di Edmond Paris
estratto del libro The Secret History of the Jesuits, pag. 23-27
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.it
estratto del libro The Secret History of the Jesuits, pag. 23-27
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.it
La Fondazione della Compagnia di Gesù
"La Compagnia di Gesù" fu costituita nel Giorno dell'Assunzione del 1534, nella cappella di Notre-Dame de Montmartre. Ignazio aveva allora 44 anni. Dopo la comunione, l'animatore e i suoi compagni promisero di andare in Terra Santa non appena i loro studi fossero finiti, al fine di convertire gli infedeli. Ma l'anno successivo li troviamo a Roma, dove il Papa, che a quel tempo stava organizzando una crociata contro i Turchi insieme all'Imperatore Tedesco e alla Repubblica di Venezia, mostrò loro quanto fosse impossibile il loro progetto a causa di essa. Così Ignazio e i suoi compagni si dedicarono al lavoro missionario in terre cristiane; a Venezia il suo apostolato risvegliò di nuovo i sospetti dell'Inquisizione. La Costituzione della Compagnia di Gesù fu finalmente redatta e approvata a Roma da Paolo III nel 1540, e i gesuiti si metterono a disposizione del Papa, promettendogli obbedienza incondizionata.
"La Compagnia di Gesù" fu costituita nel Giorno dell'Assunzione del 1534, nella cappella di Notre-Dame de Montmartre. Ignazio aveva allora 44 anni. Dopo la comunione, l'animatore e i suoi compagni promisero di andare in Terra Santa non appena i loro studi fossero finiti, al fine di convertire gli infedeli. Ma l'anno successivo li troviamo a Roma, dove il Papa, che a quel tempo stava organizzando una crociata contro i Turchi insieme all'Imperatore Tedesco e alla Repubblica di Venezia, mostrò loro quanto fosse impossibile il loro progetto a causa di essa. Così Ignazio e i suoi compagni si dedicarono al lavoro missionario in terre cristiane; a Venezia il suo apostolato risvegliò di nuovo i sospetti dell'Inquisizione. La Costituzione della Compagnia di Gesù fu finalmente redatta e approvata a Roma da Paolo III nel 1540, e i gesuiti si metterono a disposizione del Papa, promettendogli obbedienza incondizionata.
Loyola con Paolo III |
L'insegnamento, la confessione, la predicazione e l'opera di carità
furono il campo d'azione di questo nuovo Ordine, ma non furono escluse
le missioni all'estero, in quanto, nel 1541, Francesco Saverio e due
compagni lasciarono Lisbona per andare ad evangelizzare l'Estremo
Oriente. Nel 1546 fu lanciato il lato politico della loro carriera,
quando il papa scelse Lainez e Salmerón per rappresentarlo al Concilio
di Trento in qualità di "teologi pontifici". Il Sig. Boehmer
scrive:"Allora l'Ordine fu impegnato dal Papa solo su base temporanea.
Ma esso eseguì le sue funzioni con tanta prontezza e zelo che, già sotto
Paolo III, esso si era impiantato con fermezza in tutti i tipi di
attività prescelte e vinse la fiducia della Curia per tutto il
tempo".(12d)
Questa fiducia fu pienamente giustificata; i gesuiti, e Lainez in particolare, insieme con il loro devoto cardinale Morone, durante le tre sessioni del Concilio, che terminarono nel 1562, divennero i combattenti astuti e instancabili dell'autorità pontificia e dell'intangibilità del dogma.
Questa fiducia fu pienamente giustificata; i gesuiti, e Lainez in particolare, insieme con il loro devoto cardinale Morone, durante le tre sessioni del Concilio, che terminarono nel 1562, divennero i combattenti astuti e instancabili dell'autorità pontificia e dell'intangibilità del dogma.
Il Concilio di Trento |
Con le loro manovre e dialettica intelligenti essi riuscirono a
sconfiggere l'opposizione e tutte le pretese degli "eretici", compreso
il matrimonio dei preti, la comunione con i due elementi, l'uso della
lingua volgare nei servizi e, in particolare, la riforma del papato. Fu
accolta all'ordine del giorno solo la riforma dei conventi. Lainez
stesso, con un energico contrattacco, appoggiò l'infallibilità
pontificia che fu promulgata tre secoli dopo dal Concilio Vaticano.(13)
Grazie alle salde azioni dei Gesuiti la Santa Sede uscì rafforzata dalla
crisi nella quale era quasi affondata. I termini scelti da Papa Paolo
III per descrivere, nella sua Bolla di Autorizzazione, questo nuovo
Ordine, furono ampiamente giustificati: "Regimen Ecclesiae militantis".
Sviluppando sempre più lo spirito di combattimento, col passare del tempo, accanto alle missioni all'estero, le attività dei figli di Loyola iniziarono a concentrarsi sulle anime degli uomini, soprattutto tra le classi dirigenti. La politica era il loro principale campo d'azione, in quanto tutti gli sforzi di questi "amministratori" si concentravano in un unico obiettivo: la sottomissione del mondo al papato, e per raggiungere questo dovevano essere conquistate per prima le "teste". E per realizzare questo ideale? Due armi molto importanti: essere i confessori dei potenti e di quelli altolocati ed educare i loro figli. In questo modo, il presente sarà sicuro mentre sarà preparato il futuro. La Santa Sede si rese presto conto della forza che avrebbe portato questo nuovo ordine. In un primo momento il numero dei suoi membri fu limitato a 60, ma questa restrizione fu prontamente revocata. Quando Ignazio morì, nel 1556, i suoi figli lavoravano tra i pagani in India, Cina, Giappone, e nel Nuovo Mondo, ma anche e soprattutto in Europa: Francia, Germania meridionale e occidentale - dove combatterono contro l' "eresia" - Spagna, Portogallo, Italia e anche in Inghilterra, raggiunta mediante l'Irlanda. La loro storia, piena di vicissitudini, diventerà una quella di una rete "Romana" che essi cercheranno costantemente di diffondere nel mondo, i cui collegamenti saranno eternamente strappati e riparati.
Sviluppando sempre più lo spirito di combattimento, col passare del tempo, accanto alle missioni all'estero, le attività dei figli di Loyola iniziarono a concentrarsi sulle anime degli uomini, soprattutto tra le classi dirigenti. La politica era il loro principale campo d'azione, in quanto tutti gli sforzi di questi "amministratori" si concentravano in un unico obiettivo: la sottomissione del mondo al papato, e per raggiungere questo dovevano essere conquistate per prima le "teste". E per realizzare questo ideale? Due armi molto importanti: essere i confessori dei potenti e di quelli altolocati ed educare i loro figli. In questo modo, il presente sarà sicuro mentre sarà preparato il futuro. La Santa Sede si rese presto conto della forza che avrebbe portato questo nuovo ordine. In un primo momento il numero dei suoi membri fu limitato a 60, ma questa restrizione fu prontamente revocata. Quando Ignazio morì, nel 1556, i suoi figli lavoravano tra i pagani in India, Cina, Giappone, e nel Nuovo Mondo, ma anche e soprattutto in Europa: Francia, Germania meridionale e occidentale - dove combatterono contro l' "eresia" - Spagna, Portogallo, Italia e anche in Inghilterra, raggiunta mediante l'Irlanda. La loro storia, piena di vicissitudini, diventerà una quella di una rete "Romana" che essi cercheranno costantemente di diffondere nel mondo, i cui collegamenti saranno eternamente strappati e riparati.
(l2d) H. Boehmer, op.cit., pp.47-48.
(13) Vatican Council (1870).
Lo Spirito dell'Ordine
"Non
dimentichiamo, scrive il gesuita Rouquette, che, storicamente, l'
'ultramontanismo' è stato l'affermazione pratica dell'
'universalismo'...Questo inevitabile universalismo sarebbe stato una
parola vuota se non avesse dato luogo ad una pratica coesione o
all'obbedienza verso il cristianesimo: è per questo che Ignazio voleva
mettere questa squadra a disposizione del Papa...ed essere il
combattente per l'unità cattolica, unità che può essere garantita solo
attraverso un'effettiva sottomissione al vicario di Cristo".(13bis)
I gesuiti
volevano imporre tale assolutismo monarchico sulla Chiesa Romana ed essi
lo mantennero nella società civile, al pari di come lo avevano fatto sui sovrani, come rappresentanti temporali del santo Padre, vero
capo del cristianesimo. A condizione che tali monarchi fossero del
tutto docili al loro comune signore, i gesuiti erano i loro sostenitori
più fedeli. D'altra parte, se questi Principi si ribellavano, trovavano nei gesuiti i loro peggiori nemici.
Dovunque in Europa, gli interessi di Roma richiedevano ai popoli di insorgere contro i propri re, o, se questi Principi avessero adottato decisioni imbarazzanti per la Chiesa, la Curia sapeva che essi non avrebbero trovato, quando si trattava di intrighi, propaganda o, addirittura, di aperta ribellione, persone più capaci, astute o audaci al di fuori della Compagnia di Gesù".(14)
Dovunque in Europa, gli interessi di Roma richiedevano ai popoli di insorgere contro i propri re, o, se questi Principi avessero adottato decisioni imbarazzanti per la Chiesa, la Curia sapeva che essi non avrebbero trovato, quando si trattava di intrighi, propaganda o, addirittura, di aperta ribellione, persone più capaci, astute o audaci al di fuori della Compagnia di Gesù".(14)
Abbiamo visto come, attraverso lo spirito degli
"Esercizi", il fondatore di questa Compagnia andasse dietro al suo
tempo nel suo misticismo semplicista, nella disciplina ecclesiastica e,
generalmente parlando, nella sua concezione di subordinazione. Le
"Costituzioni" e gli "Esercizi", fondamentali a questo sistema, ci
tolgono ogni dubbio su questo argomento. Non importa quello che i suoi
discepoli possono dire - specialmente oggi, dacché le idee moderne su
questo argomento sono completamente diverse - ma l'obbedienza ha un
posto molto speciale, infatti essa è incontestabilmente al primo posto
nel riepilogo delle regole dell'Ordine. Il Sig. Folliet può fingere di
vedere in essa nient'altro che la "religiosa obbedienza", necessaria a
qualsiasi congregazione; P. Rouquette scrive arditamente:"Lungi
dall'essere una diminuzione dell'uomo, questa intelligente obbedienza è
l'altezza della libertà...una liberazione dalla schiavitù di se
stessi..."; uno deve solo leggere quei testi per percepire il limite, se
non il carattere mostruoso, di questo mezzo dell'anima e dello spirito
imposto ai gesuiti, che li rende sempre docili strumenti nelle mani dei
loro superiori e, ancor più, fin dall'inizio, i nemici naturali di ogni tipo di libertà.
Il famoso
"perinde ac cadaver" (come un cadavere nelle mani dei becchini),
possiamo trovarlo, secondo il Sig. Folliet, in tutta la "letteratura
spirituale", finanche in Oriente, nella costituzione degli Haschichins; i
gesuiti devono essere nelle mani dei loro superiori "come un organico che obbedisce ad ogni stimolo; come una palla di cera, che può essere modellata
ed estesa in ogni direzione; come un piccolo crocifisso che può essere
sollevato e spostato a volontà"; queste gradevoli formule sono tuttavia
molto illuminanti. I commenti e le spiegazioni del creatore di
questo Ordine ci lasciano senza alcun dubbio circa il loro vero
significato. Inoltre, tra i gesuiti, non solo la volontà, ma persino la
motivazione e anche gli scrupoli morali, devono essere sacrificati verso
la primordiale virtù dell'obbedienza, che è, secondo Borgia, "il più
forte baluardo della Compagnia". "Dobbiamo essere convinti che tutto va
bene ed è giusto quando il superiore lo comanda", scrisse Loyola. E,
ancora:"Anche se Dio ti ha concesso un animale senza sentimento per il
padrone, non esitare a farti obbedire, come maestro e guida, perché Dio
ha ordinato che deve essere così." E qualcosa di ancora migliore: il
gesuita deve vedere nel suo superiore non un uomo fallibile, ma Cristo
stesso. J. Huber, professore di teologia cattolica a Monaco di Baviera e
autore delle opere più importanti sui gesuiti, scrive:"Qui vi è un dato
di fatto: le 'Costituzioni' ripetono cinquecento volte che uno deve
vedere Cristo nella persona del Generale".(15)
La disciplina dell'Ordine, così spesso assimilata a quella dell'esercito, dunque è nulla rispetto alla realtà. "L'obbedienza militare non equivale all'obbedienza dei gesuiti; la seconda è più estesa in quanto si impossessa di tutto l'uomo e non si accontenta, come l'altra, di un atto esteriore, ma richiede il sacrificio della volontà e il mettere da parte il proprio giudizio".(16)
Ignazio stesso, nella sua lettera ai gesuiti Portoghesi, scrisse:"Dobbiamo vedere il nero come bianco, se la Chiesa dice così".
Questa è "l'altezza della libertà" e la "liberazione dalla propria schiavitù", lodata in precedenza da R.P. Rouquette. Infatti, il gesuita è veramente liberato da se stesso, perché egli è totalmente sottoposto ai suoi padroni; qualsiasi dubbio o scrupolo sarebbe imputato a lui come peccato.
Il Sig. Boehmer scrive:"Nelle integrazioni alle 'Costituzioni' i superiori sono invitati a ordinare ai novizi cose apparentemente criminali, per metterli alla prova, come Dio ha fatto con Abramo; ma essi devono sopportare queste tentazioni verso ciascuna forza. Non è difficile immaginare quali potessero essere stati i risultati di questa educazione".(17)
La disciplina dell'Ordine, così spesso assimilata a quella dell'esercito, dunque è nulla rispetto alla realtà. "L'obbedienza militare non equivale all'obbedienza dei gesuiti; la seconda è più estesa in quanto si impossessa di tutto l'uomo e non si accontenta, come l'altra, di un atto esteriore, ma richiede il sacrificio della volontà e il mettere da parte il proprio giudizio".(16)
Ignazio stesso, nella sua lettera ai gesuiti Portoghesi, scrisse:"Dobbiamo vedere il nero come bianco, se la Chiesa dice così".
Questa è "l'altezza della libertà" e la "liberazione dalla propria schiavitù", lodata in precedenza da R.P. Rouquette. Infatti, il gesuita è veramente liberato da se stesso, perché egli è totalmente sottoposto ai suoi padroni; qualsiasi dubbio o scrupolo sarebbe imputato a lui come peccato.
Il Sig. Boehmer scrive:"Nelle integrazioni alle 'Costituzioni' i superiori sono invitati a ordinare ai novizi cose apparentemente criminali, per metterli alla prova, come Dio ha fatto con Abramo; ma essi devono sopportare queste tentazioni verso ciascuna forza. Non è difficile immaginare quali potessero essere stati i risultati di questa educazione".(17)
Gli alti e bassi della vita dell'Ordine
- non c'è paese da cui esso non fu espulso - testimoniano che questi
pericoli furono riconosciuti da tutti i governi, anche dai più
cattolici.
Attraverso l'introduzione di uomini, così ciecamente devoti alla loro causa, verso l'insegnamento nelle classi superiori, la Compagnia - campione dell'universalismo, quindi dell'ultramontanismo - fu inevitabilmente riconosciuta come una minaccia per l'autorità civile, perché l'attività dell'Ordine, per solo solo fatto della sua vocazione, si dirigeva sempre più verso la politica.
In modo parallelo, tra i suoi membri si stava sviluppando quello che noi chiamiamo lo spirito gesuita. Per altro, il fondatore, ispirato principalmente dalle esigenze dalle "missioni" straniere e in casa, non fu negletto in destrezza.
Attraverso l'introduzione di uomini, così ciecamente devoti alla loro causa, verso l'insegnamento nelle classi superiori, la Compagnia - campione dell'universalismo, quindi dell'ultramontanismo - fu inevitabilmente riconosciuta come una minaccia per l'autorità civile, perché l'attività dell'Ordine, per solo solo fatto della sua vocazione, si dirigeva sempre più verso la politica.
In modo parallelo, tra i suoi membri si stava sviluppando quello che noi chiamiamo lo spirito gesuita. Per altro, il fondatore, ispirato principalmente dalle esigenze dalle "missioni" straniere e in casa, non fu negletto in destrezza.
Egli, nel
suo "Sententiae asceticae", scrisse:"Un'abile premura
affiancata ad una purezza mediocre è migliore di una santità più grande
accoppiata ad una destrezza meno perfetta. Un buon pastore deve saper
ignorare molte cose e far finta di non capirle. Una volta che è padrone
delle volontà, egli sarà in grado di guidare con saggezza i suoi
studenti ovunque egli scelga. Le persone sono completamente assorbite da
interessi effimeri, quindi noi non dobbiamo parlare acutamente anche ad
esse circa le loro anime; sarebbe come gettare l'amo senza l'esca."
Fu enfaticamente affermata persino la fisiognomica desiderata dei figli di Loyola:"Essi devono tenere la testa un po verso il basso, senza piegarla, ne a sinistra ne a destra; non devono guardare in alto, e, quando parlano con qualcuno, non devono guardarlo dritto negli occhi, in modo da vederlo solo indirettamente..."(18)
I successori di Loyola mantennero bene questa lezione nella loro memoria, e l'applicarono ampiamente nel perseguimento dei loro piani.
(l3a) R.P. Jesuit Rouquette, op.cit. p.44.
(14) Rene Fulop-Muler: "Les Jesuites et le secret de leur puissance" (Librairie Plon, Paris 1933. p.61)
(15) J. Huber. "Les Jesuites" (Sandoz et Fischbacher, Paris 1875, pp. 71 & 73).
(16) J. Huber: "Les Jesuites" (Sandoz et Fischbacher, Paris 1875, pp. 71 & 73).
(17) Gabriel Monod, in Introduction aux "Jesuites", de H. Boehmer, p. XVI (Armand Colin, Paris) (18) Pierre Dominique: "La politique des Jesuites" (Grasset, Paris 1955, p.37).
Fu enfaticamente affermata persino la fisiognomica desiderata dei figli di Loyola:"Essi devono tenere la testa un po verso il basso, senza piegarla, ne a sinistra ne a destra; non devono guardare in alto, e, quando parlano con qualcuno, non devono guardarlo dritto negli occhi, in modo da vederlo solo indirettamente..."(18)
I successori di Loyola mantennero bene questa lezione nella loro memoria, e l'applicarono ampiamente nel perseguimento dei loro piani.
(l3a) R.P. Jesuit Rouquette, op.cit. p.44.
(14) Rene Fulop-Muler: "Les Jesuites et le secret de leur puissance" (Librairie Plon, Paris 1933. p.61)
(15) J. Huber. "Les Jesuites" (Sandoz et Fischbacher, Paris 1875, pp. 71 & 73).
(16) J. Huber: "Les Jesuites" (Sandoz et Fischbacher, Paris 1875, pp. 71 & 73).
(17) Gabriel Monod, in Introduction aux "Jesuites", de H. Boehmer, p. XVI (Armand Colin, Paris) (18) Pierre Dominique: "La politique des Jesuites" (Grasset, Paris 1955, p.37).
dallo stesso libro:
Ignazio di Loyola
Gli Esercizi Spirituali di Loyola
Le missioni dei Gesuiti in India, Giappone e Cina
alcuni dei frutti recenti dell'educazione dei Gesuiti:
Il Vero Potere: ancora prove della matrice cattolica dell'Unione Europea
Herman van Rompuy: un pupazzo educato dai Gesuiti
I Gesuiti che in Italia allevano la classe dirigente, compreso Mario Draghi [Presidente della BCE]
Mario Monti controllato dai Gesuiti
Padre Massimo Nevola commenta su Fidel Castro ex alunno dei Gesuiti
Le connessioni dell'Amministrazione Obama con i Gesuiti e il Vaticano