sabato 12 febbraio 2011

Dall'Egitto all'Europa: Possibile estensione delle rivoluzioni

In un misto tra ingenuo ottimismo New Age/Dalai Lama di chi, come gli struzzi, mette la testa sotto la sabbia e dice:"Guarda che bello il mondo, arriva la democrazia", e una realtà Orwelliana del tipo:"La schiavitù è libertà", pare che i manifestanti egiziani abbiano esultato alla cacciata di Mubarak e alla sua sostituzione con un regime militare; cioè sono felici di essere caduti dalla padella alla brace. Nemmeno il romanzo più distopico avrebbe potuto predire una cosa del genere. Nell'articolo di pochi giorni fa dal titolo Trend Alert: Revolutionary Fervor to Spread Beyond Arab States - Europe Next sotto tradotto, Gerald Celente prediceva chiaramente l'arrivo di un regime militare in Egitto; egli afferma: "Come vedremo in Egitto, i colpi di stato militari saranno mascherati da cambiamenti di regime." Egli afferma inoltre che dovremmo aspettarci la stessa cosa nei nostri paesi "sviluppati". E infine egli afferma che tutto ciò è "un preludio ad una serie di guerre civili che porteranno a guerre regionali, le quali porteranno alla prima 'Grande Guerra' del 21mo secolo." Speriamo con tutto il cuore che Celente si sbagli, anche se i segnali non sono certo confortanti.

Trend Alert: Il Fervore Rivoluzionario Si Estenderà Oltre Gli Stati Arabi, L'Europa Sarà la Prossima

Postato su Pakalert il 3 Febbraio 2011
di Gerald Celente
Rense

traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.com

 
KINGSTON, NY, 1 Febbraio 2011 – Quando il governo tunisino cadde i mass media e la loro cricca di esperti - che oscurarono questi eventi - si affrettarono a proclamare l'ovvio: che i cittadini delle nazioni arabe si sarebbero fatti coraggio e avrebbero sfidato i governi autocratici e corrotti.
Ora l'Egitto è alle prese con l'insurrezione, e Algeria, Giordania, Marocco e Yemen erano già stati presi di mira per il cambiamento rivoluzionario. I più ricchi, e strettamente controllati, Regni del Medio Oriente, non saranno immuni alle sfide della loro cittadinanza, che tenterà di spezzare le catene del governo reale.
Ma, come ho previsto nel Trends Journal, non è soltanto il Medio Oriente ad essere destinato a vivere episodi di sollevazione violenta. Quel che traspira dal mondo arabo si diffonderà in molti Stati europei. Mentre la chiamata alle armi sarà pronunciata in diverse lingue, le cause sottostanti saranno le stesse.
Nel Dicembre 2010 (prima che la Tunisia andasse in prima linea) pubblicammo un Trend Alert® intitolato: "Via le loro Teste!", in cui predicemmo "una lunga guerra tra il popolo e le classi governanti". Notammo che "chiunque questioni l'intensità dell'ira crescente del popolo è fuori portata o un negatore”.
Non fu la rabbia degli Arabi a spingerci a tale previsione - furono le rivolte degli studenti e del lavoratori che si diffusero nelle strade d'Europa. L'imposizione di misure draconiane di austerità ­ con l'aumento delle imposte e delle tasse scolastiche, la perdita dei benefici, la riduzione dei servizi, i tagli ai posti di lavoro nel settore pubblico - hanno fatto si che giovani e vecchi si adirassero contro un sistema corrotto che lastricava la via ai privilegiati e puniva i proletari.
Anche se milioni di persone hanno marciato sulle strade di Atene, Bruxelles, Dublino, Lisbona, Londra e Madrid, quando le proteste sono terminate i governi furono appena scossi, men che mai caddero. A differenza dei regimi autocratici arabi, dove la forte presa della repressione poteva essere rotta solo dalla violenza, nell'Occidente "democratico" l'illusione della rappresentanza e le promesse fatte dai governi per calmare le folle hanno mitigato la violenza.
Sia la stampa che i politici hanno dato per scontato che le proteste avrebbero fatto il loro corso, la gente avrebbe accettato il suo destino e, volente o nolente, ne avrebbe subito le conseguenze. Le proteste, tuttavia, non hanno fatto il loro corso. Il costo economico dell'austerity e della disoccupazione continua a devastare le classi inferiori e medie. Come abbiamo scritto nel Trends Journal dell'Inverno 2010: “Sarà solo questione di tempo prima che una serie di eventi finali esaurisca la pazienza dell'opinione pubblica, innescando sollevazioni incontrollabili, colpi di stato (incruenti e/o militari), rivolte nel mondo finanziariamente in rovina”.
Trend Forecast: Le conseguenze inavvertite dei mutamenti di regime in Nordafrica e Medioriente, e le sollevazioni che prevediamo, che percorreranno l'Europa, saranno del tutto drammatiche, esattamente come le conseguenze intese: il rovesciamento dei governi. Le richieste di Presidenti, Primi Ministri, Ministri di Gabinetto ed esperti di politica estera per una “ordinata transizione del potere” non sono altro che doppio gioco diplomatico e discorsi privi di contenuto. Non c'è nulla di pulito e semplice in una rivoluzione.
Come vedremo in Egitto, i colpi di stato militari saranno mascherati da cambiamenti di regime. L'opinione pubblica è già condizionata a vedere l'esercito egiziano come un amato liberatore. Ma in realtà esso è semplicemente un altro braccio del governo autocratico, non più famigliare agli ideali democratici del dittatore che sostituisce... il quale è stato egli stesso estratto dai ranghi dell'esercito.
I leader e i media del mondo non riconoscono la sollevazione egiziana per quello che è: un preludio ad una serie di guerre civili che porteranno a guerre regionali, le quali porteranno alla prima “Grande Guerra” del 21mo secolo. (Si veda “The History of The Future: Trends 2012: The Great War,” Trends Journal, Primavera 2010)

link articolo originale: http://www.pakalertpress.com/2011/02/03/celente-revolutionary-fervor-to-spread-beyond-arab-states-europe-next/

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