Spitfire
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6
Novembre 2005
traduzione:
http://nwo-truthresearch.blogspot.it
audio
in lingua originale:
In questa intervista con
l'eroico John Loftus, ritorniamo sui soggetti della Banca Vaticana e
sul coinvolgimento del Vaticano con il fascismo. Dopo aver discusso
di un vertice tra i membri della comunità di intelligence e i membri
del grande pubblico per discutere sulla guerra al terrorismo, che
John sta aiutando ad organizzare, il programma si concentra su Unholy
Trinity, il libro di riferimento di John, e sull'azione legale
che egli ha contribuito a presentare contro la Banca Vaticana per il
saccheggio della ricchezza delle vittime dell'Olocausto, per aver
aiutato la fuga dei criminali di guerra nazisti e per aver utilizzato
il denaro rubato e i fuggiaschi al fine di condurre operazioni
segrete durante la Guerra Fredda. In Unholy Trinity, John (e
il suo coautore Mark Aarons) documentano una lunga storia di
collusione tra il Vaticano e la Germania nazista, che risale al
periodo immediatamente successivo alla prima guerra mondiale. Dopo
aver investito milioni di dollari nell'industria tedesca (in seguito
nazista), il Vaticano collaborò con gli interessi aziendali
statunitensi al fine di salvaguardare il tesoro nazista, ravvivando
la ricchezza fuori dall'Europa dopo la guerra. Questo capitale fu
riciclato nuovamente in Germania negli anni cinquanta del novecento e
fu utilizzato per finanziare il cosiddetto "miracolo economico
tedesco", quel rilancio economico del paese. (Gli ascoltatori
veterani riconosceranno questa posizione di concatenazione
all'interno della costellazione del programma del volo dei capitali
di Bormann.) Gran parte del programma si concentra sulle "Ratlines"
vaticane, le reti di fuga che vennero istituite per aiutare i nazisti
fuggitivi a sfuggire alla giustizia. Molti dei più noti criminali di
guerra nazisti fuggirono con l'aiuto di questa rete, che fu operativa
con la consapevolezza e la benedizione delle più alte cariche della
Chiesa. I momenti salienti del programma includono: la decennale
collaborazione tra il Vaticano e Sullivan & Cromwell, il potente
studio legale di Wall Street, al fine di proteggere i suoi fondi
comuni d'investimento nell'industria nazista; la storia degli
investimenti delle società statunitensi nella Germania nazista; la
partecipazione delle agenzie di intelligence Occidentali (incluso
quelle Americane) nell'operazione delle Ratlines; il ruolo del
dittatore argentino Juan Peron nell'esodo del capitale nazista e
nella fuga dei criminali di guerra dall'Europa; il ruolo della World
Commerce Corporation nel trasporto della ricchezza nazista fuori
dall'Europa dopo la guerra; il rifugio di alcuni dei peggiori
criminali nazisti nella residenza estiva del Papa a Castelgandolfo;
il continuo insabbiamento, da parte del governo argentino, del
complotto per aiutare i nazisti in fuga; il continuo insabbiamento,
in Italia, da parte di elementi legati al Vaticano, della reale
portata della complicità della Chiesa nella fuga dei nazisti;
l'incanalamento del denaro del Vaticano verso Hitler nel 1919; il
ruolo dei Papi Pio XII e Paolo VI nella cospirazione
Vaticano/Nazista.
La trasmissione inizia con la discussione da parte di John di un progetto in cui è coinvolto, chiamato "Intelligence Summit". Si tratta di un incontro previsto per il weekend del Presidents' Day nel 2006 a Washington DC. Riunendo insieme gli elementi della comunità di intelligence di molti paesi, l'incontro offre l'opportunità, per i membri della stampa e per il grande pubblico, di condividere le informazioni con questi professionisti dell'intelligence, e viceversa. L'unica condizione è che i partecipanti non facenti parte dell'intelligence non possono divulgare altrove le informazioni lì apprese.John Loftus - Il centro focale del programma consiste nella discussione e nell'analisi del libro di John Unholy Trinity: The Vatican, The Nazis and the Swiss Banks (scritto insieme a Mark Aarons.) Prima di discutere il libro abbiamo rilevato il ripristino di una causa legale per la quale John fu il consulente per l'intelligence. Si noti che la causa fu ripristinata da una corte d'appello americana nello stesso momento in cui il Cardinale Ratzinger venne nominato Papa. “Lunedì una corte d'appello federale è entrata nella polemica sul rapporto della Chiesa cattolica con i regimi nazisti durante la seconda guerra mondiale, reintegrando una causa portata avanti dai sopravvissuti all'Olocausto contro la Banca Vaticana, per via del presunto profitto derivante dalle proprietà saccheggiate dal governo fantoccio ustascia in Croazia...” (“Court Revives Suit Against Vatican Bank” by Bob Egelko; San Francisco Chronicle; 4/19/2005; p. A6.)
- “...Gli ustascia presero il potere in Croazia dopo l'invasione tedesca del 1941 e stabilirono campi di sterminio in cui ben 700.000 persone furono uccise, per lo più serbe, secondo un rapporto del governo statunitense citato dal giudice. Una relazione separata del Dipartimento di Stato disse che gli ustascia, dopo la guerra, trovarono rifugio in un istituto pontificio a Roma, con un tesoro di oltre 80 milioni di dollari. L'istanza sostiene che gran parte del denaro venne rubato a serbi, ebrei, zingari, ucraini e altri sotto il dominio ustascia, e venne conservato nella Banca del Vaticano, dove fu utilizzato in parte per finanziare il trasferimento dei fuggiaschi nazisti. [il corsivo è di Mr. Emory’s.] I ricorrenti, che ricercano lo status di class-action a nome di tutti gli interessati, vogliono la restituzione di quello che hanno perso e di qualsiasi utile ottenuto dalla banca...”(Idem.)
- Dopo aver discusso la causa di John, il programma mette in evidenza Unholy Trinity. Ostacolato nel suo proposito di scrivere sulle connessioni Vaticano/Nazismo/Intelligence a causa della sua alta autorizzazione di sicurezza, John e i suoi collaboratori reclutarono un giovane dal retaggio croato, che parlava correttamente il serbo-croato. Spacciandosi per un giovane appassionato di ustascia, fu in grado di intervistare alcuni dei malvagi superstiti della collaborazione Vaticano/Croato/Nazista. Pensando che egli fosse un'anima gemella essi “vuotarono il sacco” ad un microfono collegato ad un registratore a nastro. Avendo violato in tal modo il velo di segretezza, John ricevette l'autorizzazione a procedere con la pubblicazione del libro.
- Successivamente la discussione si rivolge alla genesi della connessione Nazismo/Banca Vaticana, che è alla base della causa di Loftus. La storia inizia con il Webb/Pomerene act, una lacuna nella legislazione antitrust americana che legalizza la formazione di cartelli (monopoli internazionali). In possesso dell'enorme ricchezza del boom degli Stati Uniti che ebbe inizio con la prima guerra mondiale e proseguì negli anni '20, i “Baroni Briganti” dell'elite di potere americana erano liberi di creare una rete con i loro omologhi all'estero (soprattutto in Germania e Giappone), al fine di monopolizzare il commercio mondiale internazionale. “...Gli anni venti e trenta del novecento furono un periodo proficuo per gli investitori americani in Germania. La rottura dei cartelli americani alla fine del XIX secolo, seguita dalla legislazione 'antitrust' di Teddy Roosevelt negli anni dieci del novecento, indusse le prime multinazionali a cercare un clima più amichevole all'estero. La Germania non solo consentiva i cartelli e i monopoli verticali, ma li incoraggiava come mezzo per ricostruire la sua potenza industriale dopo la devastazione della Prima Guerra Mondiale e le riparazioni di guerra di Versailles.” (Unholy Trinity; p. 291.)
- “Inoltre, dalla fine degli anni venti del novecento l'economia tedesca, sebbene povera di contanti, era scientificamente avanzata. Mentre la Repubblica di Weimar cominciò a disintegrarsi sotto il peso del caos interno e dell'estrema avidità, gli scienziati tedeschi, sponsorizzati dalle aziende tedesche, guidarono il mondo nella ricerca nel campo della fisica, della chimica e della biologia. Il vantaggio intellettuale tedesco alla fine degli anni venti era stimato così tanto, che gli scienziati americani che volevano lasciare il segno avrebbero dovuto prendere la loro laurea in un'università tedesca.”(Idem.)
- “In effetti, la Germania aveva un virtuale monopolio di alta tecnologia sulle tecniche di produzione avanzate, rigidamente rafforzato attraverso un sistema di brevetti in tutto il mondo che gli dava un vantaggio decisivo. Se la Du Pont Corporation, per esempio, voleva una licenza per processi chimici, essa doveva trattare con Berlino."(Idem.)
- L'epicentro della connessione denaro Nazista/Vaticano/Baroni Briganti è Sullivan & Cromwell, il potente studio legale in scarpe bianche (sinonimo di WASP, ndr), i cui partner migliori erano Allen e John Foster Dulles. (Sotto il presidente Eisenhower, Allen Dulles diventò direttore della CIA, mentre John Foster divenne Segretario di Stato.) Allen Dulles gestiva gli investimenti della famiglia Bush nella Germania nazista. “I clienti americani di Sullivan & Cromwell, a loro volta, avevano qualcosa che i tedeschi volevano pesantemente: l'oro. In base al Trattato di Versailles, la Germania doveva pagare i propri risarcimenti agli alleati in lingotti d'oro. Nel 1924, Sullivan & Cromwell aprirono una breccia con l'ingegnoso piano Dawes. Nella sua forma più semplice, i clienti dei fratelli Dulles avrebbero prestato l'oro alla Germania, di modo che essa potesse rimborsare i propri risarcimenti a Francia e Gran Bretagna, le quali avrebbero in seguito riciclato l'oro americano per rimborsare i loro prestiti di guerra all'America. Fu un pazzo carosello, ma funzionò.” (Ibid.; pp. 291–292.)[nota di nwo-truthresearch: Allen Dulles era un Cavaliere di Malta papale]
Allen Dulles - L'attrazione per i clienti di Sullivan & Cromwell era che i tedeschi ripagavano con titoli delle aziende tedesche gli originali prestiti americani in oro. A differenza dell'iperinflazionato marchio tedesco, le azioni e le obbligazioni tedesche erano tutt'altro che inutili, perché erano sostenute dai brevetti stessi e dai segreti commerciali che l'industria americana cercava così disperatamente. Con il crollo del 1929 l'economia americana sprofondò nella Grande Depressione, ma nello stesso periodo i clienti di Sullivan & Cromwell versavano miliardi nell'economia tedesca. Ad esempio, la documentazione giuridica di John Foster Dulles dimostra che egli aveva gestito il trasferimento di 10 miliardi di dollari in oro in cambio di obbligazioni e investimenti tedeschi. Secondo alcune stime, il 70 per cento del denaro che andò a ricostruire l'economia tedesca dopo la Prima Guerra Mondiale, proveniva dagli investitori di Wall Street, la maggior parte dei quali chiese la consulenza legale di Sullivan & Cromwell...”(Idem.)
- “...Le corde segrete degli investimenti tedeschi erano tenute dagli avvocati americani seduti nei consigli di amministrazione delle banche e delle società tedesche. Allen Dulles, per esempio, si sedette nel consiglio della Schroder Bank, con uffici a Londra, New York e Berlino. Apparentemente di proprietà di una famiglia di banchieri tedeschi di primo piano, i controllori reali erano i clienti di Sullivan & Cromwell.”(Ibid.; p. 293.)
Pio XII - Successivamente, il programma mette in luce la genesi della connessione Vaticano/Nazismo del denaro, che divenne fondamentale per la realizzazione del giro di soldi Nazi/Americano. Monsignor Eugenio Pacelli (il futuro Papa Pio XII) fu il Nunzio Apostolico a Monaco di Baviera, in Germania. Egli diede i soldi del Vaticano a Hitler nel 1919 per combattere il comunismo in Germania. A seguito del Trattato Lateranense del 1929 tra il Vaticano e il governo fascista di Mussolini, la grande manna finanziaria concessa dal dittatore al Vaticano, fu investita nell'industria pesante tedesca. (Per ulteriori informazioni sul collegamento Nazi/Vaticano del denaro vedere RFA#‘s 17–21, disponibile su Spitfire.) “...I clienti di Sullivan & Cromwell non erano gli unici investitori stranieri in Germania, né erano gli unici a proteggere le loro scommesse facendo piccole donazioni al neonato partito nazista. A seguito dell'atto di transazione con Mussolini dei 26 milioni di dollari in contatati sopra le terre contese, il Vaticano investì quasi tutti i proventi nell'industria tedesca, ma almeno un piccolo investimento venne fatto pure verso i nazisti. Il seguente episodio è stato riferito da un testimone oculare, suor Pasqualina, una suora che era l'assistente personale (e ammiratrice devota) del Nunzio Apostolico a Monaco di Baviera, l'uomo che in seguito sarebbe diventato Papa Pio XII alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale:”Hitler giunse una notte alla santa dimora del Monsignor Eugenio Pacelli (poi Pio XII). A quell'ora tutti gli altri in casa dormivano, tranne [Suor] Pasqualina...Hitler disse a Pacelli che era apparso per controllare la diffusione del comunismo ateo...E per lei quindi non fu una sorpresa, alla luce dell'odio di Pacelli verso i Rossi, vedere il prelato regalare a Hitler una grossa somma di denaro della Chiesa per facilitare l'insurrezione rivoluzionaria e aiutare il suo piccolo gruppetto combattente di anticomunisti...” (Ibid.; pp. 294–295.)
- Dopo la presa del potere, Hitler emanò delle leggi che rendevano più opachi i collegamenti degli industriali Occidentali col denaro nazista. Questa circostanza cementò la collaborazione tra i nazisti, il Vaticano e i finanzieri statunitensi, una connessione che si è dimostrata fondamentale per il riciclaggio della ricchezza nazista nel dopoguerra, nonché del suo riciclaggio all'indietro per guidare il 'miracolo economico' tedesco degli anni cinquanta. ”...Non è un caso che la Svizzera abbia approvato una legge nel 1934, rendendo un reato la divulgazione dei conti bancari svizzeri. Nello stesso anno Sullivan & Cromwell chiusero ufficialmente il loro ufficio a Berlino. Dal 1934 la Svizzera fu al centro delle operazioni dei fratelli Dulles. Con così tante delle proprie partecipazioni legate alla Germania nazista, il Vaticano non aveva altra scelta che adottare lo stesso corso.” (Ibid.; p. 295.)
- La realizzazione dell'asse finanziario Vaticano/Nazismo/Stati Uniti fu completato con l'implementazione dello IOR – la banca del Vaticano. “La Santa Sede mise a punto uno scudo speciale per contribuire a proteggersi dall'incombente conflitto internazionale, un proprio istituto finanziario, la Banca Vaticana. Questa era l'unica entità monetaria nel mondo che era completamente immune dai controlli esterni, protetta come era dalla sovranità del Vaticano e con la convenienza aggiuntiva dell'immunità diplomatica. Durante la guerra i fratelli Dulles e il Vaticano furono coinvolti in un rapporto simbiotico: gli investitori di Sullivan & Cromwell necessitavano della Banca Vaticana per riciclare i loro profitti sotto gli occhi attenti sia dei nazisti che dei loro governi, mentre il Vaticano aveva bisogno dei fratelli Dulles per tutelare i propri investimenti nella Germania di Hitler...”(Idem.)
- Il programma enuncia il modo in cui Allen Dulles, il Vaticano e il Terzo Reich aiutarono a riciclare la ricchezza nazista dall'Europa all'Argentina, e poi nuovamente in Germania. “...Pochi di coloro che hanno visto il film Evita riconoscerebbero che la famiglia Peron in Argentina lavorò direttamente con gli ustascia croati per istituire un canale della Banca del Vaticano. Come raccontato in precedenza in questo libro, lo stesso Ante Pavelic, il leader croato nazista, si trasferì a Buenos Aires e diventò un 'consigliere per la sicurezza' per i Peron. Riciclato attraverso la 'irrintracciabile' Banca Vaticana, il tesoro nazista venne trasferito dalla Svizzera al Sud America. Lì i fondi rubati furono investiti in un certo numero di imprese argentine che avevano come legale, naturalmente, Allen Dulles.” (Ibid.; p. 300.)
- Tra i mezzi di trasporto utilizzati per il trasferimento dei capitali nazisti assistito dal Vaticano ci fu la World Commerce Corporation. Avendo come protagonisti l'ex capo dell'OSS William Donovan e l'ex capo del servizi segreti britannici in Nord America William Stephenson, questa organizzazione incarnava la sintesi di affari e spionaggio. Per sapere di più sul WCC vedere, tra gli altri programmi, FTR#‘s 504, 508. “Come atto finale del riciclaggio di denaro, Dulles creò il World Commerce Corporation per rilanciare il commercio tra l'Argentina e la Germania Ovest. Nel suo consiglio c'erano persone del calibro di William Donovan dell'intelligence degli Stati Uniti, e William Stephenson dei servizi segreti britannici. Nel corso degli anni cinquanta, gran parte dei proventi rubati furono riciclati ritornando in Germania per la grande rinascita economica della Germania occidentale.”(Idem.) [nota di nwo-truthresearch: William Donovan era un Cavaliere di Malta papale; inoltre Donovan fu decorato nel 1944 da Papa Pio XII con la Gran Croce dell'Ordine di San Silvestro, il più antico e prestigioso ordine cavalleresco pontificio. Questo premio è stato dato solo ad un centinaio di altri uomini nella storia]
William Donovan - “Alla fine il denaro ritornò indietro verso le aziende tedesche originali e i loro investitori occidentali. Non sono i conti delle banche svizzere che dovremmo tracciare; è il possesso di azioni delle banche svizzere. Qui sta l'ultimo e forse il più brutto segreto della seconda guerra mondiale. E qui sta la maggiore colpevolezza del Vaticano nei rapporti con la Germania di Hitler: senza gli investimenti del Vaticano nel Terzo Reich non ci sarebbe stato alcun motivo di fornire i mezzi per esportare di contrabbando dalla Svizzera, attraverso la Banca del Vaticano, il bottino saccheggiato dai nazisti...”(Idem.)
- In seguito il programma si rivolge al tema delle “Ratlines”, lo sforzo nel traffico clandestino Vaticano nazista condotto con la collaborazione di elementi dell'intelligence occidentale (e statunitense). Alcuni dei più importanti nazisti fuggiti attraverso la rete del Vaticano inclusero Adolph Eichmann, il supervisore dello sterminio degli ebrei. Oltre allo stesso PioXII, supervisionarno la rete il cardinale Montini (poi Papa Paolo VI), il vescovo Alois Hudal e Padre Kunoslav Draganovic. Una delle principali figure naziste nella creazione delle ratlines fu Walter Rauff, che inventò le camere a gas mobili durante la guerra. Rauff, a sua volta, lavorò con l'ufficiale delle SS Friedrich Schwendt, che curò l'Operazione Bernhard e l'Operazione Weding (“Windows”), la falsificazione di banconote della sterlina inglese al fine di distruggere l'economia di guerra britannica e finanziare le Ratline. “...Dopo il crollo del regime di Mussolini nel settembre del 1943, Rauff fu inviato nel nord Italia, dove prestò servizio con le SS nelle regioni intorno a Genova, Torino e Milano. Ancora una volta il suo compito fu quello dello sterminio della popolazione ebraica. Fu durante questo periodo che Hudal prese contatto con questo famigerato assassino di massa. La genesi dell'amicizia tra Hudal e Rauff è un mistero. Alfred Jarschel, un ex leader della gioventù nazista, sostiene che Rauff incontrò Hudal per la prima volta nella primavera del 1943, quando il vice Führer Martin Bormann lo mandò a Roma per sei mesi senza alcuna apparente missione. Questo era il momento in cui il Reich aveva disperatamente bisogno di alti ufficiali dell'esperienza e del calibro di Rauff, perché il risultato della guerra era ancora in bilico. Jarschel crede 'che i primi contatti con il Vaticano furono stabiliti in quei mesi, che avrebbero portato infine alla creazione della rete di fuga di Hudal'”. (Ibid.; pp. 33–34.)
Alois Hudal - “Il tempo si stava avvicinando più rapidamente di quanto fosse stato necessario. All'inizio del 1944, quando gli Alleati sbarcarono in Sicilia, anche Hudal poteva vedere che il 'Reich Millenario' di Hitler era condannato. Fino a quando le armate naziste stavano vincendo egli guidava con orgoglio in giro per Roma con la bandiera di una 'Grande Germania' nella sua auto; ma quando, nel giugno del 1944, gli Alleati arrivarono nella capitale italiana, Hudal 'fu il primo a cambiarla; improvvisamente la sua bandiera divenne austriaca'”(Ibid.; p. 34.)
- “...Ci furono pure molti cambiamenti drammatici nel Vaticano, uno dei quali può aver giocato un ruolo cruciale nello sviluppo della rete di fuga di Hudal. Nel mese di agosto del 1944, morì il cardinale Maglione. Pio XII decise di non nominare un nuovo Segretario di Stato, assumendo la politica estera sotto la propria responsabilità. Da quel momento i monsignori Tardini a Montini lavorarono direttamente per il Papa. Ladislao Farago, nel suo libro controverso dal titolo Aftermath, sostenne che questa decisione 'permise l'accesso di Hudal nella scacchiera più alta della Santa Sede.' Farago sostiene che Hudal fosse arrivato ai ferri corti con Maglione, basandosi sui contatti poco frequenti con il Papa stesso per influenzare la politica vaticana. Ma adesso egli “acquisì un amico nella Segreteria di Stato.'” (Idem.)
- “La morte di Maglione lasciò improvvisamente Montini come responsabile della Pontificia Assistenza ai rifugiati, aprendo la porta ai piani di Hudal. Farago sostiene che fu Montini che permise ad Hudal l'accesso ai passaporti vaticani e ad altri documenti di identità e di viaggio, che egli quindi usò per aiutare i suoi amici nazisti. Allo stesso tempo, Hudal sviluppò presumibilmente buoni contatti con un altro importante ufficio del Vaticano sotto il controllo di Montini. Questo fu la Pontificia Commissione di Assistenza, che si occupava di lavoro con i rifugiati. Uno dei suoi ruoli più importanti era l'emissione di documenti di viaggio ai rifugiati legittimi. Infine, Farago sosteneva che Montini consentì l'accesso di Hudal alla Caritas Internazionale, un ente cattolico che pagava le spese per vivere e viaggiare ai veri rifugiati...Nei registri diplomatici americani ci sono alcune prove indiziarie per sostenere che Montini stava deliberatamente aiutando il traffico di nazisti di Hudal...”(Ibid.; pp. 34–35.)
- “...Infatti, tra gli agenti dei servizi segreti occidentali Draganovic era molto conosciuto come 'l'eminenza grigia dei Balcani.' Questa era una battuta permanente sia tra gli ufficiali americani che britannici, nei cui ambienti Draganovic si muoveva liberamente. Questo venne confermato anche da Simcic, che era certo che Draganovic avesse contatti diretti con l'intelligence britannica, americana e italiana. L'ex ufficiale britannico disse anche enfaticamente che 'in questo periodo si può quasi parlare di un interfacciamento tra le cariche di vertice dei servizi segreti occidentali e il Vaticano.'”(Ibid.; p. 114.)
- “Non è una coincidenza che il 'Signor Dulles' di Rauff divenne in seguito il direttore della Central Intelligence Agency, o che James Jesus Angleton divenne capo del controspionaggio della Cia. In tutta la sua carriera Angleton mantenne il controllo esclusivo della collaborazione dell'intelligence americana con il Vaticano. Qualunque siano le ragioni americane, è incontestabile che Rauff fu scarcerato e tornò al suo appartamento a Milano.”(Ibid.; p. 39.)
- “Secondo la pubblicazione francese Cercle Noir, Rauff prese contatto con l'arcivescovo Siri di Genova e andò subito a lavorare per il Vaticano nella creazione di un sistema di traffico clandestino di nazisti. Oltre ai suoi elevati livelli di contatti americani e vaticani, il contributo principale di Rauff al sistema di contrabbando di Hudal potrebbe essere stato finanziario. L'uomo che fu artefice del programma di camion mobile a gas adesso era diventato un riciclatore di denaro, con l'aiuto di Frederico Schwendt, ex collega di Rauff alle SS. Schwendt è considerato tra i più grandi falsari della storia, avendo egli falsificato milioni di banconote durante la guerra, come parte di un'operazione delle SS con nome in codice Wendig.”(Idem.)
Giuseppe Siri - “L'intenzione originale era di indebolire e forse distruggere le economie alleate, ma, mentre la guerra volgeva al termine, Schwendt riciclava il denaro contraffatto attraverso vari istituti di credito per la prima rete di fuga. Wiesenthal sostiene che Schwendt girò i proventi verso il suo vecchio compagno, Walter Rauff.”(Idem.)
- “Tuttavia Jarschel ha una versione leggermente diversa. Egli sostiene che Hudal contattò Rauff nel luglio del 1945, chiedendogli di venire a Roma per un incontro segreto. Questo si rivelò impossibile; quindi, al suo posto Hudal suggerì che Rauff viaggiasse a Genova per contattare il neo nominato e fortemente anticomunista arcivescovo Siri, un altro attore chiave nel funzionamento del traffico di nazisti. Rauff andò a Genova e venne ricevuto da uno dei segretari privati di Siri. Jarschel sostiene che gli fu data una somma considerevole di denaro e un passaporto della Croce Rossa con un visto valido per la Siria. Egli quindi tornò a Milano e istituì la rete di fuga.”(Idem.)
- “Forse la verità sta da qualche parte nel mezzo: Rauff probabilmente usò il denaro di Siri per aumentare i proventi dall'operazione di riciclo di denaro contraffatto. Jarschel e Cercle Noir concordano entrambi che, nel corso dei successivi quattro anni, alcuni dei criminali di guerra nazisti più ricercati passarono da Rauff a Milano, al vescovo Hudal all'Anima di Roma e successivamente all'arcivescovo Siri a Genova. Qui si imbarcavano nelle navi e partivano per una nuova vita in Sud America...”(Ibid.; pp. 39–40.)
- Uno dei più efferati nazisti che fuggirono con l'aiuto del Vaticano fu Ante Pavelic, capo del brutale governo croato ustascia nella seconda guerra mondiale. Prima di fuggire in Argentina (dove divenne un collaboratore di Juan Peron), Pavelic venne effettivamente messo al riparo a Castelgandolfo, la residenza estiva del papa. “...nel maggio 1946, l'intelligence americana scoprì da una fonte molto confidenziale, che il Poglavnik viveva 'vicino a Roma in un edificio che è sotto la giurisdizione del Vaticano.'Questo avvenne subito dopo che Pavelic era arrivato a Roma dall'Austria, ed è ormai noto che Poglavnik, come Ferenc Vajta, si rifugiò effettivamente a Castelgandolfo, dove si trovava la residenza estiva del papa. Sembra che molti nazisti gravitassero a Castelgandolfo, considerato che Pavelic era ospitato con un ex ministro del governo rumeno nazista. [il corsivo è di Mr. Emory’s.]” (Ibid.; p. 78.)
Ante Pavelic - Successivamente il programma espone la documentazione sulla veridicità delle accuse dei querelanti nella sopracitata causa contro la Banca Vaticana. Le “ratlines” vaticane, le reti di fuga naziste della Chiesa, furono presiedute dal vescovo Alois Hudal e da padre Draganovic (il “prete d'oro”). Draganovic contribuì ad animare il saccheggio ustascia della Jugoslavia. Nel periodo immediatamente successivo alla guerra, il bottino ustascia venne utilizzato, in parte, per finanziare una guerriglia contro il regime jugoslavo. Questi ustascia ricostituiti vennero definiti “Krizari” - crociati. La campagna dei Krizari venne amministrata dai servizi segreti britannici, che assistettero il Vaticano nell'esodo del bottino ustascia. Ancora una volta, il “Pavelic” a cui ci si riferisce nel brano seguente era Ante Pavelic, il Fuhrer del regime ustascia, che diventò, dopo la guerra, un consulente di fiducia del dittatore Juan Peron. “... Con l'aiuto dei sacerdoti cattolici, Pavelic aveva cominciato a trasferire grandi quantità di oro e valuta in Svizzera nei primi mesi del 1944. Parte del tesoro fu portato in Italia dal tenente colonnello britannico Jonson per finanziare le forze Krizari. Un'altra parte andò a Roma con Draganovic e finì anche per finanziare la rete terrorista.”(Ibid.; p. 132.)
- “Ma oltre 2400 chili d'oro e altri oggetti di valore rimasero ancora segretati a Berna. Questi dovevano essere usati per 'aiutare i profughi della religione cattolica', ma vennero in realtà destinati alle operazioni clandestine degli ustascia. Anche se gli Alleati avevano temporaneamente impedito loro di accedere a questi fondi, all'inizio del 1948 era giunto il momento di usare la Chiesa per recuperare il bottino.”(Idem.)
- “A Berna, gli ustascia amici di Rozman erano impegnati in una frode in grande stile, utilizzando il mercato nero per convertire l'oro in dollari, e più tardi, in scellini austriaci. 'L'aiuto ai profughi è contabilizzato al tasso ufficiale di cambio per i dollari', notarono gli ufficiali americani, aggiungendo che 'sono state effettuate pratiche scorrette' (ufficialmente il dollaro vale dieci scellini; al mercato nero nel vale da 100 a 150). Secondo informazioni attendibili:'Rozman sta andando a Berna per prendersi cura di queste finanze. Il denaro è in una banca svizzera, ed egli ha intenzione di inviare la maggior parte di esso verso l'Italia e da lì agli ustascia in Argentina.'”(Ibid.; pp. 132–133.)
- “Poco tempo dopo Rozman arrivò debitamente a Berna insieme al vescovo Ivan Saric, il 'boia' di Sarajevo. Entro la fine di maggio del 1948 Rozman aveva apparentemente portato a termine questa operazione di riciclaggio di denaro per gli ustascia, quindi egli visitò il Consolato degli Stati Uniti a Zurigo, dove gli venne dato un 'visto di immigrazione fuori quota come ministro di religione'. Egli viaggiò poi negli Stati Uniti e si stabilì a Cleveland, in Ohio. Il circolo era ormai quasi completato. Il 'tesoro' rubato di Pavelic venne rintracciato attraverso un attento monitoraggio dei movimenti e delle attività del vescovo a Lubiana...”(Ibid.; p. 133.)
- “William Gowen ed i suoi colleghi del CIC avevano iniziato a svelare il ruolo della Gran Bretagna nelle operazioni dei Krizari durante la loro caccia di Ante Pavelic nel 1947. Come già discusso, essi scoprirono presto che il Vaticano stava proteggendo Pavelic, con la connivenza del servizi segreti britannici (SIS). Nel corso della dimostrazione di ciò, Gowen confermò anche le affermazioni sensazionali fatte da Ferec Vajta. Si ricordi che il contatto ungherese nazista americano aveva detto che il SIS era dietro la rinascita militare e politica degli ustascia.”(Ibid.; p. 122.)
- “Gowen investigò le finanze dei Krizari e presto scoprì la sgradevole verità: il denaro proveniva in parte dal 'tesoro' che gli 'scagnozzi di Pavelic' avevano portato fuori dalla Croazia. Secondo Gowen, gli ustascia erano fuggiti con un gran numero di camion carichi di questo bottino rubato. Quando il SIS britannico arrestò Pavelic in Austria nel maggio del 1945, esso raccolse anche una parte del suo bottino. Gowen riteneva come 'vicina alla verità' la seguente versione di ciò che era realmente accaduto:'Il tenente colonnello britannico Jonson fu messo a capo di due (2) camion carichi di presunte proprietà della Chiesa cattolica nella zona britannica dell'Austria. Questi due (2) camion, accompagnati da un certo numero di sacerdoti e ufficiali inglesi, entrarono poi in Italia e andarono verso una destinazione sconosciuta.'”(Ibid.; p. 123.)
- “Il maggiore Stephen Clissold confermò che tali 'camion del tesoro' ustascia avevano infatti raggiunto l'Austria. Non sorprende che Clissold non abbia menzionato il ruolo britannico nello spostamento di essi in Italia, sostenendo invece che 'sono stati depositati in custodia ad un monastero'; ma Gowen era certo che gli inglesi stavano adesso usandoli per finanziare 'il movimento di resistenza croata in Yugoslavia. Le forze di resistenza...vanno sotto il nome di Krizari (Crociati)...Il contatto radio è mantenuto per mezzo di una radio da campo gestita da Vrancic, un ex ministro di Pavelic che si trova nella zona inglese dell'Austria. Si pensa che il servizio di corriere ustascia nelle zone austriache sia aiutato dalla Chiesa Cattolica Romana in Austria. Il cardinale Graz è conosciuto per essere in stretti rapporti con...il professore Draganovic, Krunoslav, un noto contatto di Pavelic a Roma.'”(Idem.)
- “Ancora un volta l'intelligence occidentale scoprì che padre Draganovic era al centro delle attività clandestine degli ustascia. Egli infatti era noto, nell'intelligence occidentale e nei circoli di emigrati, come 'il prete d'oro', perché controllava gran parte del tesoro rubato. Anche se il colonnello Jonson portò via due camion nel 1945, questo fu solo una piccola parte del bottino di Pavelic.”(Idem.)
- “Quattrocento chili d'oro, del valore di milioni di dollari, e una notevole quantità di valuta estera erano stati occultati a Wolfsberg, dove erano sotto il controllo dell'ex ministro ustascia Lovro Susic. Draganovic scoprì questo da alti funzionari ustascia durante la sua visita in Austria a metà del 1945. Essi erano apparentemente determinati a mantenere una certa indipendenza dagli inglesi, che temevano potessero impossessarsi dell'oro, così chiesero a Draganovic di portarlo in salvo. Il sacerdote era fin troppo disposto a fargli questa cortesia, visto che contattò Susic e con il suo accordo portarono quaranta chili di lingotti d'oro a Roma, nascosto in due casse da imballaggio. Non vi è alcun dubbio circa le strette connessioni di Draganovic con la gerarchia ustascia in questo schema di riciclaggio di denaro...”(Ibid.; pp. 123–124.)
- Un altro dei criminali di guerra croati che trasse beneficio delle Ratline fu Srecko Rover. Negli anni novanta Rover ritornò in Croazia per diventare un consulente per il "nuovo" governo croato nelle sue atrocità commesse contro i serbi e i musulmani bosniaci. (Per ulteriori informazioni sugli ustascia croati e la loro influenza sul "nuovo" governo croato, vedere, tra gli altri programmi, FTR#48.) Non è un caso che Srecko Rover, il luogotenente di Pavelic (il cui ruolo nelle brutali atrocità a Sarajevo e nel suo intorno, durante la seconda guerra mondiale e nelle reti terroristiche dell'intelligence britannica alla fine degli anni quaranta, è documentato al Capitolo 6 di questo libro) fornì una consulenza specialistica al governo di Tudjman su come condurre un buon massacro. Né è un caso che Rover e i suoi compagni ustascia, che furono trasportati clandestinamente dalle Ratline vaticane verso Argentina, America, Canada, Australia e Gran Bretagna, addestrarono una nuova generazione di criminali di guerra croati formati dall'Occidente, che lasciavano i loro paesi di adozione per macellare serbi e musulmani nelle guerre dei Balcani degli anni novanta.”(Ibid.; p. xvi.)
- In seguito il programma si è rivolto ad un invito che John Loftus aveva ricevuto per partecipare ad un evento in Argentina, presumibilmente per aiutare a far luce sui criminali di guerra nazisti e il loro esodo verso l'Argentina. Ciò avvenne nel periodo immediatamente successivo dell'impegno di Loftus nell'aiutare la scoperta e l'estradizione del criminale di guerra nazista Eric Priebke, l'autore del massacro delle Fosse Ardeatine a Roma durante la seconda guerra mondiale. Priebke fu tra i nazisti che beneficiarono delle Ratline. “...Improvvisamente, John Loftus, uno degli autori di questo libro, ricevette un invito da parte del governo Menem, per recarsi a Buenos Aires al fine di prendere parte ad un Seminario Internazionale sull'Antisemitismo. Non ci volle molto per scoprire il perché: il governo argentino voleva che lui parlasse dei nazisti in America, per sferrare un colpo lontano dai nazisti in Argentina. Il convegno si rivelò essere uno sforzo di pubbliche relazioni per sorvolare il lato oscuro di Juan ed Evita Peron nel fornire i visti argentini al Vaticano per trasportare clandestinamente i nazisti fuori dall'Europa, che documentiamo più avanti in questo libro. Diversi oratori ridussero al minimo la presenza dei nazisti in Argentina, prendevano le difese dei Peron, ed elogiavano il presidente Menem per la sua coraggiosa decisione di aprire i file di immigrazioni in Argentina per l'ispezione.” (Ibid.; p. xiii.)
Eric Priebke - Si noti che il governo di Menem continuò a mascherare la verità circa la misura del coinvolgimento nazista con l'Argentina. Si noti, inoltre, che Priebke continuò ad essere protetto da elementi potenti che non vogliono che venga a galla la verità sulle Ratline e sulla complicità di coloro che vi parteciparono. “...Come dimostrato da questo libro, Juan ed Evita Peron accolsero alcuni dei peggiori assassini di massa nazisti della seconda guerra mondiale, tra cui Ante Pavelic, il capo dello stato 'indipendente' della Croazia. Pavelic e quasi l'intero gabinetto del suo sanguinario governo ustascia, tramite il Vaticano erano emigrati a Buenos Aires, dove Peron rese prontamente Pavelic uno dei suoi maggiori 'consiglieri per la sicurezza'. Nemmeno i fatti accuratamente presentati smossero il governo Menem. Passarono mesi e sembrava che Priebke avesse subito poco più che una custodia 'protettiva' sotto l'occhio benevolo degli argentini. Alla fine, tuttavia, dovettero consegnare Priebke sulla scia di una campagna internazionale quasi senza precedenti.” (Ibid.; pp. Xiii-xiv.)
Juan ed Evita Peron - “Molte delle nostre fonti di intelligence ci avevano avvertito che Priebke era ancora protetto. Sa troppo delle ratline del Vaticano in Argentina affinché possa mai essergli concesso di affrontare un processo. Sorprendentemente, il tribunale italiano assolse Priebke per un cavillo. Il popolo di Roma oscurò le luci della città in segno di protesta. Il mattino successivo Priebke fu riarrestato. La Corte Suprema italiana aveva stabilito che egli doveva essere processato in un tribunale civile. Ma, per nostra sfortuna, Priebke ha ricevuto solo una condanna a cinque anni, più o meno l'equivalente a una settimana di carcere per ogni persona che aveva ucciso nelle Fosse Ardeatine.”(Ibid.; p. xiv.)
- “Come avremmo scoperto, Pribke fu effettivamente protetto dalle forze caritatevoli. Priebke sapeva troppo delle ratline del Vaticano, e non passò nemmeno il suo tempo in prigione, ma visse comodamente per molti mesi sotto gli 'arresti domiciliari' in un convento cattolico. Nel marzo 1998, il tribunale militare italiano considerò ancora il suo caso, e questa volta decise di metterlo in prigione per tutta la vita. In questo periodo Priebke venne trasferito in un ospedale situato, ironia della sorte, nel quartiere ebraico di Roma. Mentre scriviamo, nell'aprile del 1998, sembra improbabile che Priebke trascorrerà più di un paio di giorni simbolici della sua 'condanna a vita' in una prigione.”(Idem.) [nota di nwo-truthresearch: infatti “causa della sua età avanzata, sia a Priebke che ad Hass fu concessa la detenzione domiciliare."[...]"Dal 2009, godendo ancora di ottima salute, gli è concesso uscire di casa 'per fare la spesa, andare a messa, in farmacia' ed affrontare 'indispensabili esigenze di vita'. La conferma è arrivata dal suo legale Paolo Giachini. Questa concessione è stata resa nota solo nel mese di ottobre 2010." fonte]
- Più avanti il programma commenta alcune delle informazioni circa la crociata per la libertà e la complicità dei funzionari di alto rango del GOP nel favorire la ricollocazione dei nazisti verso gli Stati Uniti. Per maggiori informazioni su ciò, si veda, tra gli altri programmi, FTR#465.
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articolo originale:
http://spitfirelist.com/for-the-record/ftr-532-interview-with-john-loftus/
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Ratlines: I Criminali Nazisti Salvati dal Vaticano