L'ultraliberismo
e lo stato minimo non sono teorie economiche che si applicano da sé,
senza l'intervento di alcun essere umano, lo sapevate? Lo sapevate che ci
sono degli individui interessati ad applicare l'ultraliberismo
hayekkiano per il proprio tornaconto? Bene, ma quali sono questi
individui interessati? I neoliberisti, risponderete. Naturalmente, ma chi sono
in realtà questi neoliberisti che hanno intenzione di applicare le
loro teorie al globo terracqueo? Qual'è la
loro cultura? Quali sono le loro tradizioni? Cos'è che stanno
difendendo?
Estraiamo
dal blog orizzonte48:
Il
Cile è il laboratorio politico, economico ed istituzionale della
controrivoluzione liberista.
“I
risultati sono stati esattamente l'opposto di quelli della
Rivoluzione Francese. Oggi abbiamo meno libertà effettiva di agire,
nonostante ci sia più libertà economica. Le diseguaglianze
economiche sono aumentate, la fraternità e socialità sono
debilitate, e l'infelicità e il malessere sono cresciuti senza
precedenti. (…) Senza dubbio, nell'attuale dibattito europeo sulla
deregolamentazione, la flessibilizzazione del lavoro, lo stato
sociale e temi analoghi, poche
volte si menziona il caso del Cile. La ragione è comprensibile”.
(La
Democracia Neoliberal en Chile)
E
ancora:
Voglio ricordare Orlando Letelier, che descrive nel 1976 i risultati economici dei Chicago Boys, prima di essere ammazzato a Washington dalla DINA, la polizia segreta di Pinochet, per avere il contesto delle interviste: nel 1977 Hayek va in Cile la prima volta, incontra Pinochet, e loda i progressi nell'economia.
Nel
Cile di Pinochet - migliaia di morti e di scomparsi, decine di
migliaia di torturati e di prigionieri politici, circa 1 milione di
espatriati-, Hayek parla del “calcolo delle vite”, e della
fame come controllo demografico, quando era già ben noto che
questo passa attraverso il benessere e il welfare: istruzione e
sanità prima di tutto. Ne parla in un paese che ha il 20% di bambini
denutriti!
Nel
1982,
con la moneta agganciata al dollaro, con la crescita
basata solo sulle esportazioni
e con il prezzo del rame in picchiata, la popolazione
denutrita raggiunge 1/3 del totale,
quella sotto
la soglia di povertà oltre il 50%, e la disoccupazione il
25%.
L'ideologo della "globalizzazione" liberista mette “l'individuo” al centro di tutto, parlando di “libertà”, attraverso la mimesi e l'utilizzo del bis-linguaggio, insomma il Test di Orwell deve essere a portata di mano, ma è perfino troppo “onore”... in fondo è la libertà del “proprietario”: più è ricco, più è “libero”.
Ci sono diversi passaggi ridicoli, nonostante il "gentile" eloquio.
L'ideologo della "globalizzazione" liberista mette “l'individuo” al centro di tutto, parlando di “libertà”, attraverso la mimesi e l'utilizzo del bis-linguaggio, insomma il Test di Orwell deve essere a portata di mano, ma è perfino troppo “onore”... in fondo è la libertà del “proprietario”: più è ricco, più è “libero”.
Ci sono diversi passaggi ridicoli, nonostante il "gentile" eloquio.
Hayek parla della “transizione” necessaria dalla “dittatura liberale” per arrivare alla “democrazia limitata” (l'intervistatrice parla di democrazia totalitaria! Nel Cile di Pinochet!).
E
infatti i suoi epigoni, quelli della durezza del vivere (per noi,
mica per loro!) ci hanno trascinato dalla democrazia
“totalitaria” dello Stato Sociale e del benessere alla democrazia
limitata di €/UE per raggiungere gli stessi traguardi economici di
Pinochet (per mantenerli a lungo sarà necessario lo stesso tipo
di repressione?).
In
Cile nessuno è stato punito per i crimini commessi, Pinochet, già
amico della Thatcher, non fu estradato in Spagna nel 2000, dal
governo laburista inglese, per motivi di salute (o in nome della
"riconciliazione"?
che non c'è stata), o forse perché la dittatura "liberale"
è stata un successo. Un successo mondiale.”
Allora
Von Hayek |
“Sei
un credente? Intendo nel senso religioso
Von
Hayek: 'Sono nato cattolico. Sono stato battezzato.
Mi sono sposato in Chiesa, e probabilmente mi seppelliranno come
Cattolico. Ma non sono mai stato capace di essere un praticante
Cattolico, un fedele cattolico. Nonostante ciò sono stato
a Roma tre settimane fa insieme ad altri 12 vincitori dei Premi Nobel
per consigliare il Papa sulle materie politiche. Ho scoperto che il
Papa è un uomo di straordinaria intelligenza, ed un abile
conversatore. Egli mi ha realmente impressionato.”
fonte:
Extracts
from an Interview Friedrich von Hayek
"El
Mercurio" (p. D8-D9), 12 April 1981, Santiago de Chile
Per
inciso, il Papa che incontrò Hayek era Giovanni Paolo II, questo qui sotto che saluta la
folla insieme al generale Pinochet
Abbiamo
già visto a chi si rifacesse Hayek, non
ve lo ricordate? Rivediamo:
“Prima
di Jean Bodin, pensatori gesuiti come Luis Molina, Juan de Lugo e
Leonard de Leys (Lessius) avevano sviluppato questi concetti per
spiegare l'inflazione risultante dall'afflusso dei metalli preziosi
dall'America Latina, e in un tentativo di bilanciare le
affermazioni conflittuali della pratica commerciale accettabile e del
bene pubblico. F. A. von Hayek (1968), che trovò ispirazione
negli scritti di Hume, prese questo materiale neoscolastico
seriamente, e ciò lo indusse alla convinzione
che Max Weber aveva torto, e che furono i Gesuiti, e non i
Calvinisti, a gettare le basi del Capitalismo (vedere
Grice-Hutchinson 1952; 1993).”
“Uno
dei principali contributi del Professor Murray N. Rothbard è stato
quello di mostrare che la preistoria della Scuola Austriaca di
Economia doveva essere ricercata nel lavoro degli scolastici spagnoli
di quello che è noto come il “Siglo de Oro Español” (Il Secolo
d'Oro Spagnolo), che ebbe inizio dalla metà del 16° secolo e
continuò nel 17°. Rothbard prima sviluppò questa tesi nel 1973 e,
più recentemente, nel Capitolo 4 della sua monumentale History
of Economic Thought from the Austrian Perspective,
intitolato “The Late Spanish Scholastics”.
Comunque,
Rothbard non fu il solo importante economista austriaco a mostrare le
origini spagnole della Scuola Austriaca di Economia. Anche lo stesso
Friedrich Hayek aveva lo stesso punto di vista, specialmente dopo
l'incontro con Bruno Leoni, il grande accademico italiano, autore del
libro Freedom and the Law. Leoni incontrò Hayek
negli anni cinquanta e fu capace di convincerlo che le radici
intellettuali del liberalismo economico classico avevano origini
cattoliche e continentali e avrebbero dovuto essere ricercate
nell'Europa Mediterranea, non in Scozia.”
fonte: Juan de Mariana and the Spanish Scholastics, di Jesús Huerta de Soto, professore di politica economica alla Universidad Complutense de Madrid, in Spagna.
Il
cattolico Hayek riconosceva che furono i gesuiti a gettare le basi
del capitalismo ultraliberista da lui tanto amato, giusto no?
Vi
abbiamo già detto anche dell'intima connessione tra la dittatura
franchista, la protesta per la destituzione di Allende, l'ideologia
del free market gesuitico e la chiesa cattolica, rivediamo:
Dopo
la visita di Hayek nel 1949, Millet i Bell pubblicò un influente
articolo difendendo l'individualismo come 'un'attitudine di modesta
umiltà precedente all'impersonale e anonimo carattere del processo
economico-sociale'. Secondo il sociologo Pinilla de las Heras, questa
asserzione equivale alla 'identificazione della mano invisibile di
Adam Smith con gli imperscrutabili misteri e i piani segreti della
Divina Provvidenza'. Questi ed altri intellettuali spagnoli come
Gonzalo Fernàndez de la Mora e Rafael Calvo Serer, aiutarono a
fondere il corporativismo cattolico e l'economia individualista dopo
il rovesciamento della seconda repubblica e durante la dittatura del
generale Francisco Franco. Negli anni '50 del novecento Joan Sardà
sarebbe diventato l'architetto del falangismo 'liberalizzante' di
Francisco Franco, incluso il piano di stabilità del 1957, e Beltràn
il maggiore e animato divulgatore della Scuola Austriaca e
un'attrazione permanente nella culla neoliberale, il meeting annuale
della Mont Pelerin Society.
Le
loro idee circolarono ampiamente tra i giovani studenti di legge ed
economia nelle scuole e università cattoliche in Cile, a partire
almeno dagli anni '50 del novecento. Da questi ambienti intellettuali
e politici, specialmente quelli simpatetici con Franco e i franchisti
spagnoli e vicini al partito nazionalista di Onofre e Alessandri,
emersero i giovani conservatori che avrebbero
giocato un ruolo centrale negli eventi degli anni '70 ed oltre. Essi
rinnovarono il conservatorismo al tempo della crisi. Usando la
teologia cattolica del diritto di ribellione, insieme con
l'asserzione del legame tra la legittimità dello stato e la libertà
dei partner economici, costoro avrebbero contestato la legittimità
giuridica e politica di Allende. Questa posizione permise anche loro
di bypassare le leggi costituzionali, e di minare la posizione
costituzionalista all'interno delle forze armate, rafforzata subito
dopo l'assassinio del Generale Schneider. Secondo loro il legalismo
sposato da Novoa Monreal e dagli altri consiglieri legali ed
economici dell'amministrazione Allende, che si appellavano alla
Costituzione Cilena e alla legge internazionale al fine di
giustificare il nazionalismo, il controllo dei prezzi e
l'interventismo statale nell'industria e nei trasporti – che è la
costruzione dell'Area di Proprietà Sociale dell'economia – violava
la libertà degli individui e delle loro associazioni. Ed era,
perciò, ai loro occhi, una legge oppressiva che non doveva legare il
popolo cileno.”
Adesso,
per chiudere il cerchio vi diciamo che la dittatura
pinochettiana-hayekkiana ultraliberista non era nient'altro che una
dittatura cattolica, ci avevate forse pensato leggendo le righe
sopra??
Andiamo avanti e leggiamo questo articolo The
Pope and Pinochet di
Bill Vann, scritto
nel 1999:
I
resoconti sul fatto che Giovanni Paolo II fece un appello al governo
britannico per il rilascio di Augusto Pinochet “per ragioni
umanitarie” provocarono indignazione tra i gruppi in difesa dei
diritti umani e tra i parenti delle vittime del regime assassino di
Pinochet.
Il
portavoce del Vaticano Joaquin Navarro Valls confermò che il
Papa era interceduto a favore dell'ex dittatore cileno. Egli rifiutò
di confermare i resoconti della stampa sul fatto che l'intervento del
Vaticano avvenne sotto forma di una lettera indirizzata dal Papa,
Karol Wojtyla, alla Camera dei Lord, la quale stava prendendo in considerazione se estradare Pinochet in Spagna, dove egli avrebbe affrontato le
accuse di uccisioni di massa e tortura, o di farlo ritornate in Cile.
“La
Santa Sede supporta la riconciliazione nazionale ovunque, incluso in
Cile”, disse il portavoce Vaticano.
In
Cile un'organizzazione in rappresentanza dei parenti degli
“scomparsi” pubblicò una lettera aperta al Papa, dichiarando:”La
Chiesa Cattolica non può insegnare che uccidere, far scomparire e
torturare migliaia di oppositori siano crimini che possono
essere lasciati impuniti.”
In
Argentina, le Madri di Plaza de Mayo, la più importante
organizzazione di parenti delle decine di migliaia di vittime della
dittatura militare del paese degli anni '70 e dei primi anni '80 del
novecento, andò oltre, accusando Giovanni Paolo II di “difendere
gli assassini”.
“Noi
ci rivolgiamo a lei come comuni cittadini, perché ci appare
aberrante che dal trono papale in Vaticano, senza conoscere ed
aver sofferto in persona i bastoni elettrici, le
mutilazioni, gli stupri, lei decida, in nome di Gesù Cristo, di
chiedere clemenza per gli assassini”, afferma la lettera che il
gruppo diede al Nunzio Papale a Buenos Aires.
“Gesù
venne crocifisso e la sua carne fu lacerata dai Giuda che, come fa
lei oggi, difendevano gli assassini”, essa continuava.
Sembra
che gli sforzi del Papa in favore di Pinochet risalgano indietro al
novembre precedente, poco dopo che i rappresentanti del governo
cileno guidato dai democristiani si incontrarono con il segretario di
stato Vaticano, il Cardinale Angelo Sodano. Nel rilasciare l'appello
del Vaticano, Sodano ripeteva le argomentazioni fatte dai difensori
di Pinochet, incluso le forze armate militari e in generale l'ala
destra in America Latina. Egli la presentava come una questione di
sovranità nazionale, sostenendo implicitamente che le torture e le
uccisioni di massa degli oppositori politici fossero funzioni
legittime dello stato. Allo stesso tempo egli espresse preoccupazione
per il “pari trattamento per i piccoli stati”, suggerendo che, in
qualche modo, attraverso l'intenzione di agire contro Pinochet, uno
strumento della politica imperialista Usa in America Latina,
l'indipendenza nazionale del Cile ne avrebbe sofferto.
Per
molte persone all'interno dei paesi dell'America Latina a maggioranza
cattolica le preoccupazioni “umanitarie” del Papa per un uomo che
aveva diretto lo sterminio e la tortura di decine di migliaia di
lavoratori, studenti e intellettuali arrivò come uno shock brutale e
straziante. Per chi ha familiarità con il ruolo del Vaticano durante
i decenni di dittatura in America Latina, comunque, la difesa di
Pinochet da parte del Papa non era né una sorpresa né un mistero.
Lord
Lamont, l'ex cancelliere dello scacchiere sotto il primo ministro
Margaret Tatcher, espresse la sua certezza sul fatto che l'intervento
del Vaticano era stato fatto direttamente dal Papa stesso, come colui
che riconosce “il contributo del Generale a tutela della libertà
durante la Guerra Fredda.” Lamond aggiunse:”Il Papa dovrebbe
capire le ragioni per la salvezza di un paese da una dittatura
comunista.”
Il
Vaticano fu un partner a pieno titolo nei crimini sanguinosi
portati avanti contro i lavoratori in Cile e in tutta l'America
Latina sotto le dittature sostenute dagli Stati Uniti nel periodo che va dagli anni '60
agli anni '80 del novecento. (nota di nwo-truthresearch: ma lo
sappiamo che erano tutti uomini del Vaticano anche quelli che
manovravano la Cia
statunitense.)
Mentre
migliaia di studenti latino-americani cattolici vennero spinti,
almeno in parte, durante questo periodo, dagli insegnamenti del
Concilio Vaticano II, a contestare la disuguaglianza sociale che
prevaleva in tutto il continente, la gerarchia ecclesiastica
portava avanti la sua storica funzione che consisteva nel difendere
la proprietà privata, lo stato e le forze militari delle oligarchie
regnanti, insieme con i fondamentali interessi dell'imperialismo
statunitense.
Alcuni
critici latinoamericani della difesa di Pinochet da parte del Papa
hanno paragonato questa situazione a quella del Processo di
Norimberga dei criminali nazisti alla fine della Seconda Guerra
Mondiale. Il Vaticano, essi dicevano, non chiese la liberazione di
Goebbels, Goering e altri che furono messi sotto processo. Questo
argomento, comunque, ignora il fatto che, mentre il Vaticano non
poteva levare la sua voce per coloro che furono processati a
Norimberga, esso usò le sue considerevoli risorse per assicurare che
molti più assassini di massa fascisti sfuggissero dall'azione
penale.
Le
cosiddette “rat-line”
create dal Vaticano trasportarono in America Latina molti di coloro
che fuggivano dalle rovine del Terzo Reich, usando passaporti falsi
vaticani e sotto la protezione della Croce Rossa Internazionale.
Assassini
di massa come Adolf Eichmann, Klaus Barbie e Ante Pavelic arrivarono
nel porto di Buenos Aires travestiti da preti. Centinaia di altri
ufficiali nazisti delle SS vennero fatti uscire dall'Europa nello
stesso modo. Alcuni, come Barbie, si fecero strada per arrivare a
diventare esperti consiglieri delle dittature latinoamericane in
materia di repressione e tortura perfezionata dai nazisti.
Nonostante
le recenti dichiarazioni del Vaticano di rammarico per l'Olocausto,
esso non ha mai fatto i conti riguardo ai suoi sforzi in favore degli
individui che diressero il genocidio. Molti documenti relativi a
questa vergognosa alleanza rimangono rinchiusi nei sotterranei della
Città del Vaticano.
[nota
di nwo-truthresearch: si veda a tal proposito il nostro post Il
Segreto più Infame del Vaticano, a
anche qui
e qui.]
Durante
il periodo delle lotte sociali rivoluzionarie che scossero l'America
Latina a partire dagli anni '60 del novecento, le gerarchie dalla
Chiesa erano più che pronte ad offrire la loro assistenza a forze
simili. In
Brasil
Nunca Mais,
un
libro pubblicato dall'Arcidiocesi Cattolica di Sao Paulo che
esaminava il record orribile di repressione, uccisioni e torture
durante i 21 anni di dittatura militare in quel paese, venne fatta la
seguente ammissione: “La
gerarchia ecclesiastica giocò un ruolo fondamentale nella creazione
di un clima ideologico favorevole all'intervento militare,
impegnandosi nella campagna anticomunista sostenuta dalle élite
conservatrici: contro la riforma agraria, contro i moti di sciopero.”
Fu
la Chiesa Cattolica che fornì il cemento per il movimento della
middle class brasiliana che culminò in marce di massa nelle
principali città del paese, al grido di “Famiglia,
Dio e Libertà”, ponendo
le basi per la conquista militare del potere. Il Brasile fornì il
prototipo per i colpi di stato appoggiati dalla [Cattolica]
Cia in un paese dopo l'altro, e il
ruolo essenziale della gerarchia cattolica venne
riprodotto in Cile, Uruguay, Argentina e altrove.
In
un articolo pubblicato lo scorso anno in occasione del
venticinquesimo anniversario del colpo di stato militare che rovesciò
il presidente eletto cileno Salvador Allende, i leader democristiani
di quel paese, ed in seguito l'opposizione parlamentare di destra,
hanno rigettato le accuse che fossero essi i responsabili
dell'appello ai militari per rovesciare il governo. No, fu la Chiesa
che ebbe il ruolo di primo piano, essi dissero.
Dopo
il colpo di stato, la Chiesa e la giunta cilena cementarono legami
molto stretti. Infatti, il personaggio che adesso ha un ruolo di
primo piano nella campagna per la liberazione dell'ex dittatore, il
Cardinal Sodano, il Segretario di Stato Vaticano, fu il
rappresentante del Papa a Santiago dal 1978 al 1988. Egli fu uno dei
principali organizzatori della visita del Papa in Cile nel 1988,
durante la quale egli diede la comunione al dittatore e tenne
un'udienza personale con lui nel palazzo La Moneda, il luogo del
bombardamento aereo e dell'omicidio avvenuto appena 15 anni prima.
Da
un articolo dal titolo Desaparecidos:
la Chiesa sapeva e taceva,
tratto
dal sito Agoravox, leggiamo
“Pubblicata
su Il
Fatto Quotidiano e
già rilanciata in rete da molti blog, oggi la sua circostanziata
denuncia [di
Horacio Verbitsky] lascia
letteralmente senza fiato perché rende pubblico senza perifrasi un
documento rinvenuto nell’archivio della Conferenza episcopale
argentina, protocollato con il n. 10949, che dimostra
il sostanziale accordo tra il dittatore argentino Jorge Videla, capo
della giunta golpista, e la gerarchia cattolica
durante il pontificato di quel Giovanni
Paolo II
- ‘beato
subito’ -
già
noto per il cordiale incontro con il dittatore Augusto
Pinochet,
su cui in seguito sono state raccontate clamorose
bugie da parte dell'Osservatore
Romano che
parlò di una specie di 'trappola mediatica' perpetrata dal dittatore
ai danni del Papa.
L'intenzione
del quotidiano cattolico era di sminuire le responsabilità papali
nel sostegno
pubblico
dato alla dittatura cilena, ma - come dimostra chiaramente questo
video -
si trattava di un falso
tanto plateale quanto maldestro.”
Da
un articolo del Telegraph dal titolo Vatican
said Pinochet killings were 'propaganda', US cable shows,
leggiamo:
“Secondo
documenti diplomatici statunitensi declassificati risalenti agli anni
'70, il Vaticano respinse le notizie sui massacri del dittatore
cileno Augusto Pinochet come 'propaganda comunista'.
Agence
France-Presse in Rome
4:27PM
BST 08 Apr 2013
Un
telegramma del 18 ottobre 1973, mandato a Washington dall'ambasciata
degli Stati Uniti presso la Santa Sede, trasmise una conversazione
con l'allora vice segretario di Stato Vaticano Giovanni Benelli. Il
Signor Benelli esprimeva “la sua grande preoccupazione insieme al
Papa riguardo alla riuscita campagna internazionale della sinistra
nel far fraintendere completamente la realtà della situazione
cilena,” si legge nel telegramma all'allora Segretario di Stato Usa
Henry Kissinger, pubblicato da WikiLeaks.
Il
papa di allora era Paolo VI.
Esso
affermava che “Benelli ha etichettato la copertura esagerata degli
eventi forse come il successo più grande della propaganda
comunista”, aggiungendo che il monsignore italiano diceva che
questo mostrava “come i comunisti possano influenzare il mondo
libero in futuro.”
Proseguiva
dicendo che “Come è purtroppo naturale in seguito ad un colpo di
stato, osservava Benelli, vi è certamente stato spargimento di
sangue durante le procedure di rastrellamento in Cile”.
Ma
Benelli continuava dicendo che i vescovi cileni gli avevano
assicurato “che le storie attinenti alle brutali rappresaglie,
riportate nei media internazionali, erano infondate.”
Le
conversazioni ebbero luogo cinque settimane dopo che il generale
dell'esercito Pinochet prese il potere in un colpo di stato che
rovesciò il governo socialista di Salvador Allende, nel momento in
cui migliaia di simpatizzanti di sinistra erano imprigionati e
uccisi.
I
telegrammi hanno anche mostrato che il
Vaticano in seguito si rese conto della piena portata degli abusi in
corso, ma si rifiutò di criticare apertamente il regime di Pinochet
e continuò con le normali relazioni diplomatiche.”
Dal
sito web fisicamente
leggiamo:
“A
vent'anni dal golpe la legittimazione più calorosa arrivò al
dittatore Augusto Pinochet dalle stanze del Vaticano. 18 febbraio
1993: la privatissima ricorrenza delle sue nozze d'oro viene
allietata da due lettere autografe in spagnolo che esprimono amicizia
e stima e portano in calce le firme di papa Wojtyla e del segretario
di Stato Angelo Sodano. «Al generale Augusto Pinochet Ugarte e alla
sua distinta sposa, Signora Lucia Hiriarde Pinochet, in occasione
delle loro nozze d'oro matrimoniali e come pegno di abbondanti grazie
divine», scrive senza imbarazzo il Sommo Pontefice, «con grande
piacere impartisco, così come ai loro figli e nipoti, una
benedizione apostolica speciale. Giovanni Paolo II.» Ancor più
caloroso e prodigo di apprezzamenti è il messaggio di Sodano, che
era stato nunzio apostolico in Cile dal '77 all'88, e che nell'87
aveva perorato e organizzato la visita del papa a Santiago,
trascurando le accese proteste dei circoli cattolici impegnati nella
difesa dei diritti umani.
Il
cardinale scrive di aver ricevuto dal pontefice «il compito di far
pervenire a Sua Eccellenza e alla sua distinta sposa l'autografo
pontificio qui accluso, come espressione di particolare benevolenza».
Aggiunge: «Sua Santità conserva il commosso ricordo del suo
incontro con i membri della sua famiglia in occasione della sua
straordinaria visita pastorale in Cile». E conclude, riaffermando al
signor Generale, «l'espressione della mia più alta e distinta
considerazione». “
“Il
quale Pinochet teneva il Cile sotto il suo tallone di ferro, ma era
anche un cattolico conclamato. Nel 1986, preso di mira da una
sparatoria, attribuì alla Madonna lo scampato pericolo: e la prova
era il profilo della Vergine disegnato dalle pallottole sulla sua
Mercedes corazzata. I vescovi cileni non la pensavano tutti come lui,
anzi. Ne aveva un bel numero contro. Ma per fortuna c'era il nunzio a
bilanciare le cose. Sul suo tavolo s'accumulavano i lamenti della
giunta militare contro vescovi e preti "politicizzati".
E nel 1987, alla vigilia della venuta di papa Giovanni Paolo II in
Cile, Francisco Javier Cuadra, ministro segretario generale del
governo, tirò soddisfatto il suo consuntivo:«Devo dire che siamo
stati ascoltati».
Cuadra
era membro dell'Opus Dei. E ai buoni uffici di Sodano e dell'Opus si
deve l'affacciarsi congiunto del papa e di Pinochet, il 2 aprile
1987, dal balcone presidenziale della Moneda, con il portavoce
vaticano Joaquín Navarro Valls, altro opusdeista, anche lui a far
capolino lassù. Giovanni Paolo II premiò Sodano richiamandolo a
Roma, promuovendolo suo ministro degli Esteri e infine, nel 1990,
segretario di Stato e cardinale. Ma dal Vaticano, Sodano continuò a
tener fermo il suo alto patronato sul Cile”
Pinochet
era figlio di un funzionario di dogana, e pertanto proveniva da una
famiglia borghese piuttosto agiata. Pinochet
frequentò la scuola primaria e secondaria al cattolico
Seminario
San Rafael di Valparaíso, e
all'Istituto "Rafael
Ariztía" di Quillota (tenuto dai Fratelli
maristi); in seguito
frequentò la Scuola dei
Fratelli francesi di Valparaíso, e la Scuola
militare Bernardo O'Higgins,
nella quale entrò nel 1933
a 17 anni. Dopo
quattro anni di studio, si diplomò in quest'ultima con il grado di
alférez di fanteria. A
quanto pare fu
la madre a spingerlo verso la carriera militare e
l'educazione
cattolica.
“Su
madre era muy religiosa y para ella la educación católica de sus
hijos no era negociable.”
“Sua
madre era molto religiosa e l'educazione cattolica dei suoi figli non
era negoziabile.”
Quindi,
cari amici, il neoliberalismo pinochettiano non è altro che un
arnese dell'imperialismo cattolico, al fine di soggiogare tutte le
nazioni del globo che
impediscono l'infinita
libertà di agire alla multinazionale più ricca del mondo, la
Vaticano & Gesuiti
s.p.a; ce lo ha detto anche
Carlo
Lottieri, uno dei fondatori dell'istituto ultraliberista Bruno
Leoni, cosa intende per libertà:
“La
libertà, insomma, va apprezzata in sé e produce pure buoni frutti.
In tal senso va aggiunto che la chiesa per secoli ha saputo
trarre beneficio da un ordine sociale che le garantiva ampia facoltà
d'azione, lasciandola agire quale luogo di educazione delle giovani
generazioni: basti pensare ai gesuiti
e a molti altri ordini religiosi.”
Ve lo
ricordate chi fu colui che da noi produsse i suoi buoni frutti facendo un colpo di stato al fine
di portare avanti l'agenda hayekkiana europea in Italia?
Se
il progetto gesuitico-hayekkiano euroschiavista dovesse fallire,
aspettatevi molto probabilmente l'arrivo al potere delle orde
nazionaliste catto-fasciste dell'estrema destra “noeuro” che,
approfittando della voluta, studiata e incentivata inerzia della
pseudosinistra “democratica” controllata dal Vaticano, e al grido
di “No all'Islam e sì alla riscoperta delle nostre tradizioni cattoliche”,
impianteranno in Italia un regime razzista, ultranazionalista,
pinochettiano, cioè gesuitico-hayekkiano, che non sarà per nulla
dissimile dalla precedente schiavitù eurogesuitica, anzi, rischiamo
di cadere sempre più in basso se le persone più consapevoli e
istruite di questo paese non agiranno per fare in modo di impedire
una simile involuzione e preservare la nostra Costituzione.