mercoledì 6 febbraio 2013

Le Riduzioni Gesuite del Paraguay: un modello per il NWO?



Di seguito trovate la traduzione di un capitolo del libro The Secret History of the Jesuit di Edmond Paris, dal titolo The Americas: The Jesuit State of Paraguay, che parla del regime socialista-comunista che i Gesuiti impiantarono nel Paraguay.

Già parlammo delle riduzioni del Paraguay traducendo, tempo fa, un capitolo del libro The Enemy Unmasked di Bill Huges; qui si legge:



A partire dal 1600, i Gesuiti crearono un regime comunista in Paraguay, che alla fine portò alla scomparsa dei Gesuiti nel 1700.

I Gesuiti, come è noto, dal 1650 al 1750 tenerono regioni molto ampie del Paraguay sotto il controllo missionario. Più di un quarto di milione di indigeni lavorarono sotto la loro direzione, e nessun pagamento veniva dato loro direttamente...Essi furono istruiti, formati, ospitati, vestiti, nutriti e, in qualche misura, fatti divertire, ma che fine fecero i profitti in surplus delle loro fatiche e degli intensi scambi commerciali che furono portati avanti? Si dice che furono impiegate oltre duemila barche per trasportare merci e beni sul fiume Paranà; e il valore economico delle Riduzioni fu senza ombra di dubbio molto grande: così grande infatti da risvegliare l'invidia dei commerciati Spagnoli e Portoghesi.
Robertson [storico contemporaneo] ha stimato che le riduzioni rappresentarono almeno 25 milioni di dollari di capitale per la Società. Boyd Barrett, The Jesuit Enigma, New York: Boni & Liveright, p. 211.

Le riduzioni erano Comuni Comuniste impostate come impianti di produzione con gli indiani Guaranì come schiavi. I prodotti che producevano venivano venduti in Europa e arricchivano notevolmente l'Ordine dei Gesuiti.

Le Riduzioni producevano erbe, pelli, sego, orologi e altri beni, che i Gesuiti commerciavano in Europa con la loro grande flotta di navi. Gli utili furono utilizzati per finanziare le guerre contro le nazioni Protestanti che avevano giurato di distruggere. Ma tutta questa ricchezza e potere fu acquisita in segreto, mentre i Re di Portogallo e Spagna non sapevano nulla delle riduzioni. Eric Phelps, Vatican Assassins, Halycon Unified Services, p. 189."

Il sito web dei gesuiti (Gesuiti.it, ma anche Vatican.va), nel lodare tali costrutti, descrive molto bene questo tipo di società rigidamente centralizzata:




Al loro apogeo nel 1731 le riduzioni gesuitiche del Paraguay contavano 141.242 indiani cristiani. La grande forza delle riduzioni gesuitiche era il loro isolamento e la loro speciale organizzazione : la terra era proprietà del comune, escludendo tutti i non-indiani, anche gli impiegati spagnoli; la proprietà privata delle famiglie era ridotta ad un minimo. Il nutrimento, il vestito e l'alloggio erano uguali per tutti. La suprema direzione nel temporale e nello spirituale e la giurisdizione erano in mano dei missionari “ (il grassetto è il nostro)



E' importante studiare questo capitolo della storia dei gesuiti perché tale esperimento di società socialista-comunista ante litteram impiantata dai Gesuiti nel Paraguay potrebbe fungere ora come una sorta di modello per la teocrazia che gli stessi vogliono impiantare in tutto il mondo con il Nuovo Ordine Mondiale (la “nuova evangelizzazione” per il “bene comune” con annessa “autorità mondiale” di Ratzinger): una società, cioè, rigidamente pianificata dal potere teocratico con l'ausilio però delle moderne tecnologie avanzate e dominata da ”un pugno di ferro in guanto di velluto”, dove ad ogni persona del globo non sarà lasciata alcuna libertà, e dove chi sgarra sarà severamente punito. Il tutto Ad Maiorem Dei Gloriam.



Nell'immagine sopra un estratto del Discorso Del "Santo" Padre Benedetto XVI Ai Partecipanti Alla Plenaria Del Pontificio Consiglio Della Giustizia E Della Pace, Sala del Concistoro, Lunedì, 3 dicembre 2012






di Edmond Paris 
estratto del libro The Secret History of the Jesuits
pag. 55-58
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.it




I missionari della Compagnia di Gesù trovarono che il Nuovo Mondo era molto più favorevole al loro proselitismo rispetto all'Asia. Lì essi non trovarono nessuna antica e colta civiltà, nessuna religione solidamente stabilita, né alcuna tradizione filosofica, ma solo tribù povere e barbare, disarmate sia spiritualmente che materialmente prima dei bianchi conquistatori. Solo i popoli del Messico e del Perù, con la memoria degli dei Aztechi e Inca ancora fresca nelle loro menti, resistettero a questa religione importata per un periodo piuttosto lungo. Inoltre, i domenicani e i francescani si erano già solidamente stabiliti. Fu allora, tra le tribù selvagge, tra i cacciatori e i pescatori nomadi, che i figli di Loyola esercitarono la loro attività divoratrice; i loro risultati variarono a seconda della fierezza e dell'opposizione delle varie popolazioni.

In Canada, gli Uroni, pacifici e docili, accettarono facilmente il loro catechismo, ma i loro nemici, gli Irochesi, attaccarono le postazioni create attorno a Fort Sainte-Maire e massacrarono gli abitanti. Gli Uroni furono praticamente sterminati nel giro di dieci anni e, nel 1649, i Gesuiti dovettero abbandonarli con circa 300 sopravvissuti. Essi non fecero una forte impressione quando si diressero attraverso i territori che oggi costituiscono gli Stati Uniti, e fu solo nel corso del 19° secolo che iniziarono a mettere radici in quella parte del continente.

In Sud America l'azione dei Gesuiti incontrò buona e cattiva sorte. Nel 1546 i portoghesi li avevano chiamati a lavorare nei territori che essi possedevano in Brasile; mentre erano impegnati a convertire i nativi essi incorsero in molti conflitti con l'autorità civile e gli altri ordini religiosi. La stessa cosa accadde a Nuova Granada. Ma il Paraguay divenne la terra per la grande “esperienza” di colonizzazione gesuitica; questo paese si ampliò in seguito dall'Atlantico alle Ande e incluse territori che oggi appartengono al Brasile, all'Uruguay e all'Argentina. Il solo mezzo di accesso attraverso la foresta vergine era quello sui fiumi Paraguay e Paranà. La popolazione di quella terra era composta da indiani nomadi e docili, pronti a piegarsi al dominio di chicchessia fintantoché fossero riforniti con cibo sufficiente ed un po' di tabacco. I Gesuiti non poterono trovare migliori condizioni al fine di stabilire, lontano dalla corruzione dei bianchi e dei meticci, il tipo perfetto di colonia, un città di Dio, secondo il desiderio del loro cuore. All'inizio del 17° secolo il Paraguay fu fatto diventare una Provincia dal Generale dell'Ordine a cui erano stati conferiti tutti i poteri dalla Corte Spagnola, e lo “Stato Gesuita” si sviluppò e fiorì.

Questi buoni selvaggi furono debitamente educati e addestrati a vivere una vita sedentaria sotto una disciplina tanto gentile quanto forte:”come un pugno di ferro in guanto di velluto.”

Queste società patriarcali ignorarono deliberatamente ogni libertà di qualsiasi tipo. “Tutto ciò che un cristiano possiede e usa, la capanna in cui vive, i campi che coltiva, il bestiame che fornisce cibo e vestiti, le armi che porta, gli strumenti con cui lavora, persino l'unico coltello da tavola fornito ad ogni giovane coppia quando mette su casa, è di proprietà del Dio di “Tupambac”. Dalla stessa concezione si ha che il “cristiano” non può disporre liberamente del proprio tempo e della propria persona. Il lattante è sotto la protezione di sua madre. Appena può camminare egli è sotto il potere dei Padri o dei loro agenti...Quando il bambino cresce, se si tratta di una ragazza, impara a filare e tessere, se si tratta di un ragazzo, a leggere e scrivere, ma solo in Guaranì; lo spagnolo è severamente vietato in modo tale da prevenire qualsiasi commercio con i creoli corrotti...Appena una ragazza compie 14 anni e un ragazzo 16, essi vengono sposati, mentre i Padri sono ansiosi di non vederli cadere in qualche peccato carnale...Nessuno di loro può diventare monaco sacerdote, e tanto meno Gesuita...Ad essi non è stata lasciata praticamente alcuna libertà. Ma essi sono ovviamente molto felici, materialmente parlando...Al mattino, dopo la messa, ogni gruppo di lavoratori va nei campi, uno dopo l'altro, cantando e preceduto da qualche immagine sacra; la sera torna al villaggio nello stesso modo, per ascoltare il catechismo o recitare il rosario. I Padri hanno anche pensato alcuni onesti divertimenti e ricreazioni per i “cristiani”...”


”I Gesuiti vegliano su di loro come padri, e, come fanno anche i padri, essi puniscono i più piccoli errori...La frusta, il digiuno, il carcere, la gogna sulla pubblica piazza, la pubblica penitenza nella Chiesa, questi sono i castighi che utilizzano...Così, i “rossi” figli del Paraguay non conoscono altra autorità che quella dei buoni Padri. Essi non sospettano neppure lontanamente che il re di Spagna è il loro sovrano.”(8)

Non è questo un quadro alquanto caricaturato della perfetta immagine della società teocratica ideale? Ma vediamo come essa ha influito sul progresso intellettuale e morale dei beneficiari di tale sistema, questi “poveri innocenti”, come furono chiamati dal marchese di Loreto:”L'alta cultura delle missioni non è altro che un prodotto artificiale di una serra, che porta in se un seme di morte. Perché, a dispetto di tutto questo addomesticamento e formazione, il Guaranì è rimasto in profondità quello che era: un pigro selvaggio, gretto, sensuale, avido e sordido. Come dicono gli stessi Padri, lavora solo quando sente il pungolo del sorvegliante dietro di lui. Non appena è lasciato a se stesso, egli è indifferente al fatto che la raccolta sta marcendo nel campo, gli attrezzi si stanno deteriorando e le mandrie sono disperse; se egli non è osservato quando lavora nei campi, può anche liberare improvvisamente un bue e macellarlo sul posto, accendere un fuoco con il legno dell'aratro e, con i suoi compagni, iniziare a mangiare la carne a metà cottura fino a quando non ne lascia più traccia. Egli sa che riceverà 25 botte di frusta per questo, ma sa anche che i buoni Padri non lo lascerebbero mai morire di fame.”(9)

In un libro pubblicato di recente si può leggere la seguente indicazione relativa alle punizioni dei Gesuiti:”Il colpevole, vestito con gli abiti del penitente, è stato scortato in Chiesa, dove ha confessato la sua colpa. Poi è stato frustato sulla pubblica piazza in base al codice penale...I colpevoli ricevevano sempre questo castigo non solo senza lamenti, ma anche con ringraziamenti...”. “Il colpevole, dopo essere stato punito e riconciliato, baciava la mano di colui che lo aveva colpito, dicendo:”Dio vi ricompensi per la mia liberazione, attraverso questa leggera punizione, dai dolori eterni che mi minacciavano.”(10)


Dopo aver letto ciò, possiamo comprendere la conclusione del Sig. H. Boehmer:”La vita morale del Guaranì si arricchisce molto poco sotto la disciplina dei Padri. Egli è diventato un cattolico devoto e superstizioso che vede miracoli dappertutto e che sembra godere flagellando se stesso fin che non appare il sangue; egli imparò ad obbedire e divenne affezionato ai buoni Padri, che avevano così buona cura di lui, con una gratitudine filiale, che, anche se non molto profonda, fu nondimeno molto tenace. Questo risultato non molto brillante prova che ci fosse qualche difetto importante nei metodi educativi dei Padri. Che cos'era quel difetto? Il fatto che essi non provarono mai a sviluppare, nei loro bambini “rossi”, le facoltà inventive, il bisogno dell'attività, il senso di responsabilità; essi stessi inventavano giochi e ricreazioni per i loro cristiani; invece di incoraggiarli a pensare per se stessi, essi pensavano per loro; essi, invece di educarli, si limitavano a sottoporre ad un “addomesticamento” meccanico coloro che erano sotto la loro cura." [11]

Come poteva essere altrimenti, quando essi stessi avevano subito un “addomesticamento” della durata di quattordici anni? Come potevano andare a insegnare ai Guaranì e ai loro allievi bianchi di “pensare autonomamente”, quando ad essi era assolutamente vietato di farlo?

Non è un vecchio gesuita, ma uno contemporaneo che scrive:”Egli (il gesuita) non deve dimenticare che la caratteristica virtù della Compagnia è la totale obbedienza dell'azione, della volontà, e anche del giudizio...Tutti i superiori saranno legati allo stesso modo e quelli più in alto e il Padre Generale lo sarà al Santo Padre...E' stato predisposto in modo da rendere universalmente efficace l'autorità della Santa Sede, e Sant'Ignazio era sicuro che l'insegnamento e l'educazione da allora in poi avrebbero riportato all'unità cattolica un'Europa lacerata.”

E' con la speranza di “riformare il mondo”, ha scritto Padre Bonhours, “che egli ha valorizzato in modo particolare questo mezzo: l'istruzione della gioventù...”(12)

L'educazione dei nativi del Paraguay si svolse secondo gli stessi principi che i Padri sono abituati ad applicare, applicano adesso e applicheranno su tutti e in ogni luogo; questo il loro scopo, deplorato dal signor Boehmer, ma che era un ideale agli occhi di quei fanatici: la rinuncia ad ogni giudizio personale, ad ogni iniziativa, una cieca sottomissione ai superiori. Non è quella “altezza della libertà”, “la liberazione dalla propria schiavitù” lodata da R.P. Rouquette e di cui abbiamo parlato in precedenza?

In realtà i buoni Guaranì erano stati “liberati” così bene attraverso il metodo gesuitico per più di 150 anni che, quando i loro padroni li abbandonarono nel corso del 18° secolo, essi tornarono nelle loro foreste e riabbracciarono i loro antichi costumi, come se non fosse successo niente.


(8) e (9) H. Boehmer, op.cit., pp. 197 ss.
(10)Clovis Lugon: "La Republique communiste chretienne des Guaranis" p.197.

(11) H.Boehmer, op.cit. pp.204-205.

(12) F. Charmot, s.j.: "La Pedagogie des Jesuites" (Edit. Spes, Paris 1943, p.39).