giovedì 25 novembre 2010

Climategate, un anno dopo

Lo scandalo Climategate è stato quasi completamente dimenticato dai grandi media ufficiali, ed è stato gettato nel buco nero della storia, per il fatto che compromette pesantemente gli interessi dell'élite in tutto il mondo. E' impressionante constatare come, nel nostro paese, le persone comuni, ma anche gli studenti delle facoltà scientifiche, non ne sappiano quindi praticamente nulla! Questo dimostra come sia efficace l'opera di propaganda e di manipolazione all'interno delle nostre “libere” società occidentali. Fin dalle scuole elementari l'uomo occidentale è indottrinato in modo completamente acritico alle nuove “verità” sul riscaldamento globale derivante dalla CO2 di origine antropica. A differenza dei passati millenni dove a dominare era una casta sacerdotale che si diceva depositaria della verità e dell'infallibilità, adesso i nuovi oracoli infallibili sono gli scienziati appartenenti a istituti dai nomi altisonanti come l' Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC); questi istituti si autoinnalzano come i depositari della conoscenza ultima e chi dissente da loro viene tacciato di eresia e condannato. I rapporti pubblicati da questa istituzione sono le nuove Bibbie dogmatiche scritte in un linguaggio tecnicistico incomprensibile ai più, come le Bibbia cristiana era un tempo inacessibile al popolo analfabeta. Seguendo l'imprinting della religione, il nuovo “peccato originale” annunciato in queste Bibbie è la CO2, che ogni uomo, fin dalla sua nascita, produce “inquinando” Gaia, la Madre Terra. Il fuoco dell'Inferno si tramuta così nelle fiamme del catastrofico Riscaldamento Globale causato dai “peccatori” che producono CO2. Come i sacerdoti iniziati, gli scienziati-stregoni divulgano una conoscenza “essoterica” alle masse per controllarle, ma possiedono una conoscenza “esoterica” interna a loro che svela il reale significato delle cose. Nel caso del riscaldamento globale la conoscenza “essoterica” è quella della favola della natura antropica del riscaldamento globale, con apparente unanimità nei pareri e nelle ricerche; la conoscenza “esoterica” invece è il fatto che tutto ciò è una balla di proporzioni galattiche, dove l'unanimità dei pareri sul riscaldamento globale di origine antropica non esiste e dove l'IPCC ha truccato palesemente i dati per dimostrare il falso; ma ciò alle masse non si deve dire perché la favola del riscaldamento globale serve ai piani di dominio dell'élite. L'articolo di James Corbett sotto tradotto fa il punto sullo scandalo Climategate a distanza di un anno. Siete pregati di rifletterci su e se siete insegnanti o studenti cercate di portare questo tema come dibattito nella vostra scuola al fine di rompere il muro di omertà che tutt'ora circonda questo argomento.


di James Corbett
Climategate.tv
19 Novembre 2010
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.com

Video


TRASCRIZIONE:Questa settimana segna il primo anniversario del rilascio delle email e dei documenti dalla Climatic Research Unit, quello che noi oggi conosciamo come Climategate. Seduti qui un anno dopo, sta diventando difficile ricordare l'importanza di tale rilascio di informazioni o anche quali informazioni siano state effettivamente rilasciate. Molti sono stati introdotti allo scandalo soltanto attraverso i commenti nella blogsfera e molti altri ne sono venuti a conoscenza solo settimane dopo, dopo che l'establishment dei media aveva avuto la possibilità di stimare il danno e ottimizzare il racconto che avrebbe aiutato a rassicurare il proprio pubblico sul fatto che fosse appena accaduto qualcosa di importante. Pochissimi si sono effettivamente presi la briga di leggersi le email e i documenti. Pochi hanno navigato tra i file di "Harry Read Me", le note elettroniche di un tormentato programmatore che cercava di dare un senso alle banche dati del CRU. Non hanno mai letto di persona di come le temperature nelle banche dati furono "aggiustate artificialmente per farle apparire più vicino alle temperature reali" o le "centinaia se non migliaia di stazioni fittizie" che in qualche modo sono finite nel database, o come il programmatore esasperato ricorre ad espedienti prima dell'ammissione della falsificazione dei dati chiave sulle stazioni meteorologiche perché era impossibile stabilire quali dati venivano da che fonti.
Pochi hanno letto l'email del 2005 del capobanda del Climategate e direttore del CRU Phil Jones a John Christy dove affermava:"La comunità scientifica si sarebbe rovesciata su di me senza mezzi termini se io avessi detto che il mondo si era raffreddato dal 1998. Ok, è così ma sono solo 7 anni di dati e non è statisticamente significativo." O dove conclude:"Come sapete, io non sono un politico. Semmai, mi piacerebbe vedere accadere il cambiamento climatico, così che potrebbe essere data ragione alla scienza, a prescindere dalle conseguenze. Questo non è essere politico, è egoismo."
O l'email dove egli infranse la legge chiedendo a Micheal Mann della famosa "hockey stick" di cancellare una serie di email relative a una richiesta di Freedom of Information che aveva appena ricevuto.
O l'email dove scrisse:"Se mai si sentirà che c'è un Freedom of Information Act ora nel Regno Unito, penso che eliminerò i file, piuttosto che mandarli a qualcuno. Noi abbiamo anche un atto di protezione di dati, dietro il quale mi nasconderò."
O le altre email dove questi uomini di scienza dicono che essi ridefiniranno il processo di revisione tra pari al fine di mantenere fuori dalla letteratura scientifica i differenti punti di vista, o dove essi discutono del cacciare via uno scettico sospetto dalla sua posizione editoriale in una rivista scientifica chiave, o quando si preoccupano di come nascondere le divergenze nelle stime indirette delle temperature rispetto alle temperature osservate, o dove essi discutono apertamente la totale assenza di riscaldamento negli ultimi dieci anni o una delle qualsiasi delle migliaia di altre mail e altri documenti che espongono una lunga lista di gravi violazioni scientifiche e accademiche.
Naturalmente, gli allarmisti continuano a sostenere che il climategate è insignificante, come hanno fatto da quando hanno iniziato a rispondere dello scandalo. Senza affrontare uno qualsiasi dei quesiti o uno specifico messaggio di posta elettronica, mostrano semplicemente le “indagini indipendenti” che essi affermano che difendono gli scienziati del climategate.
Come il comitato parlamentare britannico che ha pubblicato un rapporto il quale sostiene che la credibilità scientifica di Phil Jones e del CRU è rimasta intatta dopo un'accurata udienza di un giorno che non conteneva nessuna testimonianza da parte di scettici o da voci dissenzienti. Dopo l'uscita del rapporto la commissione ha sottolineato che la relazione non aveva affrontato tutte le questioni sollevate dal climategate e Phil Willis, il presidente della commissione, ammetteva che la commissione aveva lavorato d'urgenza per far uscire il rapporto prima delle elezioni inglesi. Oppure l'inchiesta Oxburgh, presieduta da Lord Ron Oxburgh, il vice presidente britannico di Globe International, una ONG finanziata da un gruppo di lobby per la legislazione sul cambiamento climatico. L'indagine Oxburgh ha pubblicato un rapporto di 5 pagine dopo avere esaminato 11 lavori scientifici indipendenti dallo scandalo climategate che erano stati raccolti a mano da Phil Jones stesso. Essa non ha ascoltato nessuna testimonianza o prova da nessun critico del CRU. Non sorprende che essa abbia trovato che il climategate non aveva commesso nessuna colpa accademica. Indipendentemente da ciò che si pensa riguardo alla veridicità o all'indipendenza di queste cosiddette indagini sullo scandalo climategate, ciò che è seguito è stato un crollo catastrofico del fronte unito dei pareri scientifici sul fatto che la CO2 antropica sia la causa del catastrofico riscaldamento globale. A fine novembre 2009, pochi giorni dopo l'iniziale rilascio delle email sul climategate, l'Università di East Anglia era di nuovo sotto pressione. Il CRU era stato costretto ad ammettere di aver buttato via la maggior parte dei dati grezzi sui quali si basavano i loro calcoli della temperatura globale, il che significava che il loro lavoro non era riproducibile da nessun scienziato esterno. Nel dicembre dello stesso anno, i colloqui sul clima dell'ONU a Copenhagen si ruppero quando trapelò un documento negoziale che dimostrava che – contrariamente a tutti i principi – dovevano essere i paesi del terzo mondo che avrebbero dovuto sopportare il peso di un nuovo Trattato Internazionale sul Clima, con punizioni e restrizioni sulle emissioni di carbonio, che avrebbero impedito loro di industrializzarsi. Il documento, scritto dai paesi industrializzati, permetteva al primo mondo di emettere due volte la quantità di carbonio a persona rispetto al terzo mondo e fu visto da molti come l'implementazione di un programma di austerità eugenetica sotto la copertura “verde”. Questo ordine del giorno era stato ulteriormente esposto dall'influente Optimum Population Trust nel Regno Unito, che lo stesso mese aveva iniziato a sostenere che gli occidentali ricchi compensavano la loro impronta di carbonio attraverso il finanziamento di programmi per fermare la procreazione dei neri. Nel gennaio del 2010, il tanto lodato Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite cominciava a cadere a pezzi dopo che iniziavano ad emergere errori dopo errori in questo documento scientifico peer-reviewed apparentemente inattaccabile che asseriva la casualità umana del cambiamento climatico. Quel mese fu rivelato un commento di passaggio a un giornalista da parte di un climatologo indiano sul fatto che l'affermazione che i ghiacciai Himalayani potrevano sciogliersi entro 40 anni aveva trovato la sua strada verso il molto acclamato quarto rapporto sul cambiamento climatico dell'Integovernmental Panel on Climate Change attraverso un pamphlet di raccolta fondi del World Wildlife Fund (WWF). Quando i difensori dell'IPCC hanno cercato di far passare le previsioni universalmente derise come un errore legittimo, l'autore principale di coordinamento di tale sezione della relazione ha ammesso che l'IPCC sapeva che il rapporto era basato sulla speculazione senza fondamento di un lavoro non peer-reviewed, ma lo ha incluso perché “abbiamo pensato che se eravamo in grado di evidenziarlo, esso avrebbe avuto un impatto sui responsabili politici e la classe politica, e li avrebbe incoraggiati a compiere delle azioni concrete.”
Più tardi in quel mese fu gettato il dubbio su un'altra affermazione della relazione dell'IPCC, quella che il 40% della foresta amazzonica è in pericolo di scomparire a causa del riscaldamento globale causato dall'uomo. Questi dubbi furono confermati nel mese di luglio, quando fu verificata la provenienza dell'affermazione come speculazione non verificata su un sito ora defunto di un gruppo di pressione ambientalista brasiliano. Proprio lo stesso mese, venne dimostrato l'esatto opposto dell'affermazione originale quando apparse in Science un nuovo studio che dimostrava che le foreste nei passati periodi di riscaldamento non furono decimate, ma fiorirono di vita, sperimentando un “rapido e differenziato aumento in diversità delle piante e dei tassi di raccolta.”
Sempre in gennaio, l'Information Commissioner del Regno Unito decideva che i ricercatori del CRU avevano violato la legge, rifiutandosi di rispettare le richieste del Freedom Information, ma che non sarebbe passata ad azioni penali a causa di una limitazione di legge nella persecuzione delle attività illegali.
In febbraio il britannico Guardian rivelava che un co-autore dello studio chiave di Phil Jones che pretendeva di mostrare che non esisteva una cosa come il ben studiato effetto isola di calore urbana, era stato scoperto affidarsi a dati gravemente viziati. Questo, secondo il Guardian, aveva portato a “tentativi apparenti di nascondere i problemi con [i] dati di temperatura.”
Nel mese di settembre John Holdren, l'uomo che aveva precedentemente sostenuto l'aggiunta di agenti sterilizzanti nell'approvvigionamento di acqua al fine di combattere il problema della sovrappopolazione che pensava avrebbe devastato la Terra entro l'anno 2000, e che attualmente è lo zar della scienza alla Casa Bianca di Obama, sosteneva di cambiare il nome del riscaldamento globale in “distruzione climatica”, ribadendo ulteriormente lo status di teoria non scientifica come quella di una predizione non falsificabile che ogni cosa era dovuta all'anidride carbonica di origine antropica. Più tardi quel mese, la prestigiosa Royal Society britannica, riscrisse il suo compendio sul cambiamento climatico per ammettere che la scienza era pervasa di incertezze e che “non è possibile determinare esattamente quanto la Terra si riscalda o esattamente come il clima cambierà nel futuro...”.
In ottobre un gruppo di pressione sulla riduzione del carbonio chiamato 10:10 diffuse un video per promuovere la sua campagna in cui si vedevano letteralmente esplodere quegli scettici che partecipavano al programma. E proprio questo mese Scientific American, una rivista che era diventata famosa per la pubblicazione di relazioni sempre più allarmistiche circa la realtà e i pericoli del riscaldamento globale di origine umana, in un sondaggio tra i propri lettori aveva trovato che oltre il 77% credeva che i processi naturali erano la causa dei cambiamenti climatici e quasi l'80% rispondevano che non erano disposti a pagare un solo centesimo per i sistemi di “prevenzione” degli effetti presunti del riscaldamento globale di supposta origine antropica (riscaldamento che anche lo scienziato del Climategate Phil Jones ora ammette non essere più in corso.)
E questa è solo la più breve delle rassegne della gamma di informazioni che Climagate.tv ha seguito nel corso dell'anno passato. Le relazioni minano i dati, le loro fonti, i processi scientifici utilizzati, gli stessi scienziati e le loro conclusioni. Esse mostrano che le principali temperature registrate che vengono utilizzate per determinare il concetto altamente problematico della temperatura media globale sono infatti nelle mani di scienziati come Phil Jones e James Hansen che hanno una missione diretta al mantenimento della paura allarmista. Quando questi scienziati vengono interrogati sulle fonti dei loro dati, essi chiedono l'eliminazione dei messaggi di posta elettronica e anche l'eliminazione dei dati stessi. Essi ammettono che i dati chiave alla base dei loro calcoli sono già stati eliminati.
Eppure, nonostante tutto questo, essi hanno ancora il coraggio di continuare a suggerire che ci sia un consenso pressoché unanime in merito alla “scienza” del riscaldamento globale. Essi chiedono pubblici dibattiti con gli scettici che hanno sempre accusato di essere finanziati da Big Oil, e poi, quando questi dibattiti sono in realtà organizzati, essi si tirano indietro. Essi poi continuano a chiedere l'imprigionamento di chiunque osi mettere in discussione questi presunti dati inoppugnabili.
E ora essi si apprestano a incontrarsi ancora una volta.
Il mese prossimo, la convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici si recherà a Cancun, in Messico, per provare ancora una volta ad elaborare un accordo vincolante a livello globale sulla limitazione delle emissioni di carbonio. Essi agiranno ancora una volta come se l'anidride carbonica fosse un vile veleno e non uno degli ingredienti essenziali della vita su questo pianeta. Essi ancora una volta faranno finta che sia stato stabilito che ci sia un nesso di causalità tra l'anidride carbonica e il riscaldamento catastrofico e senza precedenti. Essi pretenderanno ancora una volta che l'imposizione di una severa austerità al terzo mondo nel nome dell'inverdimento della terra sia qualcosa di diverso dall'eugenetica con un altro nome.
Quest'anno, però, ci sarà una differenza. Il grande pubblico è più vecchio di un anno, ha un anno in più di saggezza, ed è men che meno pronto ad accettare in modo indiscusso le terribili affermazioni dei politici acclamati e degli scienziati che hanno scoperto che il mondo è sull'orlo della distruzione imminente. Quando essi diranno che la scienza è certa e stabile, noi ne sapremo di più. Quando essi diranno che questa è l'ultima occasione per l'umanità, li vedremo come quei Chicken Little (protagonista di una fiaba, Il protagonista della fiaba, un ingenuo pulcino, credendo che il cielo stia cadendo sulla terra, allerta gli altri animali del pericolo incombente, creando però un falso allarmismo, n.d.t.) che sono sempre stati. Questo non è un invito all'auto compiacimento. In effetti, ora che il pubblico è più scettico che mai sul climategate e altre cose del genere, il pericolo di accordi internazionali vincolanti che vengono emanati da istituzioni non elette e il conferimento di poteri per una tassazione globale, si trovano ad un livello più alto. Essi sperano di cavalcare un accordo che pianterà l'ultimo chiodo nella bara del realismo climatico prima che il cadavere della bufala del riscaldamento globale abbia la possibilità di decomporsi.
Dobbiamo parlare contro questa frode ora, e più forte che mai. Dobbiamo fare sentire la nostra voce quando affermiamo che la scienza ha a che fare con l'onestà, l'apertura e la ricerca della verità, e che coloro che rifiutano tali principi non saranno più ascoltati da un pubblico che è stato tirato a lungo oltre il punto di credibilità. Ancora una volta gli scienziati finanziati dalle Nazioni Unite e i politici ci dicono che l'ora è vicina, e forse, per una volta, hanno ragione. La fine è quasi arrivata per coloro che stanno cercando di stabilire la loro governance globale in nome di una frode scientifica. Se noi continuiamo a parlare di questi temi, forse l'anno prossimo non ci sarà nessuna conferenza UNFCCC, dopo tutto.
Infatti, se il Climategate ci ha insegnato qualcosa, è che solo un anno può fare la differenza.


link articolo originale:http://www.corbettreport.com/articles/20101119_climategate_issue.htm

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