Di
seguito trovate la traduzione di un capitolo del libro The
Secret History of the Jesuit di Edmond Paris,
dal
titolo
The
Americas: The Jesuit State of Paraguay, che
parla del regime
socialista-comunista che i Gesuiti impiantarono nel Paraguay.
Già
parlammo delle riduzioni del Paraguay traducendo, tempo fa, un
capitolo del libro The
Enemy Unmasked di Bill Huges; qui
si legge:
“A
partire dal 1600, i Gesuiti crearono un regime comunista in Paraguay,
che alla fine portò alla scomparsa dei Gesuiti nel 1700.
I Gesuiti, come è noto, dal 1650 al 1750 tenerono regioni molto ampie del Paraguay sotto il controllo missionario. Più di un quarto di milione di indigeni lavorarono sotto la loro direzione, e nessun pagamento veniva dato loro direttamente...Essi furono istruiti, formati, ospitati, vestiti, nutriti e, in qualche misura, fatti divertire, ma che fine fecero i profitti in surplus delle loro fatiche e degli intensi scambi commerciali che furono portati avanti? Si dice che furono impiegate oltre duemila barche per trasportare merci e beni sul fiume Paranà; e il valore economico delle Riduzioni fu senza ombra di dubbio molto grande: così grande infatti da risvegliare l'invidia dei commerciati Spagnoli e Portoghesi.
Robertson [storico contemporaneo] ha stimato che le riduzioni rappresentarono almeno 25 milioni di dollari di capitale per la Società. Boyd Barrett, The Jesuit Enigma, New York: Boni & Liveright, p. 211.
Le
riduzioni erano Comuni Comuniste impostate come impianti di
produzione con gli indiani Guaranì come schiavi. I prodotti che
producevano venivano venduti in Europa e arricchivano notevolmente
l'Ordine dei Gesuiti.
Le Riduzioni producevano erbe, pelli, sego, orologi e altri beni, che i Gesuiti commerciavano in Europa con la loro grande flotta di navi. Gli utili furono utilizzati per finanziare le guerre contro le nazioni Protestanti che avevano giurato di distruggere. Ma tutta questa ricchezza e potere fu acquisita in segreto, mentre i Re di Portogallo e Spagna non sapevano nulla delle riduzioni. Eric Phelps, Vatican Assassins, Halycon Unified Services, p. 189."
Il
sito web dei gesuiti (Gesuiti.it, ma anche Vatican.va),
nel lodare tali costrutti, descrive molto bene questo tipo di società
rigidamente centralizzata:
“Al
loro apogeo nel 1731 le riduzioni gesuitiche del Paraguay contavano
141.242 indiani cristiani. La grande forza delle riduzioni gesuitiche
era il loro isolamento e la loro speciale organizzazione : la
terra era proprietà del comune, escludendo tutti i non-indiani,
anche gli impiegati spagnoli; la proprietà privata delle famiglie
era ridotta ad un minimo. Il nutrimento, il vestito e l'alloggio
erano uguali per tutti. La suprema direzione nel temporale e nello
spirituale e la giurisdizione erano in mano dei missionari
“ (il grassetto è il nostro)
E'
importante studiare questo capitolo della storia dei gesuiti perché
tale esperimento di società socialista-comunista ante litteram
impiantata dai Gesuiti nel Paraguay potrebbe fungere ora come una
sorta di modello per la teocrazia che gli stessi vogliono impiantare
in tutto il mondo con il Nuovo Ordine Mondiale (la “nuova
evangelizzazione” per il “bene comune” con annessa “autorità
mondiale” di Ratzinger):
una società, cioè, rigidamente pianificata dal potere teocratico
con l'ausilio però delle moderne tecnologie avanzate e dominata da
”un pugno di ferro in
guanto di velluto”, dove ad ogni persona del globo non sarà
lasciata alcuna libertà, e dove chi sgarra sarà severamente punito.
Il tutto Ad Maiorem
Dei Gloriam.
Nell'immagine
sopra un estratto del Discorso
Del "Santo" Padre Benedetto XVI Ai Partecipanti Alla
Plenaria Del Pontificio
Consiglio Della Giustizia E Della Pace,
Sala del Concistoro, Lunedì, 3 dicembre 2012
di
Edmond Paris
estratto del libro The Secret History of the Jesuits,
pag. 55-58
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.it
estratto del libro The Secret History of the Jesuits,
pag. 55-58
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.it
I
missionari della Compagnia di Gesù trovarono che il Nuovo Mondo era
molto più favorevole al loro proselitismo rispetto all'Asia. Lì
essi non trovarono nessuna antica e colta civiltà, nessuna religione
solidamente stabilita, né alcuna tradizione filosofica, ma solo
tribù povere e barbare, disarmate sia spiritualmente che
materialmente prima dei bianchi conquistatori. Solo i popoli del
Messico e del Perù, con la memoria degli dei Aztechi e Inca ancora
fresca nelle loro menti, resistettero a questa religione importata
per un periodo piuttosto lungo. Inoltre, i domenicani e i francescani
si erano già solidamente stabiliti. Fu allora, tra le tribù
selvagge, tra i cacciatori e i pescatori nomadi, che i figli di
Loyola esercitarono la loro attività divoratrice; i loro risultati
variarono a seconda della fierezza e dell'opposizione delle varie
popolazioni.
In
Canada, gli Uroni, pacifici e docili, accettarono facilmente il loro
catechismo, ma i loro nemici, gli Irochesi, attaccarono le postazioni
create attorno a Fort Sainte-Maire e massacrarono gli abitanti. Gli
Uroni furono praticamente sterminati nel giro di dieci anni e, nel
1649, i Gesuiti dovettero abbandonarli con circa 300 sopravvissuti.
Essi non fecero una forte impressione quando si diressero attraverso
i territori che oggi costituiscono gli Stati Uniti, e fu solo nel
corso del 19° secolo che iniziarono a mettere radici in quella parte
del continente.
In
Sud America l'azione dei Gesuiti incontrò buona e cattiva sorte. Nel
1546 i portoghesi li avevano chiamati a lavorare nei territori che
essi possedevano in Brasile; mentre erano impegnati a convertire i
nativi essi incorsero in molti conflitti con l'autorità civile e gli
altri ordini religiosi. La stessa cosa accadde a Nuova Granada. Ma il
Paraguay divenne la terra per la grande “esperienza” di
colonizzazione gesuitica; questo paese si ampliò in seguito
dall'Atlantico alle Ande e incluse territori che oggi appartengono al
Brasile, all'Uruguay e all'Argentina. Il solo mezzo di accesso
attraverso la foresta vergine era quello sui fiumi Paraguay e Paranà.
La popolazione di quella terra era composta da indiani nomadi e
docili, pronti a piegarsi al dominio di chicchessia fintantoché
fossero riforniti con cibo sufficiente ed un po' di tabacco. I
Gesuiti non poterono trovare migliori condizioni al fine di
stabilire, lontano dalla corruzione dei bianchi e dei meticci, il
tipo perfetto di colonia, un città di Dio, secondo il desiderio del
loro cuore. All'inizio del 17° secolo il Paraguay fu fatto diventare
una Provincia dal Generale dell'Ordine a cui erano stati conferiti
tutti i poteri dalla Corte Spagnola, e lo “Stato Gesuita” si
sviluppò e fiorì.
Questi
buoni selvaggi furono debitamente educati e addestrati a vivere una
vita sedentaria sotto una disciplina tanto gentile quanto forte:”come
un pugno di ferro in guanto di velluto.”
Queste
società patriarcali ignorarono deliberatamente ogni libertà di
qualsiasi tipo. “Tutto ciò che un cristiano possiede e usa, la
capanna in cui vive, i campi che coltiva, il bestiame che fornisce
cibo e vestiti, le armi che porta, gli strumenti con cui lavora,
persino l'unico coltello da tavola fornito ad ogni giovane coppia
quando mette su casa, è di proprietà del Dio di “Tupambac”.
Dalla stessa concezione si ha che il “cristiano” non può
disporre liberamente del proprio tempo e della propria persona. Il
lattante è sotto la protezione di sua madre. Appena può camminare
egli è sotto il potere dei Padri o dei loro agenti...Quando il
bambino cresce, se si tratta di una ragazza, impara a filare e
tessere, se si tratta di un ragazzo, a leggere e scrivere, ma solo in
Guaranì; lo spagnolo è severamente vietato in modo tale da
prevenire qualsiasi commercio con i creoli corrotti...Appena una
ragazza compie 14 anni e un ragazzo 16, essi vengono sposati, mentre
i Padri sono ansiosi di non vederli cadere in qualche peccato
carnale...Nessuno di loro può diventare monaco sacerdote, e tanto
meno Gesuita...Ad essi non è stata lasciata praticamente alcuna
libertà. Ma essi sono ovviamente molto felici, materialmente
parlando...Al mattino, dopo la messa, ogni gruppo di lavoratori va
nei campi, uno dopo l'altro, cantando e preceduto da qualche immagine
sacra; la sera torna al villaggio nello stesso modo, per ascoltare il
catechismo o recitare il rosario. I Padri hanno anche pensato alcuni
onesti divertimenti e ricreazioni per i “cristiani”...”
”I
Gesuiti vegliano su di loro come padri, e, come fanno anche i padri,
essi puniscono i più piccoli errori...La frusta, il digiuno, il
carcere, la gogna sulla pubblica piazza, la pubblica penitenza nella
Chiesa, questi sono i castighi che utilizzano...Così, i “rossi”
figli del Paraguay non conoscono altra autorità che quella dei buoni
Padri. Essi non sospettano neppure lontanamente che il re di Spagna è
il loro sovrano.”(8)
Non
è questo un quadro alquanto caricaturato della perfetta immagine
della società teocratica ideale? Ma vediamo come essa ha influito
sul progresso intellettuale e morale dei beneficiari di tale sistema,
questi “poveri innocenti”, come furono chiamati dal marchese di
Loreto:”L'alta cultura delle missioni non è altro che un prodotto
artificiale di una serra, che porta in se un seme di morte. Perché,
a dispetto di tutto questo addomesticamento e formazione, il Guaranì
è rimasto in profondità quello che era: un pigro selvaggio, gretto,
sensuale, avido e sordido. Come dicono gli stessi Padri, lavora solo
quando sente il pungolo del sorvegliante dietro di lui. Non appena è
lasciato a se stesso, egli è indifferente al fatto che la raccolta
sta marcendo nel campo, gli attrezzi si stanno deteriorando e le
mandrie sono disperse; se egli non è osservato quando lavora nei
campi, può anche liberare improvvisamente un bue e macellarlo sul
posto, accendere un fuoco con il legno dell'aratro e, con i suoi
compagni, iniziare a mangiare la carne a metà cottura fino a quando
non ne lascia più traccia. Egli sa che riceverà 25 botte di frusta
per questo, ma sa anche che i buoni Padri non lo lascerebbero mai
morire di fame.”(9)
In
un libro pubblicato di recente si può leggere la seguente
indicazione relativa alle punizioni dei Gesuiti:”Il colpevole,
vestito con gli abiti del penitente, è stato scortato in Chiesa,
dove ha confessato la sua colpa. Poi è stato frustato sulla pubblica
piazza in base al codice penale...I colpevoli ricevevano sempre
questo castigo non solo senza lamenti, ma anche con
ringraziamenti...”. “Il colpevole, dopo essere stato punito e
riconciliato, baciava la mano di colui che lo aveva colpito,
dicendo:”Dio vi ricompensi per la mia liberazione, attraverso
questa leggera punizione, dai dolori eterni che mi minacciavano.”(10)
Dopo
aver letto ciò, possiamo comprendere la conclusione del Sig. H.
Boehmer:”La vita morale del Guaranì si arricchisce molto poco
sotto la disciplina dei Padri. Egli è diventato un cattolico devoto
e superstizioso che vede miracoli dappertutto e che sembra godere
flagellando se stesso fin che non appare il sangue; egli imparò ad
obbedire e divenne affezionato ai buoni Padri, che avevano così
buona cura di lui, con una gratitudine filiale, che, anche se non
molto profonda, fu nondimeno molto tenace. Questo risultato non molto
brillante prova che ci fosse qualche difetto importante nei metodi
educativi dei Padri. Che cos'era quel difetto? Il fatto che essi non
provarono mai a sviluppare, nei loro bambini “rossi”, le facoltà
inventive, il bisogno dell'attività, il senso di responsabilità;
essi stessi inventavano giochi e ricreazioni per i loro cristiani;
invece di incoraggiarli a pensare per se stessi, essi pensavano per
loro; essi, invece di educarli, si limitavano a sottoporre ad un
“addomesticamento” meccanico coloro che erano sotto la loro cura."
[11]
Come
poteva essere altrimenti, quando essi stessi avevano subito un
“addomesticamento” della durata di quattordici anni? Come
potevano andare a insegnare ai Guaranì e ai loro allievi bianchi di
“pensare autonomamente”, quando ad essi era assolutamente vietato
di farlo?
Non
è un vecchio gesuita, ma uno contemporaneo che scrive:”Egli (il
gesuita) non deve dimenticare che la caratteristica virtù della
Compagnia è la totale obbedienza dell'azione, della volontà, e
anche del giudizio...Tutti i superiori saranno legati allo stesso
modo e quelli più in alto e il Padre Generale lo sarà al Santo
Padre...E' stato predisposto in modo da rendere universalmente
efficace l'autorità della Santa Sede, e Sant'Ignazio era sicuro che
l'insegnamento e l'educazione da allora in poi avrebbero riportato
all'unità cattolica un'Europa lacerata.”
E'
con la speranza di “riformare il mondo”, ha scritto Padre
Bonhours, “che egli ha valorizzato in modo particolare questo
mezzo: l'istruzione della gioventù...”(12)
L'educazione
dei nativi del Paraguay si svolse secondo gli stessi principi che i
Padri sono abituati ad applicare, applicano adesso e applicheranno su
tutti e in ogni luogo; questo il loro scopo, deplorato dal signor
Boehmer, ma che era un ideale agli occhi di quei fanatici: la
rinuncia ad ogni giudizio personale, ad ogni iniziativa, una cieca
sottomissione ai superiori. Non è quella “altezza della libertà”,
“la liberazione dalla propria schiavitù” lodata da R.P.
Rouquette e di cui abbiamo parlato in precedenza?
In
realtà i buoni Guaranì erano stati “liberati” così bene
attraverso il metodo gesuitico per più di 150 anni che, quando i
loro padroni li abbandonarono nel corso del 18° secolo, essi
tornarono nelle loro foreste e riabbracciarono i loro antichi
costumi, come se non fosse successo niente.
(10)Clovis
Lugon: "La Republique communiste chretienne des Guaranis"
p.197.
(11)
H.Boehmer, op.cit.
pp.204-205.
(12)
F. Charmot, s.j.: "La Pedagogie des Jesuites" (Edit. Spes,
Paris 1943, p.39).