di
Carl
Teichrib,
Capo redattore
Forcing
Change, Volume 3, Numero 8. Settembre 2009
traduzione:
http://nwo-truthresearch.blogspot.it
"La
maggior parte di noi non sono competitori...Noi siamo la posta in
gioco. La competizione è su chi stabilirà il primo sistema di
governo unico mondiale...Nessuno potrà essere esentato dai suoi
effetti. Nessun settore della nostra vita rimarrà intatto."[1]
Malachi
Martin
Nel
1990, un ex membro del Vaticano affermò che si stava combattendo una
lotta titanica per realizzare un sistema politico mondiale. L'ormai
defunto gesuita spiegava che questa competizione avveniva fra tre
giocatori: il leninismo internazionale, le élite economiche
transnazionali e la mano del Vaticano.
Sono
passati quasi vent'anni da quando Malachi Martin attirò l'attenzione
su questi tre tentativi. A quel tempo le sue affermazioni sembrarono
esagerate. Certo, l'idea di un governo mondiale attraverso il
comunismo non era nuova, dopo decenni di atteggiamenti da Guerra
Fredda che ancora risuonavano nella nostra mente. Ed era scritto sui
muri del crescente potere delle élite aziendali e finanziarie
internazionali, esemplificato da personaggi come David Rockefeller e
dalla Commissione Trilaterale.
Ma
il Vaticano?
Per
molti la convinzione che la Santa Sede stesse perseguendo una visione
di governo mondiale era semplicemente troppo. Dopo tutto, questo
antico centro del cattolicesimo romano aveva una reputazione,
soprattutto tra i giovani agnostici d'Europa, come un'istituzione di
uomini anziani, immersa nella tradizione, nelle processioni e nelle
cerimonie. Non importava che la storia del Continente, il più delle
volte, ruotasse intorno all'abilità politica del Vaticano.
Nell'estate
del 2009 le carte politiche della Santa Sede sono state rivelate in
un importante documento pontificio. Sulla scia delle parole di
Malachi Martin sul governo mondiale, la più potente carica religiosa
del pianeta aveva promosso un'autorità politica mondiale per gestire
l'economia globale. La sicurezza alimentare, il disarmo e la pace
avrebbero avuto il loro abito.
Un'economia
globale e una pace mondiale solide sono certamente obiettivi che
suonano nobili. Ma il pericolo si annida in quei semi della tirannia
che sono spesso sepolti nel terreno delle buone intenzioni.
Il
7 luglio Papa Benedetto ha emesso la sua nuova enciclica intitolata
Caritas in Veritate, o “Carità nella Verità”.
Frutto
di due anni di lavoro, questo documento è stato divulgato alla
vigilia del vertice del G8 in Italia e dell'incontro del Papa con il
presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Lunga circa 30000 parole,
questa enciclica ha delineato le preoccupazioni del Papa per quanto
riguarda la globalizzazione e l'economia, l'etica aziendale e il
ruolo della Chiesa cattolica nella promozione della dottrina sociale.
Commentando
l'enciclica, il New York Times ha osservato che ”a volte
Benedetto ragiona come una vecchia scuola europea socialista...”[2],
e il San Francisco Chronicle ha spiegato che:
“Caritas in Veritate
affronta temi molto moderni quali la globalizzazione, l'economia di
mercato, gli hedge fund, l'outsourcing e le energie alternative,
chiedendo alle persone di mettere da parte l'avidità e lasciare che
sia la loro coscienza a guidarli nelle scelte economiche e
ambientali. Molte delle idee proposte farebbero probabilmente
soffrire i conservatori...”[3]
E.J.
Dionne, un'editorialista
del Washington Post,
decantava che Benedetto è "molto più a sinistra di Obama
sull'economia"[4]
Anche
se la prospettiva di Benedetto XVI per l'economia globale era una
miscela sconcertante di libero mercato e ideali sociali di welfare,
ciò che ha sollevato le sopracciglia sono stati i suoi pensieri
sulla politica internazionale. Nella sezione 67 della Caritas in
Veritate, il Papa ha lasciato cadere una bomba ideologica,
un'autorità mondiale per “gestire l'economia”, portare
“il disarmo tempestivo” e garantire “la sicurezza
alimentare e la pace.”
Ecco
una parte importante della sezione 67. Il riferimento a una “autorità
politica mondiale” è molto chiaro e Papa Benedetto spiega che a
questo organismo internazionale dovrebbe essere dato il potere di
far rispettare la legge...”reale concretezza.”
“Di
fronte all'inarrestabile crescita dell'interdipendenza mondiale, è
fortemente sentita, anche in presenza di una recessione altrettanto
mondiale, l'urgenza della riforma sia dell'Organizzazione delle
Nazioni Unite che dell'architettura economica e finanziaria
internazionale, affinché si possa dare reale concretezza al
concetto di famiglia di Nazioni.
Sentita
è pure l'urgenza di trovare forme innovative per attuare il
principio di responsabilità
di proteggere [146]
e per attribuire anche alle Nazioni più povere una voce efficace
nelle decisioni comuni. Ciò appare necessario proprio in vista di un
ordinamento politico, giuridico ed economico che incrementi ed
orienti la collaborazione internazionale verso lo sviluppo solidale
di tutti i popoli.
Per
il governo
dell'economia mondiale;
per risanare le
economie colpite
dalla crisi, per prevenire
peggioramenti della
stessa e conseguenti maggiori squilibri; per realizzare un opportuno
disarmo integrale, la
sicurezza alimentare
e la pace; per garantire la salvaguardia
dell'ambiente e per regolamentare i flussi migratori,
urge la presenza di
una vera Autorità
politica mondiale,
quale è stata già tratteggiata dal mio Predecessore, il Beato
Giovanni
XXIII.
Una
simile Autorità dovrà essere regolata dal diritto, attenersi in
modo coerente ai principi di sussidiarietà
e di solidarietà,
essere ordinata alla realizzazione del bene
comune [147],
impegnarsi nella
realizzazione di un autentico sviluppo umano integrale ispirato ai
valori della carità nella verità.
Tale Autorità inoltre dovrà essere da tutti riconosciuta, godere di
potere effettivo
per garantire a ciascuno la sicurezza, l'osservanza della giustizia,
il rispetto dei diritti
[148].
Ovviamente, essa deve godere della facoltà
di far rispettare
dalle parti le proprie decisioni, come pure le misure coordinate
adottate nei vari fori internazionali.
Immediate controversie
circondano il presente paragrafo, mentre alcuni cattolici hanno
tentato rapidamente di prendere le distanze dall'idea che la Santa
Sede avrebbe sostenuto un governo mondiale.Gerarchia di potere
John-Henry
Westen, scrivendo per LifeSiteNews, ha affermato in modo
innequivocabile che il Papa stava parlando "direttamente contro
un unico governo mondiale." La giustificazine di Western per
questa sua posizione è stato l'appello del Papa per una "autorità
politica dispersa" nel paragrafo 41 – in riferimento al ruolo
degli Stati membri nel sistema internazionale. Western ha evidenziato
anche l'uso della parola "sussidiarietà" nella sezione 57,
come un freno contro il governo mondiale.
Questo
è un punto importante: la sussidiarietà è quella dottrina sociale
della Chiesa che afferma che i problemi dovrebbero essere affrontati
al livello più basso possibile. Per molti aspetti si basa sul tema
dell'autodeterminazione, e in questo senso potrebbe sembrare
antitetica ad un'autorità mondiale.
Nella sezione 57 di Caritas
in Veritate si dice:
"Per
non dar vita a un pericoloso potere universale di tipo monocratico,
il governo della
globalizzazione deve essere di tipo sussidiario,
articolato su più livelli e su piani diversi, che collaborino
reciprocamente. La globalizzazione ha certo bisogno di autorità, in
quanto pone il problema di un bene comune globale da perseguire; tale
autorità, però, dovrà essere organizzata in modo sussidiario e
poliarchico [138],
sia per non ledere la libertà sia per risultare concretamente
efficace."
Il
signor Western, che afferma che l'uso, da parte di Benedetto, della
parola sussidiarietà, si opporrebbe ad un governo mondiale, ha mal
interpretato questa sezione. Evocando la sussidiarietà, il Papa non
sta parlando contro un governo unico mondiale; sta invece offrendo un
modello gerarchico su cui costruire un'autorità internazionale. In
sostanza, dove i problemi possono essere risolti a livello locale o
nazionale, si lascia che siano gestiti a questo livello. E dove i
problemi sono globali e non possono essere adeguatamente affrontati
ad un livello inferiore, allora è necessaria un'autorità mondiale.
Papa
Benedetto ha suggerito anche che la sussidiarietà potrebbe essere un
valore di sicurezza che frenerebbe il potere di un governo mondiale
dall'assumere tratti tirannici. Ma il proporre che la sussidiarietà
sia un fattore di contrasto alla tirannia non è convincente, essa
non può nemmeno controllare oggi l'espansione di un eccesso di
governo.
John
Laughland, autore di The Tainted Source: The Undemocratic Origins
of the European Idea, ha osservato che:"...la Costituzione
tedesca è diventata sempre più centralizzata a seguito della sua
clausola di sussidiarietà." Anche l'Unione Europea comprende
questo concetto, ma non ha frenato l'UE dalla centralizzazione del
potere politico e dall'accumularsi di un apparato burocratico super
gonfio. La sussidiarietà, secondo Laughland, è un modello che
presume una "gerarchia piramidale unitaria delle funzioni
esecutive", con una dottrina decisamente corporativista.[6]
La
sussidiarietà può anche essere trovata nel sistema delle Nazioni
Unite. Il professor Robert Araujo spiega che “il principio di
sussidiarietà è riconosciuto come un principio fondamentale
dell'Organizzazione delle Nazioni Unite.”[7] Qui il concetto è
incentrato sull'autodeterminazione ai sensi dell'articolo 1,
paragrafo 2, della Carta delle Nazioni Unite. Ma questo non impedisce
alle Nazioni Unite di cercare di potenziare la giurisdizione
internazionale sotto la bandiera della “riforma”. E' importante
notare che la sussidiarietà permette il processo decisionale dal
basso e l'auto determinazione, ma ciò avviene nel contesto di una
visione più ampia. Il professor Araujo spiega che si tratta di “un
concetto per sintetizzare gli interessi del singolo con quelli della
comunità.” Quindi, non è difficile vedere come questo principio
possa allinearsi con un'autorità mondiale – voi potete perseguire
una direzione politica locale, ma dove finisce il coinvolgimento
locale ci sono poi altri livelli di governo per rafforzare il “bene
comune”.
Dire
che il Papa benedetto si oppone ad un governo mondiale perché ha
evocato la sussidiarietà non coglie il seguente punto: la
sussidiarietà svolge un ruolo operativo all'interno di una gerarchia
di potere politico crescente.
Ciò
che dimostra il punto 57 non è un'avversione del governo mondiale,
ma l'ordinamento del processo decisionale su cui esso, secondo
Benedetto, si dovrebbe basare.
Riforma
e Autorità Mondiale
Il
paragrafo 67 di Caritas in Veritate è dichiaratamente
politico nella sua natura. Ecco uno schema di alcuni punti chiave.
- “Riforma delle Nazioni Unite”. La riforma dell'ONU è incentrata su qualcosa di più che semplici “cambiamenti di voto” o sulla “trasparenza”. Piuttosto, la riforma è connessa ad una tassazione globale, una componente dell'ordine globale, e alla creazione di un parlamento internazionale. Esiste già una montagna di documenti che supportano questa versione della riforma, con il sostegno delle Nazioni Unite, dei governi nazionali e dei gruppi pro Nazioni Unite quali il World Federalist Movement e il Club di Roma.[8] In effetti, questa piattaforma di fiscalità internazionale, di rafforzamento e di un parlamento mondiale, erano i principali punti di discussione al Forum del Millennio delle Nazioni Unite, in particolare durante le sessioni ospitate dal gruppo di lavoro sul “Rafforzamento e la Democratizzazione delle Nazioni Unite.”[9] Cliff Kincaid, l'editore di Accuracy in Media, ha evidenziato i legami tra la riforma e la governance globale nella sezione 67 del testo papale:"...La 'riforma' delle Nazioni Unite è stata progettata per rafforzarle. Quindi, l'ONU è chiaramente destinata, dal punto di vista del Vaticano, a diventare l'Autorità Politica Mondiale."[10] La riforma dell'ONU va ben al di là dei nuovi mobili per l'ufficio.
- "Responsabilità di Proteggere". Conosciuta come R2P, questo è un ideale mondo federalista che darebbe all'ONU un mandato di intervenire a livello nazionale quando una nazione commette violazioni dei diritti umani. Suona bene a livello superficiale, ma i critici, e anche alcuni sostenitori, si rendono conto che un tale mandato può aprire il Vaso di Pandora. José E. Alvarez, presidente dell'American Society of International Law, ha riconosciuto questa situazione mentre affrontava una conferenza sul diritto internazionale a L'Aia nel 2007. L'R2P, egli ha suggerito, potrebbe essere utilizzata come pretesto per impegnarsi in ogni sorta di discutibili azioni interventiste.[11] Nessuna persona sana di mente vorrebbe far sperimentare genocidi o gravi ingiustizie ad un qualsiasi gruppo di persone. L'R2P, tuttavia, è un concetto con molte carenze, che ha insito il potenziale di gravi abusi. Dal punto di vista della gestione mondiale, il diritto di proteggere diventa la giustificazione legale affinché un'autorità politica mondiale agisca militarmente. Il pericolo si annida in quei semi della tirannia che sono spesso sepolti nel terreno delle buone intenzioni. Per saperne di più sul concetto di R2P vedere il Volume 2, Numero 7 di Forcing Change (www.forcingchange.org) – "Kosovo and the International Community: Just Another Pawn in the Game."
- “Gestire l'economia globale”. Questo punto è già in fase di discussione in seno alla comunità internazionale, che sta guardando al nuovo ordine finanziario mondiale come ad una struttura di potere dall'alto in basso che potenzierà notevolmente le istituzioni globali esistenti:
Banca dei Regolamenti Internazionali – farla diventare il regolatore bancario globale. La BRI implementerebbe velocemente se stessa come manager bancario internazionale, un corpo che supervisionerebbe le banche e il sistema finanziario di tutto il mondo, compresa la regolamentazione del capitale internazionale. Un'entità di questo tipo sarebbe l'equivalente ad un banchiere “Re della Collina” (leader indiscusso, ndt). Il Los Angeles Times l'anno scorso ha scritto che:”...Un tale sistema costringerebbe i paesi a rinunciare ad un aspetto della sovranità nazionale sulle banche che operano all'interno dei loro confini. Esso potrebbe anche implicare che i burocrati internazionali cerchino di plasmare la politica finanziaria e forse intraprendere azioni punitive.”
Fondo Monetario Internazionale – farlo diventare la banca di valuta di riserva mondiale. Nell'ambito di questo regime, il FMI sarebbe incaricato della regolamentazione di una nuova valuta globale al fine di essere utilizzata nel commercio mondiale, tra cui il settore energetico. Collaborando con la Banca Mondiale, il FMI utilizzerebbe altresì questa nuova unità monetaria per erogare prestiti internazionali e titoli obbligazionari. Le monete nazionali e regionali esisterebbero ancora, almeno provvisoriamente, ma le valute reagirebbero e si regolerebbero in base ai nuovi parametri di riferimento a livello mondiale.
World Trade Organization – farlo diventare il regolatore del commercio globale. Il WTO dovrebbe stabilire le regole per il commercio di beni e servizi tramite un insieme di standard globalmente organizzato, un processo che è attualmente in fase di elaborazione. Le politiche commerciali nazionali dovrebbero in seguito allinearsi con le prassi mondiali accettate. Tutto questo sta già avvenendo, ma c'è un ulteriore collegamento tra il libero scambio mondiale e il nuovo sistema finanziario internazionale. Richard Cooper, in una conferenza del 1984 sponsorizzata dalla Federal Reserve Bank, mentre sosteneva una sola moneta mondiale di riserva, ha rilevato quanto segue:”Sarebbe logico se il libero commercio [mondiale] accompagnasse questo regime di moneta unica. Ciò sarebbe anche coerente con lo spirito politico di collaborazione che sarebbe necessario per stabilire il regime di moneta unica. Il libero commercio potrebbe assicurare un mercato di beni, così come di strumenti finanziari.”[12]Nazioni Unite – trasformarle velocemente nell'agenzia dell'etica e della governance globale. L'ONU darebbe un input morale e un orientamento politico all'economia mondiale di nuova gestione. In sostanza, questo corpo diventerebbe la “coscienza planetaria”, plasmando i comportamenti, i valori e gli atteggiamenti dei consumatori e dei politici. Anche questo sta già accadendo. Alla fine di giugno l'ONU ha organizzato una conferenza che ha delineato una norma sociale accettata per l'economia globale: una visione del mondo Terra-centrica, un socialismo internazionale e una visione New Age dell'evoluzione planetaria. Ricordate che l'autorità politica mondiale di Benedetto XVI dovrebbe gestire l'economia globale. Come avverrà l'esecuzione di questo mandato? L'autorità mondiale opererà come un ombrello per i gruppi sopra citati? Le Nazioni Unite possono riformarsi fino al punto di diventare questo responsabile dell'economia globale?La Caritas in Veritate ci ha dato un assaggio delle direttive dell'autorità mondiale, ma non ci ha fornito le specifiche operative. La Santa Sede ha forse effettivamente concretizzato i suoi dettagli, delineando il processo magari attraverso un documento di lavoro interno? Se fosse così, sarebbe una lettura interessante! Oppure, offrendo solo delle generalità, il Vaticano si aspetta che siano altri importanti giocatori, come le Nazioni Unite o il World Federalist Movement, ad elaborare i particolari? Se è così, che ruolo avrebbe il Vaticano in questo quadro di governo mondiale?Osservatore? Consulente? Sovrintendente?Qui sorgono un sacco di domande imbarazzanti, e così dovrebbe essere.NOTA: per informazioni ed analisi sulla conferenza sopra menzionata, controlla il report di Forcing Change (www.forcingchange.org), "Building a New Common Future: Twisting Faith and Finance in a Global Order" (luglio 2009). Per saperne di più sul movimento verso una moneta unica mondiale, vedi gli articoli di Forcing Change "One World, One Money" (Volume 1, Numero 12), e "The Joseph Principle and Crisis Economics" (Volume 2, Numero 9). - “Un'autorità...regolata dalla legge” - I governi di tutto il mondo sono regolati da leggi interne e da misure di responsabilità, ma questo non impedisce che gli abusi, la corruzione e finanche la tirannia, entrino in questo quadro. L'idea che un'autorità mondiale potrebbe essere tenuta sotto controllo da un sistema di diritto mondiale non regge.
- “Una vera autorità politica mondiale” - Questo non è un ideale morale o spirituale propagandato dalla Santa Sede, ma la visione di un governo mondiale effettivo. Questo è evidente nel contesto generale della sezione 67 e nella sua stessa formulazione: una “autorità politica mondiale”.Non vi è dubbio che l'ufficio papale desidera vedere uno standard spirituale incorporato in questo soggetto politico, basato in gran parte sugli insegnamenti della chiesa cattolica. Tuttavia, questo non garantisce che un'autorità mondiale agirebbe in buona volontà. Come la storia ci racconta, il Vaticano stesso è ben lungi dall'essere immune da questi propositi, e i “detentori del potere” tendono ad accumulare potere.Ricordate le parole di Lord Acton, uno storico cattolico che ha scritto quanto segue in risposta all'autorità indiscussa del Vaticano:”Il potere corrompe e il potere assoluto corrompe assolutamente.”[13]
Seguendo
una tradizione
La promozione del governo
mondiale da parte di papa Benedetto XVI non è venuta dal nulla.
Dagli anni cinquanta del novecento la Santa Sede si è costantemente
mossa per sostenere il potenziamento delle Nazioni Unite e
un'autorità politica mondiale.
Papa Pio XII: il 6 aprile
1951, il Papa Pio XII ebbe un incontro in Vaticano con il Movimento
Mondiale per un Governo Mondiale Federale. Nel corso di tale incontro
il Papa Pio XII incoraggiò il suo uditorio di “governo mondiale”
a proseguire in questa ricerca:
“Il vostro movimento, signori,
ha il compito di creare un'efficace organizzazione politica nel
mondo. Non c'è niente di più in linea con le dottrine tradizionali
della Chiesa, o meglio adattato ai suoi insegnamenti sulla guerra
giusta o ingiusta, soprattutto nella presente situazione mondiale.
Un'organizzazione di questo tipo deve, pertanto, essere istituita...”
Il Papa spiegava poi,
giustamente, che i “germi mortali del totalitarismo meccanico”
avrebbero potuto infettare questa “organizzazione politica
mondiale”. Tuttavia, nel notare questa possibilità, egli ricordò
ai partecipanti di perseguire un approccio federalista mondiale
solidamente morale. Terminando il suo incontro, il Papa incoraggiava
il suo uditorio a proseguire questa grande idea.
“...Voi avete il coraggio di
dare voi stessi per questa causa. Ci congratuliamo con voi. Vorremmo
esprimere a Voi i nostri auguri per il vostro pieno successo e con
tutto il Nostro cuore Noi pregheremo Dio affinché vi conceda la Sua
saggezza e il Suo aiuto nello svolgimento del vostro compito.”[14]
Papa
Giovanni XXIII: nella sua enciclica Pacem in Terris del
1963, Papa Giovanni XXIII chiedeva un'autorità pubblica
internazionale con una “sfera di attività mondiale” per far
fronte ai problemi globali. Questa autorità avrebbe dovuto essere
“dotata di potere mondiale e di mezzi adeguati per il
raggiungimento del bene comune universale”, sebbene non avesse
dovuto imporsi come forza:”Essa deve essere istituita con il
consenso di tutte le nazioni.”
Nel contemplare sul come questo
sistema avrebbe potuto funzionare, Giovanni XXIII si richiamò al
principio di sussidiarietà, dicendo che questa avrebbe dovuto
applicarsi “ai rapporti tra l'autorità pubblica della comunità
mondiale e le autorità pubbliche di ogni comunità politica.”
Questa
sussidiarietà, come l'uso di tale termine da parte di Benedetto, non
nega un'autorità mondiale – impone semplicemente una struttura
gerarchica che riconosce ogni livello, dal basso verso l'alto, come
chiave per questo sistema.[15]
Papa
Paolo VI: Mentre stava parlando alle Nazioni Unite nel 1965,
l'adulazione proveniente dal Papa era palpabile. Durante il suo
discorso egli elogiò il sistema delle Nazioni Unite come “la
strada obbligata della civiltà moderna e della pace mondiale.”
“L'edificio che avete
costruito non dovrà mai cadere, ma dovrà essere perfezionato e reso
uguale ai bisogni che la storia del mondo presenterà. E' possibile
contrassegnare una fase nello sviluppo del genere umano, dal quale
non dovrà mai essere concesso il ritirarsi...Avanzate
sempre!...Lasciate che cresca una fiducia unanime in questa
istituzione, fate in modo che la sua autorità aumenti.”
“C'è qualcuno che non vede la
necessità di pervenire, in tal modo, progressivamente, alla
creazione di un'autorità mondiale in grado di agire efficacemente
sul piano giuridico e politico?”[16]
Papa
Giovanni Paolo II: nel suo discorso del 1995 alle Nazioni Unite,
Giovanni Paolo riflette sulle connessioni storiche tra il Vaticano e
l'organismo mondiale:
“La Santa Sede, in virtù
della sua missione specificamente spirituale, che la rende sollecita
verso il bene integrale di ogni essere umano, ha sostenuto gli ideali
e gli obiettivi dell'Organizzazione delle Nazioni Unite sin
dall'inizio. Anche se i loro rispettivi scopi e approcci operativi
sono ovviamente diversi, la Chiesa e le Nazioni Unite trovano
costantemente ampi settori di cooperazione sulla base della loro
comune preoccupazione per la famiglia umana.”[17]
Sebbene
Papa Giovanni Paolo II si scontrò con le Nazioni Unite sulla
questione della famiglia, egli diede enorme importanza al
raggiungimento di sistemi politici di normative mondiali. Nel 1985
egli parlò ai giudici della Corte Internazionale di Giustizia,
dicendo loro che:
“La Santa Sede attribuisce
grande importanza alla collaborazione con l'Organizzazione delle
Nazioni Unite e con i vari organismi che sono una parte
essenziale del suo lavoro. L'interesse della Chiesa presso la Corte
Internazionale di Giustizia risale agli albori di questo Tribunale e
agli eventi che furono legati alla sua creazione...
La Chiesa ha sempre sostenuto lo
sviluppo di una amministrazione internazionale della giustizia e
di un arbitrato come strumento di pace e di piena risoluzione dei
conflitti come parte dell'evoluzione di un sistema giuridico
mondiale...
In senso stretto, l'attuale
Corte non è né più né meno che un primo passo verso quello
che ci auguriamo possa un giorno essere un'autorità giuridica
totalmente efficace in un mondo pacifico.”[18][corsivo
nell'originale]
In
altri discorsi e scritti, come la sua enciclica Sollicitudo rei
Socialis, Giovanni Paolo II chiese un rafforzamento della
normativa mondiale e “un grado superiore di ordinamento
internazionale.”[19] Niente di tutto questo ha la stessa vistosità
della raccomandazione di Papa Benedetto XVI di una “autorità
politica mondiale”, ma questa segue un tema politico comune, una
governance mondiale ampliata e migliorata.
L'idea
di Papa Benedetto XVI di una “autorità politica mondiale” non è
scaturita dal nulla. Piuttosto, attraverso successivi incarichi
papali che risalgono almeno a Pio XII, [20] la Santa Sede ha
coltivato le visioni di una politica internazionale.
Influenzare
Principi e Poveri
Il
fatto che un leader religioso abbia chiesto un'autorità mondiale è
di per se stesso interessante, ma per il fatto che ciò sia
l'emanazione di una carica papale, è giustificata una misura extra
di attenzione.
Noi
non possiamo trascurare l'influenza esercitata dalla Santa Sede.
Quando si tratta di rilevanza mondiale, il Papa si differenzia molto
rispetto ad altre figure religiose. E' vero che alcuni leader
protestanti ed evangelici sono consultati dalle élite politiche; e i
funzionari di governo spesso corteggiano i capi delle altre
religioni, come il Dalai Lama. Ma tutto questo impallidisce rispetto
ai poteri storici e contemporanei della sede papale.
Per
secoli la Santa Sede è stata il fulcro degli affari politici
europei. La sua storia è piena di intrighi geopolitici, guerre
papali ed ascesa e caduta dei poteri nazionali. I Reali di ogni
angolo del continente hanno viaggiato verso Roma in cerca di
un'udienza con il Papa, sperando in un favore papale. Inoltre, il
Vaticano è stato un fulcro di interessi bancari, spionaggio e
rapporti d'affari internazionali.[21]
E
oggi, come in passato, presidenti e primi ministri si inchinano
davanti al Papa, in cerca di un suo consiglio, e discutono
con lui privatamente sulle questioni di grande importanza politica, economica
e sociale.
Eric
Frattini, l'autore di The Entity: Five Centuries of Secret Vatican
Espionage, ci offre una finestra in questo mondo geopolitico:
“Il papato, l'autorità
suprema a capo della Chiesa cattolica, è la più antica istituzione
stabilita nel mondo. Fu l'unica istituzione a fiorire durante il
Medioevo, un attore di primo piano nel Rinascimento, e protagonista
nelle battaglie della Riforma, della Controriforma, della Rivoluzione
Francese, dell'era industriale e dell'ascesa e caduta del comunismo.
Per secoli, facendo pieno uso della loro famosa 'infallibilità', i
papi hanno portato il loro potere centralizzato a premere sugli esiti
sociali del dispiegarsi degli eventi storici...”
“...Nel corso della storia il
papato ha sempre mostrato due volti: quello della leadership mondiale
della Chiesa Cattolica e quello di una delle migliori organizzazioni
politiche del pianeta. Mentre, da una parte, i papi stavano
benedicendo i propri fedeli, dall'altra essi ricevevano gli
ambasciatori stranieri e i capi di stato e inviavano legati e nunzi
in missioni speciali.”[22]
E
in piedi dietro al Papa vi è un seguito di cattolici devoti in tutto
il mondo, che potrebbero non concordare con il governo mondiale, ma
che sono comunque impegnati per la Chiesa cattolica romana, pertanto
a sostegno del Pontefice. Avro Manhattan, un critico della Santa
Sede, ha giustamente fatto la correlazione tra il potere del Vaticano
e il fedele:
“Ciò che conferisce al
Vaticano il suo enorme potere non è la sua diplomazia in quanto
tale, ma il fatto che dietro la sua diplomazia si trova la Chiesa,
con tutte le sue molteplici attività che abbracciano tutto il
mondo...”
“...La diplomazia del Vaticano
è così influente ed è in grado di esercitare un potere così
grande nel campo diplomatico e politico, perché ha a sua
disposizione l'incredibile macchinario di un'organizzazione
spirituale con ramificazioni in tutti i paesi del pianeta. In altre
parole, il Vaticano, come un potere politico, impiega la Chiesa
cattolica come istituzione religiosa per aiutare il raggiungimento
dei suoi obiettivi. Questi obiettivi, a loro volta, sono ricercati
soprattutto per favorire gli interessi della Chiesa cattolica.”
“...La Chiesa cattolica agisce
automaticamente su quelle innumerevoli organizzazioni religiose,
culturali, sociali e infine politiche, connesse con la Chiesa
cattolica, che, sebbene legate alla Chiesa, soprattutto per motivi
religiosi, possono, in certi momenti, servire, direttamente o
indirettamente, fini politici.”[23]
Il
punto è questo: nessun altro leader religioso del pianeta detiene
tale influenza politica ed economica all'interno di un ambito
religioso. Si consideri solo il numero degli aderenti che
costituiscono la spina dorsale della Chiesa di Roma: Negli Stati
Uniti, i cattolici costituiscono circa il 22% della popolazione e il
totale mondiale raggiunge il 17%, ovvero circa 1,14 miliardi di
persone.[24] Ecco perché la richiesta, da parte del Papa Benedetto
XVI, di una “autorità politica mondiale”, è così
significativa; quello che egli dice influenza parimenti leader e
laici a centinaia di milioni.
Se
il pastore battista locale o il predicatore mennonita, con un gregge
di qualche decina o qualche centinaio di persone, lanciano un appello
per una “autorità politica mondiale” in stile ONU, questo non
avrebbe molto significato oltre i banchi di quella particolare
chiesa. I membri della congregazione dovrebbero o applaudire il
pastore o, si spera, contestare le sue assunzioni. Ma, in generale,
ciò non causerebbe un effetto domino al di là della comunità
locale. Tuttavia, quando il “Santo Padre” - un titolo cattolico
che denota qualcosa di più che un “leader” - formula tale
raccomandazione, e gode del sostegno dei precedenti appelli papali,
le ondate di influenza viaggiano in tutto il mondo.
Conclusione
- La Santa Sede, per almeno sei decenni, ha sostenuto la ricerca di una struttura politica globale.
- Il Papa Benedetto XVI, con la sua recente enciclica, ha sostenuto esplicitamente l'idea di un'autorità politica mondiale, e questo governo mondiale dovrebbe essere progettato per incorporare il principio di sussidiarietà. Punto ulteriore: all'interno di una struttura politica universale, la sussidiarietà sarebbe simile allo slogan “pensare globalmente, agire localmente.”
- L'influenza della Santa Sede sopra la comunità internazionale è sostanziale, e il Papato ha l'appoggio e il generale sostegno di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, in aggiunta al supporto “da locale a globale” per le visioni geopolitiche del Vaticano.
- I sostenitori del governo mondiale, come, ad esempio, il World Federalist Movement, accoglieranno le raccomandazioni del Papa Benedetto XVI e le useranno per ostentare l'idea di una gestione del mondo.
- Molte persone ed organizzazioni cattoliche approveranno poi la proposta di un'autorità politica mondiale, e quindi sosterranno i vari movimenti per la governance mondiale.
- Gli individui e le organizzazioni all'interno e fuori della Chiesa cattolica difenderanno l'enciclica del Papa, cercando di spiritualizzare o moralizzare il testo, tentando in tal modo di ammorbidire la polemica. Tuttavia rimane l'intenzione del Papa per un'autorità politica mondiale.
- Una minoranza di cattolici si opporrà ad alta voce all'invito del Vaticano al rafforzamento delle Nazioni Unite e al governo internazionale (molti di più saranno quelli indifferenti). Potrebbe verificarsi lo scherno verso coloro che parleranno pubblicamente contro gli ideali politici di Benedetto XVI. Aspettatevi spaccature tra coloro che si oppongono e coloro che sostengono la governance globale.
- I gruppi religiosi non cattolici sosterranno l'enciclica di Papa Benedetto XVI. E' stato già rilasciato un documento di risposta evangelica da parte di un gruppo di professori e leader nazionali evangelici. Intitolato Doing the Truth in Love, questo testo è d'accordo sul fatto che siano necessarie nuove forme di autorità globale, ma che “dovranno garantire una maggiore partecipazione, trasparenza e responsabilità, e contribuire a rafforzare lo Stato nazionale rispetto al potere della finanza globale.”[25] Tale punto di vista è più utopico che pratico, perché pochi incentivi reali sarebbero in grado di obbligare un governo mondiale a metterlo in pratica.
- Saranno formate nuove alleanze e reti per aumentare la pressione politica e sociale a sostegno dell'amministrazione mondiale; e queste reti incorporeranno gruppi cattolico/vaticani, organizzazioni non governative ed elementi delle Nazioni Unite.
Nel
momento in cui la Santa Sede solleva lo spettro di un governo
mondiale, ciò dovrebbe scuotere cattolici e non cattolici allo
stesso modo. Anche se un'autorità politica mondiale non arriverà a
buon fine, tale difesa è stupefacente. Qui abbiamo la più influente
carica religiosa del pianeta – essa stessa strutturata come
un'autorità dall'alto verso il basso – che promuove un sistema
top-down di gestione internazionale. La sola percezione è
profondamente preoccupante.
E
se entrerà in gioco un'autorità politica mondiale, cosa gli
impedirà di trasformarsi in un regime autocratico? Anche qui noi
stiamo assumendo che l'autorità globale sarà introdotta come un
governo limitato. La contraddizione finale, naturalmente, è quella
di un'autorità sdentata. Senza le funzioni di attuazione, essa
sarebbe poco più che un comitato consultivo. Per essere efficace,
pertanto, essa dovrà essere un potere centralista con un certo peso:
qualcosa di meno non avrebbe senso.
Ma
è di questo che necessita il mondo per garantire l'ordine globale?
Consideriamo
per un momento gli ultimi cento anni, un secolo pieno di esempi di
governi centralisti “bene intenzionati”, che avevano sempre un
bel significato per qualcuno. In nome di “pace e sicurezza”
questi regimi schiacciarono gli oppositori interni, liquidando spesso
i loro sostenitori nel processo. Dal Cile alla Cina, il motto non
ufficiale “la pace è la distruzione di tutta l'opposizione”,
venne tradotto in azione. E nel caso della Germania nazista, il
governo salì al potere attraverso il sistema democratico. Purtroppo,
in diversi casi, il Vaticano stesso teneva le mani di coloro che
perpetrarono questi crimini, come in Croazia durante gli anni
quaranta del novecento.[26]
Tutto
questo significa che la Santa sede appoggia un regime dittatoriale
mondiale? No, almeno secondo l'enciclica di Papa Benedetto XVI,
perché egli ha apertamente riconosciuto la pericolosa possibilità
di un “potere universale di tipo monocratico.” La sua speranza,
come indicato nella Caritas in Veritate, è quella di
un'autorità politica mondiale controllata da confini giuridici al
fine di non “ledere la libertà”. L'eccesso di governo sarebbe
compensato da misure di responsabilità.
Un
concetto bello in teoria, ma che si basa su un presupposto
traballante: che l'autorità politica mondiale rimarrà soddisfatta
di vivere entro i limiti prescritti; soddisfatta di operare
all'interno di stretti vincoli sociali, economici e politici. Qui sta
l'intoppo: le nostre nazioni democratiche avanzate – e persino il
Vaticano – non possiedono e non sanno vivere all'altezza di questo
standard di base.
Mentre
Papa Benedetto XVI cerca, in modo soft, di vendere l'idea di un
governo mondiale ai cattolici e ai leader nazionali, ci arrivano, da
un passato quasi dimenticato, le meditate parole di Lord Acton:”Il
potere corrompe...”
Note:
1
Malachi Martin, The Keys of This Blood (Touchstone, 1990),
p.15.
2
The New York Times, "Pope Urges Forming New World
Economic Order to Work for the ‘Common Good’," July 8, 2009.
Online edition.
3
David Ian Miller, "The Pope pays the economy some attention,"
The San Francisco Chronicle, July 13, 2009. Online edition.
4
E.J. Dionne Jr. "To the Right of the Pope," The
Washington Post, July 8, 2009, online edition.
5
John-Henry Westen, "Pope’s New Encyclical Speaks Against, not
for On-World Government and New World Order," LifeSiteNews.com,
July 8, 2009.
6
John Laughland, The Tainted Source: The Undemocratic Origins of
the European Idea (Little, Brown & Company, 1997),
pp.154-155.
7
Robert John Arujo, "International Law Clients: The Wisdom of
Natural Law," Fordham Urban Law Journal, August, 2001.
8
For a few examples among many, see the following reports: Our
Global Neighborhood (The Commission on Global Governance, Oxford
University Press, 1995 – directly supported and endorsed by the UN
Secretary General); Toward a Rapid Reaction Capability for the
United Nations (Government of Canada, 1995); Rethinking Basic
Assumptions About the United Nations (World Federalist
Association, 1992); Reshaping the International Order (Club of
Rome, 1976).
9
UN Millennium Forum, May 22-26, 2000. See the final document,
Millennium Forum Declaration and Agenda for Action.
10
Cliff Kincaid, "Who Will Probe the UN-Vatican Connection?"
Accuracy in Media, August 4, 2009. (www.aim.org).
11
José E. Alvarez, The Schizophrenias of R2P, Panel Presentation at
the 2007 Hague Joint Conference on Contemporary Issues of
International Law: Criminal Jurisdiction 100 Years After the 1907
Hague Peace Conference, The Hague, The Netherlands, June 30, 2007.
12
Richard N. Cooper, "Is There a Need to Reform?" The
International Monetary System: Forty Years After Bretton Woods
(Federal Reserve Bank of Boston, 1984), p.33.
13
Reprinted in Eric Frattini’s book, The Entity: Five Centuries of
Secret Vatican Espionage (St. Martin’s Press, 2008), p.2.
14
Address by His Holiness Pope Pius XII During an Audience with
Delegates of the Fourth Congress of the World Movement for World
Federal Government, 6 April 1951. A copy of this speech is in the
author’s library. It is reprinted in its entirety in The Power
Puzzle: A Compilation of Documents and Resources on Global Governance
(2004, can be obtained at the Forcing Change website,
www.forcingchange.org).
15
Pope John XXIII, Pacem in Terris, paragraphs 137 to 141.
16
Holy Father’s Talk at United Nations, October 4, 1965. Reprinted in
its entirety in The Power Puzzle: A Compilation of Documents and
Resources on Global Governance (www.forcingchange.org).
17
Address of His Holiness John Paul II, United Nations
Headquarters, Thursday, 5 October 1995.
18
Address of John Paul II to the International Court of Justice during
the Meeting at the Peace Palace, The Hague, 13 May 1985.
19
Sollicitudo rei socialis, paragraph 43.
20
Pope John Paul I was in office for only 33 days before being murdered
in 1978. During that time he made a number of speeches, but I have
found none that directly support global governance.
21
Volumes have been published on the role of the Holy See in global
dealings, including banking, espionage, and international diplomacy.
One of the most recent books on this subject is The Entity: Five
Centuries of Secret Vatican Espionage, by Eric Frattini (St.
Martin’s Press, 2008).
22
Eric Frattini The Entity: Five Centuries of Secret Vatican
Espionage (St. Martin’s Press, 2008), p.1.
23
Avro Manhattan, The Vatican in World Politics (Gaer
Associates, 1949), pp.28-29.
24
"Frequently Requested Catholic Church Statistics," Center
for Applied Research in the Apostolate, Georgetown University,
statistics are for 2009;
http://cara.georgetown.edu/bulletin/index.htm.
25
Doing the Truth in Love. A copy of the document, along with
signers, can be found at www.cpjustice.org/doingthetruth
26
The Croat liquidation of Orthodox Serbs was one of the most horrific
examples of genocide in modern history. So gruesome were the attacks
that "even hardened German troops registered their horror."
See John Cornwell, Hitler’s Pope: The Secret History of Pius XII
(Viking, 1999), pp.248-260. See also Unholy Trinity: The
Vatican, the Nazis, and the Swiss Banks by Mark Aarons and John
Loftus (St. Martin’s Griffin, 1998); and Avro Manhattan, The
Vatican’s Holocaust (Ozark Books, 1986). Mark Aarons and
John Loftus attest to Manhattan’s credibility, explaining; "he
was very well informed, having worked for British intelligence during
the war" (Unholy Trinity, p.86).
Link
articolo originale:
http://www.crossroad.to/articles2/forcing-change/09/9-vatican.htm
p.s.
Nel
sito ufficiale del Vaticano potete leggere il testo integrale
dell'Enciclica
Caritas In Veritate.
L'alleanza tra il governo mondiale in fase di edificazione delle Nazioni Unite e
il Vaticano è rimasta immutata sotto il nuovo Papa gesuita Bergoglio.
Da un articolo
del 09/04/2013, pubblicato su La Stampa, leggiamo:
“Papa:
Ban Ki-moon in udienza: Leader spirituale mondiale
Bergoglio
e il segretario generale Onu parlano con traduttore
Città
del Vaticano
Città
del Vaticano, 9 apr. (TMNews) - Il Papa ha ricevuto stamane in
Vaticano il segretario generale dell'Onu. Jorge Mario Bergoglio ha
avuto con Ban Ki-moon un colloquio di venti minuti. "A nome
delle Nazioni Uniti le faccio le congratulazioni per l'inizio del suo
mandato", ha detto Ban Ki-moon in inglese. "E' un grande
onore inontrare il leader spirituale del mondo". La Santa
Sede e le Nazioni Unite "condividono idee e obiettivi".
Alla
presenza di un funzionario di segreteria di Stato anglofono,
monsignor Mark Miles, Papa Francesco ha parlato in italiano, Ban
Ki-moon in inglese. Il Pontefice argentino ha accennato una frase di
inglese al momento dello scambio di doni. Ban Ki-moon gli ha regalato
l'edizione ufficiale in sei lingue della Carta delle Nazioni Unite,
il Papa un mosaico di Roma: "This is for you (questo è per lei,
ndr.), un mosaico di Roma...". "
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