Sei un laureato intelligente e capace e
sei consapevole di quello che ti offre l'Italia e ti arrovelli la
testa con questo dilemma: ragione o torto a scappare all'estero? Non
è possibile giudicare semplicisticamente questi drammi, perché
drammi sono; ogni storia è un caso a se. Se decidi di andare
all'estero devi avere molto coraggio, devi conoscere le lingue o devi
faticare per impararle; se non hai qualche aggancio all'estero può
essere sicuramente più dura, eppoi vige il detto che sai cosa lasci
e non sai cosa trovi; d'altro canto se lasci il tuo paese e se sei
capace ed intelligente, privi il paese di risorse intellettuali.
Ma è
anche vero che il tuo paese le risorse intellettuali non le vuole
impiegare e pagare adeguatamente; siamo uno dei pochi paesi in Europa dove più studi e meno
guadagni; il paradosso è che in Italia abbiamo la più bassa
percentuale di laureati in tutta Europa (dati di fatto Almalaurea,
che abbiamo analizzato nel nostro sito al seguente link: Italia,
un paese sul lastrico in mano al Vaticano che lascia i poveri a
morire di fame ) e quei pochi che si laureano non riescono a
trovare lavori secondo le proprie competenze; quei pochi che poi
riescono a svolgere una professione attinente al proprio settore di
studi vi arrivano magari dopo anni e anni di precariato con paghe da
fame; perché avviene questo? A causa di scelte politiche e a causa
dell'ingresso dell'Italia nell'Europa del carcere dell'euro che
favorisce le aziende e la tecnologia del nord, ed ingabbia il sud (ma
adesso la crisi sta arrivando anche al nord) in una condizione simile
a quella del Terzo Mondo; oltre a ciò sembra che in Italia, anziché
una risorsa, laurearsi sia considerato un vizio; in altri paesi la
cultura, le competenze, le capacità elevate sono considerate un
volano per l'economia, in Italia no; in Italia dovremmo tutti andare
a pulire cessi o a fare i pizzaioli o i camerieri per 500-600 euro al
mese, anche se abbiamo 3 lauree e parliamo 5 lingue, perché se non
ti adatti sei stigmatizzato come schizzinoso dai nostri ricchi e
viziosi ministri europeisti espressione del potere corrotto del Vaticano, i
quali vogliono un "progresso" fatto di schiavitù, stipendi
da fame e sottomissione per intere generazioni di lavoratori.
Leggiamo, per fare un esempio, un
articolo tratto dall'ANSA:
Leggiamo le prime righe: “I
giovani del 2014 hanno voglia di lavorare e riscoprono anche i
mestieri del passato. Altro che schizzinosi, i laureati cercano un
posto nelle scuole: non come prof ma come bidelli.”
Capiamo a che livelli di sfruttamento
siamo arrivati? Nessuno si scandalizza più di queste notizie? E'
considerato valoroso (altro che schizzinosi) colui che ha studiato
5-6 anni per diventare un ingegnere, impiegando soldi e tempo, e poi
butta tutta la sua istruzione nel cesso perché l'ITALIA VUOLE
che lui faccia il bidello; il messaggio sottinteso è....vi ricordate?
….la Fornero, dall'alto della sua
poltrona di ministro all'interno del gesuitico governo Monti,
diceva ai giovani che sono dei viziati, dei choosy, e adesso loro
rispondono: “No! No!”, non vedi che non siamo viziati e ci
adattiamo (ammesso che li assumano)? Adattati e disciplinati
con austerità...e pagati 6-10 volte meno di quanto avrebbero ottenuto
nella loro professione, se solo questa fosse stata valorizzata nel
nostro paese; sicuramente pagati 100-1000 volte meno di quanto
guadagnano la Fornero, Monti, Letta, Renzi ecc. Quanto si propaganda
in articoli come questo dell'ANSA non è affatto una virtù, è invece l'evidente sintomo di un
fallimento per l'intero paese, non solo per l'aspirazione del
singolo, ma anche per lo sperpero di capitale intellettuale che
potrebbe essere impiegato per risollevare l'economia e la cultura; in
altri paesi i governi cercano di impedire (tramite impieghi pubblici o altre forme di supporto) che un laureato getti le proprie
competenze nel cesso; perché queste competenze servono anche
all'economia del paese, al suo sviluppo scientifico, tecnologico,
culturale. L'Italia è forse l'unico paese tra quelli sviluppati (ma
l'Italia è ancora un paese sviluppato?) dove la laurea è invece
considerata un vizio e una perdita di tempo; queste ed altre notizie hanno tutte come sottofondo la stessa visione della realtà: cari laureati siete dei viziati perché avete studiato,
dovete rimediare buttando nel cesso tutto ciò che avete imparato
tramite soldi e sacrifici; se volete sopravvivere andatevi a cercare
una delle professioni che "L'ITALIA VUOLE!", se lo fate siete meritevoli, se non lo fate site dei putridi schifiltosi non degni di respirare e di vivere; il
tutto condito con paternali moralistiche della peggior specie
catto-fascista; e il tutto presentato in una cornice propagandistica
dove l'Italia viene descritta come un paese stracolmo di laureati,
laureati che quindi si dovrebbero adattare a fare i lavacessi o i bidelli, mentre
invece la realtà dei fatti è che l'Italia ha un livello di laureati
da TERZO MONDO, a pari merito della Turchia; un livello che, visto
QUELLO CHE VUOLE L'ITALIA, rischia di precipitare
ulteriormente..
In articoli come questo dell'ANSA la
crisi economica non viene certo rappresentata come un evento voluto e
programmato dall'elite finanziaria gesuitica al fine di ridurre i
diritti, la cultura e la democrazia di un'intera nazione; la si
liquida invece con due o tre parole (“visti i tempi di crisi”),
il che fa supporre che sia una catastrofe dovuta al caso, di cui sono
inconoscibili le cause; la si presenta come una tempesta imprevista,
come un'alluvione che travolge interi territori, a cui si dovrebbe
reagire, come avviene con le alluvioni imprevedibili e non volute,
facendo rimboccare le maniche con lavori di merda e sottopagati
un'intera generazione di laureati che hanno avuto la sfortuna di
ottenere il loro titolo in Italia. Ci dicono: bravi, VISTI
I TEMPI DI CRISI, che fate i bidelli, i pizzaioli e lavacessi! Il
problema è che oramai da tempo "L'ITALIA VUOLE" mestieri
da fame con scarsa qualificazione, schiavitù, stipendi da terzo
mondo, incanalata come è ormai da parecchi anni nel tragicomico
percorso della decrescita infelice e disperata all'interno
dell'Europa.
Qui sta il discorso politico: le cause
prime della crisi voluta dal Vaticano, dalle banche e dai poteri
finanziari non vengono presentate; l'euro, anziché
essere visto per quello che è, cioè uno strumento di dominio e
controllo creato da un'elite, viene presentato, dai nostri governanti
e dai mass media, come una panacea che dovrebbe risolvere tutti i
mali; gli obiettivi ultimi, tra i quali vi è sicuramente quello di impedire che i poveri, le classi
subalterne, attraverso la loro istruzione, i loro sacrifici e le loro
competenze acquisite, possano riscattarsi e insidiare il potere dei
ricchi, non vengono spiegati; e così intere generazioni crescono sottomesse nell'ignoranza e
nell'inconsapevolezza di ciò che avviene e si adattano, quindi, ad un futuro
miserevole e faticoso, disciplinate dai nostri ricchi e opulenti
governanti attraverso le ricorrenti misure di austerità.
Quindi, che fare? Una volta che hai
capito l'austera disciplina a cui ti devi assoggettare nel tuo paese,
è forse meglio per te scappare verso altri lidi? Forse si, forse no,
dipende dalle situazioni che ognuno si trova a vivere. Pensiamo però
che sia vero anche il pensiero di coloro che dicono che andarsene è
un po come tradire il tuo paese e la tua famiglia, è un po
come privare il tuo paese di risorse e capacità che potresti mettere
al servizio dei tuoi simili che non hanno avuto la fortuna di averle;
restare ha senso per portare avanti una lotta politica e culturale (il che non vuol dire, dal nostro punto di vista, creare un partito e gerarchie arriviste),
aprire spazi democratici di dibattito e confronto; analizzare e studiare le
cause del perché l'Italia si trova in questa situazione, studiare la via più indolore per uscire dal carcere gesuitico dell'euro, ecc., un
lavoro duro da fare, per lo più in una situazione, come quella
italiana, dove l'ignoranza e il menefreghismo purtroppo sono
largamente diffusi; che fare quindi? Se pensi che il nazionalismo sia
di una cosa fascista e di destra, che non valga la pena lottare per i
diritti di un popolo e di un'insieme di persone che parla la tua
stessa lingua, dovresti sapere che questo è quello che ti hanno
portato a credere i poteri finanziari e vaticani globalizzati
attraverso una propaganda pluridecennale che ha lo scopo di abbattere
gli stati nazionali; leggi cosa ha detto David Rockefeller: "Il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. La
sovranità sovranazionale di una elite intellettuale e di banchieri
mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale
praticata nei secoli passati ." Confrontalo con ciò che tutti i giorni ci vuole imporre il gesuitico banchiere europeista e mondialista Mario Draghi.
Per quel che riguarda poi i flussi migratori, questi hanno anche lo scopo di
abbattere i legami sociali, la famiglia, le istituzioni locali che ci
legano al territorio; spezzare questi legami rende più sole le
persone, e quindi più facilmente assoggettabili dal potere
globalizzato. Vatti
a rileggere la Costituzione e vedrai che la difesa di questo
documento non è una cosa di destra brutta e cattiva, ma un impegno
che ogni cittadino italiano dovrebbe assumere come obbligo
inderogabile. Per finire: ognuno scelga in propria coscienza; ma sono
sicuramente degni di somma stima coloro che, potendoselo permettere,
decidono di restare, rinunciando magari a lavori migliori all'estero,
non per lavare i cessi o fare i bidelli con stipendi da fame qui in
Italia, e nemmeno per intraprendere una facile carriera politica in qualche partito farsa, ma per studiare e lavorare duramente, anche in solitudine, al fine di contribuire a svegliare un'intera
generazione che ora sembra ancora assoggettata intellettualmente e
culturalmente dai governi europeisti cattofascisti che si susseguono
del nostro paese.