Articolo tratto da LaPresse
Dal nostro inviato Fabio De Ponte
Washington (Usa), 17 apr. (LaPresse) - "Ho lavorato trent'anni alla Banca mondiale. Facevamo analisi di progetti, mi sono occupata molto di Egitto, Libano, Sudan. Ora sono in pensione. Ci credevamo molto, pensavamo di salvare il mondo. Ora metà dell'edificio è vuoto". E' uno dei tanti racconti che si possono raccogliere passeggiando a Georgetown, caratteristico quartiere di Washington.
In questo nucleo di case basse, fatte di mattoni rossi a vista, dove si possono ammirare persino lampioni con la fiamma che non hanno ceduto alla modernità della lampadina, tutto parla di una calma normalità dal sapore un po' retrò. Locali con le panche vecchio stile, parcometri anni Cinquanta, porte di legno. Facendo due passi ci si può facilmente imbattere nel locale nel quale John Kennedy chiese la mano a Jacqueline.
Ma l'apparenza inganna. In questo luogo si concentra una fetta importante dell'influenza sulle decisioni prese a Washington, capitale mondiale del potere. Il quartiere nacque nel 1751, una quarantina di anni prima della città stessa, sul fiume Potomac, e rimase una municipalità indipendente molto a lungo, fino al 1871. Qui sorge la Old Stone House (la 'casa della vecchia pietra'), il più antico edificio rimasto intatto di tutta la città. E qui, a dominare la collina, si trova la Georgetown University.
L'ateneo, il più antico di tutti gli Stati Uniti, venne fondato dal padre gesuita John Carroll nel 1789. Oggi dispone di grandi hall per le conferenze, residenze universitarie, biblioteche, e grandi spazi verdi, sormontati dalle guglie gotiche dei palazzi che la compongono.
Tra i suoi studenti si contano, tra gli altri, l'ex presidente Usa Bill Clinton, l'ex presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso, re Abdullah II di Giornania, ma anche l'ex primo ministro del Libano Saad Hariri, la ex presidente del Costa Rica, Laura Chinchilla, e una infinità di ministri, governatori, deputati, ambasciatori e giudici.
Farne parte significa giocarsi una chance per entrare nell'elite, cosa che attira ulteriormente studenti. "Ho scelto questa università perché è prestigiosa ed è classificata tra le prime dieci negli Usa", spiega Margherita Silvio, una italiana che qui frequenta un master in real estate da 35mila dollari. Ma anche perché, spiega, "è la prima università gesuita fondata in America e questo le dà un valore intrinseco importante, perché ha una rete consolidata. Ti offre un surplus con il suo network, entri in un circuito che poi ti permette di avvalerti di tanti contatti".
fonte: http://www.lapresse.it/politica/focus-georgetown-lo-stile-sobrio-del-potere-1.689605
RENZI PARLA ALLA GEORGETOWN UNIVERSITY DEI GESUITI
16/04/2015
dall’inviato a Washington Paolo Mastrolilli
«L’Italia è tornata»: così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, subito dopo il suo arrivo negli Usa, nel suo discorso agli studenti della Georgetown University a Washington. «Il futuro in Italia -ha aggiunto- è più interessante del passato». Il premier domani incontrerà alla Casa Bianca il presidente Usa, Barack Obama.
ricordate Renzi...
«L’Italia è tornata»: così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, subito dopo il suo arrivo negli Usa, nel suo discorso agli studenti della Georgetown University a Washington. «Il futuro in Italia -ha aggiunto- è più interessante del passato». Il premier domani incontrerà alla Casa Bianca il presidente Usa, Barack Obama.
ricordate Renzi...