E'
ormai noto a molti che il Vaticano
appoggia Mario Monti e il suo programma di distruzione dello
stato sociale, delle imprese, delle famiglie e della stessa
democrazia. Ciò resterà nella storia Vaticana come l'ennesima
macchia insanguinata che tingerà l'abito oramai lurido della "Santa"
Sede. Adesso nel sostegno all'istruito
dai Gesuiti Mario Monti si è attivato anche il movimento "Verso
la Terza Repubblica", i cui principali promotori sono, tra
gli altri:
- Il Presidente di Italia Futura Luca Cordero di Montezemolo, istruito dai Gesuiti all'Istituto Massimiliano Massimo, dove era compagno di classe di Mario Draghi.
- Il fondatore della Comunità di Sant'Egidio Andrea Ricciardi.
- Il presidente delle Acli Andrea Oliviero.
- Il Neocatecumenale segretario della CISL Raffaele Bonanni.
- Lorenzo Dellai, attuale presidente di turno della Regione Autonoma Trentino Alto Adige.
Un
movimento che rivelerebbe la sua reale natura se venisse rinominato
"Verso
la Terza Repubblica Vaticana".
Come riferisce il Mondo in un
articolo del 3 gennaio 2012:"'Verso
la Terza Repubblica' è di fatto il contenitore montiano."
Meno
noto è l'appoggio del Vaticano alla sponda sinistra della classe
politica.
Molti
cittadini credono che in Italia noi abbiamo veramente una opposizione
politica allo strapotere del Vaticano. Già abbiamo parlato di questa
illusione nel nostro articolo Mario
Monti: niente di nuovo sotto il sole Vaticano.
Adesso è l'ora di parlare di Bersani, il novello candidato alla
Presidenza del Consiglio per la coalizione di centro sinistra.
Bersani, un finto comunista fedele alla Chiesa di Roma, si descrive
efficacemente con le sue stesse parole, che estraiamo da un articolo
de Il Fatto Quotidiano, dal titolo Coop
rosse e Compagnia delle Opere, quanto è bello realizzare affari
insieme:
“Se
vuole rifondarsi, la sinistra deve partire dal retroterra di Cl
(Comunione
e Liberazione, ndr).
La vera sinistra non nasce dal bolscevismo, ma dalle cooperative
bianche
dell’800, il partito socialista arriva dopo, il partito comunista
dopo ancora. E i movimenti del Sessantotto sono tutti morti, solo
l’ideale lanciato da Cl negli anni Settanta è rimasto vivo, perché
è quello più vicino alla base popolare, è lo stesso ideale che è
alla base delle cooperative, un dare per educare”. A parlare così
è Pierluigi
Bersani.
E’ l’agosto del 2003, quando l’attuale segretario del Pd è
responsabile economico dei Ds e viene accolto con scrosci d’applausi
dal popolo di Cl al Meeting
di Rimini.
L’alleanza
tra il mondo ciellino e la sinistra italiana ha una storia ormai
lunga. È vero che Comunione e liberazione ha sempre sostenuto con
determinazione il centrodestra di Silvio
Berlusconi,
perdonandogli tutto, dalle barzellette con bestemmia al bunga-bunga.
Ma è anche vero che si è sempre tenuta una mano libera, da
allungare a sinistra. Soprattutto quando ci sono affari da spartire
insieme. Ora, con Silvio in declino e il Pdl in crisi, quella mano
diventa più forte e visibile. La “trasversalità” (guai a
chiamarla inciucio) diventa esplicito progetto politico.
Bersani
al Meeting di Rimini del 2006 aggiunge una clamorosa rivelazione:
“Quando nel 1989 Achille
Occhetto
volle cambiare il nome del Partito comunista italiano, per un po’
pensò di chiamare il nuovo partito Comunità e libertà. Perché tra
noi e voi le radici sono le stesse”. Ovazione. Tre anni prima,
nel 2003, era nato l’Intergruppo
parlamentare sulla sussidiarietà, che ha tra i suoi più assidui ed
entusiasti frequentatori da una parte
Maurizio Lupi
(ciellino di Forza Italia-Pdl), dall’altra Enrico Letta (Ds, poi
Pd). L’Intergruppo si propone come “tavolo di discussione
bipartisan ideato per creare un dibattito trasversale sul tema della
sussidiarietà”, proclama Lupi. “Il suo obiettivo principale è
promuovere l’iniziativa privata dei cittadini in forme di
autorganizzazione per sperimentare un rapporto più evoluto fra
programmazione statale e soggetti privati. Le diverse nature
politiche dei promotori dell’Intergruppo ne hanno fatto un caso
singolare nel panorama italiano”.
Non
così singolare, in verità, vista la propensione italiana
all’inciucio. In questo caso, più sociale che politico. La parola
d’ordine è “dal
welfare state
alla welfare society”, vale a dire: meno
Stato sociale e meno intervento pubblico, per dare più spazio alle
cooperative, sia cielline, sia rosse.
[...]"
Il
braccio economico di CL è la Compagnia delle Opere, che è ben
descritta nel libro La
Lobby di Dio
ad opera di Ferruccio Pinotti; alle pagine 85-86 leggiamo:
"Il
braccio economico di Cl
Una
superlobby, ma anche molto di piu. I numeri della Compagnia delle
opere sono impressionanti: 41 sedi in Italia e in altri 17 paesi,
34.000 imprese e 1000 associazioni non-profit. Il fatturato
complessivo e stato stimato in almeno 70 miliardi di euro.
Numeri
in difetto, perche tengono conto soltanto delle imprese iscritte alla
Cdo. Ci sono migliaia di societa e di professionisti che, pur non
essendo parte della Compagnia, si riconoscono nella sua ideologia e
si adoperano per favorirla. Soltanto la sezione milanese della Cdo
conta piu di seimila aziende di tutti i comparti e di tutte le
tipologie, ma con una prevalenza di quelle che operano nel campo dei
servizi e con meno di dieci dipendenti. Gia nel 2008 il numero di
associati della Cdo di Milano ha superato quelli di Assolombarda.
Per
questa ragione, sempre dal 2008, ben tre componenti del consiglio
direttivo della Camera di commercio di Milano sono rappresentanti
della Cdo.
Nella
Cdo c’e molto di piu della comunanza d’interessi che tiene
aggregate le lobby. La Compagnia delle opere è l’applicazione
pratica piu riuscita del principio della ≪terza via≫ cattolica,
un approccio alla societa e all’economia che non è ne socialista
ne liberista. Dietro Cdo c’è un’ideologia solida e forte. E
sempre presente il ricordo del carismatico fondatore, don Giussani,
ma anche l’influsso di Julian Carron, il suo successore. E c’è
la consapevolezza di essere la piu riuscita applicazione pratica
della dottrina sociale della Chiesa. Questa consapevolezza non è
limitata soltanto agli aderenti di Cdo: è patrimonio di tutta la
galassia di Cl e di gran parte della destra cattolica. La Compagnia
delle opere nasce ufficialmente l’11 luglio 1986, dando corso a
un’intuizione di monsignor Luigi Giussani.
Il
nome è suggestivo: per chi conosce un poco la storia il parallelo è
immediato. Viene subito da pensare alla Compagnia di Gesù. I gesuiti
nascono nel Cinquecento per contrastare la Riforma protestante. Come
la Compagnia di Gesu andrà a combattere la sua battaglia contro
l’eresia protestante nell’elite della societa, accanto ai sovrani
piu potenti d’Europa, così la Compagnia delle opere combatte la sua
battaglia contro il liberismo e lo statalismo nel mondo dell’impresa
e della politica." (il grassetto è il nostro)
Sempre
nello stesso libro leggiamo le connessioni di Bersani con la CdO e
CL:
"E
inoltre, se negli ultimi tempi la preferenza dei ciellini al Nord si
e orientata sulla Lega, ecco che a Firenze il voto di Cl è finito in
massa all’esponente del Pd, Matteo Renzi. L’immagine piu
eloquente della trasversalita di Comunione e liberazione è emersa il
giorno dei funerali di don Luigi Giussani, celebrati nel Duomo di
Milano il 24 febbraio 2005. In quell’occasione, a salutare il
fondatore del movimento, c’erano praticamente tutti: Silvio
Berlusconi, Pierluigi Bersani, Giulio Tremonti, Rocco
Buttiglione, Giulio Andreotti, Clemente Mastella, Marco Follini,
Letizia Moratti, Enrico Letta, Gustavo Selva, Luca Volonte,
Pierferdinando Casini, Marcello Pera. Di certo ne dimentichiamo
qualcuno"(Pag. 37)
"Infine,
abbiamo approfondito il legame con Pierluigi Bersani,
scoprendo che tra il leader del Pd e Cl, sull’asse delle
cooperative rosse, esistono note di accordo davvero
sorprendenti."(Pag. 37)
"La
sponda sinistra: Cl e Bersani
Se
il rapporto con il centrodestra è organico, Cl ha forti sponde anche
a sinistra. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani è da oltre
dieci anni una presenza fissa al Meeting di Rimini. Ex sessantottino,
ex presidente della rossa Emilia-Romagna, dal 1998 al 2009 (tranne
nel 2001) non ha saltato neanche uno dei consessi agostani di Cl.
Tanto da diventare uno dei leader piu fedeli al movimento. Nel 2003,
da responsabile economico dei Ds, Bersani fu chiamato
addirittura ad aprire il rendez-vous romagnolo con una
relazione ≪sulla ripresa di Comunione e liberazione≫. E per
introdurlo, il moderatore Roberto Fontolan lo definì ≪uno dei
massimi amici del Meeting≫. Lui ricambiò ringraziando a modo suo,
con una frase che i fedeli di don Giussani (e non solo) non hanno
certo dimenticato. ≪Se vuol rifondarsi – disse apertamente
Bersani rivolto alla platea –, la sinistra deve ripartire
dal vostro retroterra. La vera sinistra non nasce dal bolscevismo, ma
dalle cooperative bianche dell’Ottocento. Il primo Partito
socialista è venuto dopo le cooperative, il Partito comunista dopo
ancora e i gruppi nati con il Sessantotto sono tutti spariti. Solo
l’ideale lanciato da Cl negli anni Settanta è rimasto vivo, perchè
è quello piu vicino alla base popolare. E' lo stesso ideale che era
anche delle cooperative: un dare che è anche un educare.≫ E poi
chiosò: ≪Quando nel 1989 Achille Occhetto volle cambiare il nome
del Partito comunista italiano, per un po’ pensò di chiamare il
nuovo partito “Comunità e libertà”. Perchè tra noi e voi le
radici sono le stesse≫. Una dichiarazione d’amore. Che Cl
ovviamente non lasciò cadere nel vuoto, se è vero che l’anno
successivo, in occasione delle elezioni europee del 2004, il
movimento ≪fece campagna a sostegno del futuro ministro, capolista
dei Ds in Piemonte, Liguria e Lombardia≫. I soliti ≪infaticabili
e furbi cucinieri ciellini≫ avrebbe detto qualcuno. E' stato però
nel 2006, nel corso della ventisettesima edizione del Meeting, che la
relazione tra Bersani e Cl ha registrato la vera
consacrazione. In quella circostanza, infatti, l’establishment
del movimento – i vari Giancarlo Cesana, Giorgio Vittadini,
Emma Neri – affidò a Pierluigi Bersani, allora titolare del
dicastero per lo Sviluppo economico, niente meno che la presentazione
del libro del fondatore don Giussani, Dall’utopia alla presenza.
Ovvero l’evento clou del Meeting, che tra l’altro chiudeva la
manifestazione di quell’anno. Per capire la rilevanza
dell’avvenimento, c’è da considerare che don Luigi era morto
appena l’anno prima e Bersani era stato l’unico leader
degli allora Ds a prendere parte ai funerali, officiati nel Duomo di
Milano dal cardinale Joseph Ratzinger, che poco dopo sarebbe stato
eletto papa. Presentando l’opera del sacerdote, l’esponente del
principale partito della sinistra ebbe per il movimento parole di
vicinanza. ≪Ecco, leggendo il libro mi sono trovato a pensare, alla
luce della mia esperienza, che certo abbiamo avuto percorsi diversi
in quegli anni, ma si respirava alla fine la stessa aria. [...]
Un’aria che arrivava al cuore, alla testa, che era un’esigenza di
libertà, fondamentalmente di autonomia, di responsabilita, fino a
toccare in molti casi, nel profondo, le coscienze e il senso stesso
della vita. Ecco, io credo, e lo si vedeva gia allora, anche se non
con questa consapevolezza, che Gioventù studentesca nella sfera
religiosa e di fede anticipò questo processo.≫ Miele per Cl."(pag.
69-71)
"Avanguardia
operaia e poi nel Partito comunista? Un giorno Bersani
confessò al settimanale ≪Famiglia Cristiana≫ di aver frequentato
da piccolo la parrocchia e il coro della chiesa del suo paese e
finanche di avervi fatto il chierichetto. Ma le ragioni della liaison
vanno cercate altrove. Per capire cosa leghi il segretario del Pd
all’universo di Cl bisogna tornare alla parola-mantra del gruppo:
sussidiarieta, la sostituzione dei privati allo Stato nella
fornitura dei servizi. Tale principio, come si e visto,
rappresenta una delle leve del sistema affaristico delle società
della Compagnia delle opere, le quali tramite l’affidamento dalle
amministrazioni pubbliche di servizi di ogni genere – dalla sanità
all’istruzione, dal sociale all’edilizia –, traggono linfa
vitale per il consolidamento del proprio potere economico. Il
principio, però, è lo stesso sul quale si basa anche l’impero
delle cooperative rosse, un mondo del quale da tempo Bersani,
a partire dagli anni Ottanta, quando era assessore regionale ai
Servizi sociali dell’Emilia-Romagna, e poi in seguito quando
divenne governatore della stessa Regione, è considerato autorevole
referente politico. Se non proprio uno stratega."(pag. 73)
"E
cosa dire del famoso decreto legge sulle liberalizzazioni, firmato
nel luglio del 2006, che secondo alcuni rappresentava un vero e
proprio regalo di Bersani alle cooperative? ≪La sostanza è
che questo decreto porta subito in dono nuovi benefici per le Coop
rosse, che gia pagano poche tasse≫ scrisse il giornalista Rodolfo
Ridolfi."(pag. 74)
"Sugli
affari, dunque, Bersani e gli amici di Cl si intendono molto
bene. E Meeting dopo Meeting, l’ex consigliere del Pci e gli abili
≪cucinieri≫ hanno capito che nel nome della sussidiarietà
potevano fare grandi cose insieme." (pag. 75)
"Che
Bersani sia ≪l’esponente del centrosinistra piu stimato da
Cl≫ è dunque un argomento che non si presta a smentita."
(pag. 77)
"Il
futuro segretario del Pd parlò quindi al popolo ciellino,
dimostrando di saper entrare subito in sintonia con esso. ≪Vedo piu
file di cittadini davanti alla Caritas, che davanti alle sedi
della Lega...≫ ammiccò durante il suo discorso, prendendo così
le parti della Chiesa di Roma, che in quei giorni veniva
attaccata dalle bordate del Carroccio. E il riscontro del pubblico fu
enorme." (pag. 79)
"Fu
alla fine del seminario, tuttavia, che si consumò anche visivamente
il matrimonio tra Bersani e il movimento dei fedeli di don
Giussani. Sceso dal palco, l’ex ministro dello Sviluppo economico
venne infatti immediatamente cinto da dieci ragazzi del servizio
d’ordine ciellino in maglia viola, che tenendosi per mano crearono
attorno a lui un cerchio. Cosi protetto, Bersani si accese un
sigaro e iniziò una lunga, significativa passeggiata tra gli stand
della fiera. Raccogliendo gli applausi della gente, salutando,
stringendo mani e fermandosi anche a comprare un biglietto della
lotteria del Meeting. ≪Certo, questo può essere considerato un
giorno perso nella mia campagna elettorale≫ sorrise Bersani
lasciando la sede del festival. ≪Il punto è che la mia ottica
guarda al paese, il partito è solo uno strumento, al paese con tutte
le sue espressioni più vitali, di cui Cl è un esempio.≫ A
sinistra non tutti la presero bene." (pag. 79)
"Durante
le festivita natalizie di quell’anno, ancora ≪il manifesto≫
svela che a un pellegrinaggio privato organizzato da Comunione e
liberazione in Terra Santa – a cui prendono parte un centinaio di
vip istituzionali veneti, ma non solo: c’e anche l’ex ministro
Pd Pierluigi Bersani –, partecipano uno a fianco all’altro
proprio Graziano Debellini, capo della Cdo Nordest sotto indagine per
truffa, il suo avvocato Giorgio Fornasiero e l’ex procuratore
aggiunto di Padova Dario Curtarello, da poco promosso alla guida
della Procura di Rovigo.10 Una circostanza clamorosa, che nel tempo
nessuno dei tre protagonisti ha mai smentito." (pag. 305)
"In
effetti al Meeting di Cl del 2009 Berlusconi, pur essendo premier,
non è nemmeno stato invitato e gli ospiti d’onore sono stati i
vertici della Lega e alcuni esponenti del Partito democratico come
Bersani e Letta, simpatizzanti di Cl."(pag. 372, nota 12)
Quindi
qual'è il modello di Stato Sociale che ama Bersani? E' forse un
welfare state che tutela la disoccupazione, la precarietà, le madri
sole con figli a carico? Un welfare pubblico che concede una casa a
tutti quelli che per motivi di reddito non riescono a permettersela?
Un welfare in grado di fornire cure mediche e posti letto ai poveri?
Un welfare che aumenta i trasporti pubblici e riduce le tariffe per i
non abbienti? No! Il modello di Bersani di welfare è quello
privatistico gestito da aziende o enti controllati dalla Chiesa e
dalle coop rosse e bianche. Il modello di Bersani è la Caritas,
cioè, l'elemosina stracciona della Chiesa, che si avvale di un
esercito di pii fedeli volontari non pagati e di finanziamenti
pubblici e aiuti europei: quindi a costo zero o quasi, ma che fa
apparire la Chiesa come la "Salvatrice" dei poveri, nel
mentre regala loro due pezzi di pane che non escono nemmeno dalle sue
tasche!
Nel
Messaggero
del 23 agosto 2011, Bersani giustificava l'esenzione dell'Ici
alla Caritas così dicendo:
«In
tempi come questi - sottolinea Bersani - prima di discutere
bisognerebbe fare un giro, che sarebbe istruttivo, nelle Caritas
diocesane, per capire bene come è messo il Paese e cosa sta
facendo la Chiesa».
Il
Cialtrone Bersani, supino alla Compagnia delle Opere e a Comunione e
Liberazione, non si sogna nemmeno di garantire uno stato sociale
pubblico erogato da dipendenti stipendiati con un contratto pubblico
a tempo indeterminato! Ecco quindi il suo sostegno all'elemosina
pelosa fornita da fedeli che non guadagnano un centesimo (Caritas) o
da gente con contratti da fame e precari (le varie cooperative
bianche e rosse), erogata per mezzo di contrubuti europei e tramite
lo svuotamento delle casse pubbliche, per il beneficio del Maledetto
XVI.
Per
quanto riguarda la Caritas, il fatto che i contributi escono dalle
nostre tasche e non da quelle di Maledetto XVI e della sua azienda
millenaria, ce lo conferma anche una notizia riportata su Umbria
24 del 28 dicembre 2012, in cui la Caritas si lamenta di non aver
ancora ricevuto i finanziamenti pubblici per erogare i suoi servizi:
"Chiedono
cibo, vestiti, spesso una parola di conforto. Sempre più persone si
rivolgono alla Caritas diocesana e all’associazione di volontariato
San Martino che ne gestisce le opere segno. Numeri in forte crescita,
prodotto di una crisi che avvolge una parte consistente del
territorio ternano. In questo contesto, si acuiscono le tensioni fra
le associazioni diocesane di volontariato e il comune di Terni. In
ballo non c’è solo la realizzazione del centro di accoglienza di
via Vollusiano, ma anche il pesante ritardo accumulato da palazzo
Spada nell’erogazione di un contributo di 636 mila euro. «Per
andare avanti siamo costretti a indebitarci», spiegano dalla
Caritas.
Contributi.
Le
attività sono state condotte grazie ai contributi provenienti dall’8
per mille, dalla fondazione Carit e dagli enti locali.
Non tutti, però, hanno tenuto fede agli impegni. «C’è una forte
disparità nei tempi di erogazione dei contributi
pubblici
– osserva Francesco Venturini, presidente della San Martino –
Alcuni,
come la regione Umbria e il comune di Narni, hanno versato le quote
nel giro di due, tre mesi al massimo. Il comune di Terni, invece,
deve ancora erogare i contributi risalenti al 2009. Quello che più
ci infastidisce è che l’ente ha già incassato da tempo i fondi
del ministero dell’Interno, 544.759 euro relativi al progetto
Rifugiati Terni. Soldi per noi essenziali,
ma che sono stati utilizzati per altri scopi rispetto a quelli
previsti. Intanto le attività vanno avanti grazie agli anticipi che
le banche ci concedono».
Insomma,
la Chiesa finanzia le sue attività caritatevoli con i soldi altrui, i nostri,
ricavandone però per intero il prestigio. In tal senso possiamo
tranquillamente supporre che la crisi economica sia una benedizione
per la Chiesa, perchè gli uomini "secolarizzati"
ridotti alla fame, per mezzo degli aiuti della Caritas, ritornano a
Dio, cioè nelle grinfie dei tentacoli Vaticani, che, sulle macerie
dello stato sociale, spicca fra tutti per la carità effettuata con
le tasche degli altri;
ma attenzione, solo una minima parte dei soldi incassati serve a
svolgere le attività assistenziali vaticane;
ad esempio, per quanto riguarda l'otto per mille, secondo
l'Espresso del 16 maggio 2012, "la
Chiesa ne spende solo un quinto in opere di carità: il grosso
finisce per costruire parrocchie e stipendiare i sacerdoti".
Sempre
secondo lo stesso articolo:
"Ancora più criticata è però la decisione di ripartire in
modo proporzionale anche le scelte non espresse (oltre la metà): in
questo modo la Chiesa
Cattolica
conquista l'85 percento dei fondi (circa un miliardo di euro) grazie
al 36 percento delle firme a suo favore ". Ma i prelati da chi
vanno a reclamare poi i soldi che mancano nelle loro attività di
sostegno ai poveri? Allo Stato. Facile fare carità con i soldi
altrui! Poi,
mentre
la Chiesa impiega i suoi sacerdoti stipendiati a dire la messa, a
convertire le anime, e a pretendere contributi pubblici, la stessa,
per erogare i suoi servizi assistenziali, si avvale di un esercito di
fedeli volontari che non paga un centesimo e il tutto per la "Gloria di
Dio" e del suo potere terreno. Cari lettori, le notizie ci
vengono date, non vi è nulla di occulto, ma è come dobbiamo
interpretarle che viene assolutamente distorto alla nostra
percezione. Perchè infatti uno Stato deve regalare soldi all'azienda
Vaticano S.p.a., l'azienda
più ricca del mondo, svuotando le proprie casse pubbliche nel mentre
mantiene una classe clericale parassita? Perchè non eroga i servizi
ai cittadini poveri in prima persona, applicando diritti garantiti
dalla legge? La risposta è: Per la "Gloria di Dio" e del
potere Temporale della "Santa" Sede e dei Gesuiti. Anche se non siamo
totalmente d'accordo con l'impostazione dello UAAR, e consci che la
verità è dispersa in varie fonti per confondere i più, è
necessario leggere la
stima che esso fa riguardo ai fondi pubblici ed alle esenzioni di
cui ha goduto la Chiesa nel 2012; un dato, questo, che ci appare
sufficientemente documentato, cioè:"€
6.232.375.437".
Infatti ci sembra che l'UAAR non si sia inventato le cifre, ma abbia
attinto a fonti certe, come i semplici bilanci pubblicati dalla
Chiesa, quando disponibili. Ad esempio, per l'8 per mille leggiamo
il rendiconto nel sito ufficiale:
Scheramta tratta dal sito ufficiale dell'8xmille, disponibile al link http://www.8xmille.it/rendiconti/ripartizione2012.pdf |
Anno
2012
TOTALE
DISPONIBILE 1.148.076
MIGLIAIA DI EURO, DISTRUBUITO
IN:
- ESIGENZE DI CULTO E PASTORALE: 479.226 MIGLIAIA DI EURO.
- SOSTENTAMENTO DEL CLERO: 363.850 MIGLIAIA DI EURO.
- ACCANTONAMENTO A FUTURA DESTINAZIONE PER CULTO, PASTORALE E CARITA': 50.000 MIGLIAIA DI EURO.
- INTERVENTI CARITATIVI: 255.000 MIGLIAIA DI EURO.
QUINDI
LA CHIESA STESSA CI DICE CHE SOLO CIRCA IL 22% DI INTERVENTI
CARITATIVI E' DESTINATO ALL'AUITO DEI POVERI E IL RESTO E' IMPIEGATO
PER ESPANDERE L'IMPERO CATTOLICO E STIPENDIARE IL CLERO PARASSITA,
NEL MOMENTO IN CUI IL VATICANO E' PROTESO AD IMPORRE LA SUA "NUOVA
EVANGELIZZAZIONE"
CON ANNESSA "AUTORITA'
MONDIALE",
SECONDO
LE PAROLE DEL "SANTO" PADRE.
Nell'immagine
sopra un estratto del Discorso
Del "Santo" Padre Benedetto Xvi
Ai Partecipanti Alla Plenaria Del Pontificio Consiglio Della Giustizia E Della Pace, Sala del Concistoro, Lunedì, 3 dicembre 2012
Ai Partecipanti Alla Plenaria Del Pontificio Consiglio Della Giustizia E Della Pace, Sala del Concistoro, Lunedì, 3 dicembre 2012
dI
SEGUITO LE ALTRE VOCI INDIVIDUATE DALLO UAAR:
Immaginiamo
quali frutti produrrebbero tutti questi soldi se venissero impiegati
interamente dallo Stato per le opere sociali!