di Edmond Paris
estratto del libro The Secret History of the Jesuits, pag. 20-22
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.it
estratto del libro The Secret History of the Jesuits, pag. 20-22
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Quando
finalmente arrivò il momento per Ignazio di lasciare Monresa,
egli non poteva prevedere il suo destino, ma l'ansia riguardo
alla sua salvezza non era più la sua preoccupazione
principale; fu come un missionario, e non come un semplice
pellegrino, che egli lasciò il suo paese per andare in Terra
Santa nel marzo 1523. Arrivò a Gerusalemme il 1° settembre,
dopo molte avventure, per poi ripartire subito dopo, su ordine
dei provinciali francescani che non desideravano vedere messa
in pericolo, da un prematuro proselitismo, la pace precaria
tra cristiani e turchi. Il missionario deluso passò attraverso
Venezia, Genova e Barcellona, sulla strada per l'Università di
Alcala, dove iniziò gli studi teologici; è lì che cominciò la
sua "cura delle anime" tra ascoltatori volontari. "In queste
conventicole, le più comuni manifestazioni di pietà tra il
gentil sesso furono gli attacchi di svenimento; con questo ci
rendiamo conto di quanto duramente egli applicasse i suoi
metodi religiosi, e del perché la sua fervente propaganda
presto suscitò la curiosità e il sospetto degli
inquisitori..." Nel mese di aprile del 1527 l'Inquisizione mise
Ignazio in prigione al fine di processarlo per motivi di eresia.
L'indagine esaminò questi particolari incidenti tra i suoi
devoti, le strane affermazioni degli imputati riguardanti il
meraviglioso potere conferitogli dalla sua castità e le sue
bizzarre teorie sulla differenza tra peccati mortali e veniali;
queste teorie avevano impressionanti affinità con quelle dei
casisti gesuiti dell'epoca successiva. (10). Rilasciato, ma con
il divieto di tenere riunioni, Ignazio partì per Salamanca e
presto iniziò le stesse attività. Sospetti simili tra gli
inquisitori lo portarono di nuovo al carcere. Il rilascio fu
solo a condizione che lui rinunciasse a tale condotta. Così fu,
ed egli si recò a Parigi per continuare i suoi studi presso il
college di Montaigu. I suoi sforzi per indottrinare i suoi
compagni studenti secondo i suoi metodi lo condussero di nuovo
nei guai con l'Inquisizione. Diventando più prudente, egli si
incontrò solo con sei dei suoi amici del college, due dei quali
diventeranno reclute altamente stimate: Salmerón e Lainez. Cosa
aveva egli in se stesso da attrarre così potentemente i giovani
verso un vecchio studente? Fu il suo ideale ed un piccolo amuleto
che egli portava con se: un piccolo libro, in realtà un libro
molto minuto, che è, nonostante la sua piccolezza, tra quelli
che hanno influenzato il destino dell'umanità. Questo volume è
stato stampato così tante volte che il numero di copie è
sconosciuto; esso fu anche oggetto di 400 commentari. Esso è il
libro di testo dei Gesuiti e al tempo stesso il riassunto del
lungo sviluppo interiore del suo padrone: gli "Esercizi
Spirituali" (11).
Un esemplare degli Esercizi spirituali di sant’Ignazio di Loyola, edizione di Anversa del 1671, conservato presso l’Università di Valencia |
Il signor Boehmer dice in seguito:"Ignazio
capì più chiaramente di qualsiasi altro leader di uomini che lo
precedettero che il modo migliore di sollevare un uomo verso un
certo ideale è quello di diventare padrone della sua
immaginazione. Noi 'infondiamo in lui delle forze spirituali che
saranno molto difficili da rimuovere in seguito', forze più
durature di tutti i migliori principi e dottrine; queste forze
possono venire di nuovo in superficie, a volte anche dopo anni
che non erano mai state menzionate, e diventano così imperative
che la volontà si trova nell'impossibilità di opporre qualsiasi
ostacolo, dovendo perciò seguire il loro irresistibile
impulso".(12)
Così, tutte le "verità" del dogma Cattolico dovranno essere non solo meditate, ma vissute e sentite da colui che si dedica a questi "Esercizi" con l'aiuto di un "direttore". In altre parole, egli dovrà osservare e rivivere il mistero con la massima intensità possibile. La sensibilità del candidato diventa impregnata di queste forze, la cui persistenza nella sua memoria, e ancor più nel suo subconscio, sarà tanto forte quanto è stato lo sforzo che egli ha fatto per evocarle e assimilarle. Oltre alla vista, fanno la loro parte gli altri sensi come l'udito, l'olfatto, il gusto e il tatto. In breve, è mera autosuggestione controllata. La ribellione degli angeli, Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso, il tribunale di Dio, le scene e le fasi evangeliche della Passione sono, potremmo affermare, rivissute davanti al candidato. Scene dolci e beate si alternano a quelle più cupi ad un ritmo sapientemente organizzato. Non c'è bisogno di dire che l'Inferno ha un ruolo di primo piano un quella "lanterna magica", con il suo lago di fuoco in cui vengono gettati i dannati, l'orribile concerto di urla, il potente odore di zolfo e di carne bruciata. Eppure Cristo è sempre lì a sostenere il visionario, il quale non sa come ringraziarlo per non averlo già gettato nell'Inferno per pagare per i suoi peccati passati.
Così, tutte le "verità" del dogma Cattolico dovranno essere non solo meditate, ma vissute e sentite da colui che si dedica a questi "Esercizi" con l'aiuto di un "direttore". In altre parole, egli dovrà osservare e rivivere il mistero con la massima intensità possibile. La sensibilità del candidato diventa impregnata di queste forze, la cui persistenza nella sua memoria, e ancor più nel suo subconscio, sarà tanto forte quanto è stato lo sforzo che egli ha fatto per evocarle e assimilarle. Oltre alla vista, fanno la loro parte gli altri sensi come l'udito, l'olfatto, il gusto e il tatto. In breve, è mera autosuggestione controllata. La ribellione degli angeli, Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso, il tribunale di Dio, le scene e le fasi evangeliche della Passione sono, potremmo affermare, rivissute davanti al candidato. Scene dolci e beate si alternano a quelle più cupi ad un ritmo sapientemente organizzato. Non c'è bisogno di dire che l'Inferno ha un ruolo di primo piano un quella "lanterna magica", con il suo lago di fuoco in cui vengono gettati i dannati, l'orribile concerto di urla, il potente odore di zolfo e di carne bruciata. Eppure Cristo è sempre lì a sostenere il visionario, il quale non sa come ringraziarlo per non averlo già gettato nell'Inferno per pagare per i suoi peccati passati.
Ecco cosa ha scritto Edgar Quinet:"Non solo sono predisposte le visioni, ma sono annotati anche i sospiri, le inspirazioni e il respiro; le pause e gli intervalli di silenzio sono scritti come su uno spartito musicale. Nel caso in cui non mi crediate citerò questo:'Il terzo modo di pregare, attraverso la misura delle parole e dei periodi di silenzio'. Questo particolare modo di pregare consiste nell'emettere alcune parole tra un respiro ed un altro; e, un po più avanti:'Assicuratevi di mantenere intervalli uguali tra ogni respiro o gemito soffocante e la parola'. (Et paria anhelituum ac vocum interstitia observet), il che significa che l'uomo, essendo o no ispirato, diventa una macchina che deve sospirare, singhiozzare, gemere, gridare o prendere il respiro nel momento esatto e secondo l'ordine che l'esperienza dimostra essere il più redditizio".(12a)
E' comprensibile che, dopo quattro settimane dedicate a questi esercizi intensivi, con un direttore come suo unico compagno, il candidato dovrebbe essere maturo per la successiva formazione e disgregazione.
Questo è ciò che ha da dire Quinet quando si riferisce al creatore di tale metodo allucinatorio:
"Sapete ciò che lo distingue da tutti gli asceti del passato? Il fatto che egli potesse osservare e analizzare se stesso logicamente e freddamente in quello stato di estasi, mentre per tutti gli altri persino l'idea della riflessione era impossibile. Con l'imposizione delle sue attività sui discepoli che, a suo dire, erano spontanei, aveva bisogno di soli trenta giorni per rompere, con questo metodo, la volontà e il ragionamento, nella maniera in cui un cavaliere doma il suo cavallo. Egli ha solo bisogno di trenta giorni "triginta dies", per soggiogare un'anima. Si noti che il Gesuitismo si è espanso insieme con la moderna Inquisizione: mentre l'Inquisizione slogava il corpo, gli Esercizi spirituali rompevano i pensieri sotto la macchina di Loyola".(12b)
In ogni caso, non potremmo esaminare la sua vita "spirituale" troppo in profondità, anche senza l'onore di essere un gesuita; i metodi di Loyola sono da raccomandare ai fedeli e agli ecclesiastici in particolare, come ci viene ricordato da commentatori come R.P. Pinard de la Boullaye, autore di "Mental prayer for all" (Preghiera mentale per tutti); ispirato da Sant'Ignazio, questo aiuto molto prezioso per l'anima sarebbe stato, secondo noi, più esplicito, se nel titolo avessimo letto "alienazione" invece di "preghiera".
(10) H. Boehmer, op.cit. pp.20-21, 25.
(11) and (12) H. Boehmer, op.cit., pp.25, 34-35.
(12a) Michelet et Guinet: "Des Jesuites", (Hachette, Paulin, Paris 1845, pp.185-187). (12b) Michelet et Guinet: "Des Jesuites", (Hachette, Paulin, Paris, 1845, pp.185-187).
note finali di nwo-truthresearch :
Qui sotto sono riportate delle frasi tratte dal Sito dei Gesuiti Italiani sugli Esercizi Spirituali:
Adesso, a mo di esempio e per farvi toccare con mano questa opera di Loyola generatrice di follia (gli Esercizi Spirituali), tuttora cardine dalla psicosetta vaticana, riportiamo la Meditazione Sull'Inferno:"Secondo il pensiero di Ignazio, il libretto degli Esercizi non è un testo da leggere, ma un’esperienza da vivere con l’aiuto di qualcuno che faccia da guida nel cammino."
“Una forte esperienza di Dio, suscitata dall’ascolto della sua Parola, compresa e accolta nel proprio vissuto personale, sotto l’azione dello Spirito Santo, la quale, in un clima di silenzio, di preghiera e con la mediazione di una guida spirituale, dona capacità di discernimento in ordine alla purificazione del cuore, alla conversione della vita, alla sequela di Cristo, per il compimento della propria missione nella Chiesa e nel mondo”.Dalla Federazione Italiana Esercizi Spiritualisulla definizione di Esercizi Spirituali(ripresa da Benedetto XVI in un suo intervento alla F.I.E.S., febbraio 2008)***"[...] gli Esercizi Spirituali rappresentano una via e un metodo particolarmente prezioso per cercare e trovare Dio, in noi, attorno a noi e in ogni cosa, per conoscere la sua volonta' e metterla in pratica."Dal Discorso di Benedetto XVI ai Padri della Congregazione Generale 35ma della Compagnia di Gesù21 febbraio 2008
[65] QUINTO ESERCIZIO: MEDITAZIONE SULL'INFERNO. DOPO UNA PREGHIERA
PREPARATORIA E DUE PRELUDI, COMPRENDE CINQUE PUNTI E UN COLLOQUIO.
La preghiera preparatoria è la solita.
Il primo preludio è la composizione: qui consiste nel vedere con l'immaginazione l'inferno in tutta la sua lunghezza, larghezza e profondità.
Il secondo preludio consiste nel domandare quello che voglio: qui sarà chiedere un'intima conoscenza della pena che soffrono i dannati; così, se per le mie colpe dovessi dimenticarmi dell'amore dell'eterno Signore, almeno il timore delle pene mi aiuti a non cadere in peccato.
[66] Primo punto: vedo con l'immaginazione le grandi fiamme dell'inferno e le anime come in corpi incandescenti.
[67] Secondo punto: ascolto con le orecchie i pianti, le urla, le grida, le bestemmie contro nostro Signore e contro tutti i santi.
[68] Terzo punto: odoro con l'olfatto il fumo, lo zolfo, il fetore e il putridume.
[69] Quarto punto: assaporo con il gusto cose amare, come le lacrime, la tristezza e il rimorso della coscienza.
[70] Quinto punto: palpo con il tatto, come cioè quelle fiamme avvolgono e bruciano le anime.
[71] Colloquio. Facendo un colloquio con Cristo nostro Signore, richiamerò alla memoria le anime che sono all'inferno: alcune perché non credettero alla sua venuta; altre perché, pur credendoci, non agirono secondo i suoi comandamenti. Distinguerò tre categorie:
La prima, precedentemente alla sua venuta. La seconda, durante la sua vita. La terza, dopo la sua vita in questo mondo.
Nel fare questo, lo ringrazierò perché non ha permesso che io fossi in nessuna delle tre categorie, mettendo fine alla mia vita; così pure perché fino ad ora ha sempre avuto per me tanta pietà e misericordia. Terminerò dicendo un Padre nostro.
[72] Nota. Il primo esercizio si fa a mezzanotte; il secondo al mattino appena alzati, il terzo prima o dopo la messa, ma comunque prima del pranzo; il quarto all'ora dei vespri; il quinto un'ora prima della cena. Questa distribuzione del tempo va osservata generalmente in tutte le quattro settimane; però può essere modificata, secondo che l'età, la disposizione e il temperamento dell'esercitante gli consentano di fare i cinque esercizi o di farne meno.
dallo stesso libro leggi anche:
Ignazio di Loyola
Le missioni dei Gesuiti in India, Giappone e Cina