Per
noi non è certo un mistero che Gesuiti, SMOM, Vaticano, Opus Dei,
Comunione e Liberazione e massoneria abbiano in mano la vita
culturale, politica ed economica nel nostro paese; non è la prima
volta che lo diciamo (ad esempio vedi qui
e qui).
Di Bersani,
Monti
e Berlusconi
e Grillo
abbiamo già parlato. Pertanto oggi vi parleremo di altri personaggi
del centrosinistra gesuitico-vaticano.
Partiamo
dal mensile di fede, politica, vita quotidiana Confronti che, in un
articolo di qualche tempo fa, dal titolo Il
più cattolico del reame, affermava che "ai
teocon
all’italiana della Casa delle libertà, nel centrosinistra si
contrappone uno schieramento di teoprog
sempre più nutrito e professante."
E andava giù con i nomi: un esempio lampante è Piero
Fassino,
il quale affermava
«Sono stato per nove anni allievo dei gesuiti a Torino – ha
dichiarato ai giornalisti – e questo mi ha consentito di rafforzare
la mia fede religiosa. Ed essere un uomo di sinistra non è in
contraddizione con la fede perché significa battersi per la
giustizia, l’uguaglianza, il rispetto della persona umana, che sono
valori a cui è attenta una fede religiosa come quella cattolica».
Scontato
è anche Rutelli, anch'egli allievo dei gesuiti. Dal sito gesuiti.it
leggiamo una sua intervista con Bruno Vespa, ecco i punti
essenziali:
"il
presidente della Margherita torna agli anni dell'infanzia,
all'educazione
cattolica della
prima giovinezza che si ricongiunge alle convinzioni della maturità
dopo l'ampia e dissacrante parentesi radicale.
[Rutelli] ha frequentato gli anni delle elementari in una scuola di suore, è stato per 7 anni al Massimo dai gesuiti. «Se incrocia la mia biografia con quella di Barbara, mia moglie, ci troverà entrambi attivisti della Cidros, l'organizzazione giovanile dei gesuiti impegnata nel volontariato». "
Nella
stessa intervista scopriamo che Rutelli in seguito "ruppe"
con i gesuiti per via delle classi solo maschili del Massimo:
"L'inquietudine
dei 16 anni mi portò a fare un discorso imprevisto a un incontro tra
insegnanti e genitori in cui chiesi l'istituzione delle classi miste
al Massimo, che le aveva solo maschili. Le classi miste arrivarono
dopo due anni, ma io
ruppi col Massimo
e mi iscrissi a un liceo statale. Nello stesso periodo, tra i 15 e i
19 anni, accompagnai
mia madre nei suoi itinerari di fede e di sofferenza, da Padre Pio a
Lourdes. Fu
un'esperienza atroce che probabilmente accelerò la mia rottura
prolungata con la fede e l'esperienza cristiana». "
Però,
dopo la militanza nelle file dei radicali, il nostro Rutelli ritorna
tra le braccia di Dio:
"«...Nel
'93, dopo una fulminea presenza nel governo Ciampi [Carlo
Azeglio Ciampi fu allievo dei gesuiti al «San Francesco Saverio» di
Livorno, ndr],
diventai sindaco di Roma».
E nacque la leggenda del Rutelli papalino…
Il riavvicinamento alla Chiesa era cominciato molto prima, con il battesimo di mio figlio all'inizio dell'83 e con la sua iscrizione all'ora di religione già alle materne, tre anni più tardi». "
Rutelli
fa la comunione da Ruini
Il
resto è amore vero:
"Nel '93 la riconversione di Rutelli diventò pubblica.
L'8
dicembre '93, ero sindaco da tre giorni, andai
ad accogliere il Papa ai piedi della statua dell'Immacolata e mi feci
il segno della croce.
Un operatore mi riprese e quel gesto risultò inaspettato. Polemiche?
Fui abbastanza rispettato. Sedici mesi dopo, nell'aprile del '95,
Barbara e io, sposati civilmente alla fine dell'82, celebravamo
il matrimonio religioso nella cappellina del Campidoglio
senza un fotografo e senza nemmeno la presenza dei nostri familiari.
La notizia trapelò 10 mesi più tardi, ma già dal giorno del
matrimonio ricevevo regolarmente la comunione.
Il resto è storia pubblica. Ma da allora il riavvicinamento di Rutelli alla Chiesa ha suscitato molti sospetti.
È
una cosa molto sgradevole. Da almeno 10 anni ci sono alcuni settori
che presentano il mio ritorno alla fede cristiana come un gesto
compiuto a freddo per il Giubileo. Quasi uno scambio, un
comportamento cinico. In realtà, la conclusione di questo percorso
lungo e complesso ha avuto più di un motore. Madre
Teresa di Calcutta:
l'ultima volta che la vedemmo nella sua casupola sulla via Casilina
eravamo con Francisco, il primo dei nostri figli adottivi. Madre
Teresa ci disse che ne avremmo avuti altri.
Ci sembrava incredibile, allora. Oggi in famiglia siamo sei. Ci
incoraggiò anche madre Flora Pallotta, una suora marchigiana
superiora di un piccolo ordine religioso missionario della
fanciullezza: da lei conoscemmo Francisco. "
Per
la cronaca vi invitiamo a leggere alcune notizie su Madre Teresa di
Calcutta, la "santa" così amata da Rutelli; ecco i link:
Gli
scopi umanitari non umani: Madre Teresa di CalcuttaLa posizione della missionaria
Riprendendo l'articolo di
Confronti, alcuni potrebbero sorprendersi che persino Vendola, cioè
colui che è stato tra i fondatori del Partito della Rifondazione
Comunista, sia un credente. Si, proprio quel Vendola di cui tanto
parla Gianni Lannes nei suoi post dai titoli eloquenti: VENDOLA
DISTRUGGE LA PUGLIA, VENDOLA
CONDANNA A MORTE IL SALENTO, PETROLIO
IN MARE: LE “BALLE” DI VENDOLA, ecc.
L'articolo di Confronti rivela il
Vendola cattolico contestatore:
"E
nel settembre «dell’identità
cattolica» ha voluto dire la sua anche
il presidente della Regione Puglia, Nichi
Vendola, che a Napoli, «parlando
da cattolico», ha affermato che «la
posizione incarnata dai vertici della Cei fa male alla Chiesa
esponendo il magistero su un terreno improprio. L’atteggiamento
assunto a proposito dei Pacs – ha detto – scortica l’integrità
del messaggio evangelico perché diventa troppo un pezzo della
politica. Il Vangelo non diventi mai uno strumento di lotta e un
corpo contundente da poter usare contro i diritti delle persone».
Amen. Ma chi di omelia ferisce di omelia perisce. E subito è giunta
la replica di mons. Cosmo Francesco
Ruppi, arcivescovo a Lecce: «Non
è nostra intenzione entrare in polemica con chi, pur dichiarandosi
cattolico, si scosta visibilmente dall’insegnamento della Chiesa in
materia di famiglia, di etica e di costumi sessuali», ma «non è
possibile essere cattolici e disattendere il magistero. O si è
cattolici o non lo si è, non si può essere cattolici a metà quando
ci conviene». «Da credente rispondo a
Dio, non al vescovo di Lecce», ha controreplicato Vendola,
ma resta il dubbio se il governatore di
una istituzione pubblica debba necessariamente avventurarsi in queste
dispute ecclesiali e teologiche sventolando il suo vessillo di
identità cattolica. "
Dal sito
ufficale di Nichi Vendola apprendiamo che egli è "nato a
Bari il 26 Agosto 1958, in una famiglia cattolica e comunista."
Dal
sito UAAR
leggiamo:"Vendola
ha rivendicato la sua fede cattolica,
“una delle tante diversità che vi dovete beccare del vostro
portavoce” e che “non intendo nascondere”, perché “è
la mia vita ed è stata la mia culla”.
In fondo in fondo il "compagno" Vendola vuole che
ritorniamo tutti come pecorelle in seno a Madre Chiesa dialogando:
“guai se a questo rispondessimo con vecchie pulsioni anticlericali,
dobbiamo invece rilanciare dialoghi, aprire varchi”, afferma
citando Gramsci che “irrideva un certo anticlericalismo.” E
lui sa che, per fare carriera, bisogna dialogare con le persone
giuste all'interno della Chiesa: i Gesuiti!
Infatti il
"contestatore" Vendola è stato ospite alla Fondazione
Stensen dei Gesuiti, la stessa Fondazione che ha accolto anche Beppe
Grillo. In un
articolo di cronaca locale di Firenze (nove.firenze.it) dal
titolo 'Conversazioni
con Ichino, Maroni e Vendola allo Stensen',
datato 28 ottobre 2010, leggiamo:
"Saranno
Pietro Ichino,
Roberto Maroni
e Nichi Vendola
gli ospiti de "Il
cittadino e il senso dello Stato",
il ciclo di conversazioni con politici, sociologi ed esponenti di
diverse tradizioni socio-culturali organizzate dalla Fondazione
Stensen di Firenze,
diretta dai
padri gesuiti."
Un
altro articolo tratto dal sito nove.firenze.it, datato 5 maggio 2005,
ha il titolo eloquente Il
film di Nichi Vendola in prima visione allo Stensen;
in esso vi leggiamo:
"L’epopea
elettorale del deputato di Rifondazione Comunista Nichi Vendola
vissuta attraverso il grande schermo: l'appuntamento è a partire da
domani (venerdì 6 maggio) all’Auditorium Stensen (Viale Don
Minzoni 25) con ‘Nichi’, il documentario in prima visione
nazionale che ripercorre da vicino le avventure, le ansie e i trionfi
della campagna elettorale del personaggio politico dell’anno. "
Per
i dettagli del film che descrive l'epopea di Vendola si veda
direttamente il sito web
ufficiale dello Stensen dei Gesuiti.
Il
nome di Vendola allo Stensen riappare anche nel 2011. Da La
Nazione leggiamo:
"A
seguire tre rassegne di cinema, un ciclo di film d'animazione
dedicato ai più piccoli, un omaggio a Pinocchio (a 40 anni dalla
famosa saga di Luigi Comenicini) e l'inaugurazione del tour nazionale
del festival dal Salento, '100 minuti corti', con l'anteprima
nazionale del cortometraggio su Nichi
Vendola,
presentato all'ultima mostra del cinema di Venezia."
[...]
"Alle
ore 21 si parte con l'anteprima toscana Sposerò Nichi Vendola di
Andrea Costantino: il film, presentato alla Mostra del cinema di
Venezia 2010, racconta la storia della famiglia Amoruso che, a causa
della crisi, deve vendere la propria casa, mentre negli stessi giorni
si svolge la
campagna elettorale di Vendola in Puglia."
Per
la cronaca lo stesso giornale riferiva che "Uno degli
appuntamenti più importanti sarà l'incontro con Luca
Cordero di Montezemolo
(9 febbraio) nell'ambito del ciclo di conversazioni 'Il cittadino e
il senso dello Stato'. " Se avete letto il nostro
blog già saprete che anche Montezemolo è un allievo dei
gesuiti. Come vedete allo Stensen dei gesuiti ci vanno proprio tutti:
destra, sinistra, centro, rivoluzionari, ecc. D'altronde:
"“In
una società caratterizzata da crescenti tensioni civili, sociali e
politiche – spiega il direttore della Fondazione Stensen, Ennio
Brovedani sj - è opportuno offrire occasioni di riflessione comune a
tutti quei cittadini che sentono l’esigenza di contribuire
personalmente ai profondi mutamenti culturali e sociali in corso,
attraverso la responsabile assunzione delle inedite e forse epocali
sfide che si prospettano nel delicato momento storico che stiamo
vivendo”. "
Ancora
su Vendola: da gesuitinews.it
leggiamo un estratto da "Italiaoggi" del 03/02/2011:
"Ma
i gesuiti non si lasciano sfuggire nulla,
nel panorama italiano, e
Vendola sembra un beniamino della fondazione [Stensen dei Gesuiti]
che ha sede nel capoluogo toscano:
sì, perché il 12 febbraio sarà inaugurato proprio a Firenze il
tour nazionale di «100 minuti corti», la selezione delle migliori
opere del Salento Finibus Terrae, manifestazione che sarà inaugurata
con un buffet pugliese a base di focaccia e vino e la proiezione di
«Sposerò Nichi Vendola» di Andrea Costantino, film presentato alla
Mostra del cinema di Venezia 2010 che racconta la storia della
famiglia Amoruso che, a causa della crisi, deve vendere la propria
casa, mentre negli stessi giorni si svolge la campagna elettorale di
Vendola in Puglia."
Dal
corriere
della sera apprendiamo che Vendola "nel 2005 venne a Roma in
forma rigorosamente privata per i funerali di Giovanni Paolo II,
seguiti tra la folla a sinistra della basilica, sotto il colonnato di
Bernini." Il
compagno di Vendola, Ed Testa, ha studiato dai gesuiti; lo leggiamo
dal sito ufficiale di Nichi Vendola in una notizia dell'11 novembre
2012 dal titolo Chiamatemi
First Gentleman, che è un'intervista al suo compagno; Ed dice di
se: "Dopo
il liceo dai Gesuiti e
una laurea in Economia e commercio, a 23 anni ho cominciato a
lavorare in agenzie pubblicitari ".
Le
posizioni di Vendola-Stensen gesuitico e “contestatore” della
Chiesa (“Nella mia religione non è contemplato il dogma
dell'infallibilità del papa”, fonte)
sono le stesse dei “progressisti” Gesuiti; come sappiamo i
Gesuiti, che controllano il papato, e quindi non credono certo
all'infallibilità del papa, sono impegnati nella demolizione del
cattolicesimo così come lo conosciamo; questo cattolicesimo vecchio
stampo non serve più nell'era della globalizzazione e del Nuovo
Ordine Mondiale; esso verrà sostituito dalla nuova
religione mondiale luciferina di Teilhard de Chardin, religione
cardine di un sistema non meno tirannico del precedente, che è
spinta dalla stessa Fondazione
Stensen amica di Vendola:
"Un
ulteriore momento importante dell'attività dello Stensen, anche se
più discreto, è stato l'interesse per l'opera e il pensiero di
Pierre Teilhard de Chardin che negli ultimi decenni ha trovato la sua
concretizzazione in una sezione della biblioteca a lui dedicata, in
una rivista semestrale e in incontri e convegni sul tema inesauribile
e sempre stimolante del rapporto tra interpretazione scientifica e
interpretazione teologica del mondo e della sua storia."
Adesso
spostiamoci nel sito Sinistra Ecologia e Libertà di Vendola e
leggiamo il suo programma globalista:
“Per
questo l’Europa deve aprire le sue frontiere e consentire la libera
circolazione delle persone, anche per garantire il diritto alla
ricerca di lavoro. Siamo
per un’Europa che lavora a un
nuovo ordine
mondiale multipolare.
Vogliamo che l’Europa diventi una potenza civile, non militare.”
Poi
abbiamo Bertinotti, che
afferma:”...«Ma non mi pongo la domanda se credo o non credo.
Mi sono sempre interessato alla Chiesa del Concilio e ho tanti amici
di Chiesa, anche tra i cardinali». Da un articolo del 27 genanio
2008 di Raffaele Iannuzzi dal titolo Laico,
cioè cristiano apprendiamo che:
“...al
presidente della Camera, Bertinotti, viene conferita una laurea
“cattolica” che egli riceverà non prima di aver tenuto una
solenne lectio magistralis, di fronte alle autorità ed agli studenti
della Pontificia Università cattolica di Quito, in Ecuador.
Naturalmente Bertinotti è stato invitato, guarda un po’, come si
conviene, dal rettore, il gesuita Manuel Corrales Pascual.”
Ancora
su Fausto accolto dai gesuiti “progressisti”:
“E
A BERTINOTTI UNA LAUREA "CATTOLICA"
Il
rettore Manuel Corrales Pascual, gesuita, lo presenta come il
"leader di Rifondazione comunista". Poi Fausto
Bertinotti, presidente della Camera, il comunista accanito
lettore delle Lettere di san Paolo, tiene la Lectio
magistralis che apre l’anno accademico della Pontificia
Università cattolica di Quito.
Mentre
al Papa negano un discorso nella seconda più grande università del
mondo, dopo quella di Città del Messico, la prima in Italia e in
Europa, al di là dell’oceano l’intelligenza dei cattolici
accoglie il "subcomandante Fausto". Nessuno ha
protestato in nome di alcuna esclusività. Bertinotti nel suo lungo
viaggio in America latina la scorsa settimana ha visitato due
università cattoliche, quella di Quito in Ecuador e la "Sedes
Sapientiae" di Comunione e liberazione a Lima in Perù.
A
Quito ha ammonito che «oggi il nuovo sovrano che minaccia la
politica è la estremizzazione del mercato unita al matrimonio con la
scienza e con la tecnica, e la scienza e le sue ambizioni
totalizzanti. E questo ha messo la politica sotto schiaffo». Dunque,
l’unica via d’uscita sta nella «restituzione all’uomo,
chiunque egli sia, del controllo del suo destino». Al termine della
Lectio magistralis, il Senato accademico ha deciso di
consegnare a Fausto Bertinotti "il comunista" la laurea
honoris causa in Scienze politiche."
Bertinotti
Vendola: un abbraccio nella fede
Ma l'amore dei
gesuiti per Fausto viene da lontano. In un articolo di Repubblica dal
titolo GESUITI: FAUSTO PRAGMATICO E INTELLIGENTE del
lontano 17 gennaio 1997, che ci risulta comparire
solo nella cache di google, leggiamo che:
"ROMA
- I gesuiti "battezzano" Fausto Bertinotti. Quasi un
miracolo fatto di apprezzamenti per le sue capacità politiche ("E'
intelligente e pragmatico"), benedetto persino dal Vaticano per
il suo impegno a favore dei deboli. E' quanto si legge in un
sorprendente editoriale di Civiltà Cattolica, il quindicinale dei
gesuiti le cui bozze devono avere il preventivo placet della
Segreteria di Stato della Sede. Un motivo di soddisfazione in più
per Bertinotti, le cui gesta politiche vengono "lette" con
tanti elogi e poche critiche (sull' utopia comunista o sulle
posizioni su famiglia, bioetica, scuola libera) dal nuovo
vicedirettore di Civiltà cattolica, padre Michele Simone. Il
religioso auspica, tra l' altro, che "l' intelligenza politica
di Bertinotti, unita al suo pragmatismo, tenga la rotta in Parlamento
specialmente per le riforme istituzionali, perchè se il governo cade
è il caos". "Sono molto orgoglioso - risponde Bertinotti -
mi auguro che chi critica Rifondazione impari dai gesuiti". "
D'altronde, per il
Bertinotti dei salottini
chic e borghesi, come, del resto, per tutti gli altri fantocci di sinistra sopra citati, non è mai esitito l'Impero Capitalista
Vaticano-Gesuitico e tutto è da ridurre alla "estremizzazione
del mercato". Avro Manhattan la pensava un
po diversamente:
"La Chiesa
Cattolica, una volta che sono stati messi insieme tutti i suoi
patrimoni, è l'agente di borsa più formidabile del mondo. Il
Vaticano, indipendentemente dal papa che vi si insedia, si è
orientato sempre più verso gli Stati Uniti. Il Wall Street Journal
ha detto che gli affari del Vaticano nei soli Stati Uniti erano così
grandi che spesso esso ha comprato e venduto oro in lotti di milioni
di dollari o più in una sola volta."
"La Chiesa
Cattolica è la più grande potenza finanziaria, accumulatrice di
ricchezza e di proprietà che sia mai esistita. Possiede ricchezze
materiali più di ogni altra singola istituzione, corporation, banca,
cartello gigante, governo o stato nel mondo intero. Il papa, come
capo visibile di questo ammassamento di ricchezza, di conseguenza, è
il più ricco individuo del XX secolo. Nessuno può realisticamente
valutare quanto egli vale, in termini di miliardi di dollari."