anno di pubblicazione: 1985
Capitolo
A FINANCIAL EMPIRE SECOND TO NONE, pag.
27-32
traduzione:
http://nwo-truthresearch.blogspot.it
Ogni
volta che qualcuno scrive sulla cospirazione, al denaro è sempre
dato un posto di rilievo. Riguardo a ciò il Vaticano certamente non
resta dietro a nessuno. La ricchezza del Vaticano, come vedremo, è
così vasta che con ogni probabilità non riusciremo mai a conoscerne
il suo reale valore.
Ci
accingiamo adesso ad esaminare in dettaglio quello che hanno detto i
vari scrittori che hanno provato a fare una ricerca sulla ricchezza
del Vaticano. Molti di questi autori sono membri della chiesa
cattolica romana. E' sicuramente interessante per ogni protestante il
sapere che, quando il papa portò il suo entourage da Milano al
Vaticano, questo venne soprannominato dagli scrittori cattolici come
la Mafia Milanese.[1]
Non
è entro i limiti di questo studio che vogliamo esaminare la mafia in
dettaglio. Ma Cosa Nostra, la Famiglia, o La Mafia è un gruppo al
100% cattolico romano. Questa ha avuto origine in Sicilia, dove è
nato anche Michele Sindona. Essa controlla vasti possedimenti in
Italia e in Nord America. Essa è finita in quello che dichiara come
“lecito” in molte imprese, e fu capace di chiudere un intero
caseificio nel Wisconsin. Lo fece per stabilire un monopolio nel
settore della Pizza. Questo avvenimento divenne una notizia
nazionale.
Arrivarono
gli uomini d'affari e si comprarono il caseificio. Dopo averlo
comprato, lo chiusero. Fu solo più tardi che fu scoperto il
coinvolgimento della Mafia. Per quanto ne sappiamo, questa fabbrica
che occupava la maggior parte della forza lavoro del paese, è ancora
chiusa al momento della nostra stesura.
E'
interessante notare la tempistica della mossa della mafia per
controllare il business del formaggio e della pizza negli Stati
Uniti.
Panatella,
una società controllata dal Vaticano, che si occupava principalmente
di farina e pasta, perse due milioni e mezzo di dollari appena prima
del rilevamento da parte della mafia e necessitò di un finanziamento
di 4,8 milioni di dollari per essere tenuta a galla.
[Malachi]
Martin rivela che alla fine degli anni sessanta, sia l'Istituto per
le Opere Religiose (le cui attività sono state prudenzialmente
stimate in 3 miliardi di dollari) che l'Amministrazione Speciale
delle Proprietà della Santa Sede, stavano investendo in tutti i
settori dell'industria e del commercio italiano. Egli aggiunge:”Nei
consigli di amministrazione delle società in cui il Vaticano aveva
un interesse, c'era sempre seduto un uomo della 'famiglia' Vaticana,
uno come Massimo Spada e Luigi Mennini.” [2]
Le
note [1] e [2] sono tratte dal libro di Malachi Martin 'THE FINAL
CONCLAVE'
Martin
sottolinea anche che l'Amministrazione Speciale delle Proprietà
della Santa Sede, che era gestita da competenti banchieri laici, fu
assistita dalla JP Morgan, dalla Hambros Brothers di Londra e dai
Rothschilds di Parigi.
Ostling
racconta la storia della Città dei Ragazzi, un ente di beneficenza
cattolico romano.
“La
Città dei Ragazzi ha ora un valore di oltre 200 milioni di dollari,
incluso un portafoglio stimato (molto prudenzialmente) a 157 milioni
di dollari. Sebbene l'interesse su tale gruzzolo sia sufficiente a
far funzionare la Città, essa spende anche milioni per inviare i
tradizionali appelli di finanziamento strappalacrime a 34 milioni di
persone, i quali generano quasi 18 milioni di dollari all'anno.
Questo significa che la Città dei Ragazzi possiede tre volte la
dotazione della Notre Dame University, solleva più soldi che il
Greater New York United Fund, e, se essa fosse una società di
affari, su Fortune 500 sarebbe classificata al 372esimo posto nei
patrimoni. Tutto questo per 700 ragazzi.”[3]
Tutto
questo è venuto alla luce dopo un'ampia opera di indagine di un
settimanale di Omaha, in Nebraska.
Nino Lo Bello |
Secondo
Lo Bello, un giornalista cattolico romano, il Vaticano è l'unico
stato sovrano che non pubblica un bilancio. Nelle sue stime della
ricchezza del Vaticano egli venne accusato di esagerazione, ma questo
è sufficiente a farci pensare che la ricchezza del Vaticano debba
essere immensa, perché una semplice comunicazione onesta delle sue
partecipazioni, se queste non costituissero una grande ricchezza,
dovrebbe mettere a tacere tutte le stime “stravaganti” di vari
autori, ma una tale divulgazione non sembra essere imminente.
Il
disastro di Sindona, che il Vaticano ha cercato di nascondere al
grande pubblico, ha provocato una perdita di quasi un miliardo di
dollari. Eppure il Vaticano è andato avanti come prima, dimostrando
l'entità del suo serbatoio di riserve finanziarie come nient'altro
avrebbe potuto fare. Pochissime aziende potrebbero sostenere una tale
perdita e andare avanti senza nemmeno un sussurro. (Chrysler
Corporation perse mezzo miliardo e sarebbe andata sotto, tranne che
il governo degli Stati Uniti.)
I
tentacoli finanziari del Vaticano raggiungono numerose banche in
diversi paesi. Yallop afferma che i Rothschild di Parigi hanno fatto
affari con il Vaticano sin dall'inizio del 19° secolo.[4]
Egli
continua sottolineando che: "Credit Suisse, Hambros, Morgan
Guaranty, Bankers Trust, Chase Manhattan, e Continental Illinois, tra
gli altri, divennero soci del Vaticano.”[5]
Questo
impero finanziario che finanzia la cospirazione del Vaticano è pieno
di omicidi e devastazioni. Yallop afferma:”L'omicidio di Luciani -
Papa Giovanni Paolo I – venne eseguito per impedirgli di rimuovere
Marcinkus, che era la base per il sostegno di Calvi, Sindona e
Gelli.”[6]
Quando
venne eliminata la polvere dalla misteriosa morte di Giovanni Paolo,
essa lasciò nella sua scia una serie di omicidi, assassini e
“suicidi” che solo la mafia avrebbe potuto eguagliare per il
sangue freddo. Di tutti i principali attori sulla scena rimangono
ancora, nella gestione, solo Marcinkus e Gelli. Yallop racconta nel
dettaglio ognuno degli omicidi e dei “suicidi”, e le sue pagine,
che sono molto difficili da confutare, sono una triste lettura. Il
suo libro IN GOD'S NAME merita un'attenta lettura per tutti coloro
che sono preoccupati per la libertà.
A causa delle critiche sul
fatto che non è mai stata fatta alcuna comunicazione della propria
ricchezza, il Vaticano negli anni recenti ha cercato di riformare
alcune delle sue politiche monetarie, ma molto resta ancora da fare.
Nessuna stima può essere fatta dell'immensa ricchezza del Vaticano,
ma possiamo intravedere alcuni barlumi di questa impresa
multimiliardaria attraverso le varie opere apparse negli anni
recenti.
Ostling,
nella sua opera “Secrecy in The Church”, scritta da un punto di
vista simpatetico con la Chiesa, fornisce alcuni spunti interessanti
sulla ricchezza del papato. Egli racconta che il defunto vescovo
James A. Pike (convertito dal Romanesimo alla Dottrina Episcopale)
scrisse quello che lui chiama un articolo sensazionale, in cui disse
che i gesuiti avevano la maggioranza delle azioni della Bank of
America, la più grande della nazione, e che essi guadagnavano 250
milioni di dollari all'anno dai propri investimenti (un quarto di
miliardo). Egli continua dicendo che i gesuiti “balbettano, ma essi
non hanno mai fatto un resoconto completo delle loro
partecipazioni.”[7]
Gollin,
uno scrittore freelance che a tentato di fare una ricerca sulla
ricchezza papale, ha stimato i titoli e le proprietà commerciali
delle Diocesi degli Stati Uniti nell'ammontare di quasi “un
miliardo di dollari”.[8]
Nino
Lo Bello stima “il reddito annuale dei gesuiti americani a 250
milioni di dollari”. Egli sostiene che tutte le unità cattoliche
negli Stati Uniti e in Canada combinate assieme detengono un
patrimonio di più di 80 miliardi di dollari e un reddito di circa
12,5 miliardi di dollari.”[9]
Fu
nientemeno che il cardinale Vagnozzi che, riguardo alle finanze
vaticane, osservò:”Ci vorrebbe una combinazione di Kgb, Cia e
Interpol per ottenere solo una vaga idea di quanto e dove sia il
denaro”[10]
Secondo
questo cardinale, tre delle più potenti agenzie del mondo non
potrebbero che avere una vaga idea di quanto vale il Vaticano. Yallop
sottolinea che il “Vaticano acquistò all'interno di General
Motors, Shell, Gulf Oil, General Electric, Bethlehem Steel, IBM e
TWA." Egli prosegue dicendo che “il Vicario di Cristo aveva
acquisito un nuovo titolo non ufficiale: Presidente del Consiglio di
Amministrazione.”[11]
Il
Vaticano ha acquisto anche “partecipazioni di maggioranza in
società nel settore assicurativo, dell'acciaio, del finanziamento,
della farina e degli spaghetti, dell'industria, del cemento e dei
beni immobili.”[12]
Esso
possiede parti del centro di Montreal, in Canada, parti di Città del
Messico, in Messico, molti dei principali hotel in Italia, isolati di
beni immobili nello Champs D'Elysee di Parigi, l'area del Watergate a
Washington, D.C., il settore immobiliare nella città di New York e
l'intera città satellite di Lomas Verdes in Messico.
Questa
è solo la punta dell'iceberg, perché gran parte della ricchezza del
Vaticano è nascosta in società finanziarie di modo che sia
difficile arrivare vicino ad una stima della sua grande ricchezza. E'
interessante osservare, inoltre, che papa Giovanni Paolo, il quale fu
assassinato in Vaticano, mirava a riformare le finanze vaticane.
Yallop, nel suo lavoro, sostiene che questa potrebbe essere stata una
tra la mezza dozzina di ragioni per le quali egli venne assassinato
proprio in Vaticano. Un altro fatto interessante è che Papa Giovanni
Paolo si confessava a Padre Dezza. Persino il Papa ha un prelato a
cui egli si confessa, e il povero Papa Giovanni Paolo, per qualche
motivo, scelse il capo dei gesuiti come suo “Padre Confessore”.
Se per qualsiasi motivo egli scelse di confidare alcune delle sue
proposte di cambiamenti a Dezza, potrebbe aver involontariamente
suggellato la sua condanna a morte.
Malachi
Martin, ex professore gesuita presso il Pontificio Istituto Biblico
di Roma, nel suo nuovo libro "RICH CHURCH POOR CHURCH",
stima le ricchezze della “chiesa” a 300 miliardi di dollari. Egli
fa notare che il Vaticano è:
“il
più grande singolo azionista al mondo con circa 20 miliardi di
dollari investiti in modo tracciabile (ma molti di più investiti in
modo non tracciabile) con depositi di oro superiori a quelli della
maggior parte dei paesi di media grandezza, e con operazioni
immobiliari in tutto il mondo.”[13]
In
un altro punto egli continua dicendo che:
“l'elenco
delle imprese e delle banche in Italia e all'estero, in cui il
Vaticano ha acquisito una partecipazione di maggioranza prima dello
scoppio della seconda guerra mondiale, quando viene aggiunto alla
lista di quelle in cui esso ha acquisito un interesse minore ma
sostanziale, riempirebbe sessanta o settanta pagine di questo
libro.”[14]
Anche
Martin, che classifica ancora se stesso come cattolico romano, è
costernato dall'entità della ricchezza del Vaticano, quando questa
si contrappone ai milioni di poveri cattolici di tutto il mondo.
L'attuale papa parla molto di giustizia economica. Sebbene molto sia
stato scritto sull'attuale papa in termini entusiastici, Yallop non
condivide questo riconoscimento dei giornalisti internazionali.
Yallop
afferma candidamente:
“Nel
pontificato di Giovanni Paolo II è rimasto tutto come prima. Il
business ha beneficiato enormemente non solo dall'omicidio di Albino
Luciani, ma anche dagli omicidi che hanno fatto seguito a questa
strana morte solitaria nel Vaticano.”[15]
Egli
continua dicendo:
”Milioni
di parole sono state scritte dopo l'elezione di Karol Wojtyla, nel
tentativo di analizzare e capire che tipo di uomo fosse. Come si può
vedere, egli è il tipo d'uomo che poteva consentire a uomini come
Villot, Cody, Marcinkus, Mennini, De Strobel e Poletto di rimanere in
carica.”[16]
E
aggiunge:
“Si
tratta di un papato di due pesi e due misure, una per il Papa e una
per il resto dell'umanità”
“Non
può esserci difesa sulla base dell'ignoranza, Marcinkus risponde
direttamente al Papa.”[17]
Note:
I.Martin,
Malachi, THE FINAL CONCLAVE, Stein and Day, New
York,
1978. p. 18
2.
Ibid., p. 26
3.
Ostling, Richard, SECRECY IN THE CHURCH, Harper and
Row,
N.Y. 1974, p. 51
4.Yallop,
David, IN GOD'S NAME, Bantam Books, N.Y., N.Y.
1984,
p 97
5.
loc. cit.
6.
Ibid., p. 103
7.
Ostling, p. 49
8.
loc.cit.
9.
Ibid., p. 50 10.Yallop,p. 105
11.
Ibid., p. 99
12.
Ibid., p. 98
13.
Martin, Malachi, RICH CHURCH POOR CHURCH, G. P. Put-
nam's
Sons, N.Y., N.Y. 1984, p. 14
14.
Ibid., p. 40
15.Yallop,
p. 264
16.
Ibid, p. 265
17.
Ibid., p. 264
leggi
anche:
Nino
lo Bello: Gli Impareggiabili Affari del Vaticano
Der Spiegel: Vaticano, il principale azionista
Chi è l'Uomo il più Ricco della Terra?
I Soldi del Vaticano nei Conti Svizzeri
Le Finanze Vaticane
Lo Spettacolo del Vaticano e la Moneta dell'Apocalisse
La Razzia dell'Oro delle Filippine da Parte del Vaticano-Gesuiti
Der Spiegel: Vaticano, il principale azionista
Chi è l'Uomo il più Ricco della Terra?
I Soldi del Vaticano nei Conti Svizzeri
Le Finanze Vaticane
Lo Spettacolo del Vaticano e la Moneta dell'Apocalisse
La Razzia dell'Oro delle Filippine da Parte del Vaticano-Gesuiti