno dei miei post precedenti avevo affermato:
Nei paesi come l'Italia si tenta di incanalare il dissenso verso vie sterili e innocue che consentono di far scaricare alla popolazione rabbia e frustrazione accumulate in anni; queste valvole di sfogo sterili sono ad esempio le manifestazioni di Beppe Grillo; altri, come Marco Travaglio, seguono il passo; per loro tutto il male viene dalla Casta, rigorosamente nazionale; le dinamiche di potere internazionale, i monopoli della stampa privata della moneta e l'origine truffaldina dei deficit dei bilanci di tutti i governi europei non sono minimamente citati. Grillo più di dieci anni fa fece uno spettacolo sul Signoraggio bancario ma in seguito non ne parlò più se non in rarissimi momenti; il nuovo rilancio di Grillo, sanno ormai in molti, è avvenuto ad opera della Casaleggio Associati.
Per capire "le dinamiche di potere internazionale", cioè quello di cui Grillo e Travaglio non vi parleranno mai, vi consiglio di leggere l'articolo di Andrew Gavin Marshall tratto dal sito GlobalResearch, uno dei più autorevoli siti a livello internazionale sullo studio della Globalizzazione.

Dalla Depressione Globale alla Governance Globale
di Andrew Gavin Marshall
19 Ottobre 2010
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.com

Ora siamo sul bordo del baratro finanziario globale di una "Grande Depressione Globale da Debito", in cui le nazioni, impantanate in debiti estremi, stanno cominciano ad attuare una serie di misure di "austerità fiscale" per ridurre i loro deficit, che, in definitiva, produrranno un sistematico genocidio sociale globale, mentre le classi medie svaniranno e le basi sociali sulle quali riposavano le nostre nazioni verranno spazzate via. Come siamo arrivati fin qui? Dove conduce questa strada? Queste sono domande a cui cercherò brevemente di dare una risposta.

Al centro della politica economica globale c'è il sistema delle banche centrali. Le banche centrali sono responsabili della stampa della moneta di un paese, e fissano i tassi di interesse, determinando così il valore della moneta. Questo dovrebbe essere senza dubbio prerogativa di un governo nazionale, tuttavia, le banche centrali sono di una natura particolarmente ingannevole in cui, pur essendo permeate di autorità governative, sono in realtà di proprietà privata, possedute dalle più importanti banche a livello mondiale e sono quindi istituzioni alla ricerca di profitto. Com'è che le banche centrali realizzano un profitto? La risposta è semplice: come realizzano profitti tutte le banche? Interessi sul debito. Vengono fatti i prestiti , vengono fissati i tassi di interesse e gli utili sono fatti. Si tratta di un sistema di debito, l'economia imperiale al suo culmine. Negli Stati Uniti il Presidente Woodrow Wilson firmò il Federal Reserve Act nel 1913, creando il Federal Reserve System, con il suo Consiglio direttivo che si trova a Washington, nominato dal Presidente, ma dove il vero potere riposa nelle 12 banche regionali, in particolare la Federal Reserve Bank di New York. Le banche regionali della FED sono banche private, possedute in condivisione dalle maggiori banche di ogni regione, le quali eleggono i membri del consiglio dei rappresentanti che dovrebbero condividere il potere con la Federal Reserve di Washington.
Nei primi anni 20' fu costituito negli Stati Uniti il Council on Foreign Relations come think tank primario di politica estera degli Stati Uniti, dominato da potenti interessi bancari. Nel 1930 fu creata la Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) per gestire i risarcimenti tedeschi, ma aveva anche un altro ruolo, che era molto meno conosciuto, ma molto più significativo. Essa agiva come "coordinatrice delle operazioni delle banche centrali di tutto il mondo". Essenzialmente essa è la Banca Centrale delle banche centrali in tutto il mondo, le cui operazioni sono tenute "strettamente confidenziali". Come scrisse lo storico Carroll Quigley:

"I poteri del capitalismo finanziario avevano da raggiungere un altro obiettivo, niente di meno che quello di creare un sistema mondiale di controllo finanziario in mani private in grado di dominare il sistema politico di ciascun paese e l'economia mondiale nel suo complesso. Tale sistema fu quello di un modo feudale di controllo attraverso le banche centrali di tutto il mondo che agiscono in concerto, attraverso accordi segreti, frequenti meeting e conferenze private. L'apice del sistema fu la Banca dei Regolamenti Internazionali a Basilea, in Svizzera, una banca privata posseduta dalla banche centrali del mondo che erano esse stesse imprese private."
Nel 1954 nasce il gruppo Bilderberg come think tank globale segreto, comprendente le elite intellettuali, finanziarie, aziendali, politiche, militari e mediatiche dell'Europa Occidentale e del Nord America, con banchieri di spicco come David Rockefeller, così come i Reali Europei, come la famiglia reale olandese, che erano i maggiori azionisti della Royal Dutch Shell, il cui amministratore delegato partecipa a tutte le riunioni. Questo gruppo di circa 130 elitari si riunisce ogni anno in segreto per discutere e dibattere gli affari globali, per stabilire gli obiettivi generali e per assumere chiari programmi ai vari meeting. Il  gruppo fu inizialmente costituito al fine di promuovere l'integrazione europea. La riunione del 1956 discusse l'integrazione europea e una valuta comune. In effetti, l'attuale presidente del gruppo Bilderberg ha detto ai media lo scorso anno che l'euro fu discusso al Bilderberg Group. Nel 1973 David Rockefeller, Presidente e Amministratore Delegato della Chase Manhattan Bank, Presidente del Council on Foreign Relations e membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg, istituì la Commissione Trilaterale insieme a Zbigniew Brzezinski. Quello stesso anno ci fu lo shock del prezzo del petrolio che creò ricchezza dal petrolio stesso; questo fu dibattuto alla riunione annuale del Bilderberg 5 mesi prima della crisi petrolifera e il denaro fu incanalato attraverso le banche occidentali che lo prestarono alle nazioni del "terzo mondo" che avevano un disperato bisogno di prestiti per finanziare l'industrializzazione.
Quando Jimmy Carter divenne presidente nel 1977, nominò oltre due dozzine di membri della Commissione Trilaterale nel suo gabinetto, compreso se stesso, e, naturalmente, Zbigniew Brzezinski, che fu il Consigliere per la Sicurezza Nazionale. Nel 1979 Carter nominò Paul Volker, amico ed aiutante di David Rockefeller, che aveva ricoperto diversi incarichi alla Federal Reserve Bank di New York a al Dipartimento del Tesoro Statunitense, e che divenne anche un membro della Commissione Trilaterale e il Presidente della Federal Reserve. Quando ebbe luogo un'altra crisi petrolifera nel 1979, Volker decise di alzare i tassi di interesse dal 2% della fine degli anni '70 al 18% nei primi anni '80. L'effetto di questo era che i paesi del mondo in via di sviluppo improvvisamente dovevano pagare un enorme interesse  sui loro prestiti e nel 1982 il Messico annunciò che non poteva più permettersi di pagare i propri interessi, diventando così inadempiente sui debiti; ciò fece partire la crisi del debito degli anni '80, che vide il collasso del debito in tutta l'America Latina, l'Africa e parti dell'Asia. Fu il FMi e la Banca Mondiale che vennero in "assistenza" del Terzo Mondo con i loro "programmi di aggiustamento strutturale" che costrinsero i paesi in cerca di assistenza a privatizzare tutte le industrie statali e le risorse, svalutare le loro monete, liberalizzare le loro economie e smantellare la salute, l'istruzione e i servizi sociali, con il risultato, in ultima analisi, della ricolonizzazione del "Terzo Mondo" da parte delle Corporation e delle Banche Occidentali, creando infine le condizioni di un genocidio sociale, con la diffusione di povertà di massa e l'emergere di élite nazionali corrotte che erano sottomesse agli interessi Occidentali. La gente in questi paesi protestò, si rivoltò e si ribellò e gli stati la repressero con la polizia e i militari.
In Occidente, le corporation e le banche  videro un rapido record di profitti. Questa fu l'epoca in cui emerse il termine di "globalizzazione". Mentre i profitti crescevano, così non era per i salari delle persone Occidentali. Così, per consumare in un'economia nella quale i prezzi stavano salendo, le persone dovevano indebitarsi. Questo è il perché quest'era ha segnato l'ascesa delle carte di credito al consumo alimentare e la classe media è diventata una classe interamente basata sul debito. Negli anni '90 nacque il "Nuovo Ordine Mondiale", con l'America alla guida dell'economia globale e gli accordi di libero scambio che iniziarono ad integrare i mercati regionali e globali e beneficio delle banche globali e delle corporazioni, con la speculazione che dominava l'economia.
La crisi economica globale è sorta come risultato di decenni di imperialismo globale - conosciuto recentemente come "globalizzazione" - e della crescita sconsiderata della speculazione, dei derivati e dell'esplosione del debito. Con il diffondersi della crisi economica, le nazioni del mondo, in particolare gli Stati Uniti, hanno salvato le grandi banche (che avrebbero dovuto essere fatte fallire e crollare sotto la loro propria corruzione e avidità) e ora l'Occidente ha sostanzialmente privatizzato i profitti per le banche, mentre a socializzato il rischio. In altre parole, le nazioni hanno comprato il debito delle banche e ora la gente deve pagare per esso. La gente tuttavia è immersa nei propri debiti personali ad un livello tale che oggi la media canadese è 39.000 dollari di debito e gli studenti si laureano in un mercato senza lavoro con decine o centinaia di migliaia di dollari di debito che gli studenti non potranno mai ripagare. Quindi ora siamo di fronte ad una crisi di debito globale. Per gestire la crisi economica il G20 è stato stabilito come principale forum internazionale per la cooperazione tra le 20 principali economie del mondo, comprese le principali economie dei paesi in via di sviluppo o emergenti, come India, Brasile, Sud Africa e Cina. Allo scoppio della crisi finanziaria, le banche centrali di Cina e Russia hanno iniziato a richiedere l'istituzione di una moneta mondiale per sostituire il dollaro come valuta di riserva mondiale. Questa proposta è appoggiata dalle Nazioni Unite e dal Fondo Monetario Internazionale. Va osservato, tuttavia, che le banche centrali Russa e Cinese collaborano con le Banche Centrali Occidentali attraverso la Banca dei Regolamenti Internazionali, che il Presidente della Banca Centrale Europea Jean-Claude Trichet ha nominato di recente come il principale forum per la "governance  della cooperazione delle banche centrali" affermando inoltre che il G20 è "il gruppo primario della governance economica globale". Nel 2009, il FMI ha dichiarato che la BRI "è il fondamentale e più antico centro di coordinamento dei meccanismi di governance globale." Il Presidente dell'Unione Europea, nominato nella sua posizione dopo una riunione del Bilderberg, ha dichiarato il 2009 come "il primo anno di governo mondiale". Nella riunione del 2009 del Bilderberg si riportava la volontà di creare un Dipartimento del Tesoro Mondiale o una Banca Centrale Globale, per gestire l'economia mondiale. Nel 2009, prima della riunione del Bilderberg, infatti, il G20 aveva messo in  moto dei piani per fare del FMI una sorta di banca centrale globale, con il rilascio ed eventualmente anche la stampa di una propria moneta - chiamata Diritti Speciali di Prelievo (DSP) - che è valutata rispetto ad un paniere di monete. Nel maggio 2010, l'amministratore delegato del FMI dichiarava che "la crisi è un'opportunità" e mentre i Diritti Speciali di Prelievo erano un passo nella giusta direzione, in ultima analisi, ciò che era necessario era "una nuova moneta globale, rilasciata da una banca centrale globale, con una governance robusta e funzioni istituzionali." Così noi vediamo l'emergere di un processo verso la formazione di una Banca Centrale Mondiale e una valuta globale, totalmente deresponsabilizzata verso qualsiasi nazione o popolo e totalmente controllata dagli interessi bancari a livello mondiale.
Nel 2010 la Grecia è stata immersa nella crisi del debito, una crisi che si sta ora diffondendo in tutta Europa, nel Regno Unito e, infine, in Giappone e negli Stati Uniti. Se guardiamo alla Grecia, vediamo la natura della crisi del debito globale. Il debito è dovuto alle maggiori banche Europee e Americane. Per pagare gli interessi sul debito, la Grecia ha dovuto ottenere un prestito dalla Banca Centrale Europea e dal FMI, che ha costretto il paese ad imporre misure di "austerità fiscale" come condizione per i prestiti, costringendo la Grecia a commettere un genocidio sociale. Nel frattempo, le grandi banche d'America e d'Europa speculano contro il debito greco, facendo precipitare ulteriormente il paese in una crisi economica e sociale. Il prestito è concesso  per pagare gli interessi ma ha solo l'effetto di aggiungersi al debito complessivo, perché un nuovo prestito è un nuovo debito. Così la Grecia è caduta nella stessa trappola del debito che ha ri-colonizzato il Terzo Mondo.
Alla recente riunione del G20 a Toronto le principali nazioni nel mondo hanno deciso di imporre l'austerità fiscale - o in altre parole, il genocidio sociale - nell'ambito delle loro nazioni, in un vero e proprio programma di adeguamento strutturale globale. Così ora vedremo le origini della Grande Depressione Globale da Debito, in cui le maggiori nazioni occidentali e mondiali tagliano la spesa sociale e creano disoccupazione di massa attraverso lo smantellamento della sanità, dell'istruzione e dei servizi sociali. Inoltre, le infrastrutture statali, come strade, ponti, aeroporti, porti, ferrovie, carceri, ospedali, linee elettriche ed acquedotti, saranno privatizzate, cosicché le multinazionali e le banche si approprieranno interamente del patrimonio nazionale. Allo stesso tempo, ovviamente, verranno aumentate drammaticamente le imposte a livelli mai visti prima. La BRI allo stesso tempo ha affermato che i tassi di interesse dovrebbero aumentare, il che significa che gli interessi sul debito aumenteranno notevolmente sia a livello individuale che nazionale, costringendo i governi a rivolgersi al FMI per i prestiti - probabilmente sotto forma di nuova moneta di riserva globale - per pagare semplicemente gli interessi, assorbendo così un maggiore debito. Allo stesso tempo, naturalmente, la classe media dovrà restituire i propri debiti e siccome la classe media esiste solo come illusione, l'illusione svanirà.
Già paesi, città e stati in tutta l'America stanno ricorrendo ad azioni drastiche per ridurre i loro debiti, come la chiusura di caserme dei pompieri, il ridimensionamento della raccolta dei rifiuti e lo spegnimento delle luci delle strade, ponendo fine a servizi di autobus e trasporto pubblico, riducendo le ore di apertura nelle biblioteche o chiudendole del tutto e abbattendo giorni, settimane o anni di scuola nei distretti scolastici. Questo sta avvenendo parimenti ad un drammatico aumento del tasso di privatizzazioni o di "partnership  pubblico-private" in cui anche le biblioteche verranno privatizzate.
Nessuna meraviglia quindi che questo mese il direttore del FMI ha avvertito che l'America e l'Europa, nel bel mezzo della peggiore crisi di posti di lavoro dopo la Grande Depressione, sono di fronte ad una "esplosione di conflittualità sociale". Proprio ieri l'Europa ha conosciuto un'ondata di proteste di massa e tensione sociale in opposizione alle "misure di austerità", con uno sciopero generale in Spagna che ha coinvolto milioni di persone e una marcia contro la sede dell'Unione Europea a Bruxelles di quasi 100.000 persone. Mentre si diffondono le agitazioni sociali, i governi probabilmente reagiranno - come abbiamo visto nel caso del G20 a Toronto - con misure di oppressive di stato di polizia. Qui noi vediamo la reale importanza dell'emergere dello "Stato di Sicurezza Nazionale", progettato per non per proteggere le persone dai terroristi, ma per proteggere i potenti dal popolo. 
Così, mentre le cose non sono mai sembrate così squallide, c'è un pallido e crescente faro di speranza, con quello che Zbigniew Brzezinski ha definito come la più grande minaccia per gli interessi dell'elite in tutto il mondo, il "risveglio politico globale". Il risveglio politico globale è rappresentativo del fatto che per la prima volta in tutta la storia umana, l'umanità è politicamente risvegliata in subbuglio, attiva e consapevole e che è - come spiega Zbigniew Brzezinski - generalmente consapevole delle disuguaglianze a livello mondiale, dello sfruttamento e della mancanza di rispetto. Questo risveglio è in gran parte il risultato della rivoluzione dell'informazione - che rivela quindi la natura contraddittoria del processo di globalizzazione - in quanto, mentre si globalizza il potere e l'oppressione, così si globalizza anche la consapevolezza e l'opposizione. Questo risveglio è la più grande minaccia per gli interessi dell'elite radicati in tutto il mondo. Il risveglio, pur avendo messo radici nel sud del mondo - già da tempo oggetto di sfruttamento e devastazione - si stà agitando ora in Occidente e crescerà mentre l'economia crolla. Quando le classi medie realizzeranno che il loro consumo era solo un'illusione di ricchezza, esse cercheranno risposte e chiederanno veri cambiamenti, non il "nome di marca" del cambiamento Obama Inc. confezionato da Wall Street, ma un vero, ispirato e potenziato cambiamento.
Nel 1967, Martin Luther King pronunciò un discorso in cui parlò contro la Guerra in Vietnam e l'Impero Americano e affermò che :"sembra come se fossimo sul rovesciarsi di una rivoluzione mondiale." Così, per me, sembra che sia ora venuto il tempo per il cambiamento.

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:http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=21504

martedì 19 ottobre 2010

Dalai Lama: un altro mito della CIA

Dopo aver parlato della reale natura di un mito della civiltà Occidentale, ossia Cristoforo Colombo, in questo post analizzo la figura di un altro mito, questa volta Orientale, che però viene osannato come una Divinità Superiore anche all'interno della nostra civiltà Occidentale; sto parlando del Dalai Lama e del suo Buddismo tibetano.
Il Dalai Lama è un altro di quei miti ormai consolidati che si sono sostituiti alla caduta di affezione nei confronti della religione cristiana, soprattutto tra i giovani. In Italia troviamo una risma di libri pubblicati dalle più diverse case editrici, libri che vengono ingurgitati senza il minimo spirito critico dalle menti che rifuggono gli scandali della Chiesa Romana. In realtà il Dalai Lama è un altro di quei "miti" creati a tavolino per incanalare le masse all'interno di un'opposizione innocua, controllata e sterile, al pari di quella Bono Vox, la sua ONE Foundation e il suo Live 8. D'altronde, cosa dovremmo pensare di un personaggio che ha ricevuto la Congressional Gold Medal, la massima onorificenza civile del Congresso degli Stati Uniti direttamente dalle mani di George Bush Jr?  Oltre a ciò, come riferito dal Times of India in un articolo dal titolo Dalai Lama: La non violenza non può affrontare il terrore, lo stesso non-violento Dalai Lama ammetteva di amare George Bush, e giustificava la violenza per contrastare il terrorismo. vediamolo per intero:

"New Delhi - Il Dalai Lama, un campione della non violenza da una vita, sabato ha candidamente affermato che il terrorismo non può essere affrontato mediante l'applicazione del principio di ahimsa, perchè le menti dei terroristi sono chiuse.
"E' difficile far fronte al terrorismo attraverso la non violenza" ha detto il leader spirituale tibetano mentre pronunciava qui le Madhavrao Scindia Memorial Lecture.
Egli ha inoltre nominato il terrorismo come il peggior tipo di violenza, che non viene effettuata da un popolo di pazzi, ma da coloro che sono molto brillanti ed educati.
"Essi (i terroristi) sono molto brillanti ed educati...ma in loro è allevato un forte sentimento malato. Le loro menti sono chiuse" ha detto il Dalai Lama.
Egli ha detto che la sola  via per combattere il terrorismo è attraverso la prevenzione. Il capo del governo tibetano in esilio ha lasciato il pubblico sbalordito quando ha detto:"Io amo il presidente George W. Bush". Ha poi aggiunto che lui e il Presidente degli Stati Uniti hanno subito stretto un accordo nel loro primo incontro a differenza dei politici che si prendono un po di tempo per sviluppare stretti legami."

C'è da dire che il Buddhismo tibetano in generale, ma anche altre correnti buddiste, si sono spesso concretizzate in teocrazie oppressive che hanno schiavizzato, sfruttato e abusato della gran massa della popolazione.
In questo video sotto sono mostrate le foto della vecchia classe dominante tibetana:



in quest'altro sotto invece sono mostrate le foto della classe lavoratrice, o meglio degli schiavi del vecchio Tibet:



Quest'altro video ritrae la miserabile vita dei servi tibetani:



Le foto che seguono sono state rilasciate dagli archivi; queste riflettono la vera vita della gente comune tibetana sotto il governo dei Lama:
La prima immagine mostra due schiavi Tibetani. Le loro mani e i loro piedi sono bloccati assieme dai proprietari di schiavi tibetani, al fine di prevenirne la fuga.

Sapete cosa sono questi? Queste sono le pelli del popolo tibetano! Il Dalai Lama utilizzava pelli umane per eseguire alcune cerimonie buddiste. I padroni di schiavi uccidevano i loro schiavi e tiravano via le loro pelli. In questa foto, ovviamente, la sinistra e la destra sono pelli di bambini, mentre quella centrale appartiene ad uno schiavo adulto. I padroni di schiavi erano disposti a fornire pelli umane al Dalai Lama, perchè credevano così di essere benedetti dal Dalai in accordo al buddismo tibetano

La terza immagine mostra uno schiavo le cui braccia sono state tagliate via. Quando i Dalai governavano il Tibet, le ossa umane erano trasformate in strumenti religiosi. La cosa più crudele è che i proprietari di schiavi tagliavano braccia e gambe dagli schivi tibetani che erano ancora vivi

Questa bambina morì di fame. I padroni di schiavi hanno cibo sufficiente e intenzionalmente lasciano morire di fame la schiava femmina, perché vogliono usare il suo cuore, fegato e altri organi per sacrifici. Inoltre la testa sarà trasformata in un contenitore di bevande

Sapete quanti anni aveva la schiava quando è stata scattata questa foto? La maggior parte di voi penserà che la donna avrà oltre i 60 anni. Ma questa schiava, Jiyang, aveva 35 anni quando fu scattata la foto. Senza dubbio fu la vita da schiava che portò questa donna a tale stato terribile


Ma queste notizie, nei salottini chic, new age e alternativi nostrani, non vengono certo divulgate. Le filosofie orientali alla maniera "occidentale" sono state opportunamente "depurate" della loro parte più scandalosa; così sono diventate un moda da sbandierare, una spilletta da mettere in bella mostra, un'appendice narcisistica per far vedere quanto si è più elevati e spirituali di altri. Tutto ciò si inserisce all'interno del movimento New Age che, come sappiamo, ha l'obiettivo di mutare la cultura e i valori, al fine di arrivare ad una Religione Unica Globale, che sarà il cemento per il Nuovo Ordine Mondiale, al pari di come il Cristianesimo diventò il cemento culturale per l'Impero Romano, specialmente dopo il Concilio di Nicea del 325 d.c .
Ovviamente, quando si critica il Tibet e il Dalai Lama, la pubblica disinformazione che ragiona per falsi opposti, crede che si stia dalla parte della Cina, in tutto e per tutto, oppure si è fondamentalisti Cristiani o peggio intolleranti religiosi; questa è una tecnica per dividere l'opinione pubblica sui fatti scomodi, per cui se non sei con noi allora sei con il nemico. Sappiamo benissimo, ad esempio, che tipo di regime turbocapitalista schiavista sia la Cina moderna, per non parlare dell'opprimente antico regime di Mao. E' una tecnica ormai stranota; ad esempio se denunci il Signoraggio sei un nazi-fascista, solo perché dei gruppi estremisti hanno preso tale tema come il loro cavallo di battaglia, magari presentando anche studi documentati; se denunci i crimini della psichiatria allora sei un fondamentalista di Scientology, solo perché questa setta, attraverso il canale del CCDU, ha scelto di denunciare tali crimini, magari presentando anche studi documentati. Quella di dare in pasto a gruppi "impresentabili" le scomode verità che il sistema vuole occultare, è una delle tecniche più efficaci per il discredito totale di tali questioni. Per quanto riguarda l'accusa di intolleranza religiosa, la questione è davvero manipolatoria, infatti è la stessa mentalità che condanna come Antiamericani tutti coloro che denunciano i crimini dei vari governi degli Stati Uniti nel mondo da più di 60 anni. Allo stesso modo dovremmo essere etichettati come intolleranti religiosi se denunciamo i gravi crimini della teocrazia tibetana; insomma, dovremmo 'tollerare' tali crimini! Chi ragiona per dati di fatto la vede in un'altra maniera.

Per il Dalai Lama il futuro è roseo

Paul Bondarovski
The Dot Connector magazine
2 Giugno 2010
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.com

Il Dalai Lama è un fantoccio degli Illuminati e del Nuovo Ordine Mondiale tanto quanto lo sono Henry Kissinger e il primo presidente Kenyano degli Stati Uniti Barak Obama. La lista delle migliori marionette pagate è naturalmente molto più lunga, ma con questi due il Dalai Lama ha una cosa in comune, il Nobel per la Pace, di solito dato a chi meno se lo merita. Kissinger lo ha preso per aver orchestrato diverse guerre in tutto il mondo, che uccisero milioni di persone. Obama non ha orchestrato nulla, ma ha permesso l'espandersi di guerre iniziate da altri. Il Dalai Lama non ha fatto nemmeno questo ed è arrivato alla "Nobelità" solo per aver sorriso e cantato "Che mondo meraviglioso!" ogni volta che le bombe sono cadute dal cielo o i terremoti prodotti da HAARP hanno devastato città e villaggi. Il Dalai Lama, un portavoce di fama mondiale della pace basata sulla rassegnazione, è il solo "rifugiato politico" del pianeta a cui l'élite globale è sempre lieta di stringere la mano e a cui i magnati dello spettacolo sono sempre felici di dargli il benvenuto nelle più grandi e più prestigiose sale concerti.
Recentemente, nel maggio 2010, il Dalai Lama, 74 anni, ha dato una serie di lezioni ad un pubblico pagante alla Radio City Music Hall nel centro di Manhattan a New York, dove doveva fare alcune dichiarazioni inaspettate. In una di esse si autodefinisce un Marxista. Il Marxismo, ha detto, ha "un'etica morale, mentre il capitalismo è solo il modo di fare profitti." Attraverso un'entourage di monaci in tunica e un sistema di protezione particolarmente pesante, il leader spirituale tibetano in esilio ha affermato che vede "segni evidenti che gli esseri umani sono più maturi" e che il mondo sta diventando un luogo più gentile e più unificato. Alla domanda di un giornalista AFP sul perché i biglietti per le sue lezioni si stavano vendendo per centinaia di dollari, egli scoppiò in una risata e rispose:"Dovresti chiedere all'organizzatore. Io non ho legami...io chiedo sempre agli organizzatori: i biglietti devono essere a buon mercato. Per quanto mi riguarda non ho mai accettato un solo dollaro." Tale affermazione potrebbe essere fatta anche dal vecchio 'apparatchik' sovietico che non aveva mai una moneta in tasca perché non doveva pagare nulla. Nonostante le guerre, l'approfondirsi della crisi economica, il 10% degli americani in carcere e gli altri che vivono in uno stato di prigionia, il Dalai Lama ha detto che l'umanità sta "meglio, non c'è dubbio", e il futuro è luminoso. Vivere è facile con gli occhi chiusi e nessuno vicino che ti chiama bugiardo. Nessuno vicino che chiami pure nazista il Dalai Lama. Poiché, sin dalla sua adolescenza, il suo mentore, consigliere e amico fu Heinrich Harrer, un ufficiale delle SS e amico personale di Adolf Hitler. Arrivato in Tibet nel 1944, egli contribui qui al rafforzamento del regime dittatoriale, simile a quello dei Talebani in Afghanistan, con il Dalai Lama come sovrano brutale e spietato. (Fonte: Der Spiegel, No. 45, 3 Nov 1997, p. 146.). Altri amici personali Nazisti e terroristi del Dalai Lama molto conosciuti includono o includevano: il Dr. Bruno Berger, un ufficiale delle SS e criminale di guerra condannato che effettuò esperimenti medici sui prigionieri nel campo di sterminio di Auschwitz; Miguel Serrano, leader del partito nazista in Argentina; Il dittatore cileno Augusto Pinochet, un neo-nazista anch'esso e protettore dei nazisti tedeschi in Cile; il terrorista giapponese e assassino di massa Shoko Asahara, l'organizzatore dell'attentato con gas sarin nella metropolitana di Tokyo nel 1995 e riconosciuto colpevole anche di 13 omicidi. Con tutto questo in mente, diventa chiaro quale tipo di "etica morale" piace al Dalai Lama all'interno del Marxismo: quella del gulag di Stalin.


Il Giovane Dalai Lama, il "dittatore illuminato"


Henrich Harrer a sinistra del suo amico Adolf Hitler e con il suo amico Dalai Lama

Dalai Lama e il dottor Bruno Beger

Dalai Lama con i suoi amici Miguel Serrano e Shoko Asahara.

link articolo originale:http://www.wariscrime.com/2010/06/02/news/for-dalai-lama-the-future-is-bright/

Addio Shangri-La - estratti dal nuovo libro di Michael Parenti


6 luglio 2010
da http://shugdensociety.wordpress.com
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.com

Anche se non sono d'accordo con tutto ciò che Michael Parenti scrive nel suo nuovo libro God and his Demons, egli fa un sacco di buone puntualizzazioni sul Dalai Lama. Egli sottolinea il lato oscuro di molte religioni e dei tanti mali commessi in nome della "Santa causa". La maggior parte della sua critica al buddismo è finalizzata al Dalai Lama e alla teocrazia feudale del vecchio Tibet. Di seguito sono riportati alcuni estratti del libro:
Il Tibet non era Shangri-La
"Molti Buddisti sostengono che, prima della repressione cinese nel 1959, il vecchio Tibet era un regno libero orientato spiritualmente, lontano dalla corruzione e dal materialismo egoistico che affligge la società moderna industrializzata. Le notizie dei media e i film di Hollywood hanno dipinto la teocrazia tibetana come una vera Shangri-La. Lo stesso Dalai Lama dichiarò che 'l'influenza pervasiva del buddismo' in Tibet 'in mezzo agli ampi spazi aperti di un ambiente incontaminato, portò ad una società dedicata alla pace e all'armonia. Abbiamo goduto di libertà e soddisfazione."
"Fino al 1959, quando il Dalai Lama presiedette per l'ultima volta il Tibet, la maggior parte della terra arabile era ancora organizzata in poderi feudali lavorati da servi della gleba e di proprietà di monasteri e di padroni secolari...Il comandante in capo dell'esercito Tibetano, un membro del Gabinetto laico del Dalai Lama, possedeva 4.000 Km quadrati di terra e 3.500 servi. Il vecchio Tibet è stato travisato da alcuni dei suoi ammiratori come 'una nazione che non richiede alcuna forza di polizia perché il suo popolo osserva volontariamente le leggi del karma.' In realtà, esso aveva un esercito professionale, seppur piccolo, che serviva soprattutto come un gendarme per i proprietari, al fine di mantenere l'ordine e dare la caccia ai servi in fuga."
"Una donna di 22 anni, essa stessa una serva fuggiasca, riferisce:'Le ragazze serve carine erano solitamente prese dal proprietario come domestiche e utilizzate a suo piacimento'. I servi fuggitivi erano braccati dagli uomini del padrone di casa e picchiati senza pietà. I servi della gleba venivano tassati al momento di sposarsi e ad ogni nascita o morte nella famiglia. Essi erano tassati per piantare un albero nel loro cortile e per il possesso di animali, tassati per le feste religiose e per il ballo in pubblico, e tassati per essere mandati in prigione e dopo essere stati rilasciati. Coloro che non riuscivano a trovare lavoro erano tassati per essere disoccupati e se viaggiavano verso un altro villaggio in cerca di lavoro, pagavano una tassa di traversata."
"Qualunque cosa siano stati i torti e le nuove oppressioni introdotte dai Cinesi nel 1959, essi abolirono la schiavitù e il sistema di servitù della gleba Tibetano di lavoro non pagato. Eliminarono le schiaccianti imposte dei padroni, iniziarono progetti di lavoro e ridussero grandemente la disoccupazione e la miseria. Istituirono centri sanitari e scuole laiche e costruirono impianti di acqua corrente e sistemi elettrici a Lhasa. Dal 1950 la popolazione tibetana raddoppiò e la durata della vita passò da 36 anni alla media attuale di 65 anni".
"Sia il Dalai Lama che il suo consigliere e fratello più giovane Tedzin Choegyal, affermarono che 'più di 1,2 milioni di Tibetani morirono a causa dell'occupazione cinese'. Il censimento ufficiale del 1953 - 6 anni prima della repressione cinese - registrò l'intera popolazione residente nel Tibet in modo opportuno a 1.274.000. Un altro censimento calcolava di inserire la popolazione del Tibet all'interno di circa 2 milioni di persone. Se i cinesi uccisi nel 1960 furono 1,2 milioni, sarebbe stato spopolato quasi tutto il Tibet, trasformato in un territorio mortale costellato di campi di sterminio e fosse comuni, di cui non sembra esserci alcuna prova. Quello che è difficile da procurarsi sono i dati oggettivi sul numero dei tibetani che potrebbero aver perso la vita a causa dell'occupazione cinese."

Le connessioni del Dalai Lama con la CIA  e i suoi finanziatori bancari

"L'organizzazione del Dalai Lama stesso alla fine ha ammesso di aver ricevuto milioni di dollari dalla CIA durante gli anni '60"
"Durante il XXI secolo, il Congresso degli Stati Uniti ha continuato a stanziare fondi per la comunità tibetana in esilio attraverso il National Endowment for Democracy e altri canali che suonano più rispettabili rispetto alla CIA. Inoltre il Dalai Lama ha ricevuto denaro dal finanziere George Soros."

Informazioni di base da Wikipedia

George Soros è stato un ex membro del consiglio di amministrazione del Council on Foreign Relations (CFR)
Il National Endowment for Democracy (NED) fornì regolarmente fondi ai candidati di opposizione nelle elezioni in paesi diversi dagli Stati Uniti. Secondo Allen Weinstein, uno dei fondatori del NED, "molto di quello che oggi noi facciamo [NED] 25 anni fa era fatto clandestinamente dalla CIA." Sul suo sito ufficiale, nella sezione storica, è spiegata la sua differenzia dalla natura segreta delle attività della CIA:

"All'indomani della seconda guerra mondiale, di fronte alle minacce ai nostri alleati democratici e senza alcun meccanismo per incanalare l'assistenza politica, i politici statunitensi ricorsero a mezzi segreti, mandando segretamente consiglieri, attrezzature e fondi per sostenere i giornali e i partiti sotto assedio in Europa. Quando alla fine degli anni '60 fu rivelato che alcune organizzazioni americane private su base volontaria ricevevano finanziamenti dalla CIA per condurre una battaglia di idee nel contesto internazionale, l'amministrazione Johnson concluse che tali finanziamenti dovevano cessare, raccomandando la creazione di un 'meccanismo pubblico-privato' per finanziare apertamente le attività all'estero"
Sostenitore delle guerre in Iraq, Afghanistan e del bombardamento della Jugoslavia

"Cos'erano gli anni di carneficina e distruzione provocati dalle forze statunitensi in Iraq, una guerra condannata dalla maggior parte del mondo, anche da un papa conservatore? Il Dalai Lama era indeciso:"La guerra in Iraq, è troppo presto per dire giusta o sbagliata." In precedenza aveva espresso il sostegno all'intervento militare US/NATO e ai bombardamenti della Jugoslavia durati 78 giorni e alla distruzione di quella vitale democrazia sociale. Egli sostenne anche l'intervento militare USA/NATO in Afghanistan."

La controversia Karmapa

"Una differenza sorta sulla selezione del diciassettesimo Karmapa, capu tulku del Kagyu, con il Dalai Lama e altri che sostenevano un candidato e la maggior parte dei monaci Kagyu che ne sostenevano un altro, alimentò una dozzina di anni di conflitto, punteggiato da scontri intermittenti e dal saccheggio del monastero di Karmapa in Rumtek, India, da parte dei sostenitori del Dalai Lama."

La controversia Dorje Shugden

"Il Dalai Lama manifestò una minore perfetta tolleranza per le altre confessioni religiose. Egli vietò il culto di alcuni vecchi maestri e divinità, sostenendo che tali devozioni causavano la degenerazione del Buddismo Tibetano nell'idolatria. Molti Tibetani che vivevano in India e che veneravano la divinità Dorje Shugden testimoniarono di essere stati vittime di minacce e percosse gravi. Le loro case e le loro colture furono date alle fiamme e i loro greggi furono portati via dagli autoproclamati sostenitori del Dalai Lama. Pur affermando di non aver mai sentito parlare di questi episodi di violenza, il Dalai Lama opinò che 'se l'obiettivo è buono, il metodo, anche se apparentemente di tipo violento, è ammissibile."

link articolo originale: http://shugdensociety.wordpress.com/2010/07/06/goodbye-shangri-la-excerpts-from-the-new-book-by-michael-parenti/

Il Dalai Lama e Geoge Soros

da http://shugdensociety.wordpress.com
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.com

George Soros
George Soros è il principale finanziatore del Dalai Lama. Di seguito è riportato un estratto di George Soros, Imperial Wizard di Heather Coffin:
"Soros è una figura di spicco del Council on Foreign Relations, del World Economic Forum e di Human Rights Watch (HRW). Nel 1994, dopo un incontro con il suo guru filosofico Sir Karl Popper, Soros ordinò alla sua società di iniziare ad investire nelle comunicazioni in Europa Centrale e Orientale.  La Federal Radio Television Administration della Repubblica Ceca accettò la sua offerta di acquisire e finanziare gli archivi di Radio Free Europe. Soros trasferì gli archivi a Praga e spese più di 15 milioni di dollari per la loro manutenzione. Una fondazione di Soros adesso gestisce le fabbricate dalla CIA Radio Free Europe/Radio Liberty insieme con gli Stati Uniti, e RFE/RL si sono espanse nel Caucaso e in Asia. Soros è il fondatore e finanziatore dell'Open Society Institute. Egli ha creato e sostiene l'International Crisis Group (ICG), che tra le altre cose, è attivo nei Balcani dopo la distruzione della Jugoslavia. Soros lavora apertamente con l'United States Institute of Peace, un braccio palese della CIA. Egli si spinge verso gli statisti del mondo e loro rispondono. E' stato vicino a Henry Kissinger, Vaclav Havel e al generale polacco Wojciech Jaruzelski. Egli sostiene il Dalai Lama, il cui istituto si trova nel Presidio di San Francisco, che ospita anche la fondazione gestita dall'amico di Soros Mikhail Gorbachev, l'ex leader sovietico. Quando le forze anti-globalizzazione erano bloccate nelle strade fuori dall'hotel Waldorf Astoria a New York nel febbraio del 2002, George Soros era al suo interno per affrontare il World Economic Forum. Quanto la polizia costrinse i manifestanti in gabbie di metallo in Park Avenue, Soros stava decantando le virtù della "Open Society-Società Aperta" unendosi a Zbigniew Brzezinski, Samuel Huntington, Francis Fukuyama e altri."
link articolo originale:http://shugdensociety.wordpress.com/2010/07/07/the-dalai-lama-and-george-soros/

Il Dalai Lama e il National Endowment for Democracy

traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.com

Qui riporto una notizia pubblicata su Life e corredata di foto:
Il Dalai Lama è onorato a Washington con la Democracy Service Medal
WASHINGTON - 19 Febbraio 2010 - Il Dalai Lama saluta gli ospiti dopo aver ricevuto la Democracy Service Medal durante una cerimonia presso la biblioteca del Congresso, il 19 febbraio 2010 a Washington DC. La medaglia è stata creata dal National Endowment for Democracy ed è stata donata ad una vasta gamma di persone che hanno dimostrato, attraverso l'impegno personale, la loro dedizione al progresso della libertà e dei diritti umani.  

da http://shugdensociety.wordpress.com estraggo invece il seguente passaggio:
Di seguito sono riportati alcuni estratti dal post The NED, Tibet, north Korea and Zimbabwe scritto da Stephen Gowans, il quale aiuta a spiegare che il National Endowment for Democracy (NED) è in realtà solo la CIA in incognito:
"Come presidente del NED Carl Gershman ha spiegato:
'Sarebbe terribile da parte dei gruppi democratici in tutto il mondo essere visti come sovvenzionati dalla CIA, come abbiamo visto negli anni '60, ed è per questo che ciò è stato interrotto. Noi non abbiamo avuto la capacità di fare questo, ecco il perchè è stato creato l'endowment.'
Così il NED è stato fondato, come spiegato dal reporter del New York Times John Broder nel 1997, per 'fare all'aria aperta ciò che la Central Intelligence Agency ha fatto di nascosto per decenni'.
Come parte del programma del NED di cambiamento di regime, i governi che politica estera statunitense stabilisce come dei target da rovesciare, sono demonizzati come anti-democratici, mentre i beneficiari della generosità del NED sono resi degli angeli pro democratici. Quello che collega i governi presi di mira non sono le loro pratiche elettorali democratiche, le quali possono variare da assenti a presenti, ma le loro politiche economiche, che tendono a essere restrittive degli investimenti stranieri, delle importazioni e dei diritti di proprietà. Quello che collega i beneficiari delle sovvenzioni del NED non è il loro atteggiamento nei confronti della democrazia elettorale, ma il loro abbracciare la politica americana. L'angelizzazione del Dalai Lama ad opera del NED è un esempio calzante. Il Dalai Lama non è certo un democratico, ma ha ricevuto lucrose sovvenzioni per decenni, anche da parte della CIA e successivamente dal NED. Il 'leader spirituale' del Tibet, così come egli è stato consacrato in Occidente, ha presieduto una società teocratica feudale arretrata, prima di fuggire in India dopo una fallita rivolta contro il governo cinese, che aveva sostenuto l'abolizione del feudalesimo tibetano"

link articolo originale:http://shugdensociety.wordpress.com/2010/07/07/the-dalai-lama-and-the-national-endowment-for-democracy/


FEUDALESIMO BONARIO: IL MITO DEL TIBET

Vi consiglio di leggere l'ottimo articolo dal titolo FEUDALESIMO BONARIO: IL MITO DEL TIBET, sempre ad opera di MICHAEL PARENTI. In questo articolo si smantellano una volta per tutte una sequela di luoghi comuni che sono stati importati nella nostra società occidentale alla ricerca di cose esotiche e alternative. qui sotto ne faccio una sommaria introduzione:
Eccezionalità del buddismo?
Un colpo d’occhio alla storia rivela che le organizzazioni buddiste non fanno eccezione alle persecuzioni violente che hanno così caratterizzato i gruppi religiosi nel corso delle epoche storiche.
L BUDDISMO "POVERO"
Fino al 1959, quando il Dalai Lama presiedette l’ultima volta il Tibet, la maggior parte della terra arabile era ancora organizzata attorno a proprietà feudali religiose o secolari lavorate da servi della gleba. Addirittura uno scrittore come Pradyumna Karan, solidale con il vecchio ordine, riconosce che “una grande quantità di proprietà apparteneva ai monasteri, la maggioranza di essi accumulava notevoli ricchezze… Inoltre, monaci e Lama riuscirono ad ammassare individualmente notevoli ricchezze tramite la partecipazione attiva negli affari, nel commercio e nell’usura.”
IL BUDDISMO "CASTO"
Tashì-Tsering, un monaco, riferisce che era pratica comune per i bambini contadini essere abusati sessualmente nei monasteri. Egli stesso fu vittima di ripetute violenze sessuali perpetrate durante l’infanzia, non molto tempo dopo che fu introdotto nel monastero, all’età di nove anni.
IL BUDDISMO "FEMMINISTA"
il signore tibetano era solito selezionare fra il meglio della popolazione femminile di servitù della gleba: “Tutte le ragazze graziose della servitù erano solitamente prese dal proprietario come domestiche e trattate come lui desiderava.” Esse “erano soltanto schiave senza alcun diritto.”
IL BUDDISMO "TOLLERANTE" E "PACIFISTA"
Ecco alcune citazioni da “Sette anni in Tibet”, di H. Harrer (come si vedrà, caro amico dell’aristocrazia buddista, e quindi non certo interessato ad infangare l’immagine del Tibet): Mi raccontarono di un uomo che aveva rubato una lampada dorata al burro da uno dei templi di Kyirong. (…) Gli furono pubblicamente mozzate le mani, e il suo corpo mutilato, ma ancora vivo fu avvolto in una pelle di yak bagnata. Quando smise di sanguinare, venne gettato in un precipizio

I due volti del Dalai Lama
di Tilman Müller e Janis Vougioukas su “Stern”
estratto:
"Tuttavia il Tibet – ben altro rispetto alla rappresentazione che se ne ha in Occidente – non é mai stato un paradiso. Quando nel 1950 vi penetrarono le truppe cinesi, il Tibet si trovava nel più profondo medioevo. Monaci e nobili si spartivano il potere; la maggior parte degli uomini viveva come schiavi, servi della gleba o in schiavitù per debiti. Una brutale polizia religiosa proteggeva il sistema a manganellate e frustate. Molti monasteri disponevano di proprie celle di prigionia. Perfino l’amico del Dalai Lama Heinrich Harrer (il sopramenzionato comandante maggiore delle SS, ndt) rimaneva spesso scioccato: “Il potere dei monaci in Tibet é più unico che raro e si lascia paragonare solo con una ferrea dittatura. Sospettosi, questi sorvegliano su qualsiasi influsso che provenga dall’esterno che possa mettere in pericolo il loro potere. Sono saggi abbastanza da non credere loro stessi per primi alla illimitatezza delle loro forze, ma sono pronti a punire chiunque esterni dubbi in tal senso”. Harrer racconta di un uomo che aveva rubato una lampada d’oro in un tempio. Gli fu tagliata la mano pubblicamente. Poi “il suo corpo mutilato fu cucito dentro la pelle bagnata di uno yak. Quando la pelle fu asciutta, venne buttato nel più profondo burrone”."
Tibet e strumentalizzazioni politiche
Alessandro Leoni (Comitato Politico Nazionale del Prc)
Firenze, 19 marzo 2008
estratto:
"Nell’epoca dell’espansione colonialista-imperialista il Tibet finì nell’area d’ influenza britannica (1906 accordo, sponsorizzato dalla Francia in funzione antigermanica, fra Gran Bretagna e Impero zarista Russo sulla delimitazione delle zone d’interesse in Asia, dal Caspio all’estremo oriente! …) e il rappresentante diplomatico di Londra divenne l’ “unico” straniero ammesso a Lahsa. Il Tibet era, allora, un paese dominato da una casta “sacerdotale” (… i “monaci buddisti”, appunto! …) totalmente parassitaria che viveva, certamente in grande “spiritualità” (!?!), sul lavoro di una massa di popolazione “servile” cioè, praticamente, schiavi ! Inutile dire che non esistevano scuole, ospedali, infrastrutture, ecc…
La condizione femminile era tale da renderla di difficile descrizione: praticamente le donne erano considerate alla stregua del bestiame (i famosi yak!).
E’ noto l’ “interesse” del Terzo Reich nazista per la “spiritualità” buddista di rito tibetano! Un bel film di qualche anno fa ha ricordato/ricostruito il viaggio di una delegazione di ufficiali delle “S.S.” a Lahsa, poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale (1939). La collaborazione del “buddismo” lamaista con i, non propriamente gentili, “occupanti” giapponesi in Manciuria negli anni trenta e durante l’ultima guerra mondiale è fatto storico noto ed acquisito!"
La CIA sponsor del Dalai Lama
di Jean-Paul Desimpelaere
20 Marzo 2008
Patrick French, mentre era direttore della «Free Tibet Campaign» (Campagna per l’indipendenza del Tibet) in Inghilterra, è stato il primo a poter consultare gli archivi del governo del Dalai Lama in esilio. Ne ha tratto delle conclusioni stupefacenti.

I Cinesi hanno liquidato i Tibetani?

E’ arrivato alla conclusione disilludente che le prove del genocidio tibetano per mano dei Cinesi siano state falsificate e ha anche dato subito le sue dimissioni da direttore della campagne per l’indipendenza del Tibet(1). Negli anni sessanta, sotto la direzione del fratello del Dalai Lama, Gyalo Thondrup, delle testimonianze furono raccolte tra i rifugiati tibetani in India. French constatò che le cifre dei morti erano state aggiustate in seguito. Altro esempio, lo stesso scontro armato, narrato da cinque diversi rifugiati, era stato contato cinque volte. Nel frattempo, la cifra di 1,2 milioni di uccisi per colpa dei Cinesi faceva il giro del mondo.

French afferma che ciò non poteva essere assolutamente possibile: tutte le cifre concernevano solo uomini. E non c’erano che 1,5 milioni di Tibetani maschi, all’epoca. Non ce ne sarebbero quasi più oggi, dunque. Dopo, la popolazione è aumentata per raggiungere quasi 6 milioni di abitanti attuali, cioè quasi due volte quella del 1954. Cifre date sia dal Dalai Lama che dalle autorità cinesi, vi è per una volta un stupefacente accordo. Alcuni osservatori internazionali ( la Banca mondiale, l’Organizzazione mondiale del sanità) si allineano a tali cifre. Non impedisce oggi, ancora, che il Dalai Lama continui a pretendere che 1,2 milioni di Tibetani siano morti a causa dei Cinesi.

Il Dalai Lama è una sorta di papa del buddismo mondiale? Qui, conviene relativizzare le cose. Il 6% della popolazione mondiale è buddista. E’ poco. Inoltre, il Dalai Lama non è per nulla il rappresentante del buddismo zen (Giappone), né del buddismo dell’Asia del Sud-Est (Thailandia), né tanto meno del buddismo cinese. Il buddismo tibetano rappresenta solo 1/60.mo di questo 6%. E, infine, esistono in Tibet quattro scuole separate. Il Dalai Lama appartiene a una di esse: la «gelugpa» (i berretti gialli). In breve, un papa seguito assai poco dai fedeli religiosi, ma molto dagli adepti politici…
Chi sono i suoi sponsor?
Dal 1959 al 1972:
- 180.000 dollari all’anno per lui personalmente, su assegni intestati alla CIA (documenti consegnati dal governo USA; il Dalai Lama ha negato la cosa fino al 1980)
- 1,7 milioni di dollari all’anno per l’attuazione della sua rete internazionale. In seguito lo stesso ammontare è stato versato tramite la dotazione del NED, una organizzazione non governativa USA il cui budget è alimentato dal Congresso. Il Dalai Lama dice che i suoi due fratelli gestiscono «gli affari». I suoi due fratelli, Thubten Norbu (un lama di rango superiore) e Gyalo Thondrup erano stati arruolati dalla CIA dal 1951, il primo per raccogliere fondi e dirigere la propaganda e il secondo per organizzare la resistenza armata.

La bomba atomica indiana: il Buddha sorride

Fin dall’inizio, cioè da quando è divenuto manifesto che la rivoluzione cinese avrebbe avuto successo nel 1949, gli USA hanno tentato di convincere il Dalai Lama a esiliarsi. Misero soldi, logistica e la loro propagande a sua disposizione. Ma il Dalai Lama e il suo governo volevano che gli USA inviassero un esercito sul posto, come avevano fatto in Corea e trovarono dunque la proposta americana assai debole. (Modern War Studies, Kansas University, USA, 2002). Nel 1959, gli USA giunsero, quanto meno, a convincere il Dalai Lama ad abbandonare il Tibet, ma bisognava ancora convincere l’India ad accordargli l’asilo. Eisenhower propose uno «scambio» a Nehru: l’India accettava il Dalai Lama sul suo territorio e gli USA concedevano a 400 ingegneri indiani una borsa di studio affinché si addestrassero al la «tecnologia nucleare» negli USA. Lo scambio fu accettato(2). Nel 1974, la prima bombe A indiana fu apostrofata con il soprannome cinico di... «Buddha sorridente»(3).

1 «Tibet, Tibet», P. French, Albin Michel, 2005.

2 Il maggiore statunitense William Corson, responsabile dei negoziatio dell’epoca, Press Trust of India, 10/8/1999.
3 Raj Ramanna, ex direttore del programma nucleare dell’India, 10/10/1997, Press Trust of India.

Traduzione di Alessandro Lattanzio, redattore di Eurasia. Rivista di studi geopolitici.
http://www.westernshugdensociety.org/our-cause/

Da una segnalazione fatta su stampalibera, che ha ripreso il mio post, aggiungo anche questo articolo di movisol molto interessante

Come gli inglesi usano il Tibet contro la Cina

Fonte: http://www.movisol.org/08news081.htm
7 aprile 2008 – Gli inglesi tornano ad usare ancora una volta la “Carta tibetana” contro la Cina, innescando e orchestrando scontri a Lhasa e diffondendo menzogne e isteria anti-cinese attraverso il loro poderoso impero massmediale globale. Un’operazione simile fu condotta nel 1932, quando il mondo stava scivolando verso la seconda guerra mondiale: mentre il Giappone lanciava un’invasione della Cina, i britannici tirarono i loro fili in Tibet per aprire un secondo fronte ad occidente.
Per sovrastare l’enorme propaganda di oggi occorre farsi un’idea storica della regione. Il Tibet è da tempo una fonte di profonda ammirazione per i fanatici dell’occultismo e della mistica ai vertici dell’impero britannico. Come patria dei “veri ariani” chiusa al mondo, il centro del buddismo esoterico e “il cuore” geopolitico dell’Eurasia, il Tibet fu usato dagli inglesi come stato cuscinetto per dividere l’India dalla Cina. Fu inoltre coccolato in egual misura dagli inglesi e dai nazisti. Negli anni Trenta vi comandava un alto ufficiale del Raj britannico in India, Hugh Richardson, il quale rimase sul campo anche nel dopoguerra. Nel 1939 vi si recò in visita una delegazione delle Waffen SS naziste di Heinrich Himmler alla ricerca delle vere radice ariane. Nella delegazione c’era anche Bruno Berger, criminale di Norimberga, che s’intrattenne con il Reggente dell’attuale Dalai Lama (il 14°), e strinse con quest’ultimo un’amicizia durata tutta la vita. Un altro amico nazista del Dalai Lama è l’ufficiale delle SS Heinrich Harrer, reso famoso da un film di Hollywood intitolato “Sette anni in Tibet”. Su YouTube c’è il filmato di una loro conversazione.
Non meraviglierà quindi che i disordini esplosi a Lhasa il 14 marzo hanno l’impronta della violenza nazista. La versione di Pechino è stata confermata da James Miles dell’Economist, che si trovava sul luogo. “Ciò che ho visto è la violenza mirata e calcolata contro un gruppo etnico, o meglio, due gruppi etnici, soprattutto i cinesi Han che vivono a Lhasa, ma anche contro la minoranza Hui musulmana”. I rivoltosi, spiega Miles, hanno lasciato illese le attività di proprietà dei tibetani mentre ogni altro negozio “è stato bruciato, o saccheggiato, distrutto, forzato e i beni portati in strada, ammucchiati e bruciati. Si è trattato di uno scoppio straordinario di violenza … che ha sorpreso alcuni dei tibetani che vi assistevano”. La risposta della polizia è stata molto limitata, ha aggiunto.
Tutt’altro che limitata invece è stata la reazione delle grancasse massmediali e politiche occidentali, che hanno sparato a zero sulla “oppressione cinese” della cultura tibetana. Nel caso migliore si tratta di una cultura feudalista. Fino al 1950 la maggior parte dei tibetani erano servi della gleba che lavoravano la terra dei monasteri nei quali abitava circa il 25% della popolazione, mentre il resto erano contadini analfabeti. L’unica strada del Tibet era quella riservata all’auto personale del Dalai Lama. Non c’era nemmeno un sistema giudiziario e la gerarchia religiosa decideva tutto.
Negli anni seguenti i cinesi vi costruirono strade, ospedali, scuole e una ferrovia, senza limitare la libertà di religione. Hugh Richardson, che assisteva a questi sviluppi, commentava: “Gli apologeti possono indicare il progresso materiale e meccanico ma … questi non sono desiderati dalla popolazione tibetana e rappresentano una negazione completa della civiltà e della cultura tibetane”.
Negli anni Settanta l’operazione tibetana fu “delocalizzata” negli USA, sotto l’egida del National Endowment for Democracy e poi quella dell’attore Richard Gere e del prof. Robert Thurman, che allestirono la International Campaign for Tibet (ICT). L’ICT rastrella circa cinque milioni di dollari l’anno e va a braccetto con il WWF, fondato dalle famiglie reali britannica e olandese. Nella stessa cerchia opera anche Amnesty International.
Per quanto riguarda i disordini di Lhasa c’è da notare che all’inizio degli anni Novanta Mark Handelman, dell’ICT, fece avere il visto per gli USA ad un migliaio di giovani adepti del Dalai Lama in India. Tra questi Tsewang Rigzin, che ha trascorso 12 anni negli USA, dove ha preso anche la cittadinanza, ed ha coordinato le sue attività con l’ICT. Rigzin è tornato a Dharamsala, in India, nell’agosto 2007 per essere eletto a capo del Congresso Giovanile ed ha lanciato l’attuale campagna della Tibet People’s Uprising Organization. Si tratta di un’attività politica espressamente vietata dagli accordi raggiunti tra il governo indiano e il Dalai Lama, ed è lesiva per i rapporti tra i due paesi. I cinesi hanno presentato le prove che il Congresso Giovanile, che a parole prende le distanze dal Dalai Lama, ha organizzato gran parte delle dimostrazioni e dei disordini verificatisi in Tibet, in Cina, e in altri posti dal 10 marzo in poi.

Sulla figura di Herrer citata all' inizio e sul suo legame col nazismo e Hitler si legga anche il seguente articolo del Tmes On line:
http://www.timesonline.co.uk/tol/comment/obituaries/article786458.ece

Altre trazidioni Buddiste
IL "SOMMO" BUDDISMO THAILANDESE
Milioni di bambini sono sfruttati sul mercato della prostituzione e della pornografia. Nei casi più estremi, oltre ad essere gravemente esposte al lavoro schiavistico, le donne sono i soggetti maggiormente indifesi rispetto alle piaghe dell’abuso fisico e della schiavitù sessuale. Molte giovani donne, in particolare nei paesi poveri, sono entrate, ancora bambine, nel mondo della prostituzione a causa del circolo perverso nel quale sono state precipitate da genitori o parenti che ne hanno abusato sessualmente in tenera età. Nel suo libro "I nuovi schiavi. La merce umana nell'economia globaleKevin Bales,   uno dei maggiori esperti di schiavitù moderna e Presidente di Free the Slave, spiega il legame tra il buddismo tibetano e la condizione di schiavitù femminile:

 "Per il buddismo praticato in thailandia le donne sono nettamente inferiori agli uomini. Una donna, non può, ad esempio, raggiungere l'illuminazione, che è l'obiettivo supremo del credente. Nella scala dell'esistenza le donne stanno molto al di sotto degli uomini e solo prestando estrema attenzione la donna può sperare di rinascere come uomo nella sua prossima vita. Di fatto, reincarnarsi in un corpo femminile può significare che la vita precedente è stata particolarmente disastrosa o peccaminosa. In quelle che vengono considerate le sue parole ai fedeli, Buddha mette in guardia i discepoli dal pericolo rappresentato dalle donne: esse sono impure, carnali e corruttrici. Negli scritti buddisti la prostituzione è sanzionata; il vihaya, o regolamento monastico, elenca dieci tipi di mogli, i primi tre dei quali sono "quelle comprate col denaro, quelle che convivono volontariamente, quelle di cui si può godere o usare occasionalmente". Questa dottrina non contempla la nozione di sesso come peccato; al contrario, il sesso è considerato una forma di attaccamento al mondo fisico e naturale, il mondo della sofferenza e dell'ignoranza. Il senso implicito è che se si deve praticare sesso, bisogna farlo nel modo più impersonale possibile.
il buddhismo thailandese è anche portatore di un messaggio di accettazione e rassegnazione di fronte al dolore e alla sofferenza del vivere. Le cose terribili che accadono a una persona sono, in fondo, il prodotto delle azioni individuali, la ricompensa per i peccati compiuti in questa o in precedenti vite. Tutto ciò che accade ad un individuo, è il suo irrevocabile destino, il suo karma. Per raggiungere la tranquillità necessaria all'illuminazione bisogna imparare ad accettare serenamente e completamente il dolore di questa vita. Per alcune bambine thai il dolore di questa vita comprende la prostituzione coatta.POSSONO COMBATTERE CONTRO L'ABUSO SUBITO MA PER LO PIÙ FINISCONO PER RASSEGNARSI, ENTRANDO NELLA PSICOLOGIA DELLA SCHIAVITÙ' CHE ANALIZZEREMO IN QUESTO CAPITOLO.
La credenza nell'inferiorità delle bambine non è la sola regola che ne fa delle schiave. I bambini thai, in particolare le bambine, hanno un debito immenso nei confronti dei genitori. Il solo fatto di essere venuti al mondo è un grandissimo dono, così come l'essere nutriti e allevati; ci vuole una vita intera per sdebitarsi. In Thailandia è previsto da sempre che le figlie contribuiscano a pieno titolo al reddito familiare e onorino il loro debito di riconoscenza. In casi estremi ciò significa essere vendute come schiave, sacrificarsi per il bene della famiglia. Allo stesso tempo alcuni genitori non ci hanno messo molto a capire che, vendendo le figlie, si possono realizzare ottimi guadagni.
I pochi casi di bambine che in passato venivano vendute come schiave oggi si sono trasformate in un fiume in piena[...]
Oggi i genitori sentono una forte pressione a comprare beni di consumo di cui, anche solo vent'anni fa, nessuno aveva sentito parlare; la vendita di una figlia può con facilità finanziare l'acquisto di un nuovo apparecchio televisivo. Una recente indagine svolta nelle province del nord ha rilevato che due terzi delle famiglie che avevano ceduto le proprie figlie avrebbero potuto permettersi di non farlo, e tuttavia "avevano preferito comprarsi un televisore a colori e un videoregistratore".
La domanda di prostitute è andata rapidamente aumentando..."

Da una intervista di Kevin Bales:

Quando stava raccogliendo la documentazione per il suo libro, quali sono i casi che più l’hanno impressionata?
I casi di schiavitù di adolescenti avviate alla prostituzione in Thailandia. In una città di provincia, in Thailandia, ho conosciuto un’adolescente che chiamerò Siri, perchè non posso rivelarne il nome. Siri ha quindici anni, e quasi tutte le notti ha rapporti sessuali con 10-15 uomini. Siri è un esempio classico di ciò che intendo per nuova schiavitù: quando aveva 13 o 14 anni, i suoi genitori l’hanno venduta per 2000 dollari USA a un intermediario che l’ha rivenduta a un bordello per il doppio della somma.
Nel bordello, le è stato detto che per riavere la libertà avrebbe dovuto ripagare quattro volte il suo prezzo di vendita, e in più avrebbe dovuto pagare di tasca sua alloggio, vitto e medicine. Anche con 15 rapporti sessuali per notte, il debito continua a crescere, grazie a una falsa contabilità. È un debito che non potrà mai essere ripagato perchè non è un vero e proprio debito, è una menzogna. I suoi conti vengono truccati in modo che il debito non venga mai cancellato e, in ogni caso, Siri non vede mai un soldo. La verità è che lei è stata venduta, e venduta per poco, mentre il profitto che ne ricavano i suoi proprietari è molto elevato: Siri ogni mese frutta almeno tre volte il prezzo d’acquisto originario, rende annualmente, con quello che pagano i suoi clienti per averla, 75mila dollari USA, e il suo non è un caso eccezionale. Se non ti disturba avere uno schiavo, una ragazza come Siri è un ottimo investimento. Naturalmente però lei non potrà durare in eterno: la sieropositività è ormai endemica fra la classe operaia locale da cui provengono i suoi clienti, e i proprietari di Siri se va tutto bene potranno usarla al massimo per quattro o cinque anni. Ma non è un problema, Siri è costata tanto poco come spesa iniziale, i profitti sono talmente enormi, lei è così facilmente rimpiazzabile che se si ammala, o soltanto si permette di dare in qualche modo fastidio, può essere gettata via come un oggetto qualunque.

Si legga anche:Tra Berlino e Lhasa: nazismo e mito di Shambala