lunedì 8 aprile 2013

Dittatori e Clero Cattolico vogliono un gregge di persone ignoranti e superstiziose



Il libro Storia dei Cavalieri di Malta, pubblicato in Italia nel 1975, ad opera dello storico Ernle Bradford, presenta una prefazione di Quintin Jermy Gwyn, Gran Cancelliere del Sovrano Ordine Militare e Ospitaliero di San Giovanni, di Rodi e di Malta, in cui lo stesso afferma: “Ernle Bradforrd ha già dato prova di conoscere questo periodo della storia nelle sue opere precedenti”[...]”Le imprese e le conquiste militari dei Cavalieri di Ospitalieri di San Giovanni, com'erano allora chiamati, sono riportate con precisione storica...”

Questa prefazione indica quindi che l'Ordine di Malta, per il tramite del Gran Cancelliere, ne ha approvato quello che qui vi era scritto, e lo stesso libro non era certo l'opera di un dissidente che voleva denunciare misfatti cristiani inventati di sana pianta. Eppure, sin dalle prime pagine di questo testo, affianco alle lodi all'eroismo dei Cavalieri, cogliamo gli aspetti più crudi e spietati delle crociate Cattolico Romane.

Una cosa che ci ha colpito di questo libro è stato l'apprendere di come i tiranni cattolici abbiano sempre fatto affidamento sull'irrazionale e sulla superstizione al fine di creare un esercito fanatico e assassino al servizio di Roma. Tutti i tiranni hanno infatti bisogno che la gran massa della popolazione resti in uno stato di ignoranza, credulità e superstizione, al fine di poterla meglio manovrare per i propri fini ed interessi. I cattolici odierni non sono certo molto differenti da quelli del passato nel loro culto irrazionale di statue, icone e presunti miracoli. E' significativo che i gesuiti non vogliano che la popolazione sviluppi qualità come l'intelligenza, la logica e il pensiero razionale indipendente, affiancate ad una solida cultura storico-umanistica; queste, infatti, sono tutte doti nemiche del fanatismo. Bisognerebbe riflettere se l'opera odierna di distruzione del welfare e delle scuole pubbliche (giustificata dai tagli di bilancio voluti dall'UE del Vaticano, che sono conseguenza della mancanza di sovranità monetaria) non voglia proprio ripristinare nel nostro continente la povertà, l'ignoranza, l'analfabetismo e il fanatismo dei secoli bui delle crociate; seppur con grossi difetti e limiti, le scuole pubbliche hanno pur sempre assicurato un minimo di educazione alla gran massa dei cittadini, tale da far sì che molti di questi non crescessero nel più completo fanatismo religioso. Anche per il nazismo la scuola pubblica era un problema.

Il sistema di istruzione nazista era completamente distorto:”I programmi di istruzione, sotto il regime nazista, erano incentrati su biologia razziale, politica demografica, storia, geografia e soprattutto sulla forma fisica.” L'educazione fisica, e non intellettuale era l'obiettivo di Hitler.



L'antisemitismo propagandato dai gesuiti e dai cattolici è un'idea irrazionale che ha trovato terreno fertile nella gesuitica Germania nazista così dis-educata.



Adesso torniamo al libro Storia dei Cavalieri di Malta, e citiamo alcuni passi che dimostrano quanto, al periodo delle crociate, l'abisso della mente irrazionale si coniugasse ai programmi militari e alla ferocia più inaudita:



“Lo scopo dei crociati era di liberare le strade per i pellegrini e di proteggerli dai musulmani. Da questo seme nacquero i Templari, i Cavalieri dell'Ordine Teutonico e poi il grande e potente Ordine di San Giovanni.”

pag. 8



“La prima crociata, o Crociata del Popolo, fu originata dal declino dell'impero di Bisanzio e dall'avanzata costante dei turchi che erano, non a torto, considerati come la più grossa minaccia per il mondo cristiano. Nel 1071 essi si erano impadroniti di Gerusalemme e, per quanto non fossero del tutto intolleranti, rendevano il viaggio dei pellegrini ancora più arduo di quel che non fosse da quando tutto il territorio era divenuto dominio bizantino.”

pag.9



“I tempi erano ormai maturi per un intervento occidentale e Urbano II era un pontefice forte, che aveva affermato il suo potere in Occidente. Ora egli poteva guardare ad Oriente, sognando una cristianità riunita dopo la conquista dei Luoghi Santi strappati ai nemici della fede.”[...]”Egli chiese ai capi occidentali di smettere le loro guerre fratricide, per unirsi contro il nemico comune. La guerra alla quale li chiamava era giusta e santa, benedetta da Dio. Coloro che vi avessero preso parte e fossero morti in battaglia avrebbero ottenuto la remissione dei peccati; la vita sulla terra era miserevole al massimo, mentre il Paradiso li attendeva. Egli chiese loro di morire per la fede e di levare la spada contro i nemici di Cristo.

La reazione fu immediata. Urbano II aveva provocato una tonante tempesta che avrebbe scosso il Mediterraneo per generazioni. “Dio lo vuole! Dio lo vuole!” gridarono gli astanti.

Dopo l'appello di papa Urbano lo zelo crociato attraversò l'Europa come una fiamma incandescente. I nobili e i sovrani non furono i soli a desiderare di farsi pellegrini e di vincere in Terrasanta. Ispirati dalle parole del pontefice, alcuni bizzarri visionari come Pietro l'Eremita e Gualtiero senza Averi cominciarono a propagare l'idea della Crociata. Ne risultò che, contemporaneamente alla spedizione chiesta da Urbano, ormai gradualmente in via di organizzazione, se ne preparò un'altra, del tutto diversa. In Europa la vita dei poveri era difficilissima; essi mancavano di cibo, sempre soggetti com'erano ai feudatari, e rovinati dalla guerra che anche troppo spesso infieriva tra questi. L'idea di emigrare verso qualche lontana terra solatia, di acquistare merito agli occhi di Dio e ottenere la remissione dei peccati, interessò naturalmente migliaia di abitanti delle campagne. Come osserva Sir Steven Runciman:



'...L'uomo medievale era convinto che il Secondo Avvento fosse prossimo. Doveva pentirsi mentre era ancora in tempo e agire bene...le profezie dicevano che la Terrasanta doveva essere riconquistata alla fede prima che Gesù potesse tornare. Inoltre, le menti ignoranti non facevano una netta distinzione tra Gerusalemme e la nuova Gerusalemme e molti seguaci di Pietro credevano che egli promettesse loro di trarli dalla presente miseria per condurli verso la terra dell'abbondanza di cui parlano le Scritture.'”

pag. 9-11



“Durante l'occupazione di Antiochia, quando i crociati erano assediati da un numeroso esercito turco e il loro morale era depresso, avvenne la scoperta della Santa Lancia, che si diceva fosse quella che aveva trafitto il costato di Gesù. Senza dubbio l'episodio fu architettato da alcune persone molto abili allo scopo di risollevare il morale delle truppe ma comunque riuscì nell'intento. I crociati uscirono dalla città e attaccarono riportando una completa vittoria; da quel momento furono convinti che Cristo stesso fosse al loro fianco per guidarli alla conquista di Gerusalemme.

Si viveva in un'epoca in cui gli uomini apprezzavano e conservavano tanto le reliquie quanto le immagini raffiguranti i miracoli, come ad esempio alcuni dipinti dedicati a San Marco. A Costantinopoli, dove era stata riunita la più grande raccolta di reliquie provenienti dalla Terrasanta e dall'Asia Minore, vi erano la croce sulla quale era stato crocifisso Cristo, le gocce di sangue che aveva trasudato a Getsemani, la verga di Mosè e la pietra sulla quale Giacobbe aveva posato il capo per dormire. Più tardi, la mano di San Giovanni Battista, nel suo ingemmato reliquiario, avrebbe ispirato i Cavalieri dell'Ordine a prendere il loro nome da quel santo, ricordando i suoi incredibili atti di coraggio. In realtà, ciò che spesso dominava era la superstizione, la credenza religiosa basata sul timore e sull'ignoranza. Se si credeva nell'irrazionale era possibile affrontare con audacia irrazionale situazioni che in altri casi sarebbero apparse senza speranza di soluzione. I crociati, per esempio, durante la loro marcia lungo la costa della Giudea, furono incoraggiati persino da un'eclissi lunare. Ne dedussero che anche la mezzaluna, simbolo del loro nemico, fosse destinata a un'eclissi.

La mattina del 7 giugno 1099, l'esercito raggiunse la sommità di una collina (il monte della Gioia, come sarebbe stato in seguito chiamato dai pellegrini) e i crociati scorsero Gerusalemme ai loro piedi. Per comprendere ciò che avvenne in quel momento vale la pena di citare la descrizione che Guglielmo di Tiro fece della loro reazione:



“Quando udirono gridare il nome di Gerusalemme essi cominciarono a piangere. Caddero in ginocchio e ringraziarono sospirando il Signore di aver provato loro la sua benevolenza permettendo che raggiungessero la meta del pellegrinaggio, la città santa che Egli aveva amato al punto da desiderare di salvare il mondo morendo in essa. Era molto commovente vedere le lacrime e udire i profondi singhiozzi di quella brava gente. Si spinsero in avanti fino ad avere una chiara visuale di tutte le torri e delle mura della città, quindi levarono le braccia al cielo e dopo essersi tolte le scarpe si chinarono a baciare la terra”

[…]

L'assedio alla città durò poco più di un mese. Ciò fu in gran parte dovuto al fatto che i crociati erano stati ispirati dalla visione di un sacerdote; egli aveva assicurato loro che Gerusalemme sarebbe caduta nelle loro mani solo se tutti avessero camminato rapidamente e a piedi scalzi intorno alle mura. (In realtà, l'arrivo a Giaffa di un certo numero di navi cristiane li aveva appena riforniti di marinai e di tecnici, di legno e di materiale destinato a costruire macchinari per l'assedio.)

[…]

La presa di Gerusalemme, come quella, precedente, di Antiochia, fu caratterizzata da scene di sanguinosa crudeltà tali da far sembrare incredibile che quei feudatari e i loro seguaci avessero il più lieve rispetto della fede in nome della quale avevano intrapreso la loro spedizione. Sulla sopravveste portavano la croce del Principe della Pace, ma nelle mani reggevano il martello di selce. Il governatore della città e la sua guardia del corpo furono autorizzati ad andarsene, ma solo dopo aver pagato un congruo riscatto. Gli altri musulmani, donne, uomini e bambini furono massacrati a migliaia nelle loro case. Le moschee furono devastate e il Palazzo della Roccia saccheggiato e depredato. Persino un certo numero di musulmani che avevano pagato un alto riscatto e si erano rifugiati nella moschea di al-Aqsà (sulla quale sventola il vessillo per avvertire che dovevano essere risparmiati) furono uccisi fino all'ultimo uomo. La città grondava sangue. Alla comunità ebraica non fu riservata una sorte migliore; quando si rifugiò nella sinagoga principale, l'edificio fu dato alle fiamme. I crociati che si erano riversati in città a mezzogiorno, al sopraggiungere della notte caddero in ginocchio nella chiesa del Sepolcro e “singhiozzanti di gioia” chinarono il capo sulle proprie mani lorde di sangue.

Il massacro dopo la caduta di Gerusalemme sgomentò persino alcuni crociati e il suo effetto sul mondo musulmano fu traumatico. Nei secoli successivi, infatti, ogni volta che i dominatori latini fecero dei tentativi per raggiungere un accordo con i nemici, il ricordo di quel giorno venne ad impedirlo. L'Oriente aveva conosciuto il furor Normannorum, la ferocia degli uomini del Nord (dai quali la stessa Chiesa cristiana una volta aveva chiesto di essere separata). Il mondo musulmano non l'avrebbe mai dimenticato e sarebbe divenuto altrettanto fanatico nella determinazione di cacciare i cristiani dalle terre di cui si erano impadroniti.

L'intolleranza degli europei occidentali in materia religiosa fu di gran lunga più profonda di qualsiasi altra conosciuta in Oriente.

[…]

I musulmani, da parte loro, avevano sempre dimostrato un ragionevole grado di tolleranza religiosa nei territori sotto il loro controllo. Avevano autorizzato i cristiani a visitare i santuari della loro fede e, come si è visto, avevano permesso a una numerosa colonia ebraica di stabilirsi a Gerusalemme. Il governatore della città che era rimasto mese dopo mese in attesa dei cristiani in cammino attraverso l'Asia Minore e la Siria, ben sapendo che il lor obiettivo era Gerusalemme, non aveva intrapreso nessuna azione contro i pellegrini e gli altri cristiani presenti all'interno delle mura cittadine. Non lo fece nemmeno quando l'esercito crociato scese dal Monte della Gioia e si accampò di fronte alla città. Si limitò a espellere i cristiani, autorizzandoli a raggiungere i propri correligionari.”

pag. 12-15



"In tale atteggiamento si ravvisa il fatto che allora i generali [cristiani] agivano in un modo che oggi apparirebbe del tutto irrazionale. A causa di un'eclissi di luna o perché i pronostici erano sfavorevoli non sarebbero andati in aiuto dei loro "clienti" né avrebbero rinviato un'azione di generosità a un momento più opportuno. I latini del periodo crociato, influenzati dalla superstizione e obbedienti al codice cavalleresco, erano del tutto irrazionali."

pag. 32



Queste sono le nostre radici “cristiane”..ricordatelo a tutti coloro che vogliono continuare a difenderle!